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lunedì 2 marzo 2009

QUESTA VOLTA TOCCA AD AN INDICARE IL CANDIDATO PRESIDENTE ALLA PROVINCIA


La Federazione chiarisca la questione della candidatura a presidente della provincia per il Pdl e sciolga il nodo “Garrisi”.

“Il candidato presidente per il Pdl alle prossime provinciali tocca ad An ed a questo sacrosanto diritto, già peraltro riconosciutoci dallo stesso ministro Raffaele Fitto, la Federazione di Lecce non può e non deve rinunciarvi a nessun costo.
Se la candidatura di Gianni Garrisi ai nostri alleati non va bene, An deve solo fare una cosa: riunire di nuovo immediatamente, anche prima del prossimo congresso provinciale, i propri presidenti di circolo, gli stessi che avallarono questa proposta di candidatura e vedere una volta per tutte se ci sono nel partito altri nomi più prestigiosi e autorevoli da proporre agli alleati.
Non è più possibile procrastinare questa situazione di incertezza in cui Alleanza Nazionale sembra aver smarrito la propria personalità politica e la propria autorevolezza. Il Centrosinistra ha già individuato il proprio candidato e quindi è praticamente già in campagna elettorale, mentre noi stiamo ripetendo gli errori del passato e perdendo del tempo prezioso con tatticismi e veti incrociati che non hanno spesso alcuna ragione politica.
Conquistare la Provincia sarà durissima, specie ora con l’incognita dell’Udc e del Movimento per il Sud del sen Adriana Poli Bortone, anche perché il centrosinistra ha alle spalle 15 anni di governo del territorio che peseranno e non poco sul risultato finale.
Ad Alleanza Nazionale spetta il compito di sciogliere tutti i nodi che ci sono e che ci stanno impedendo di superare questo delicato passaggio e iniziare a lavorare al meglio per le candidature e per la campagna elettorale.
Non lasciamo che siano altri a decidere per noi, a Bari o a Roma, perché c’è il rischio più che fondato di scegliere il candidato presidente sbagliato, frutto solo di logiche correntizie e non territoriali, con risultato che non sentendosi rappresentati i nostri elettori non vadano a votare o, peggio ancora, votino altrimenti. Abbiamo già fatto questo errore, non possiamo ripeterlo.”

Con il direttivo di Destra di Base domani martedì 3 marzo alle ore 19,00 presso il circolo An di Matino incontreremo i dirigenti e iscritti e i militanti di An che vorranno prendervi parte per chiarire questa e altre importanti questioni ancora irrisolte.
Oltre alla candidatura a presidente provinciale nella riunione di domani a Matino si discuterà l’approvazione della mozione congressuale di An per il Pdl, si parlerà delle elezioni provinciali, del congresso nazionale di AN e del costituendo Pdl .
E certamente si parlerà anche della lista identitaria che DDB sta predisponendo a sostegno del Pdl proprio per le prossime provinciali, che ormai è quasi completa per tutti i 36 collegi provinciali e che sta riscuotendo sempre più interesse e sostegno nel partito.

Adriano Napoli

28 commenti:

Anonimo ha detto...

IL PRESIDENTE DEL SENATO AL CONGRESSO DELL'MPA
Schifani: «Il sud si è ribellato alla mafia»
Sul federalismo occorre arrivare a quello «solidale»: «Non è concepibile l'Italia a due velocità»


Secondo l'ex ministro degli Esteri «la questione settentrionale non esiste». E in sala esplode l'ovazione

ROMA — Non poteva scegliere platea più azzeccata Massimo D'Alema per lanciare un allarme legato al gran parlare che si fa di federalismo, di tagli e sprechi al Sud, andando secco controcorrente: «La questione settentrionale non esiste ». E giù duro con toni da orticaria per Bossi e Calderoli: «Il problema principale del-l'Italia è la questione meridionale ». E basta con la tiritera della cattiva amministrazione perché nessuno forse può dare lezioni: «Se oggi Malpensa non funziona non è colpa di Roma ladrona, ma dell'incapacità di spesa della classe dirigente lombarda».
Ovvio che i mille congressisti raccolti a Roma da Raffaele Lombardo, alle seconde assise del Movimento per l'Autonomia, siano scattati in una ovazione. Anche se ad apertura dei lavori venerdì pure Calderoli e Tremonti avevano guadagnato applausi incoraggiando la scheggia autonomista di Lombardo, disponibile ad «un federalismo che, fuori da ogni assistenzialismo, non affossi il Mezzogiorno». Una posizione che diventa il proclama di questo congresso, il punto condiviso ieri anche al massimo livello istituzionale, dal presidente del Senato Renato Schifani, arrivato poco dopo D'Alema, a conferma di una ritrovata e forse non apparente sintonia con i temi cari a Lombardo. Un disgelo fra un pezzo determinante di Forza Italia e gli autonomisti per «dimenticare sterili contrapposizioni », come ha lasciato capire Schifani sottolineando la sua terzietà. E andando al sodo sulla questione poco prima posta da D'Alema: «Non è concepibile una Italia a due velocità. E il federalismo funziona se sostiene le aree fragili». Una buona occasione per dare importanti annunci. Il primo sul Ponte di Messina: «A breve, conferma fondi Cipe e via ai cantieri». Il secondo, i casinò: «Si debbono fare, a cominciare da Taormina ». Poi i Fas e gli altri fondi del Sud che Tremonti vorrebbe usare come «bancomat per il Nord», stando a qualche frecciata siciliana. E Schifani incalza: «Restino al Sud. Io vigilerò ». Soddisfatto D'Alema che aveva sollecitato anche una maggiore attenzione di «noi meridionali»: «Sia pure da sponde opposte, guardiamoci negli occhi prima di votare ».
Detto da chi si considera il «padre» del federalismo: «E' nato con me alla Bicamerale. Ma una brutta copia potrebbe distruggere l'Italia». Inevitabili le polemiche. Anche con Roberto Formigoni, il presidente della Regione Lombardia irritato dall'accusa di non spendere e costringere i cittadini a impiegare sei ore da Brescia a Malpensa: «Occorre un terzo del tempo indicato e D'Alema si rassereni: i fondi, anche quelli del suo governo del '98 sono stati interamente spesi». E poi: «A intervalli regolari l'onorevole D'Alema deve segnalare la sua esistenza in vita. Si rassereni». Ma forse non basterà la precisazione per convincere il presidente della Fondazione Italianieuropei che aveva cominciato la sua giornata a Napoli, alla Conferenza programmatica del Pd, con parole di elogio per il commissario straordinario Enrico Morando, pronto però ad auspicare un cambio di guardia «perché venga eletto un segretario provinciale espressione del territorio». Posizione condivisa da Bassolino e, assicura D'Alema, non legata alla paternità veltroniana della scelta. Stop alle polemiche, suggerisce, invocando però per il Pd «un profilo forte», dopo mesi di «profilo sbiadito ». Roberto Formigoni «A intervalli regolari l'onorevole D'Alema deve segnalare la sua esistenza in vita. Si rassereni» Strategia D'Alema: «Il problema principale è la questione meridionale» Federalismo solidale Il governatore Raffaele Lombardo: «Inconcepibile un'Italia a due velocità»
Felice Cavallaro
28 febbraio 2009(ultima modifica: 01 marzo 2009)
FONTE: CORRIERE DELLA SERA.IT

AGGIUNGO IO: NON SEMPRE QUESTE RIFLESSIONI SI CHIAMANO "PERSONALISMI", MA COSE CHE INTERESSANO POLITICAMENTE TUTTA L'ITALIA. DITEGLIELO A QUALCUNO CHE PARLA SICURO.

Anonimo ha detto...

TOCCA AD AN INDICARE IL CANDIDATO E SOPRATTUTTO IL PROGRAMMA DA CONDIVIDERE INTORNO AL CANDIDATO CON GLI ALTRI ALLEATI NEL O DEL PDL, E CREDO CHE QUESTI ELEMENTI DI RIFLESSIONI FATTE NON DA ME MA DA TANTISSIMI E TANTISSIMI PARLAMENTARI DI TUTTI GLI SCHIERAMENTI, DI SINISTRA, DI CENTRO, DI CENTRODESTRA O DI CENTROSINISTRA, E DA ALTRI NOSTRI DIRIGENTI..., DOVREBBERO ESSERE IL MOTORE PER UN PROGRAMMA POLITICO-AMMINISTRATIVO TERRITORIALE COME LE PROSSIME PROVINCIALI.

Anonimo ha detto...

Il centrosinistra è già partitocon un candidato condiviso e noi come ben dice Napoli dobbiamo sbrigarci.

Anonimo ha detto...

Ma della candidatura di Antonio De Giorgi voi di Destra di Base che ne pensate?

Anonimo ha detto...

Chi è Antonio De Girogi?

Anonimo ha detto...

Antonio De Giorgi è un illustre avvocato di Lecce che è stato per moltissimi anni il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Lecce ed ora è consigliere nazionale dell'Ordine degli Avvocati.
Persona preparata e affidabile è senz'altro una delle migliori proposte che An possa avanzare in questi periodi di vacche magre.
Con la sua candidatura anche la signora Poli dovrebbe per coerenza fare un passo indietro, visto che fu lei stessa a presentarlo alla stampa quando si tesserò in An.
Secondo me sarebbe un ottimo candidato.
E credo che solo questo nome può essere alternativo a quello di Gianni Garrisi.

Anonimo ha detto...

Cari amici e soprattutto Caro Adriano vi siete mai chiesti perchè mai a nessuna riunione e con nessun comunicato-stampa il presidente provinciale di AN e deputato Lisi non ha rilasciato dichiarazioni sulle questioni sollevate dalla Poli: sistema bancario del Sud, fondi FAS, infrastrutture al Sud, servizi ai cittadini del Sud come aereoporti, ferrovie, tariffe ENEL, tariffe metano, ecc.ecc. Forse perchè Lisi a Roma del Sud non ne sente mai parlare, non dovrebbero essere questi gli argomenti della politica di un parlamentare di Lecce? e non poteva parlare anche di questo in Federazione e dirci una volta per tutte cosa va a fare a Roma se non parla di noi del Sud? Chiedo ad Adriano che ha esperienza cisa ne pensa di tutto questo? Possibile che nessuno sappia replicare alla Poli su temi importantissimi? Se è così siamo proprio alle pezze!!!

Anonimo ha detto...

adriano ma tu ti candidi?
Luigi Scategni da Ugento

Anonimo ha detto...

Caro amico di Ugento, per ora Adriano è candidato nel collegio di Neviano.

Anonimo ha detto...

Cari amci di DDB ci vediamo stasera a MATINO cercate di iniziare con comodo perchè prima delle 19,00 non mi è possibile partire dal mio lavoro a Montesano.

Antonio
da Castiglione

Anonimo ha detto...

Vi riporto un' intervista al Tempo del Reggente di AN Ignazio La Russa

All'interno del Pdl "ci sarà An con la sua identità che difenderemo in ogni sede e su ogni scelta. E questo è quello che conta. Lo dico con chiarezza: per esempio ci batteremo perché non ci sia più alcun indulto". Questo uno dei passaggi dell'intervista rilasciata al Tempo dal reggente di An, Ignazio La Russa, secondo cui è opportuno "uscire da discussioni fuorvianti, da questo avvitarsi attorno alle persone, agli uomini, ai nomi", e invita a parlare "di idee". "Portiamo il dibattito sulle idee e non sulle persone", perché dice La Russa "se parliamo di cose concrete non c'è nessuno più unito del Pdl".

E sul presidente Fini, il reggente di An aggiunge: "è una risorsa futura per il Pdl. Vorrei che lui e Berlusconi ragionassero attorno alla possibilità che diventi a breve anche una risorsa internazionale".

Anonimo ha detto...

In tempi di crisi economica, nei quali il governo annuncia di non poter dare sussidi ai disoccupati scaricando la colpa sui vincoli europei, il mondo politico spreca quattrocento milioni di euro nel tentativo di far fallire i quesiti referendari.

L’allarme è stato lanciato dagli economisti de lavoce.info, come riportato in un articolo di Gian Antonio Stella sul corriere della sera on line, secondo cui il rifiuto di inserire il referendum elettorale proposto da Antonio Segni riguardante la legge elettorale, costerà 112 volte la somme dell’8 per mille distribuita nel 2008 alle organizzazioni di assistenza umanitaria.

Il referendum avrebbe dovuto tenersi l’anno scorso, ma a causa della caduta del logoro governo Prodi, è slittato al 2009.

Il 6 e7 giugno gli elettori dovrebbero recarsi alle urne per il rinnovo del Parlamento europeo.

In quella data si è deciso di accorpare, secondo una prassi politica, anche le elezioni per il rinnovo di 4000 comuni e di 73 province, ma si vuole fare slittare il referendum alla domenica dopo i ballottaggi.

Questo significa che potremmo essere chiamati all urne per tre domeniche consecutive, tra elezioni europee, comunali e provinciali.

Anonimo ha detto...

Sabato al congresso provinciale ci sarà anche MANTOVANO?

Anonimo ha detto...

Stasera a Matino DESTRA DI DASE di Nardò sarà PRESENTE!

Anonimo ha detto...

Abbiamo altri quattro giorni e poi addio An a Lecce. Ma vi rendete conto? Saremo poi cosa? Vuoti a perdere, carne da macello, pecore senza diritto di parola.Già ne avevamo poca in An con certi personaggi che ci hanno rappresentato per anni facendosi solo i cavoli loro, ora chio ci rappresenterà, chi ci tutelerà?
Tra quattro giorni finisce una lunga storia di fede e di militanza che ha caratterizzato la vita politica di me e della mia famiglia.
Ho paura di quello che ci aspetta.
Non mi fido dei cattodemocristiani socialisti liberali e degli ex radicali anche se oggi fanno i portavoce.
Non mi fido più.
Al congresso non ci andrò.
Sabato me ne resterò a casa con mia madre e mia sorella e cercherò di non pensare.
Cercherò di non incazzarmi.
Cercherò di non piangere.-

Francesco D.

Anonimo ha detto...

Attenzione, stranamente sui due organi di stampa e del web ufficiali di Alleanza Nazionale, ovvero "Il Secolo" e www.alleanzanazionale.it, non vi è ancora traccia ufficiale della data della convocazione del Congresso Provinciale della Federazione di Lecce fissata, pare, per Sabato 7 marzo. Una semplice svista? Non credo, dato che sul Secolo queste cose non sfuggono, e la ufficializzazione sull'organo di stampa del Partito è sempre valsa come convocazione ufficiale. E' una cosa alquanto strana. Per credere consultare "Il Secolo" di oggi, dove vengono previsti altri Congressi per Sabato 7 marzo, ma nessuna traccia di quello leccese. Potete dirmi qualcosa in più, oppure dovremmo aspettare i prossimi giorni per leggere sul Secolo la convocazione ufficiale del Congresso leccese? Oppure dobbiamo aspettare la cacciata di qualcuno, che al Congresso potrebbe "dar fastidio", per convocare ufficialmente il Congresso?

Anonimo ha detto...

IL MANIFESTO DEL PDL
by Cicchitto

E' augurabile che il dibattito sulla formazione del partito del Popolo della libertà abbia un salto di qualità. Infatti il Pdl deve fondarsi su una forte leadership, sull'elaborazione politico-culturale e programmatica, sul dibattito politico, sul lavoro organizzativo per il suo radicamento sul territorio in concorrenza con alleati (Lega) e in contrapposizione agli avversari. In questo quadro il dibattito sulla "cultura" del nuovo partito ha una grande importanza.

Sul Giornale si è sviluppato un dibattito sulla "cultura di destra", ma questa definizione attiene legittimamente al travaglio di chi a suo tempo ha militato nell'Msi e alla sua originaria propensione ideologica, politica, psicologica per la "nostalgia", poi traumaticamente superata da Fiuggi fino ad approdare all'antifascismo liberaldemocratico e a profondi rapporti con Israele: una revisione profonda e apprezzabile.

Il revisionismo di Fini rispetto all'Msi ha creato una delle condizioni fondamentali per il processo di formazione del Pdl. » evidente che il percorso politico-culturale che ha riguardato Forza Italia Ë stato tutt'altra cosa, e non poteva essere diversamente visto che riguarda l'area di centro, anzi, per certi versi di "centrosinistra". Di conseguenza la vicenda politico-culturale di Forza Italia non può essere limitata a una dimensione o puramente leaderistica (Berlusconi) o puramente manageriale per ciò che riguarda i suoi dirigenti, anche se ciò è vero per le sue origini.

Certamente per FI - e oggi per il Pdl - e per il centrodestra la leadership di Berlusconi Ë fondamentale. Un leader carismatico che parla direttamente a milioni di persone e che, allo stato, Ë l'unica personalità in grado di aggregare tutto uno schieramento politico e sociale. Guai se non fosse sceso in campo quando si trattava di affrontare nel '93-'94 l'operazione "rivoluzionaria" messa in atto da alcune procure, sostenute dai principali quotidiani, dal gruppo finanziario-editoriale Repubblica-Espresso (De Benedetti, Caracciolo), dal Pci-Pds. Nella prima fase non c'è dubbio che la dimensione di Forza Italia è stata leaderistica (Berlusconi), e manageriale (i manager di Publitalia organizzati da Marcello Dell'Utri). Fin dall'inizio, però, l'operazione di Berlusconi aveva per obiettivo quello di riconquistare e di riaggregare larga parte dell'area di centro, anzi di centrosinistra riferita sia a una parte del mondo cattolico e democristiano, sia al socialismo riformista che dopo la distruzione del Psi ha scelto di collocarsi nel centrodestra in aperta contrapposizione al Pds-Ds.
FI gradualmente si è allargata a qualcosa di altro, a un intreccio di culture provenienti dalla precedente storia politico-culturale dell'area del centrosinistra classico contrapposta sia al Pci sia alla sinistra cattolica e democristiana di derivazione dossettiana. Ciò che era stato distrutto come sistema di partiti da Mani pulite non è stato azzerato dal punto di vista delle culture storico-politiche. Così intorno a FI sono via via cresciute alcune significative esperienze culturali quali quelle cattoliche (da quella ciellina a quelle di derivazione democristiana), quelle liberali, (dal liberismo assoluto di Martino e a quello più articolato di Urbani), quelle del socialismo riformista e del liberalsocialismo. Questi spezzoni di storia politico-culturale non si sono tradotti all'interno di FI in altrettanti correnti di partito, ma intorno a essi si è sviluppato un lavoro culturale e programmatico con forti ricadute esterne.
FI, dopo la iniziale fase manageriale, è stata strutturata come partito politico organizzato sul territorio da Claudio Scajola. Successivamente Bondi e il sottoscritto, diversamente da molte malevoli aspettative, non hanno smontato la costruzione di Scajola, ma hanno lavorato per intrecciarla con una dimensione politico-culturale (Gubbio e altre iniziative dello stesso tipo) in modo da far sì che la leadership carismatica di Berlusconi fosse sostenuta da una struttura organizzata e da una dimensione politico-culturale. Qual è stato il contenuto di questo lavoro? In primis quello di aver ridato fiato e voce al garantismo e all'anticomunismo di ispirazione cattolica, liberalsocialista e liberale che era stato messo a tacere ai tempi dell'unità nazionale e che veniva considerato superato dopo il 1989. Bastino due nomi: Lucio Colletti e Gianni Baget-Bozzo.
E' stata elaborata una rilettura revisionista della storia d'Italia rivalutando il ruolo dei leader dei partiti liberaldemocratici e anticomunisti - da De Gasperi a Einaudi, a Saragat fino a Craxi - contrapponendola a quella elaborata dalla storiografia espressa dalla sinistra comunista e post-comunista. Sul terreno economico-sociale nell'area di centrodestra sono emersi almeno due filoni, fra loro in perenne dialettica: quello liberista-tatcheriano, e quello fondato sull'economia sociale di mercato che punta sul progetto di un mercato governato da regole, non dominato dall'anarchia finanziaria e capace di organizzare solidarietà sociale.
Un confronto c'è stato anche sulla caratterizzazione di fondo dell'Europa: siamo tutti d'accordo che una dimensione di essa è costituita dalle radici giudaico-cristiane, ma nessuno può negare che l'Europa contemporanea è stata anche arricchita dall'intreccio fra le radici giudaico-cristiane e la sopravvenuta cultura illuminista il cui filone girondino-moderato è fra i fondatori del liberalismo e non può certo essere considerato come secondario e marginale rispetto all'essenza dell'Europa attuale, e alla sua identità. Più in generale l'elaborazione culturale del centrodestra nel corso di questi anni ha fissato una serie di "paletti": l'organica negatività del comunismo e il ruolo fondamentale esercitato dalla libertà in tutte le direzioni, da quella economica a quella statuale (il garantismo), la crisi del dirigismo, il superamento di ogni impostazione classista nei rapporti di lavoro e, invece, l'importanza delle tendenze alla collaborazione e alla cogestione, il superamento della fase sessantottina in nome di un recupero della moderazione, del riformismo, dell'efficienza, di una concorrenza e di un mercato "regolati". Invece il centrodestra non ha sfondato sul terreno dell'organizzazione della cultura che Ë tuttora, per larga parte, controllata dal sistema di potere della sinistra. E' evidente che sia il lavoro politico-culturale in atto nell'area di An sia quello nell'area di FI devono essere travasati nel nuovo partito e in quella sede confrontarsi e intrecciarsi superando le paratie stagne tuttora esistenti.
Oggi la politica è dominata da pochi grandi leader e dalla comunicazione televisiva. L'elaborazione politica-culturale rischia di essere considerata marginale.

Tuttavia un partito che non ha un retroterra culturale e che ha dei filoni culturali incomunicabili e troppo divaricati rischia di morire per asfissia o implodere per differenziazioni troppo marcate e irrisolte: l'esempio del Partito democratico è un monito per tutti. La conquista dell'egemonia - che nel mondo attuale è costituita da una combinazione fra la comunicazione, il messaggio fondamentale inviato ai cittadini, e l'elaborazione culturale - rimane un decisivo terreno di confronto nella lotta politica.

Anonimo ha detto...

PER CASO QUALCUNO NON VUOLE CHE LA POLI E I SUOI PARTECIPINO AL CONGRESSO?

Anonimo ha detto...

"Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana.
E non sono sono sicuro della prima."

Albert Einstein

Anonimo ha detto...

Solo una è la strada giusta, cioè il Movimento per il Sud. Viva la Poli!


Piera

Anonimo ha detto...

Tra mezz'ora partirò da Surbo
per venire giù a Matino e prendere parte alla riunione.
Ho due o tre cosette da dire anch'io.

Anonimo ha detto...

Interessante riunione quella di ieri a Matino, bravi tutti i relatori. Mi è piaciuto molto il discorso che ha fatto il consigliere comunale di Lecce viceversa devo dire che il Paolo Alemanno non mi ha convinto per niente. E mi ha fatto tanta tenerezza, si vedeva benissimo che si arrampicava sugli specchi

La migliore figura l'ha fatta comunque Lisi che ha avuto la prudenza di non venire.

Ha ragione Adriano sul partito e sulla lista e l'assessore Gianni Garrisi mi è sembrato una persona educata, preparata,affabile. Mi è garbato tanto..
Ottima la tesi conclusiva che si va nel Pdl, ma da soli come Destra di BASE.
Al congresso di sabato io non ci vado.
Non mi sento di assistere ai FUNERALI DEL MIO PARTITO.

Anonimo ha detto...

L'intervento di Provenzano mi ha lasciato perplesso. Condivisibile nel complesso ma si vedeva che era incazzato per la situazione in cui si trova a Matino.

Anonimo ha detto...

Va bè ma che si è deciso di preciso, avete firmato la mozione?

Anonimo ha detto...

Io l'ho firmata

Fabio Brunetti

Anonimo ha detto...

l'avv. provenzano: uno, nessuno e centomila! Candidate Presidente Adriano Napoli. Bandiera per ogni stagione!

Anonimo ha detto...

l'avv. provenzano: uno, nessuno e centomila! Candidate Presidente Adriano Napoli. Bandiera per ogni stagione!

Anonimo ha detto...

adriana poli bortone presidente della provincia