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martedì 10 febbraio 2009

OGGI SI CELEBRA LA GIORNATA DEL RICORDO DEI MARTIRI DELLE FOIBE E DELL’ESODO DEI 350.000 ITALIA, ISTRIANI, GIULIANI E DALMATI


La strage delle Foibe viene generalmente presentata come un caso di pulizia etnica a danno degli italiani, quando invece si è trattata di una operazione di pulizia ideologica.
Infatti i partigiani comunisti del Maresciallo Tito non agivano a casaccio, non colpivano gli italiani in quanto tali rastrellandoli per strada alla maniera bosniaca - se fosse stato così le vittime sarebbero state infinitamente di più, sarebbe stato un vero e proprio bagno di sangue - ma in maniera altamente selettiva, sulla base di elenchi con nomi, cognomi e indirizzi – le famigerate liste di proscrizione – alla cui compilazione contribuirono diligentemente i comunisti nostrani.
E chi erano queste persone che nottetempo venivano prelevate dalle loro case, legate tra loro e gettate vive nelle cavità carsiche e lasciate morire tra atroci sofferenze?Erano italiani qualunque? No, erano italiani che appartenevano ad una categoria ben precisa. Erano - per dirla con una direttiva dello stesso Maresciallo Tito - fascisti o presunti tali.
Il motivo di tanto accanimento è abbastanza semplice da comprendere: nell’ottica dell’annessione di quelle terre alla Jugoslavia, i fascisti e tutti coloro che in qualche modo erano legati o s’identificavano nello Stato italiano avrebbero potuto costituire un ostacolo, in quanto anticomunisti, per cui andavano eliminati. E’ anche vero che nella concitazione generale e nel clima di impunità che si andò a creare, nelle Foibe ci finì di tutto: preti, borghesi, semplici cittadini per motivi personali e perfino qualche partigiano italiano titubante.
Un altro aspetto che viene volutamente ignorato riguarda la strenua difesa di quelle terre dalle bande partigiane che fu affidata a due reparti dell’esercito italiano, i bersaglieri del battaglione Mussolini e i marò della Decima Mas: furono tutti massacrati. Riteniamo inoltre risibile la giustificazione che la sinistra e certa destra conformista tentano di dare a quella orrenda carneficina, ossia la tesi della ritorsione della minoranza slava all’italianità voluta da Mussolini, quando invece l’unica imposizione del governo fascista fu l’uso dell’italiano (quello che avviene oggi a parti invertite in Alto Adige, dove gli italiani sono costretti ad imparare il tedesco se vogliono lavorare negli uffici statali).
Riguardo all’esodo delle popolazioni italiane di Istria e Dalmazia, anche in questo caso, è perlomeno eccessivo parlare di pulizia etnica, infatti, non vi furono eccidi di massa da parte dei nuovi governanti jugoslavi, ma solo il pressante “invito” a lasciare quelle terre, che venivano subito confiscate.
Vergognoso fu, invece, il comportamento del governo italiano e della sinistra che accolsero i nostri compatrioti come appestati, furono ammassati nei treni come bestie e alle fermate fu perfino impedito alla croce rossa di portare il latte ai bambini.
Cacciati dalla loro terra e umiliati nella loro Patria.

50 commenti:

Anonimo ha detto...

LUANA NON C'E' PIU'...

AVEVAMO FATTO IL TIFO PER SILVIO PERCHE’ IL GOVERNO LA SALVASSE…NON C’E’ MAI STATA LA CERTEZZA CHE LEI AVESSE MANIFESTATO LA VOLONTA’ DI NON VIVERE IN QUELLE CONDIZIONI, ANZI UNA TESTIMONIANZA SMENTISCE CLAMOROSAMENTE IL PADRE… SE SI VOLEVA SALVARLA VERAMENTE CI SI DOVEVA MUOVERE PRIMA… BASTA CON LA SOLITA STORIA DELLA CHIESA CHE CONDIZIONA, I VALORI MORALI DOVREBBERO VIVERE ANCHE TRA I LAICI

Alle 20.10 di ieri sera Eluana ha tolto il disturbo, diciassette anni dopo l’incidente che l’aveva portata nello stato che conoscevamo. Il cervello non funzionava, ma il corpo era reattivo entro certi limiti. Non era un malato terminale e sofferente, per capirci.
Il laico Vittorio Sgarbi nei giorni scorsi aveva detto “Non si possono accettare sentenze di morte in un Paese che non lo prevede. Anche se non si volesse ammettere che la sentenza poggia su un falso, su una presunzione incerta e fantasiosa, la ragione porta alla stessa soluzione della fede: quello che sembra inguaribile oggi può non esserlo tra due anni, grazie ai progressi della scienza”.
Il tribunale di Milano ha dato spazio solo alle tesi del padre di Eluana, auto certificatore della volontà presunta della figlia che avrebbe espresso, nel caso di incidente di quel tipo, di non volere vivere in quelle condizioni.
Ma questa tesi di una Eluana anticlericale è clamorosamente smentita dalle sue amiche e dai fatti. Si è mai visto un anticattolico lasciare la Università Statale dopo due anni, per iscriversi alla Cattolica? O chiamare con affetto la suora ex insegnante?
La verità è che la personalità di Eluana è stata ricostruita in modo lacunoso. Sarebbe bastata una testimonianza per riaprire il caso, quella di Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore, risvegliatosi dopo due anni dallo stato vegetativo che ha dichiarato “Beppino Englaro mi confessò, in presenza di altre persone, che non era vero niente che sua figlia avrebbe detto che, nel caso si fosse ridotta vegetale, avrebbe voluto morire”.
Troppi interrogativi lasciati in sospeso, mentre Eluana andava a morire.
Un tribunale che decide sulla base dell’autocertificazione del padre e non ascolta altre testimonianze, una corsa contro il tempo per “farla morire” prima che il governo riesca a prolungarne la vita, avvoltoi ovunque, case di cura che diventano di morte.
Alle spalle l’incapacità di liberarsi delle solite polemiche anticlericali, come se non ci fossero stati decine di laici ad esprimersi per la vita di Eluana e al richiamo dei valori etici della vita.
Non c’è bisogno di essere baciapile per difendere la vita, basta avere una coscienza.
Se poi i modelli di riferimento devono essere i genitori che accompagnano le figlie 16enni a bombarsi le tette o i ragazzini di “buona famiglia” che a 16 anni, nel bresciano padano, violentano e seviziano in 5 una quattordicenne, non stupiamoci di fronte a fatti di questo tipo e non parliamo di “mancanza di valori”, di crisi di ideali, di disprezzo della vita, se poi ci accodiamo sempre dietro gli egoismi, il conformismo, l’edonismo, la convenienza.
Di fronte al fatto che Eluana non avesse mai manifestato la propria volontà, abbiamo fatto il tifo perché Silvio che la facesse a far approvare il disegno di legge.
Ma non possiamo sottacere che la sentenza del tribunale di Milano era nota da tre mesi e se ci si fosse mossi anche solo che dieci giorni fa, Eluana sarebbe ancora viva.
Opportunismo e ritardi da una parte, conformismo laicista dall’altro.
Napolitano non ha firmato, ne risponderà alla propria coscienza, così come Silvio e i ministri che hanno atteso mesi.
Eluana ora da lassù si è liberata da tutti, presunti amici che hanno voluto ammazzarla, case d cura che praticano la morte, predicatori e ballerine.
Ha preferito togliere il disturbo in anticipo, per non ascoltare ulteriori speculazioni su di lei.
Siamo arrivati al punto che qualche parlamentare o cittadino esprime le condoglianze al padre di Eluana.
Che condoglianze si possano esprimere a chi l’ha fatta ammazzare non ci è chiaro, semmai avrebbe dovuto trasmettergli le felicitazioni, no? Forse non se ne sono accorti.
Come in Italia tanti non si accorgono che ormai si fanno più battaglie per negare qualcosa o qualcuno o per la morte, che per affermare valori e principi etici e il valore supremo della vita.

Rolando R.

Anonimo ha detto...

BOTTA


(AGI) - Roma, 9 feb. - "Gasparri e' un irresponsabile che dovrebbe imparare a tacere perche' il rispetto per la massima autorita' dello Stato dovrebbe animare chiunque, in particolar modo il Presidente del Gruppo di maggioranza numericamente piu' consistente". Lo dichiara il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini.

Anonimo ha detto...

RISPOSTA

(AGI) - Roma, 9 feb - "Sto parlando con rispetto, con molto rispetto del Capo dello Stato perche' io sono una persona responsabile che rispetta dalla piu' alta istituzione, all'ultimo cittadino su un letto di ospedale". Cosi' il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, nel suo intervento nell'aula di Palazzo Madama. dopo che il presidente del Senato Renato Schifani aveva richiamato l'attenzione sul fatto che si stesse riferendo "alla prima carica dello Stato".

Anonimo ha detto...

GIANFRANCO FINI.....

NON HO PIU' PAROLE......!!!???

Anonimo ha detto...

Sono dieci anni che Fini mi sorprende in negativo.
Sono anche arrivata al punto di pensare che sia un "abusivo ideologico", cioè uno che ha occupato senza merito un'area politica di grande valore ideologico e l'ha poi mercificata senza ritegno in cambio di una carriera politica estremamente ambiziosa.
E purtroppo ha trovato anche un gruppo di "senza palle" che glielo ha lasciatao fare senza avere la forza e il coraggio di fare nulla.
In cambio ora fanno i ministri i sottosegretarie e i sindaci metropolitani.
Che pena...


Ilaria83

Anonimo ha detto...

Urge in maniera iderogabile, un ricambio, più che generazionale, con nuove persone che hanno capacità politico-istituzionali, con spiccate competenze e qualità indiscusse, altrimenti questa nostra Italia non avrà più futuro.
Non si può restare inermi, nell'assistere a spettacoli di simile natura, il Presidente Cossiga è stato molto chiaro, il parlamento Italiano è divenuto una sorta di azienda che dispensa stipendi e privilegi a persone non meritevoli, incapaci di prendere decisioni al di fuori delle lobbi familiari e di appartenenza politica.
Non si può confondere l'incarico politico con quello istituzionale!

Anonimo ha detto...

Lo stesso vale per quel che resta del nosto povero partito.

Anonimo ha detto...

Lo stesso vale per quel che resta del nosto povero partito.

Anonimo ha detto...

il 14 vi aspetto tutti a Bari

Adriana

Anonimo ha detto...

Sono indignato per quanto accaduto in federazione alla nostra delegazione del circolo.
A Campi abbiamo lavorato tanto per il partito e nessuno, dico NESSUNO, si deve permettere di mettere in dubbio la buona fede dei nostri rappresentanti.
La senatrice Poli è stata debitamente informata e presto qualche testa vuota ruzzolerà giù.

Anonimo ha detto...

Da IL GIORNALE
An applaude il colonnello e critica il capo: «Toni stonati»
RomaColonnelli e tenenti non la mandano giù con facilità. L’affondo del generale rimane un po’ sullo stomaco. Lo testimonia un applauso. Un applauso sentito, accompagnato da pacche qua e là, che saluta l’ingresso di Maurizio Gasparri in sala, dove la Direzione nazionale è chiamata ad approvare i regolamenti in vista dell’ultimo Congresso pre-Pdl. Perché al di là delle frasi di circostanza, dei distinguo del caso, dei pompieri pronti a spegnere la miccia, dentro Alleanza nazionale qualcuno fatica a nascondere il mal di pancia. Nessuno esplode, nessuno protesta in maniera aperta contro il leader di lungo corso, ci mancherebbe. Ma sotto traccia, l’insofferenza si nota.
Non è certo la prima volta che il partito esprime una posizione differente dal capo. E viceversa. Vedi dibattito sulla fecondazione assistita, rinnego in toto del fascismo «male assoluto», aperture sul fronte islam e immigrazione. Ma sul caso Englaro (al momento della morte di Eluana «ho pensato alla mamma ed al papà, perché credo che nessuno più dei genitori possa voler bene ad un figlio», dichiara il presidente della Camera in serata al Tg1), oltre alle distanze con i ministri aennini, è il tono usato da Gianfranco Fini per stigmatizzare le dichiarazioni di Gasparri, definito «irresponsabile», a bruciare. Anche perché, fa notare un parlamentare, «lo strumento stona». Ovvero, una nota ufficiale, diramata da Montecitorio - e non una tirata d’orecchie via telefono o fatta trapelare - in cui si invita (si fa per dire) il capogruppo del Pdl a Palazzo Madama a «tacere». Reo di aver detto che peseranno «per sempre le firme messe e le firme non messe». Come a dire, rivolgetevi al Quirinale.
Una presa di posizione inaccettabile, per Fini, che di continuo puntualizza il rispetto assoluto che merita ogni singola scelta di Giorgio Napolitano. E che ieri, sempre al Tg1, ribadisce: «Occorre innanzitutto rispettare il ruolo che ognuno ha: la maggioranza rispetti l’opposizione, l’opposizione rispetti il governo, tutti rispettino le istituzioni della nostra Repubblica, a partire dal capo dello Stato».
Fin qui, nulla di nuovo. Ma la domanda che circola in casa An è questa: a che titolo parla Gianfranco? Da presidente della Camera o da nostro leader? Sta tutto qui il rebus, per molti irrisolto. Non per Altero Matteoli: «Ha parlato da presidente della Camera e non da leader di partito. Ha sempre dimostrato sensibilità istituzionale molto forte, garanzia non solo per An ma per tutti».
Intanto, però, «stupisce» l’asse con il Colle. Già, «sembra che Fini sia diventato Napolitano-dipendente», con una «strana sintonia tra un ex comunista e un ex missino», commenta un deputato del Pdl. Ma tant’è. Al Jolly Hotel La Russa detta i tempi. Media, apre i lavori con un minuto di silenzio per Eluana e sottolinea: ora «è un dovere di tutti abbassare i toni». Via libera alla data dell’ultimo congresso, poi pranzo a tre, reggente insieme a Gasparri ed Alemanno. Nel menu, la mozione del 21 marzo. «E chissà cos’altro», aggiunge il solito maligno.

Anonimo ha detto...

da IL GIORNALE
"Fini? Così non potrà diventare il leader del Pdl"

Roma - Ha affrontato in 48 ore due duelli che fanno tremare le vene ai polsi. Con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e con il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Eppure, quando lo intervisto Maurizio Gasparri è sereno. Ricostruisce il suo diario politico (e umano) come se stesse parlando di altri. Nega ogni turbamento, racconta: «Solo oggi ho ricevuto centinaia di sms! Più 40 email all’ufficio stampa di An: 38 a favore, 2 critiche. Faccia lei». E a fine intervista, con un ruggito di orgoglio: «Ho sempre rifiutato i formalismi retorici, i salamelecchi, i cicisbeismi, i riti politicamente corretti. Se malgrado tutto ciò sono sulla piazza da qualche decennio, vuol dire che c’è spazio politico anche per me, no?».

Senatore Gasparri, si è pentito, di aver usato toni così bruschi?
«Fra gli sms che ho citato ce n’è persino uno inglese. Finisce così: Gasparri with the balls. Lei come lo traduce?».

Come lei, immagino. Ma basta questo a non farla sentire isolato?
«Al Senato è stata votata una mozione voluta da me, sostenuta anche da Rutelli, dall’Udc, da singoli esponenti del Pd... Uno dei voti con il consenso più ampio da inizio legislatura».

La direzione di An l’applaude...
«È un bel segno di solidarietà».

E quella frase su Napolitano?
«L’ho meditata in ogni parola, non mi pento. È legittima, la ripeterei: ma se ha offeso qualcuno mi spiace».

Cosa aveva valutato?
«In quei momenti tutti eravamo di fronte a scelte drammatiche. Ho pensato alla nostra scelta, a quanto ci è costata: e che anche a Napolitano sia costata altrettanto».

E quindi?
«Ho detto: peseranno le firme messe, e quelle non messe. Ovvero: la nostra e la sua».

Solo che prima lei parlava della morte di Eluana. Quindi firma apposta, o non apposta, su un decesso.
«Non voglio essere ipocrita. Pensavo, e credo che siano scelte drammatiche. Si può dare una interpretazione offensiva di quelle parole, ma io difendo il diritto di esprimere le opinioni su questo, anche sulla scelta del Quirinale di bocciare il decreto. Perché...»

Cosa?
«Se Napolitano diceva che quel decreto era incostituzionale, c’era una sola conseguenza possibile».

Quale?
«O aveva torto, come penso. Oppure il premier, il suo governo e i suoi parlamentari portavano avanti una legge incostituzionale. E questo non possiamo accettarlo da nessuno».

Il capo dello Stato è il garante della Costituzione.
«Ma questa era una materia inedita e controversa. Ho raccolto i pareri di decine di costituzionalisti, fra cui ex presidenti della Corte, che sostengono la piena liceità della nostra legge».

Quindi nessun rimpianto.
«No, ma una spiegazione. La notizia è arrivata mentre eravamo inchiodati in Aula, dopo ore di difficile dibattito. La mia addetta stampa mi leggeva l’agenzia fra le lacrime... La Roccella incredula mi chiedeva: “Sei certo”? Tutto il Parlamento era investito di un’onda di emotività. Non solo noi».

A chi si riferisce?
«A tutti. Ma sono rimasto colpito dal viso di Veronesi. Noi piangevamo, lui aveva stampato un ghigno...»

Vuol dire che per lei rideva?
«Vorrei poter dire che è stato un sorriso tirato per i nervi, cos’era davvero non lo so. Lo sa lui...».
E poi arriva la dichiarazione di Fini che le dà dell’irresponsabile. Vi conoscete da una vita...
«Trentasei anni».

Gli ha parlato dopo?
«No. Lui ha dato quell’interpretazione offensiva. Ha avuto un riflesso difensivo per il Colle me lo spiego così».

Non l’ha chiamata prima?
«No. E avrebbe potuto avvisarmi».

E lei come se lo spiega?
«Poteva essere un intervento da capo di An, su un membro di An».

E non è così?
«Io oggi sono il capogruppo di tutto il Pdl».

Vuol dire che Fini non lo sa?
«Lo sa. Ma a volte assume anche lui posizioni che sono in contrasto con il sentire medio dei militanti di An».

Quando dice queste cose sa che Fini potrebbe irritarsi?
«Io dico quello che penso, senza calcoli di opportunità. Fra l’altro io dico “cose di destra”: il mio gruppo mi ha applaudito in standing ovation, quando ho gridato “sono responsabile”».

Era una risposta a Fini.
«Certo, non erano frasi a caso».

Ma lei era infervorato...
«Non è che la passione sia alternativa al pensiero».

Lei dice anche che le prese di posizioni di Fini, dal voto agli immigrati, a quelle sull’Islam, alla bioetica non riscuotono consensi in An?
«Per carità! Molti consensi. Ma molti tra chi non ci vota. Ezio Mauro ha scritto di apprezzare Fini. Io ho ricevuto i complimenti di Belpietro».

Che futuro immagina per Fini?
«Lui può fare qualsiasi cosa voglia, anche il capo di un grande partito unitario di centrodestra... Certo, andando verso il Ppe, non credo che possa farlo su queste posizioni».

Fini l’ha anche degradata...
«Oh, certo. Nel 1997: fece una polemica contro i colonnelli, io ero coordinatore, mi destituì».

È stata dura?
«Durissima. Ma se sono sopravvissuto e come vede sono qui! Evidentemente non ero una nullità, eh, eh..».

Poi, il giorno del giuramento, nel 2005 saltò la poltrona da ministro.
«Fui io a non voler giurare. I miei dubbi erano sulla presenza di Storace, a quanto pare, ho avuto ragione».

La terza volta: sconfessione pubblica alla proiezione del «Mercante di pietre». Per lei era un film da sponsorizzare, per Fini «una boiata».
«Quello era una questione di gusti».

C’erano di mezzo il rapporto con l’Islam, il Corano nelle scuole...
«D’accordo. Ma anche su quello, credo che le nostre posizioni rappresentassero la maggioranza di An».

E poi c’è stata questa polemica.
«Ma per me non è una sconfessione. Ho avuto solidarietà da tutti! È stato un successo, non una sconfitta. Nel dramma di Eluana, in un clima difficile, abbiamo costruito un allargamento di consensi e una vittoria politica».

Però il suo maestro l’ha bocciata.
(Una pausa). «Fini non è mica Almirante. Un capo non è un maestro».

Lui era responsabile universitario, lei degli studenti, e Fini le dava i volantini a Sommacampagna.
«È stato il capo politico di una generazione. Lo è. Ma anche io ho 52 anni: fra poco andiamo tutti in pensione...».

Anonimo ha detto...

AN: DIREZIONE, CONGRESSO IL 21 E 22 MARZO

La Direzione nazionale di An, riunitasi oggi a Roma, ha stabilito all'unanimità che il congresso del partito, per decidere sulla confluenza nel Pdl, si svolgerà il 21 e 22 marzo nella Capitale.

Anonimo ha detto...

Resto sconcertato leggendo le dichiarazioni di Fini sul Messaggero dove invita tutti noi ad essere più " dorotei".

Anonimo ha detto...

Roma - Ha affrontato in 48 ore due duelli che fanno tremare le vene ai polsi. Con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e con il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Eppure, quando lo intervisto Maurizio Gasparri è sereno. Ricostruisce il suo diario politico (e umano) come se stesse parlando di altri. Nega ogni turbamento, racconta: «Solo oggi ho ricevuto centinaia di sms! Più 40 email all’ufficio stampa di An: 38 a favore, 2 critiche. Faccia lei». E a fine intervista, con un ruggito di orgoglio: «Ho sempre rifiutato i formalismi retorici, i salamelecchi, i cicisbeismi, i riti politicamente corretti. Se malgrado tutto ciò sono sulla piazza da qualche decennio, vuol dire che c’è spazio politico anche per me, no?».

Senatore Gasparri, si è pentito, di aver usato toni così bruschi?
«Fra gli sms che ho citato ce n’è persino uno inglese. Finisce così: Gasparri with the balls. Lei come lo traduce?».

Come lei, immagino. Ma basta questo a non farla sentire isolato?
«Al Senato è stata votata una mozione voluta da me, sostenuta anche da Rutelli, dall’Udc, da singoli esponenti del Pd... Uno dei voti con il consenso più ampio da inizio legislatura».

La direzione di An l’applaude...
«È un bel segno di solidarietà».

E quella frase su Napolitano?
«L’ho meditata in ogni parola, non mi pento. È legittima, la ripeterei: ma se ha offeso qualcuno mi spiace».

Cosa aveva valutato?
«In quei momenti tutti eravamo di fronte a scelte drammatiche. Ho pensato alla nostra scelta, a quanto ci è costata: e che anche a Napolitano sia costata altrettanto».

E quindi?
«Ho detto: peseranno le firme messe, e quelle non messe. Ovvero: la nostra e la sua».

Solo che prima lei parlava della morte di Eluana. Quindi firma apposta, o non apposta, su un decesso.
«Non voglio essere ipocrita. Pensavo, e credo che siano scelte drammatiche. Si può dare una interpretazione offensiva di quelle parole, ma io difendo il diritto di esprimere le opinioni su questo, anche sulla scelta del Quirinale di bocciare il decreto. Perché...»

Cosa?
«Se Napolitano diceva che quel decreto era incostituzionale, c’era una sola conseguenza possibile».

Quale?
«O aveva torto, come penso. Oppure il premier, il suo governo e i suoi parlamentari portavano avanti una legge incostituzionale. E questo non possiamo accettarlo da nessuno».

Il capo dello Stato è il garante della Costituzione.
«Ma questa era una materia inedita e controversa. Ho raccolto i pareri di decine di costituzionalisti, fra cui ex presidenti della Corte, che sostengono la piena liceità della nostra legge».

Quindi nessun rimpianto.
«No, ma una spiegazione. La notizia è arrivata mentre eravamo inchiodati in Aula, dopo ore di difficile dibattito. La mia addetta stampa mi leggeva l’agenzia fra le lacrime... La Roccella incredula mi chiedeva: “Sei certo”? Tutto il Parlamento era investito di un’onda di emotività. Non solo noi».

A chi si riferisce?
«A tutti. Ma sono rimasto colpito dal viso di Veronesi. Noi piangevamo, lui aveva stampato un ghigno...»

Vuol dire che per lei rideva?
«Vorrei poter dire che è stato un sorriso tirato per i nervi, cos’era davvero non lo so. Lo sa lui...».
E poi arriva la dichiarazione di Fini che le dà dell’irresponsabile. Vi conoscete da una vita...
«Trentasei anni».

Gli ha parlato dopo?
«No. Lui ha dato quell’interpretazione offensiva. Ha avuto un riflesso difensivo per il Colle me lo spiego così».

Non l’ha chiamata prima?
«No. E avrebbe potuto avvisarmi».

E lei come se lo spiega?
«Poteva essere un intervento da capo di An, su un membro di An».

E non è così?
«Io oggi sono il capogruppo di tutto il Pdl».

Vuol dire che Fini non lo sa?
«Lo sa. Ma a volte assume anche lui posizioni che sono in contrasto con il sentire medio dei militanti di An».

Quando dice queste cose sa che Fini potrebbe irritarsi?
«Io dico quello che penso, senza calcoli di opportunità. Fra l’altro io dico “cose di destra”: il mio gruppo mi ha applaudito in standing ovation, quando ho gridato “sono responsabile”».

Era una risposta a Fini.
«Certo, non erano frasi a caso».

Ma lei era infervorato...
«Non è che la passione sia alternativa al pensiero».

Lei dice anche che le prese di posizioni di Fini, dal voto agli immigrati, a quelle sull’Islam, alla bioetica non riscuotono consensi in An?
«Per carità! Molti consensi. Ma molti tra chi non ci vota. Ezio Mauro ha scritto di apprezzare Fini. Io ho ricevuto i complimenti di Belpietro».

Che futuro immagina per Fini?
«Lui può fare qualsiasi cosa voglia, anche il capo di un grande partito unitario di centrodestra... Certo, andando verso il Ppe, non credo che possa farlo su queste posizioni».

Fini l’ha anche degradata...
«Oh, certo. Nel 1997: fece una polemica contro i colonnelli, io ero coordinatore, mi destituì».

È stata dura?
«Durissima. Ma se sono sopravvissuto e come vede sono qui! Evidentemente non ero una nullità, eh, eh..».

Poi, il giorno del giuramento, nel 2005 saltò la poltrona da ministro.
«Fui io a non voler giurare. I miei dubbi erano sulla presenza di Storace, a quanto pare, ho avuto ragione».

La terza volta: sconfessione pubblica alla proiezione del «Mercante di pietre». Per lei era un film da sponsorizzare, per Fini «una boiata».
«Quello era una questione di gusti».

C’erano di mezzo il rapporto con l’Islam, il Corano nelle scuole...
«D’accordo. Ma anche su quello, credo che le nostre posizioni rappresentassero la maggioranza di An».

E poi c’è stata questa polemica.
«Ma per me non è una sconfessione. Ho avuto solidarietà da tutti! È stato un successo, non una sconfitta. Nel dramma di Eluana, in un clima difficile, abbiamo costruito un allargamento di consensi e una vittoria politica».

Però il suo maestro l’ha bocciata.
(Una pausa). «Fini non è mica Almirante. Un capo non è un maestro».

Lui era responsabile universitario, lei degli studenti, e Fini le dava i volantini a Sommacampagna.
«È stato il capo politico di una generazione. Lo è. Ma anche io ho 52 anni: fra poco andiamo tutti in pensione...».

Anonimo ha detto...

Sono finite quelle ridicole inutili riunioni in federazione?
Cosa n'è venuto fuori?
Avete capito che il partito non esiste più e che vi hanno preso tutti per culo alla fine di ogni incontro?

Anonimo ha detto...

la senatrice Adriana Poli Bortone ufficializza la presentazione del nuovo Movimento per il Sud, lo farà sabato mattina, 14 febbraio, alle 11, presso il Teatro Kursaal Santa Lucia di Bari.
Sarà proprio lei a illustrare le finalità del movimento politico: “Il nostro invito ai cittadini del Mezzogiorno d’Italia – spiega la senatrice - ha già trovato numerosissime adesioni, anche da parte di soggetti e associazioni di altre regioni. C’è una sensibilità comune verso alcuni temi, ed in particolare una certa insofferenza per questo federalismo imperfetto varato a Roma, che accomuna noi e chi si sta avvicinando in questi giorni al Movimento per il Sud. Questo entusiasmo e anche la vicinanza di forze politiche come l’Udc ci dà la forza di resistere allo scetticismo generale e all’azione di scoraggiamento nei nostri confronti”.

Intanto il Movimento per il sud è già attivo con un proprio sito internet www.14febbraio2009.it ed con numero verde 800913234. E proprio nella presentazione in Rete, Poli Bortone spiega meglio l’obiettivo del suo movimento:
“Non è un nuovo Partito ma un movimento d’opinione aperto al contributo di chiunque voglia rendersi interprete di un meridionalismo sano, propositivo e con obiettivi chiari.
Intendiamo illustrare una bozza di programma sul quale far convergere appunti – spiega - spunti di riflessione e proposte da parte di chi crede che ci siano spazi politici da riempire, esigenze territoriali da interpretare, specifiche istanze da rappresentare. Per la costruzione di un “federalismo politico” che sappia interpretare al meglio il protagonismo meridionale. Esiste in questo periodo un vuoto sostanziale di contenuti che riguarda proprio il Mezzogiorno. Questo vuoto va riempito con le idee e la partecipazione attiva dei cittadini meridionali, con una nuova cultura politica che contribuisca alla nascita di una classe dirigente capace di affrontare con piglio e determinazione le emergenze, ma soprattutto - conclude Adriana Poli Bortone - capace di saper costruire un futuro di sviluppo duraturo per il Mezzogiorno d’Italia”.

Anonimo ha detto...

AGI) - Roma, 10 feb. - "Rievocare l'orribile capitolo delle foibe e' un dovere che si impone non solo alla nostra coscienza di italiani ma anche al nostro sentimento di europei. Perche' gli eccidi del 1943 e del dopoguerra, compiuti contro migliaia di inermi e di innocenti al confine orientale dell'Italia furono un crimine contro l'umanita'". Per questo Gianfranco Fini sottolinea che questa prima volta in cui una manifestazione celebra anche alla Camera il Giorno del Ricordo, cinque anni dopo l'approvazione della sua legge istitutiva, puo' essere "un servizio reso alla piu' ampia e matura consapevolezza di promuovere e difendere quei valori di pace e di fratellanza tra i popoli che sono alla base dell'Europa odierna". "Nella tragedia delle foibe troviamo sia i meccanismi dell'ideologismo comunista sia quelli del nazionalismo panslavista" e se Fini demanda agli storici stabilire se e quale fu l'elemento prevalente, il presidente della Camera ribadisce che "alla coscienza collettiva odierna, che pone tra i suoi valori fondamentali quelli dei diritti dell'uomo, le motivazioni degli aguzzini appaiono comunque nella loro unita' inestricabile e nel loro impasto velenoso e feroce".

Anonimo ha detto...

Ma quali incontri d'egitto e del Marocco, Lisi è ormai sulla lista dei fittiani doc da quasi un anno a questa parte!
E' inutile fare più nulla di divertso che una bella lista identitaria e saluti a tutti.

Anonimo ha detto...

Klaus, Adriano, datemi retta, andicamocene via finchè siamo in tempo.
Qui tutto puzza di marcio e di falso.

Anonimo ha detto...

Ma quale marcio e quale falso!
Se vogliamo mettere su un movimento identitario, quella di sabato 14 febbraio è l'occasione giusta.

Anonimo ha detto...

Evidentemente non conosci bene la lingua italiana...quello di sabato è un movimento territoriale e non identitario.

Anonimo ha detto...

Chi è che minaccia i polibortoniani?

Anonimo ha detto...

IL TRAMONTO POLITICO DI FINI

Fini, che delusione. Dopo il sostegno alla cittadinanza per gli immigrati, dopo gli attacchi alla Chiesa, dopo gli affronti al Governo, ancora una volta il Presidente della Camera e leader di Alleanza Nazionale mostra tutti i segni di un completo allontanamento dai sentimenti della base e un atteggiamento a dir poco distorto e disdicevole per un uomo che ancora osa definirsi “di destra”.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è costituita dalla durissima replica alle parole del Capogruppo del PDL al Senato Maurizio Gasparri, “reo” di aver manifestato il suo pensiero sul triste caso di Eluana Englaro, e di aver fatto notare che sulla vicenda, giustamente, pesano le “firme” e le “non-firme”, con un riferimento al diniego espresso dal Presidente della Repubblica Napolitano nei confronti del decreto-legge dell’esecutivo.
Come può , a parte i contenuti, un Presidente di un ramo del Parlamento censurare con tale inusitata durezza le libere dichiarazioni del capogruppo del maggior partito dell’altra Camera? Come ha fatto notare Francesco Cossiga, un simile atteggiamento richiederebbe le immediate dimissioni. Ma da Fini giungono solo apprezzamenti per l’operato discutibilissimo di Napolitano. Non una parola di “destra”, in difesa della vita… non una vicinanza alla sensibilità largamente maggioritaria del popolo anneino e di centrodestra. Fini si isola da sè, e difatti Gasparri dagli altri dirigenti di AN ha ricevuto solo calorosi applausi e plateale sostegno.
Il tramonto di Fini è ormai evidente. Chiuso nelle gabbia dorata della Camera, è ormai lontano anni-luce dalla sua base tradizionale, anzi scioccata e delusa per la freddezza delle sue parole (e delle sue omissioni). Quali mire ha l’ormai ex-leader (ex nei cuori della gente di destra)? Per alcuni egli vorrebbe diventare il successore di Berlusconi: aspirazione legittima, ma obbiettivo senz’altro impossibile da raggiungere in assenza di un largo consenso degli elettori e dei militanti, nonchè dei dirigenti. Per altri punterebbe invece alla Presidenza della Repubblica: traguardo lontano e decisamente fuori dalla portata attuale. Prima di lui ci sono il Cavaliere o in alternativa Letta.
Dova va Fini? Perchè questo tramonto, questo declino, accentuato da continue delusioni? Perchè applausi e consensi vengono solo da sinistra? Può Fini permettersi di essere “simpatico” solo all’elettorato della parte opposta? La risposta è un netto “no”, Fini ha ancora tempo per recuperare e per redimersi, ma la deriva in atto non piace a nessuno.


FALCODESTRO

Anonimo ha detto...

Ma la Poli davvero pensa che siamo tutti deficienti? E' stata sempre lei a vietare a tutti di participare alle riunioni organizzate da altri nel partito. Si pensa che ci siamo dimenticati quando durante lo spoglio delle ultime elezioni regionali ha ritirato la delega all'ass.re Ripa perchè reo di aver appoggiato in campagna elettorale l'allora presidente provinciale di A.N.
Ma siamo seri per favore .....

Anonimo ha detto...

Rispondo all'anonimo dell'ultimo commento.
Siete voi che avete provocato questa rottura, perchè a quest'ora di "voi" in consiglio comunale a Lecce ci sarebbe stata poca rappresentanza, direi una sparuta minoranza in an, e quindi sic et simpliciter si fa la civica valore aggiunto, per contare (si fa per dire) ancora qualcosa, con l'aiuto di qualche PARENTE e di altre piccole "cianfrusaglie" per arrivare al 7,8%, con forza italia quasi al 9%.

Anonimo ha detto...

Non sai leggere nemmeno i risultati elettorali.Se quelli della Città fossero stati candidati nella nostra lista ne sarebbero stati eletti 5 su nove e quindi la maggioranza sarebbe stata dalla loro parte.Comunque io sto e starà finchè ci sarà in AN tu fai pure quello che ritieni più giusto ma non distorcere la realtà... quello che ho scritto prima sulla Poli è semplicemente cronaca.

Anonimo ha detto...

Ma come fai i conti tu Caro Anonimo! Se si fossero candidati tutti nella lista di an, non so a che posto sarebbero arrivati, e tu lo sai che in politica difficilmente la somma fa il totale. Appeno vedo le preferenze(che non me le ricordo) ti faccio sapere, se dobbiamo parlare di numeri, facciamolo per intero. Se dobbiamo parlare di An comunale e provinciale, poi, il discorso è molto complesso, e nè tu nè io possiamo tirare troppo in fretta le conclusioni e parlare di casi che nè tu nè io ne conosciamo i retroscena. Piuttosto dimmi come mai una parte di An comunale e provinciale andava contro qualcuna o qualcuno, nonostante avessero in mano il comando di An provinciale e regionale. Le storie, caro anonimo, partono da lontano, si intrecciano con altri protagonisti, ma non si limitano alle storielle che racconti. Forse qualcuno nel 2004/2005 si rese conto del pericolo e cominciò ad elaborare un argine fittizio, sfociato poi nel cosiddetto "dissenso interno minoritario", basato sul nulla. Sai caro Anonimo, che quella "componente di An" che tu chiami "valore aggiunto" della città, non partecipò e non si compose come minoranza o maggioranza nel congresso provinciale del 2007, cose che se mi ricordo bene, non sono mai successe nell'Msi ed in An poi, ma c'erano le mozioni congressuali anche del 2-3%. Questo è il modo giusto di fare politica? O è la politica giustiziera e vendicativa che ha fatto tanto male al nostro partito a vantaggio (forse!) dei nostri alleati?

Anonimo ha detto...

ti rispondo per l'ultima volta . io non ho mai scritto- e puoi vederlo subito -che la lista dei fuorisciti fosse valore aggiunto tu lo dici e lo ripeti. Io nel mio primo intervento a seguito delle affermazioni della sig.ra sen.Poli sulla paura o addiritura sulle minacce a partecipare alla riunione di Bari mi sono permesso di osservare che queste cose erano da Lei state già praticate ed ho fatto l'esempio di Ripa ma ne potrei fare 100 altri. Io ti ripeto sono stato sempre da una parte a prescindere dai leader di turno. Non ho seguito nessuno ma ho sempre militato e fino a quando ci sarà lo continuerò a fare in AN. Non mi piace chi abbandona o minaccia di abbandonare il partito a prescindere di come si chiama. Se tu sei legato alla persona e non al partito è una tua scelta . Ma ricordati che fuori dal partito non siamo nessuno neanche chi pensa di esserlo.

Anonimo ha detto...

E chi ti hai mai detto che io sia un fuoriuscito dal partito o che voglia uscire dal partito? io sono di AN, forse qui non ci stiamo capendo, o facciamo discorsi di parte quando ci conviene? Anch'io sono sempre stato dalla parte del partito, ecco perchè ti parlo così. E sono convinto sostenitore di una grande partito del centrodestra, come auspicato e teorizzato dal compianto Pinuccio, che mai come in questi momenti è utile per capire la forza del nostro partito di dettare tempi e regole della costruzione e dell'elaborazione della cultura politica di AN, dove per AN intendo un partito MOLTO FORTE nel polo delle libertà e poi casa delle libertà che con la costruzione del consenso e della strategia vada oltre raggiungendo oltre il 60%. Ma molti di noi e soprattutto molti in AN (o civiche "di provenienza") erano in fasce). Noi siamo molti forti, soprattutto al sud, e dobbiamo saperlo costruire nel pdl multipopolare.

Anonimo ha detto...

PRECISAZIONE UTILE AGLI ADDETTI AI LAVORI E A TUTTI I MILITANTI E SOSTENITORI DELL'AGGREGAZIONE MULTIPOPOLARE DELLA FEDERAZIONE DEL PDL. IL NOSTRO CONSENSO E' MEDIAMENTE AL 33-52% IN MOLTE ZONE ITALIANE, MA DOBBIAMO MANTENERE, SVILUPPARE, IMPLEMENTARE LA NOSTRA GRANDE AGGREGAZIONE, E PER FAR QUESTO NON DOBBIAMO DORMIRE SUGLI ALLORI CHE TUTTO QUESTO LO HA VOLUTO UNA FORTISSIMA PERCENTUALE DI CONSENSO, E QUINDI E GIA' TUTTO FATTO, C'E' MOLTO DA LAVORARE PER VENIR RISUCCHIATI COME CAPITA MOLTO SPESSO NEI CICLI POLITICI.

Anonimo ha detto...

ERRATA CORRIGE:
PER NON VENIR RISUCCHIATI COME CAPITA MOLTO SPESSO NEI CICLI POLITICI.

Anonimo ha detto...

Per rispondere all'anonimo sui numeri delle elezioni comunali 2007 a Lecce. Dal sito del comune di Lecce.

migliori piazzamenti in termini di preferenza:
lista alleanza nazionale:
poli 2240, tondo 1567, alfarano 471, battista 671, cairo 445, garrisi 501, martini 569, calogiuri 343, giancane 314, martella 303

lista la città:
congedo 496, coclite 315, ripa 399, signore 352, inguscio 561, mele 333.

Se la somma in politica facesse sempre il totale Alleanza Nazionale avrebbe avuto percentuali stratosferiche (oltre il 29%9 e circa 15-16-17 consiglieri su 40 (cioè intorno al 40% del consiglio la sola lista di An senza valore aggiunto?). Vi sembra possibile? Magari!

Anonimo ha detto...

Più passa il tempo e più mi convinco che è assolutamente necessario fare subito una lista identitaria di destra a sostegno del candidato del Pdl.
Non c'è altro da fare.

Anonimo ha detto...

Adriana Poli Bortone prepara l’esordio del Movimento del Sud, fissato per sabato prossimo, ma lo “strappo” atteso con il Pdl non si è ancora consumato e non è detto che si consumi. Né tanto meno alcun patto elettorale è stato stretto con l’Udc di Ruggeri, che, anzi, ha annunciato la propria corsa in solitudine, con l’obiettivo di portare tutti al ballottaggio. Per ora, insomma, sulla prospettiva del Terzo Polo, tanto fumo e niente arrosto. Sul versante candidature, il centrodestra fatica ancora a trovare una sintesi: le trattative sono ripartite, anche grazie all’appello-ultimatum di Azzurro Popolare, ma proprio nelle ultime ore, il Pdl salentino ha dovuto prendere atto del rifiuto definitivo di Ugo Lisi ad ogni ipotesi di propria candidatura alla Provincia, oltre al passo indietro dell’altro big, Saverio Congedo. Sul tavolo regionale, però, da dove sono già usciti i nomi per alcune delle sei province pugliesi, l’intenzione non è quella di un azzeramento totale della discussione. Si proverà a ripartire dall’unico candidato effettivamente espresso nella lunga discussione di questi mesi: l’assessore comunale di Lecce, Gianni Garrisi

( Mauro Bortone su LeccePrima)

Anonimo ha detto...

Oggi la Poli mi ha deluso.
Non si può criticare il proprio governo abbracciandosi ad uno come Emiliano.
Sigh. sigh.
Il mio cuore piange!

Anonimo ha detto...

Evidentemente la cononoscevi poco e male.....

Anonimo ha detto...

OVAZIONE PER GASPARRI IN DIREZIONE NAZIONALE DI AN… FINI SEMPRE PIU’ DISTANTE DALLA BASE CHE NON LO CAPISCE PIU’… UN LAICO PER IL PPE ? … AL QUIRINALE FORSE CI SI ARRIVA COI VOTI DEL PD, MA CERTAMENTE SENZA PERDERE QUELLI DEL PDL

La frattura si era consumata quando Silvio si era visto negare la firma di Napolitano al decreto su Eluana. Fini prese subito le difese del Capo dello Stato per quella ormai esigenza latente che ha di distinguersi da Berlusconi, cogliendo in contropiede la componente di An che era invece d’accordo con il premier.
Nei giorni successivi La Russa, Meloni e lo stesso Gasparri avevano cercato di giustificare la divergenza di opinioni con “idee diverse in campo etico” e di “pluralismo di opinioni interne”. Qualcuno arrivando a giustificare Fini per il suo “ruolo istituzionale”.
Aveva centrato l’analisi, a nostro parere, Vittorio Feltri che aveva motivato lo strappo basandosi su due concetti.
Fini soffre la leadership di Berlusconi e non perde occasione per distinguersi da lui, cercando di ingraziarsi la sinistra per un disegno futuro.
E’ mosso da un ego smisurato che gli fa fare spesso errori strategici tragici.
Pareva tutto finito lì, quando “l’improvvido” Gasparri, nella tensione del momento dell’annuncio della “esecuzione” di Eluana, esterna: “peseranno per sempre le firme messe e quelle non messe”, chiaramente in polemica con Napolitano. Arriva la replica di Fini “Sei un irresponsabile, impara a tacere”, più adatta a un maggiordomo che al presidente del gruppo del Pdl al Senato.
Ma stavolta Gasparri non ci sta, arriva al Jolly Hotel dove è convocata la Direzione nazionale di An e lo accoglie una standing ovation.
La classe dirigente è con lui, qualcuno fa capire che Fini è lontano dal cuore e dalla coscienza della base aennina.
Gasparri rilascia un’intervista a il Giornale e, pur scusandosi se ha offeso qualcuno involontariamente precisa alcuni concetti chiari: “Quella frase l’ho meditata a lungo e non mi pento, ho raccolto i pareri di decine di costituzionalisti che sostengono la liceità del nostro decreto. Fini poteva avvisarmi, io sono capogruppo di tutto il Pdl, lui ha assunto posizioni in contrasto con il sentire medio dei militanti di An, io dico cose di destra”.
E ancora “Certe cose che dice Fini riscuotono molti consensi, ma tra chi non ci vota. Andando verso il Ppe non credo possa farlo d queste posizione”.
Fino alla stoccata finale “Fini non è mica Almirante, un capo non è mica un maestro”.
I nervi ormai sono scoperti, molti in An si chiedono a che titolo parli spesso Fini, ormai tanti faticano a nascondere il mal di pancia.
Dover essere criticati, quasi con arroganza, per essersi schierati per quei valori che sono stati sempre punti di riferimento per la politica di destra ed essere maltrattati per questo dal proprio leader che si schiera invece con l’ex comunista Napolitano, contro il governo e per una politica laicista, è davvero troppo anche per un fedelissimo di Gianfranco.
La strategia di Fini, portata avanti da mesi, di dare un’immagine di sé accettabile dalla sinistra, in alternativa a quella di Berlusconi e nella prospettiva di una scalata al Quirinale si sta rivelando perdente.
Prima ha trascinato An nel Ppe e ora fa il laico ad oltranza?
Punta al Quirinale coi voti di Veltroni, ma se perde quelli del Pdl dove va? A farsi un’immersione alle Maldive forse, visto il tempo libero che gli rimarrà.
La stessa fusione di An nel Pdl non sappiamo quanto gli giovi, se il rischio è che i colonnelli stringano alleanze coi vertici di Forza Italia per garantirsi uno spazio: alla fine chi rischia di rimanere isolato e senza base è proprio il presidente della Camera.
Bertinotti docet, lasciare il partito glielo ha fatto perdere.
Purtroppo il problema di fondo ritorna a galla: non si vive senza una cultura e una formazione di base, in qualcosa occorre credere.
Non si può pensare di guidare un mondo umano senza una coerenza di fondo e il rispetto della propria base.
Nudo alla meta… ma la alla fine si rischia lo strip senza neanche vederla.

Rolando R.

Anonimo ha detto...

SECONDO ME INVECE LA POLI STA FACENDO UNA GRANDE COSA.
DOPO 40 ANNI DI PARLAMENTARE SI E' FINALMENTE RICORDATA DEL NOSTRO CARO SUD.

Anonimo ha detto...

Che cosa vuole la Poli Bortone?

Come sapete, oggi la sen. Poli Bortone ha battezzato a Bari il suo movimento per il SUD, chiamando a raccolta tutti i propri fans. Ovviamente oltre ai fedelissimi, cioè quelli che negli anni ha gratificato senza merito e senza motivo apparente, ma solo per cinismo e puro calcolo politico, erano presenti tanti curiosi e tanti …SMEMORATI.
La Poli, la chiameremo così solo facilità di esposizione, nella sua lunga carriera ha sempre detto e fatto tutto ed il contrario di tutto: è stata infatti estremista di destra quando Pino Rauti fu segretario nazionale del M.S.I., divenne poi Finiana quando quest’ultimo lo sostituì e divenne il leader del partito; è stata femminista accanita, quando il richiamo alla mancanza di parità tra uomo e donna nella società italiana portava consenso, salvo poi non avere mai trovato una donna a cui dare un incarico prestigioso e meritato sia da Sindaco di Lecce (10 anni) sia da Ministro nel 1° governo Berlusconi (8 mesi). E’ stata amica di Alessandra Mussolini, quando questa era fuoriuscita da A.N. perchè Fini aveva offeso il nome di Benito Mussolini, per poi flirtare oggi con l’UDC; è stata sostenitrice del progetto per il partito unico del centro destra quando Tatarella era suo amico e sodale, ed ha scoperto oggi che questo passaggio costa parecchio in termini di identità, territorialità ed egemonia; ha sempre parlato di meritocrazia e di anelare ad una società migliore, salvo poi gratificare gli incapaci ed i mediocri che affollano la sua corte, scaricandoli senza remore quando i disastri che avevano combinato, per ovvi motivi, li rendevano pericolosi (solo per salvare se stessa); ha attaccato duramente gli scissionisti de “la città” quando era padrona di A.N. e poi fonda oggi un movimento analogo perché defenestrata dal coordinamento regionale di A.N.
E mi fermo qui per brevità.
Oggi la Poli parla di SUD.
Quando è stata Sindaco di Lecce per 10 anni e Vice Presidente dell’ANCI che cosa ha fatto realmente per il meridione d’Italia? E quando è stata Ministro dell’Agricoltura, quali sono stati i provvedimenti adottati per la nostra terra o anche quale “idea politica” ha espresso in tal senso? Per anni deputato nazionale ed europeo, ricordate che abbia promosso o detto qualcosa per la causa meridionale?
Chi era oggi alla sua convetion ha ascoltato accuse ed attacchi al Governo di centro-destra, definito filo nordista e senza un progetto che possa far decollare il sud.
Tra l’altro la questione meridionale esiste dal 1860 o la professoressa Poli il sud lo ha scoperto solo negli ultimi tempi, cioè quando è stata scaricata da FINI?
Forse il progetto di rilancio del meridione si sarebbe compiuto miracolosamente se a Roma avessero deciso che a correre per la carica di Presidente della Regione Puglia nel 2010, doveva essere lei? Ovvero se fosse stata nominata ministro, vice-ministro o sottosegretario? E da semplice, si fa per dire, Senatore della Repubblica del PdL, non può far nulla per gli interessi dei meridionali?
E poi cari amici, cosa centra nel progetto per il sud "polista" il sindaco di Bari Emiliano (capo dei Democratici in Puglia) ed il Presidente del Consiglio Regionale Pepe (governo Vendola) seduti in prima fila? Il Movimento per il Sud è forse di sinistra? Complimenti! E’ tutto chiaro. La Poli nel suo girare e rigirare, andar su e tornar giù, ha perso la bussola, se mai ne aveva una, e la S di Sud sta per Sinistra e quindi SUD significa “a Sinistra l'Ultimo Danno” ai meridionali, ai salentini e a tutti quelli che, in buona fede, si fanno prendere ancora per il culo da una che si è sempre fatta gli affari suoi (sempre in senso stretto)!

Claudio Giannetta ha detto...

Volevo solo dire che io a Bari sono stato ed ho ascoltato e visto con i miei occhi tutto l'accaduto, non sono una persona di parte, ma da politico attento assisto e traggo le mie conclusioni.
Non posso fare altro che congratularmi con la senatrice a riguardo del suo programma, incisivo, profondo, interessante, non fa una piega, quindi, se si riuscisse a mettere in atto quel ch'è stato detto ne sarei veramente felice, MEGLIO TARDI CHE MAI.
Non mi scandalizza nemmeno il fatto che, politici d'altra area, hanno ritenuto rendere omaggio con la loro presenza alla senatrice, anzi, io la leggo una pura forma di rispetto e di stima che costoro hanno per tale personaggio politico e non solo. Gradirei non polemizzare. Non condivido altri commenti che tendono a
minare il terreno incolto del nostro partito, anche se oramai, è alla sua ultima spremitura. Non credo sia giusto parlar male di persone che nel bene e nel male hanno contribuito a far crescere il nostro partito e territorio per quanto gli è stato possibile.
Così facendo, stiamo cadendo nel gioco di FI che, spesso ad arte, crea zizania affinchè le nostre componenti entrino in collesione, per poi, sgretolarsi ed indebolirsi.
Quanti politici locali di FI non hanno goduto per le nostre debolezze e belligeranze interne, tutte ad appannagio nostro. Bene dobbiamo crescere, dobbiamo recuperare il vero senso ed il vero valore della politica, non è che sparando carcasse nel piatto in cui si mangia che si ottengono i risultati, è arrivato il tempo di fare mea culpa e cercare di attuare quell'atto d'umiltà che non può farci altro che del bene a noi uomini pergiunta dello stesso partito, prima che dello stesso schieramento.
Con il dialogo e con l'umiltà caratterizzata dai nostri valori, possiamo trasformare il nostro territorio che, ormai da tempo è giunto allo sbando. Uniti si vince!!!

Anonimo ha detto...

Ma che dici Claudio?
Ha ragione l'amico di prima
lascia perdere gli specchietti per le allodole...o pe i polli(?).
La Poli è una gran furbona e tu sei un ingenuo come la maggior parte dei militanti di An.
Usati sempre a più non possso e poi sistematicamente scaricati a terra con il culo a pezzi.
Apri gli occhi, che hai anche una certa età....

Piero

Anonimo ha detto...

EMILIANO E IL CENTRO SINISTRA HANNO APPLAUDITO LA POLI PERCHE' GRAZIE A LEI AL SUO TERZO POLO POSSONO DI NUOVO SPERARE IN UNA VITTORIA ELETTORALE SIA ALLE PROSSIME PROVINCIALI CHE ALLE PROSSIME REGIONALI.
ECCO PERCHE' EMILIANO APPLAUDIVA FELICE.

Anonimo ha detto...

per claudio giannetta non pensi che sia l ora di schierarsi? vai a bari vai alle riunioni in federazione, fai la lista non fai la lista.... ma siete uomini o caporali?

Anonimo ha detto...

siete al capolinea.. tutti.. è solo questione di tempo e sarete parcheggiati.. anzi vi parcheggerete da soli.. Andate a lavorare!!!

Anonimo ha detto...

SE FOSSI NEI PANNI DEGLI ORGANIZZATORI DELLA MANIFESTAZIONE DI BARI NON SAREI TANTO CONTENTO. NONOSTANTE TUTTI GLI SFORZI FATTI (ANCHE ECONOMICI) ALLA FINE HANNO RIEMPITO UN PICCOLO TEATRO .DOVE ERANO LE FOLLE CAMPANE IL FIUME DI CALBRESI? C'ERA LA SAGRA DEI TROMBATI (CURTO,CHIRILLI,DELL'ANNA,PISANO',CAMILLI)TUTTI RIGOROSAMNETE DI CENTRO.OGGI A LECCE UNA PICCOLA FORMAZIONE COME LA PUGLIA PRIMA DI TUTTO ,NE AVEVA RADUNATI IL DOPPIO SENZA TANTI SFORZI.

Anonimo ha detto...

klaus stai rovinando la credibilità di DDB con il tuo ondivagare.

Anonimo ha detto...

Ddb dove sei? Col Pdl, ma in AN, con la Poli,lista identitaria poi si filtra con un movimento territoriale insieme all'UDC......ma cosa succede...mi dispiace siete partiti bene e adesso?

Claudio Giannetta ha detto...

Grazie Adriano, con il tuo nuovo post, hai risposto educatamente a tutte quelle persone che la politica la intendono, BELLIGERANZA e COLLUTTAZIONE, noi di DdB, siamo uomini che abbiamo implorato la Pace e di conseguenza capaci di dialogare con tutti.
UNITI SI VINCE!

Anonimo ha detto...

è ora di decidersi... in an qualcuno ha accolto questa scissione positivamente... è l occasione per fare unpo di pulizia via tondo e tutte le mele marce