
Il direttivo Prov.le DDB:
" Siamo felici di non essere più l’unico dissenso nel PdL "
"Siamo felici di non essere più soli a mettere in discussione l’organizzazione e l’operato del Pdl specie per quanto riguarda il nostro territorio e a chiedere confronti concreti e costruttivi a tutti livelli, pur nella totale indifferenza di chi ha sinora rappresentato ufficialmente il Pdl .”
Prendiamo atto della mobilitazione di una parte dei ragazzi di Azione Giovani a sostegno delle tesi di Fini che ricalcano esattamente, e legittimano definitivamente, le posizioni sinora assunte dalla nostra componente che da sempre richiede in ogni sede una adeguata partecipazione e un maggiore rispetto nel Pdl della base militante proveniente da Alleanza Nazionale.
Chi doveva rappresentare e tutelare la quota di An nel Pdl che, invece di dare voce e dignità alla base di An che oggi si ritrova sconcertata e senza seri riferimenti di partito, ha solo tutelato e a rappresentato i propri elettori e amici di corrente.
C’è un disagio diffuso e concreto tra i militanti e gli elettori di destra, ex An, nel salento e i dati elettorali lo confermano oltre ogni ragionevole dubbio. I candidati di An nel Pdl hanno preso in tutto 17.500 voti e Saverio Congedo, che da capo corrente de “ La Città” ricopre la carica di vicecoordinatore provinciale del Pdl, ha perso ben 1.200 voti in meno rispetto alle scorse regionali, e ciò nonostante il forte appoggio avuto in questa occasione dei gasparriani e degli alemanni di Tundo.
Prendiamo atto della mobilitazione di una parte dei ragazzi di Azione Giovani a sostegno delle tesi di Fini che ricalcano esattamente, e legittimano definitivamente, le posizioni sinora assunte dalla nostra componente che da sempre richiede in ogni sede una adeguata partecipazione e un maggiore rispetto nel Pdl della base militante proveniente da Alleanza Nazionale.
Chi doveva rappresentare e tutelare la quota di An nel Pdl che, invece di dare voce e dignità alla base di An che oggi si ritrova sconcertata e senza seri riferimenti di partito, ha solo tutelato e a rappresentato i propri elettori e amici di corrente.
C’è un disagio diffuso e concreto tra i militanti e gli elettori di destra, ex An, nel salento e i dati elettorali lo confermano oltre ogni ragionevole dubbio. I candidati di An nel Pdl hanno preso in tutto 17.500 voti e Saverio Congedo, che da capo corrente de “ La Città” ricopre la carica di vicecoordinatore provinciale del Pdl, ha perso ben 1.200 voti in meno rispetto alle scorse regionali, e ciò nonostante il forte appoggio avuto in questa occasione dei gasparriani e degli alemanni di Tundo.
La Destra di An nel Pdl salentino è ridotta quindi solo a 17.500 voti.
Non è certo un risultato di cui esserne fieri.
Tutti noi dirigenti provinciali di Destra di Base, con questo comunicato chiediamo ai massimi vertici regionali e provinciali del Pdl di prendere in seria considerazione questo problema e di dare riscontro all’allarme già lanciato giorni fa dal nostro coordinatore regionale dr. Adriano Napoli che chiedeva un adeguato spazio nel Pdl salentino, a quella parte di An sinora completamente ignorata che è stata artefice di tante splendide vittorie elettorali.
Molti, troppi, nostri militanti sono demotivati e tantissimi sono quelli che per protesta non sono andati a votare e altrettanti hanno votato addirittura altrove, anche fuori dal centrodestra. Il problema è serio e deve essere affrontato quanto prima altrettanto seriamente, nell’interesse di tutti, del ministro Raffaele Fitto, del Pdl e dell’intera coalizione di centrodestra di cui facciamo parte.
Finalmente oggi c’è una presa di coscienza generale di questo problema gravissimo, a livello nazionale dal Presidente Gianfranco Fini, a livello regionale dall’on. Salvatore Tatarella, e a livello provinciale anche da alcuni ragazzi di Azione Giovani, e di questo ne siamo contenti tutti.
Tutti noi dirigenti provinciali di Destra di Base, con questo comunicato chiediamo ai massimi vertici regionali e provinciali del Pdl di prendere in seria considerazione questo problema e di dare riscontro all’allarme già lanciato giorni fa dal nostro coordinatore regionale dr. Adriano Napoli che chiedeva un adeguato spazio nel Pdl salentino, a quella parte di An sinora completamente ignorata che è stata artefice di tante splendide vittorie elettorali.
Molti, troppi, nostri militanti sono demotivati e tantissimi sono quelli che per protesta non sono andati a votare e altrettanti hanno votato addirittura altrove, anche fuori dal centrodestra. Il problema è serio e deve essere affrontato quanto prima altrettanto seriamente, nell’interesse di tutti, del ministro Raffaele Fitto, del Pdl e dell’intera coalizione di centrodestra di cui facciamo parte.
Finalmente oggi c’è una presa di coscienza generale di questo problema gravissimo, a livello nazionale dal Presidente Gianfranco Fini, a livello regionale dall’on. Salvatore Tatarella, e a livello provinciale anche da alcuni ragazzi di Azione Giovani, e di questo ne siamo contenti tutti.
Ora però ci aspettiamo che i nostri vertici regionali e provinciali diano segni concreti di vita riconoscendo finalmente quanto prima a Destra di Base, unica vera voce di dissenso, fuori dal coro, nel Pdl salentino, tutta la considerazione che merita e soprattutto quello spazio politico indispensabile a giustificare il nostro impegno militante e la nostra presenza nel Pdl.
firmato
Giuseppe Chiffi (vicesindaco di Castrignano del Capo),
Massimo Caggiula (consigliere comunale di Parabita),
Prof. Luigi Corvino (consigliere comunale di Taviano),
Avv. Luigi Provenzano (consigliere comunale di Matino),
Dr. Giuseppe Menallo (responsabile DDB di Aradeo),
Avv. Pierpaolo Personè (responsabile DDB di Nardò),
Avv. Francesco Pino (responsabile DDB di Maglie),
Avv. Paola Scialpi (responsabile DDB di Gallipoli)
D.ssa Antonella Latino (responsabile DDB di Neviano)
......
146 commenti:
Il Pdl all'esterno deve avere una sola voce, no ai dibattiti tv tra finiani e berlusconiani
(Quagliarello su Il Tempo)
"All'esterno deve esserci una sola voce, se ce ne sono due vuol dire che ci sono due partiti". Gaetano Quagliarello, vicepresidente vicario del Pdl in Senato, ha le idee chiare. Sono giorni difficili per il partito. E se a certi attacchi che provengono dall'esterno - opposizione o magistratura poco importa - si è ormai abituati a rispondere, quando qualcosa trema dall'interno tutto diventa più difficile. Le crepe intestine che giornali e talk show si affannano a rappresentare rischiano di diventare pericolose. È bene mettere dei paletti che siano chiari per tutti.
La cosa che conta in questo momento è trovare un modus vivendi che ci consenta di non dare all'esterno - attraverso la rappresentazione mediatica - l'idea di un partito diviso. Se non si trova ne perderemo tutti".
Bene, bravi.
Quando il dissenso è costruttivo e foriero di confronto finalizzato alla crescita significa che il partito è vivo.
FITTO DAI A DESTRA DI BASE PIU' SPAZIO SE VUOI AUMENTARE I CONSENSI.
Io sto con DDB!
Secondo me stì " finti finoidi" ex ag in cerca d'autore.... non dovevate nemmeno nominarli.
Sono opportunisti, inconcludenti e doppiogiochisti.
tutte chiacchere e distintivo...!
Io li conosco bene.
E a te caro Adriano questi hanno fatto solo danni , ti hanno sempre criticato a prescindere per accontentare Lisi e sono anche arrivati a istigarlo per frti querelare.
ho vari sms che lo dimostrano.
Perciò...ignoriamoli tanto non servono e non contano nulla.
w destra di base
Usciamo dal Pdl. ormai qui si sono tutti fittizati o congedizzati.
Non si fa vera politica e tantomeno non si fa politica di destra.
Io sono per uscircene.
Orami noi ex di An di Destra di Base siamo troppo demoralizzati e sfiduciati.
Ce ne hanno fatte troppe anche per colpa tua Adriano che hai dato troppa retta ai vari Fitto Baldsassarre Gabellone e Gallo.
Questi ci usano e basta, ancora devi capirlo?
Gianni Miccoli
IL SALTO DEL QUAGLIARIELLO: “UN SOLO ESPONENTE DEL PDL AI TALK SHOW”, OVVERO I FINIANI A CASA
VIETATO ESPRIMERE OPINIONI PERSONALI: I BERLUSCONES DETTANO LE REGOLE ANCHE AI GIORNALISTI…
Per l’esimio vicepresidente vicario dei senatori Pdl, Gaetano Quagliariello il partito ai talk show televisivi deve parlare con una voce sola, quella del padrone.
La compattezza e l’unità di vedute si può quindi raggiungere mandando ai dibattiti televisivi un solo esponente.
Poichè ultimamente avevano goduto di qualche passaggio esponenti finiani come Bocchino, Briguglio,Urso, Flavia Perina e Fabio Granata, Quagliariello propone la sua soluzione: invece che due, se ne inviti uno solo, ovviamente quello scelto dal triumvirato o dal premier in persona.
E mentre i finiani ironizzano su un Pdl che dà ordini alle redazioni e ai conduttori dei talk show e Berlusconi se la prende con la Dandini, Quagliariello ci spiega il suo concetto di libertà che deve vigere nel Popolo della Libertà: “i partiti all’interno hanno una loro vita, fatta di posizioni articolate e a volte contrastanti, si discute, si decide e alla fine la voce all’esterno deve essere unica, altrimenti ci sarebbero due partiti”.
La teoria avrebbe un senso di fronte a un Pdl coeso, specchio fedele della leadership e convinto in tutto e per tutto della bontà della linea di partito.
Ma la realtà non è affatto questa.
Il Pdl oggi è un partito dall’anima divisa in due.
Ma per Quagliariello, non è più il caso di ammettere ai dibattiti in tv una voce per ciascuna di quelle due anime.
Per Bocchino il vero problema invece è rappresentato dal fatto “che nel partito mancano delle regole che si occupino delle minoranze.
Perciò, quando si stabiliranno le regole per la minoranza, si troverà anche una soluzione per le partecipazioni in tv”.
Che in piena crisi economica, coi disordini in Grecia, con esponenti di rilievo del Pdl inquisiti, con un partito in crisi di consensi, il problema più grave da affrontare sia quello di far tacere i finiani sul piccolo schermo, fa meditare sulla paura che prende qualcuno quando sentono parlare di “politica”.
Poi si stabilisca una volte per tutte se il giornalista è autonomo o no: se lo è, ha diritto di invitare chi gli pare sulla base del tema da discutere.
Un partito deve essere pluralista se si chiama “della Libertà“, altrimenti cambiategli nome, il simbolo ve lo consigliamo noi nella foto di supporto all’articolo.
Basta pagare i diritti di autore, sempre meglio che soffocare le intelligenze.
w destra di base
Rolando R.
Il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, ha buttato ufficialmente sul piatto della politica l'ipotesi di un governo "di unità nazionale" o di "salute pubblica" che dir si voglia.
Intervistato da Lucia Annunziata l'esponente centrista ha spiegato che la questione a un certo punto si porrà "perché è l'unica soluzione seria" per fare certe riforme strutturali come quella previdenziale, le liberalizzazioni o l'abolizione di enti inutili.
O questo o il rischio, secondo Casini, è che la situazione economica degeneri e l'Italia finisca "nel baratro".
Ma il premier un governo tecnico certo non lo vuole, nè pensa di dover passare la mano di un esecutivo che guida "con il consenso degli elettori" come confermano gli amati sondaggi e le ultime regionali.
Berlusconi però, sotto la scure della crisi economica, ha dato mandato ai pontieri di sondare le intenzioni del leader centrista.
Che si possa un giorno vedere Berlusconi che governa con Casini,Rutelli e Montezemolo?
Chi vivrà...vedra!
Secondo me il governo tecnico è una soluzione buona..
Ormai tutti gli italiani si sono resi conto che cosi non si va da nessuna parte, prima o poi si va a sbattere. l'IDEA NON E MALVAGIA . SE CI RIFLETTIAMO L'ITALIA E IN MANO ALLA MAFIA, PER NON PARLARE DEI POLITICI CORROTTI, DEI LADRI,E DEI PERVERTITI.
NON CI SONO REGOLE UGUALI PER TUTTI E SOPRATTUTTO LA LEGGE QUI DA NOI NON E' DAVVERO UGUALE PER TUTTI.
CONTINUANDO COSI CONSEGNEREMO IL PAESE ALLA LEGA E PRECIPITEREMO TUTTI NEL CAOS .
Oggi a Bari
COORDINAMENTO REGIONALE PDL.
Solita passerella di paseudoleaders solita mortificazione per chi ci va senza avere voce in capitolo e solita inconcludente riunione.
Questo Pdl così non va!
VIA DAL PDL!
DAVVERO, OGGI, C'è qualcuno che possa sostenere, PER ARGOMENTI (e non "per fede laica"), che il PDL possa essere "AENNIZZATO"?
Fino alla sezione di Trepuzzi ci credo, per carità ...
MA A LIVELLO NAZIONALE QUALCUNO PUO' SOSTENERE CHE "IL TONO" AL PDL (a Fini ormai platealmernte emarginato) LO DIANO GASPARRI, LA RUSSA, MATTEOLI O LA MELONI E CHE,UN GIORNO, POTREBBERO EREDITARE IL PARTITO ??
Davvero qualcuno pensa che il PdL sia staccabile dall'azzurro per esser convertito in Tricolore ? Davvero qualcuno pensa di poter far tornare a Destra il PDL , dal Centro in cui s'è collocato ?
Davvero qualcuno pensa di serbarsi l'anima intatta come "camerata" restando nel PdL e dichiarando di volerlo "colonizzare" ?
Davvero qualcuno pensa che hanno un qualche minimo peso specifico I NOSTRI CARI TEMI DI DESTRA nell'Azione politica concreta del PdL ????
Adriano......almeno tu rispondimi per favore.
SPIACENTE, NE' CON FINI, NE' CON BERLUSCONI !! Non mi riguarda !!
Con tutto lo schifo e l'orrore che provo per Fini e che è DEFINITIVO, tuttavia non mi sento di condividere lo stato d'animo di chi vorrebbe vedere in Berlusconi la vittima o "il Salvatore". L'ingresso nel PdL a Fini LO ORDINO' Berlusconi dando addirittura ultimatum pubblici (il predellino).
SEnza stare a bizantineggiare sulle percentuali di responsabilità io vedo dunque IN BERLUSCONI E FINI I DUE ASSASSINI DELLA DESTRA ITALIANA.
Ed il rischio di consegnare l'Italia alla sinistra nasce dal fatto che SI SIA PENSATO ERRONEAMENTE che per batterla bisognasse fare una specie di nuova Democrazia Cristiana... un maleolente pentolone moderato e qualunquista. Mezzo liberale, mezzo socialista, mezzo...tutto.
Io ho sempre votato MSI proprio perchè non ho ceduto mai alla tentazione dela "Diga" e del "Tutti qui quelli che sono contro la sinistra".
Non delegai nulla alla Dc ieri.
Non intendo oggi delegare NULLA a Berlusconi, Fini ed al "loro" PDL qualunque fine faccia, politica,elettorale o giudiziaria.
PaoloV.
NEL PDL TUTTI CONTRO TUTTI: LITI NEL LAZIO E A MILANO, GUAI A MERANO E IN VENETO, SOMMOSSA ANTIVELINE IN CAMPANIA
GASPARRI SOSTIENE UNA LISTA CIVICA CONTRO IL PDL A MERANO, LATINA MINACCIA UNA SCISSIONE E GLI ESCLUSI IN REGIONE LAZIO ATTACCANO I VERTICI DEL PDL…IN CAMPANIA POLEMICHE PER LE VELINE RUGGIERO E DEL GIUDICE SPINTE AD ASSESSORATI… A MILANO SCONTRI TRA LARUSSIANI E CIELLINI
Più che un partito dell’amore, il Pdl sembra una pentola a pressione, pronto ad implodere nelle periferie dell’impero.
Non solo nel caso noto ed eclatante della Sicilia, dove Lombardo governa con metà Pdl, mentre l’altra metà sta all’opposizione, non solo le divergenze tra il premier e Fini.
Nella maggior parte dei casi si tratta di mere lotte interne per questioni di potere e di bassa cucina politica.
Con alcune vicende persino ridicole.
Prendiamo il “caso Merano”: a pochi giorni dal voto comunale, il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, e l’on. Pdl Giorgio Holzmann sostengono la lista civica “Alleanza per Merano” del candidato sindaco Carmelo Genovese.
Il problema è che il Pdl ufficialmente punta invece su Claudia Benedetti, per la quale si stanno spendendo la coordinatrice provinciale Michaela Biancofiore e il ministro Franco Frattini.
Qua Fini non c’entra e Gasparri tra le Dolomiti (e non solo) è stato bollato come “traditore”.
Viene da chiedersi, visto che minaccia sempre i dissidenti finiani di esplusione dal Pdl, chissà se in questo caso si espellerà da solo per non aver rispettato le direttive del partito?
Nel Lazio gli esclusi dalla lista per le regionali, rimasti fuori anche dalla giunta Polverini, attaccano il coordinatore romano, Gianni Sammarco, reo di fare il capocorrente.
Come se non bastasse, dopo il ritrovo a Fossanova-Latina, le province minacciano una Pontida laziale e vogliono una regione autonoma da Roma. A Viterbo il presidente della Provincia, Marcello Meroi, si era addirittura dimesso a cuasa dei contrasti interni nella composizione della Giunta.
Spaccato il partito ad Avellino, a causa della nomina ad assessore regionale di Antonia Ruggiero e di quella, nello staff di Caldoro, di Giovanna Del Giudice, meteorina di Emilio Fede, imposte entrambe dal premier.
Anche a Castellammare di Stabia polemiche per la nomina ad assessore di Emanuela Romano, animatrice del comitato “Silvio ci manchi”, invisa alla base locale.
A Verona non ci si mette invece d’accordo sulla divisione della poltrone, dopo il passaggio in Comune di un assessore dall’Udc al Pdl e di uno di area An a quella di Brancher.
A Milano rapporti tesi tra Letizia Moratti e il coordinatore del Pdl, Guido Podestà, con liti tra larussiani, ciellini e area moderata.
Pare si decida tutto durante le riunioni trimestrali a casa Moratti tra Lupi, Podestà, La Russa e Casero, senza che i consiglieri sappiano mai nulla.
Per ritorsione allora questi ultimi non si presentano alle riunioni del consiglio comunale, facendo saltare il numero legale.
E anche in Puglia oggi un coordinamento regionale in un Pdl ingenuo sconfitto da Vendola dove tutto può accadere.....
w destra di base
Rolando R.
Avete una concezione della democrazia come quella di chi vuole una sola voce all'esterno per il PDL o come quella del ministro Bondi che non partecipa da ministro ad un evento internazionale perche c'è un film che parla male di Berlusconi. Ma che tenete aperto questo forum se siete peggio di Rete4 e di Santoro? Perche non pubblicate i messaggi espressi civilmente? Di cosa avete paura? Perche tutta questa censura? E voi sareste quelli che contestano la poca democrazia all'interno del PDL? Voi messi all'opera siete peggio perche se fate censura in un piccolo blog figurarsi che fareste in un grande partito-
Salvatore
come vedi caro salvatore(?) quando esprimi concetti in modo civile e rispettoso i tuoi commenti li pubblichiamo.
Ho votato PDL (e come me tanti altri) perchè I VALORI tra AN e FI e anche LEGA erano (e sono?) gli stessi. Perchè medesimi erano (e sono?) LE SOLUZIONI da adottare per i problemi del paese. Perchè, a differenza della sinistra, ci riconosciamo (riconoscevamo?) tutti in un solo Leader. Perchè nel partito si parlava di questi problemi, non di quelli tirati fuori da Fini e di cui siamo obbligati a occuparci, a causa della la sua sete di potere di diventare Presidente. Ci diversificavamo dalla sinistra perchè noi non parlavamo dei pruriti di Bocchino ora accompagnato pure dal problema dei pruriti di La Russa. Pensavamo, piuttosto, a governare questo Paese. Pensavamo a Berlusconi come un capo riconosciuto e benvoluto e stimato. Non avevamo bisogno di Di Pietri anche in casa nostra. Di sabotatori che faranno vincere la sinistra. Per questo vincevamo NOI le elezioni.
Non si può asservire un grande partito come il pdl per accontentare Fini e Signora che smaniano di andare a Palazzo Chigi....
D.F.
Grazie a Fini e, a quanto pare, ai colonnelli ex AN, ecco nati tre spezzoni del PDL: finiani, Berlusconiani e Larussiani. Nati nella più grande e peggiore tradizione democristiana e alla faccia della politica del fare. Nati dalla politica delle chiacchere e della spartizione dei posti,del potere e dell'influenza personale. Nati per consolare Bersani e dare argomenti alla Bindi e a Di Pietro. Per la loro idea obsoleta della politica, i loro giochetti da prima repubblica il pdl perderà certo milioni di voti...
vedrete.
saluti camerateschi
Fede attacca Saviano: "Non se ne può più". E' polemica
Durante un'edizione del Tg4 il direttore si scaglia contro lo scrittore minacciato di morte dalla camorra per il libro "Gomorra": "Non è lui che l'ha inventata".
L'Idv: "Attacco di una gravità inaudita".
Il giorno dopo le dichiarazioni di Emilio Fede durante l'edizione delle 19 del Tg4 scoppia la bufera. Nel mirino le frasi del direttore su Roberto Saviano, l'autore del best seller "Gomorra", e Sabina Guzzanti, che in questi giorni sta presentando il suo docu-film "Draquila". Fede, rivolgendosi ai telespettatori, ha ripetuto più volte: "Non se ne può più".
Fede...vergognati!!!!
dario
Il coordinamento Pdl conferma fiducia a vertici regionali
Il coordinamento regionale del Popolo della Liberta' della Puglia ha confermato ieri fiducia e sostegno al coordinatore e al vice coordinatore regionale, Francesco Amoruso e Antonio Distaso. E' stato anche approvato un documento al termine della riunione del coordinamento convocato per confrontarsi sull'esito delle elezioni regionali.
Oltre ai 63 componenti del coordinamento regionale, hanno votato anche i parlamentari ed i consiglieri regionali. Il documento e' stato approvato a larghissima maggioranza (oltre 90 voti), con soli 5 voti contrari (Tatarella, Camporeale, Azzollini, Tedeschi e Iuliani) e 4 astenuti (Valentini, Divella, Surico e Attanasio).
Nel documento si ricorda che alle ultime regionali il Pdl pugliese e' stato tra i primi d'Italia con oltre il 31% dei consensi. Vengono poi elencate nel documento alcune priorita' politico-programmatiche, cui Amoruso e Distaso si sono impegnati a dare attuazione nell'immediato. Ad esempio quella di ''procedere con la nascita dei coordinamenti cittadini e creare Dipartimenti tematici, nei quali elaborare proposte e idee che siano di sostegno politico agli eletti in Consiglio Regionale, per condurre una opposizione propositiva ma anche senza sconti al Governo Vendola''. In questa ottica si conviene di ''strutturare un partito raccordato con il popolo, che per esempio sappia accompagnare e anticipare la riforma dello Stato in senso federale, valorizzando le peculiarita' del territorio; un partito che abbia un'anima, delle idee, una strategia ed una squadra capace e legittimata''.
Bersani chiude a Casini: "Preferisco lavorare ad un'alternativa".
La replica: "Le cose vanno bene così"
L'idea di un governo di salute pubblica, che per Pierferdinando Casini definisce "unica ipotesi seria" per fare le riforme non piace neppure al segretario del Pd, Pierluigi Bersani. Che rispedisce la proposta al mittente senza troppi indugi. "Visti i problemi del paese preferisco lavorare per una seria alternativa. E' questa la strada per rispondere all'emergenza".
cari utenti, tra i vostri firmatari c'è il nome del dottor Giuseppe Menallo di Aradeo, il quale alle ultime regionali ha girato per portare voti ad un altro che a mio modo di vedere non è proprio un ex AN.
per verificare i dati andare sul sito ufficiale della regione e osservare che ahimè, caro Adriano ad Aradeo hai raccolto solo 14 voti
fate politica e non passatevi il tempo
jean valien
UDITE UDITE
Gerardo Filippo è stato nominato membro del coordinamento regionale di Io Sud.....
Con la carica di responsabile Enti Locali.
Il Pdl sprofonda nel panico: come farà ora fitto a contenere l'ascesa del movimento della Poli?
L'incarico affidato a Filippo è una mossa strategica fondamentale per il radicamento del movimento politico suil territorio grazie alla sua serietà e alla sua tenera età.
w iosud
Caro Jean su Menallo sappiamo tutto.
Ma non è stato l'unico che ha fatto questa scelta.
Sai in politica tutto torna grazie ai numeri.
E le elezioni servono anche a questo: a fare bene i conti.
Così quando non tornano capisci dove si annida l'errore.
Adriano è un buono , nonostante quello che gli dicono.
E' l'unico che si espone per tutti senza risparmiarsi mai. Senza calcolare mai le conseguenze e le convenienze.
Secondo me dovrebbe cambiare passo.
Gliel'ho detto più volte.
Speriamo bene.
Sul Coordinamento regionale PDL di ieri:
Fitto,prendi atto sono 5 anni che stai perdendo in continuazione.Abbi l'umiltà di farti da parte per il bene del partito,avete perso il contatto con la gente è questo è stato il vostro più rave errore.Pensate solo a voi stessi e ve ne frega niente degli elettori.
Non fate manco i congressi locali.
Che razza di partito è questo?
PDL PUGLIA:
sconfitti e contenti
= falliti!
Vergogna!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Amici di destra di base ve ne siete accorti che anche a Matino vi hanno bidonato?
Da quando ha vinto le elezioni regionali, Niki Vendola, ogni mattina si sveglia cantando la stessa canzoncina... "Memomale che Fitto c'é!!!"
Magari la prossima volta lo aiuterà a farlo diventare Presidente del Consiglio coadiuvato probabilmente anche da Mantovano...!
La lontananza di Berlusconi dallo scenario politico pugliese...e quindi l'ampio spazio dato a Fitto...in questi dieci anni altro non ha fatto che rinforzare...o meglio rianimare dopo la prima legislatura fallimentare...il moribondo Vendola...onore a salvatore Tatarella che ha votato contro e che a chiare lettere aveva detto prima delle elezioni che se si voleva vincere bisognava trovare ad ogni costo l'accordo con la Poli...ma questa sconfitta stà avendo conseguenze ancora piu' deleterie sul centro-destra in quanto di giorno in giorno la figura di Vendola assume sempre piu' i toni di anti-Berlusconi per le prossime politiche !!! A casa tutti coloro che hanno osteggiato l'accordo con la Poli o la candidatura in tandem Palese-Poli o Dambruoso-Poli.
IL PDL PUGLIA E' AUTOLESIONISTA... ALTRO CHE SBAGLIANDO SI IMPARA.
IERI CON 40 VOTI A FAVORE E' STATO APPROVATO UN DOCUMENTO DAL COORDINAMENTO REGIONALE CHE CONFERMA LA FIDUCIA ALL'ATTUALE DIREGENZA DEL PARTITO DOPO LA SCONFITTA ELETTORALE. CONTRARI: TATARELLA E AZZOLLINI e altri 3, 5 astenuti, in diversi sono usciti al momento del voto.....
dal sito facebook di
Fabrizio Ttarella
LAVORATORI AUTONOMI, IN DUE ANNI PERSI 503.000 POSTI: 241.000 PARTITE IVA, 110.000 CO.CO.CO., 72.000 ARTIGIANI, 83.000 COLF
SECONDO I DATI ISTAT, PERSI IN DUE ANNI L’8,1% DEI POSTI DI LAVORO DEI LAVORATORI INDIPENDENTI: IL 51% AL NORD, IL 14,3% AL CENTRO, IL 34,59% AL SUD….
Ci sono anche delle vittime silenziose in Italia, in seguito alla crisi economica internazionale che ha colpito l’economia mondiale: sono quelli che l’Istat definisce “lavoratori indipendenti” per distinguerli da da quelli con posto fisso che almeno godono del paracadute parziale della cassa integrazione.
Per questa categoria “silenziosa” che ha pochi strumenti per farsi valere e sentire, la perdita di posti di lavoro è stata, in due anni e mezzo, di ben 503.000 unità.
Nella contabilità vanno annoverati gli imprenditori individuali, ovvero i piccoli commercianti ed artigiani, il popolo delle partite Iva, ovvero coloro che lavorano in proprio nei servizi, i collaboratori domestici, i soci di cooperative di lavoro e i co.co.co. (giovani collaboratori senza garanzie).
La crisi ha colpito soprattutto il Nord, dove i lavoratori indipendenti hanno rispettivamente perso 126.000 posti nel nord est e 130.000 nel nord ovest, pari al 25% del totale.
Segue poi il Sud con una perdita di 174.000 unità lavorative, pari al 34,5% del totale, mentre il Centro conta una riduzione di 73.000 posti di lavoro, pari al 14,5%.
Ma quali categorie di lavoratori indipendenti ha subito maggiormente le conseguenze della crisi?
Chi ha pagato di più è il popolo delle partite Iva, ufficialmente autonomi che lavorano nel ramo dei servizi, ma spesso inquadrati con partita Iva solo per comodo e quindi di fatto “dipendenti”: hanno perso 241.000 unità lavorative. Massacrati anche i co.co.co. , giovani collaboratori non dipendenti ma funzionali alle aziende: sono 110.000 le vittime.
Rilevante anche la contrazione di posti nel settore delle microimprese, ovvero quelle piccole attività commerciali ed artigianali che hanno la forma giuridica dell’impresa individuale e pagano l’Irpef.
Tutti settori dove gli aiuti statali, in caso di crisi, sono stati inesistenti o irrisori. Eppure si tratta di mezzo milione di lavoratori italiani, abbandonati a se stessi che non fanno notizia o non meritano attenzione, neanche da parte di quei partiti che a parole avrebbero dovuto rappresentarli.
E poi qualcuno si chiede le cause dell’astensionismo elettorale che ha colpito il centrodestra…
w destra di base
Rolando R.
NEL NOSTRO COORDINAMENTO REGIONALE BANDITA LA PAROLA "SCONFITTA" E GIALLO SUI NUMERI DEI PRESENTI.
Nel comunicato inviato a conclusione dell’incontro è stato comunicato ufficialmente che il documento proFitto è stato sottoscritto da oltre 90 partecipanti, ma in realtà, io che c'ero, nella sala ho contato appena 48 persone, 20 in meno di
una settimana fa.
Inoltre ho notato che nell'analisi del voto è stato omesso l’unico elemento oggettivo più significativo: in Puglia il centrodestra ha perso per la seconda volta consecutiva con Nichi Vendola.
Ignorare questo dato e sottoscrivere un documento che, invece, esalta il risultato elettorale potrebbe essere letto anche dai nostri elettori come una sorta di "incapacità di collegarsi con la realtà" da parte dei nostri vertici regionali.
E poi, cosa ancor più grave, si può leggere anche come una palese rassegnazione del Pdl pugliese a essere, ormai, forza di opposizione.
Voi che ne pensate?
APPALTOPOLI
Inchiesta G8: mezzo milione al braccio destro di Matteoli.
Roma, 12 mag. (Apcom) - Sarebbe un collaboratore del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli il destinatario di un'altra operazione immobiliare dell'architetto Angelo Zampolini, sospettato dalla Procura di Perugia di essere il prestanome dell'imprenditore edile Diego Anemone.
Destinatario di 520mila euro per l'acquisto di una casa a Roma destinata alla figlia e al genero, sarebbe Ercole Incalza, attuale stretto collaboratore del ministro Matteoli e già consulente del ministero nel 2004, all'epoca del ministro Pietro Lunardi.
Le indagini del Nucleo tributario della Guardia di Finanza hanno accertato "che il 7 luglio del 2004, una provvista di 520mila euro messa a disposizione da Anemone e trasformata da Zampolini in 52 assegni circolari dell'importo di 10mila euro ciascuno, pagò l'acquisto di oltre la metà di un appartamento che Incalza volle per la figlia a Roma.
da: il Messaggero
Berlusconi a Fini: un accordo ma sia definitivo.
Oggi l’incontro tra Verdini e il presidente della Camera. In giro voci su nuove iniziative giudiziarie per il ministro Matteoli. Intanto l'ex capo di An ha ricevuto Saviano a Montecitorio.
Roma - Oggi giornata di
negoziati di pace.
Pare che dopo una riunione a sorpresa tra Berlusconi e gli ex colonnelli di An La Russa, Alemanno, Gasparri nella quale Berlusconi fa il punto dello stato dei rapporti con Fini dopo che ormai da quasi una settimana Letta ha messo in moto la sua diplomazia.
I colonnelli sono preoccupati perchè sanno bene che un riavvicinamento tra Fini e Berlusconi potrebbe significare uno «scambio di prigionieri», nel senso che a rischiare sarebbe chi in questi mesi si è più esposto sui due fronti.
Ma se da una parte Berlusconi insiste nel dire che Fini e la sua pattuglia devono dimostrare nei fatti il loro sostegno al governo (durante le votazioni in Parlamento), dall’altra il presidente della Camera pone con forza la questione della riorganizzazione del partito. Che, al di là della bella politica, non può che essere risolta con qualche cambio di poltrone. Sarà un caso, ma Fini (che ieri ha ricevuto lo scrittore Saviano) insiste nel dire che il Pdl deve essere guidato da chi se ne può occupare a tempo pieno. E dei tre coordinatori l’unico che non fa il ministro è Verdini, per altro l’unico dei tre che ieri era atteso nello studio dell’ex leader di An. E l’unico che ci andrà oggi per un faccia a faccia a quattr’occhi.
Berlusconi comunque ha dichiarato pubblicamente che:«Io con Gianfranco sono disposto a metterci una pietra sopra. Con lui non ho mai avuto problemi e speriamo che Verdini trovi un punto di incontro».
L’importante è che se alla fine accordo sarà, dovrà essere chiaro e duraturo nel tempo e non dare più adito ai soliti fraintendimenti.
Il fatto che fino a oggi - al di là delle parole - la pattuglia dei finiani non abbia davvero messo i bastoni tra le ruote alla maggioranza è per il premier un segnale positivo.
Inoltre sul ddl anticorruzione e su quello sulle intercettazioni il Cavaliere non vuole sorprese...
Sul dopo Scajola Berlusconi ha preso tempo in attesa di capire se davvero siano in arrivo altre bordate giudiziarie per qualche altro ministro (Matteoli?).
Vendola ha vinto: l'Acquedotto Pugliese tornerà a essere azienda pubblicaP
BARI - La giunta regionale pugliese ha approvato un disegno di legge regionale per regolare il servizio idrico integrato. Lo stesso disegno di legge prevede la costituzione dell'azienda pubblica regionale 'Acquedotto pugliese - Aqp'. L'Acquedotto Pugliese e' attualmente una societa' per azioni a totale partecipazione pubblica: l'attuale assetto proprietario e' ripartito tra la Regione Puglia (87% circa) e Regione Basilicata (13% circa).
Per Nichi Vendola e la giunta regionale pugliese deve tornare azienda pubblica l'Acquedotto Pugliese, il più grande acquedotto d'Europa con i suoi 20.000 chilometri circa di rete (19.635), che porta acqua in Puglia - la regione proprietaria degli impianti - e in Basilicata e Campania, per un totale di 429 centri abitati e quasi cinque milioni di persone. L'ente che lo gestiva, Ente autonomo Acquedotto Pugliese, fu trasformato in società per azioni, Acquedotto Pugliese spa (Aqp), con il decreto legislativo n.141 dell'11 maggio 1999, adottato quando era presidente del consiglio dei ministri l'allora diessino Massimo D'Alema e Carlo Azeglio Ciampi ministro del Tesoro. Il capitale azionario era interamente attribuito al ministero del Tesoro, del bilancio e della programmazione economica.
Fini-Pdl, Montecitorio chiarisce
«Nessun incontro con Verdini»
Il Portavoce di Fini: «Non ci saranno incontri né oggi nè nei prossimi giorni»
(da: Il Corriere della Sera)
Crisi Pdl, Fini gela il premier: "Senza risposte politiche, nessun incontro.
Il vertice? Non l'ho chiesto io""Fino a quando non ci saranno risposte politiche ai problemi che ho sollevato è prematuro fare incontri, soprattutto con intermediari".
Nel corso della direzione nazionale - ha argomentato l'ex leader di An - ho sollevato problemi politici come la lotta alla corruzione e i costi del federalismo che oggi si sono rivelati più pressanti e reali. Attendo ancora delle risposte politiche su queste questioni. Il presidente della Camera ha poi negato di essere interessato a temi relativi all'organizzazione interna del Pdl: "Tutte le questioni degli organigrammi possono stare a cuore a chi fa parte di questi organigrammi, non certo a me".
BRIGUGLIO: DISTANZE DIMINUISCONO CON OPERAZIONE VERITA'...
(ANSA) - Per diminuire le distanze tra Berlusconi e Fini serve "una operazione di verità", vale a dire dare delle risposte alle questioni politiche poste da Fini alla Direzione del Pdl.
Così Carmelo Brigluglio, parlamentare del Pdl vicino al presidente della Camera, ha commentato il mancato incontro di questi con il coordinatore del Pdl Denis Verdini. "Probabilmente occorre - ha detto ai giornalisti Briguglio - che il percorso maturi un altro po', con una ulteriore riflessione sul problema.
La cosa importante è che in Parlamento il Pdl sia unito sui problemi che interessano gli italiani; e in questo la minoranza finora si è comportata con lealtà".
IN UN CLIMA LUNARE, LA BRAMBILLA HA PRESENTATO A MILANO L’INIZIATIVA DEI TEMPLARI DI SILVIO E HA DATO I NUMERI …IL 42% DEGLI STRANIERI VOTEREBBE SILVIO, LEI SARA’ L’ALA “MOVIMENTISTA” E BONDI QUELLA “FORMATIVA”… POI NON RICORDA QUANTI SIANO FINORA GLI ADERENTI
La Brambilla a capo delle truppe scelte di Berlusconi.
Dal Premier ha avuto l'incarico di dare vita ai “promotori della libertà“, a metà tra l’attacchino politico e il promotore finanziario.
Con tanto di sito, organizzazione sul territorio e conferenza stampa di presentazione.
Avvenuta sotto un cielo milanese in burrasca, come l’aria che si respira all’interno del Pdl.
E lo svolgimento di tale presentazione è emblematica dello stato di confusione e di improvvisazione che regna nel Pdl.
Intanto la Brambilla ha esordito con un presunto sondaggio che vedrebbe, in caso di voto agli immigrati, prevalere ovviamente Berlusconi con il 42% di consensi, a seguire Bersani con il 25%, Casini all’ 11% , Di Pietro al 9% e persino Bossi all’8%.
Sconcerto: se fosse così, perchè allora non volete che gli immigrati votino?
A chi le chiede come si è svolto il sondaggio, ecco la sopresa : il campione è appena di 700 immigrati, addirittura divisi tra regolari e irregolari.
Ma come: invece che denunciare gli irregolari, come andate proponendo da mesi, siete andati a chiedere loro se voterebbero per Silvio?
Mah, qualcosa non quadra, anche perchè il risultato è smentito dal recente sondaggio della Bocconi e dai dati stessi del Viminale.
La Brambilla ha poi asserito:“questo è il movimentismo ufficiale del Pdl, io sono la coordinatrice nazionale delle attività movimentiste, mentre il ministro Bondi è responsabile della formazione, per fare sì che il Pdl si radichi sul territorio”.
Ora che sappiamo il compito di Bondi siamo più tranquilli.
Ma ancora non si sa quanti siano questi pormotori della libertà.
Non lo diciamo noi, lo scrive Libero: “Noi non li abbiamo visti”.
E a domanda, la Brambilla risponde imbarazzata: “Sono alcune migliaia, adesso sul numero esatto mi coglie inpreparata”.
Ma come, ha indetto una conferenza stampa apposta e non ha neanche i dati al seguito?
Ma almeno si può sapere che compiti avranno?
Risposta della Michela: “gireranno l’Italia per capire come la pensano i nostri elettori, casalinghe tra casalinghe, dentisti tra dentisti” .
Di fronte all’attivismo dei finiani e dei circoli di Generazione Italia, qualcuno vuole cercare di dare l’immagine di una componente berlusconiana “sveglia e pimpante”, forse per questo hanno scelto Bondi come ideologo.
“Il Pdl invece di avere un solo portavoce ne dovrà avere migliaia”, conclude la Michela.
Beh se ciò servisse a far tacere Capezzone o Gasparri sarebbe già un buon risultato.
w destra di base
Rolando R.
Strage: 200 militari italiani uccisi in missione
Duecento militari italiani sono morti dopo essere stati contaminati in Kosovo dall’uranio impoverito usato dagli americani in bombe e proiettili. Solo ora e solo dopo dieci anni e un negazionismo criminale, esercito e governo italiano ammettono e risarciscono i militari colpiti e i loro familiari.
Ma nessuno ci fa i titoli, nessun politico alza la voce, nessuno dei generali che hanno mandato coscientemente alla morte quei 200 (ci sono le prove che sapessero fin troppo bene) è stato sanzionato o si è dimesso volontariamente e nessuno parla della popolazione autoctona e di quante vittime ci siano tra chi ancora continua a nascere, crescere e morire in terre mai bonificate, perché il problema è sempre stato negato. I "buoni" non avvelenano le "vittime" che soccorrono, almeno per la narrativa ufficiale.
Duecento vittime sono di più delle vittime in anni di guerra in Iraq e Afghanistan, vittime del "fuoco amico" di generali irresponsabili e della decisione criminale di smaltire le scorie radiattive sui campi di battaglia, Decisione mantenuta ben oltre la campagna del Kosovo, avvelenando anche l’Iraq, dove già da tempo i bambini nascono deformi e prevedibilmente continueranno a farlo per decenni. Lì, in Kosovo come in Afghanistan.
Nell’assoluta indifferenza dei colpevoli e di quelli che hanno sostenuto l’invasione per il bene degli iracheni, per proteggere i kosovari, per liberare l’Afghanistan dai talebani, tutta gente che ha altro da fare e che non si può pretendere perda il suo tempo a piangere sul latte versato o a vergognarsi di decisioni criminali prese sull’onda di emozioni artificialmente sollevate dai soliti furboni
FINI CRESCE AL 10%, RICEVE SAVIANO E LASCIA ALLA PORTA VERDINI: GLI EX AN ORA COMINCIANO A TEMERE PER LA POLTRONA
SONDAGGIO CRESPI RICERCHE: FINI VOLA AL 10%, UN ELETTORE SU TRE DEL PDL E’ CON LUI E IL DATO E’ IN CRESCITA…
Tra annunci e smentite, dell’incontro tra Gianfranco Fini e il coordinatore del Pdl, Denis Verdini, ieri non c’è stata traccia, mentre sono evidentissime le tensioni che ancora agitano il partito.
“Fino a quando non ci saranno risposte politiche ai problemi che ho sollevato è prematuro fare incontri, soprattutto con intermediari”, ha detto Gianfranco Fini parlando con i più stretti collaboratori.
Attende risposte da Berlusconi, il presidente della Camera: sia sulla lotta alla corruzione, sia sul federalismo. Due temi che aveva già sbattuto in faccia al cavaliere dal palco dell’assemblea nazionale.
Allora Berlusconi aveva reagito attaccando Fini. Oggi quel gelo continua.
Il premier è stato però consigliato dai suoi collaboratori a tenere un atteggiamento più possibilista verso Fini, anche perchè se cadesse il governo cadrebbe pure lo scudo del legittimo impedimento e sarebbero guai giudiziari a non finire.
Ma il premier è pressato dagli ex An che vorrebbero isolare Fini e che, alla notizia del prevalere di una possibile linea morbida, sono insorti, temendo che Fini voglia regolare i conti con i “traditori”.
Fini non solo ha rifiutato di incontrare il triumvirato Bondi, La Russa, Verdini, ma anche quando sono stati eliminati i primi due (che non aveva alcuna intenzione di vedere) ha lasciato alla porta anche il solo Verdini.
Porte spalancate giustamente per Saviano che rappresenta la legalità, porte chiuse per gli emissari inquisiti: un segnale significativo non solo per l’interno del partito, ma anche per l’opinione pubblica nazionale.
Se il premier pensava di poter ristabilire l’ordine del sultano senza dare risposte politiche, insomma, sta sbagliando strategia perchè Fini tieni botta.
Non solo: l’ultimo dettagliato sondaggio di Crespi Ricerche dà il presidente della Camera costantemente in crescita nella considerazione dello stesso elettorato del Pdl.
Vediamo nel dettaglio qualche dato.
Alla domanda a chi si sente più vicino tra i due, in 15 giorni Berlusconi scende dal 66,2% al 63,2% tra gli elettori del Pdl, mentre Fini sale dal 26,8%al 30,4% Praticamente un elettore del Pdl su tre sta con Fini.
In termini assoluti il 33,1% voterebbe Fini, il 23,6% Berlusconi, il 35,4% nessuno dei due.
Fini è in crescita anche quanto a simpatia, credibilità, spirito innovativo e onestà, mentre Berlusconi è calante/stabile.
Circa le intenzioni di voto, un eventuale partito di Fini in un solo mese è passato dal 5% al 10%, dato ormai stabilizzato.
si profilano davvero tempi duri in vista per gli ex caporali di giornata.
w destra di base
Rolando R.
Quando è stata decisa la confluenza nel Pdl di AN, in molti ci siamo chiesto in che modo i valori della destra avrebbero influenzato i progetti e le direttive di questo nuovo partito. La delusione è stata grande! Non ho notato alcun risvolto positivo! Ho assistito, inorridito, ad una lotta intestina per all'accaparramento delle varie poltrone. I militanti...., la base...., coloro che hanno creduto nel progetto AN, non sono stati presi in considerazione. Non c'era tempo per dialogare con noi!
Io ho rassegnato le dimissioni da assessore del Comune di Ugento a luglio 2009 e da consigliere due mesi dopo e non c'è stato un solo dirigente del vecchio o del nuovo partito che mi abbia chiesto che cosa stesse succedendo e peggio ancora, quando mi sono trovato, per puro caso, a discutere di ciò con uno dei "capi", mi è stato rimproverato il fatto di non essere legato ad alcun personaggio di spicco. Evidentemente non era e non è sufficiente essere legati al Partito ed ai valori che esso rappresenta. Bisogna legarsi a qualcuno........! Clientelismo......? Non mi interessa ........! Forse sono un povero illuso, ma per me va bene così!
Data la premessa fatta, non posso non essere d'accordo con i contenuti del documento scritto da Adriano Napoli, che cordialmente saluto, ma come ho già ribadito telefonicamente, non faccio parte e per il momento non intendo entrare a far parte di alcun direttivo; non sono più consigliere comunale da circa otto mesi e soprattutto non sono tesserato e non intendo, al momento, tesserarmi con alcun partito politico. Sono invece totalmente deluso e distante dal modo attuale di fare politica, indirizzato, a mio avviso, all'interesse di pochi....
Dino Congedi
Entro la fine del mese è generazione italia
E' stata annunciata la prima convention di Generazione Italia con gli amministratori che hanno aderito all'associazione, promossa da Italo Bocchino e Carmelo Briguglio.
La 'quota' stabilità è mille amministratori locali. L'appuntamento sarà a Roma, dovrebbe partecipare lo stesso presidente della Camera.
Dopo il "no" di Fini a Verdini, il premier assicura: aspetteremo le prossime mosse di Fini.
Poi rilancia: "La maggioranza è ancora solida e il Governo può continuare ad attuare il suo programma"
Bisognerà aspettare le prossime mosse di Gianfranco Fini, ma per ora, nonostante le polemiche di queste settimane, la maggioranza è ancora solida e il Governo può continuare ad attuare il suo programma. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrebbe rassicurato con queste argomentazioni gli imprenditori incontrati ieri a cena a Palazzo Grazioli. Qualche imprenditore avrebbe chiesto se ci potessero essere conseguenze negative sull’azione del Governo a causa delle polemiche interne al Pdl, ma il premier - riferiscono alcuni presenti - ha fatto notare che finora i numeri della maggioranza sono rimasti invariati. Ultima dimostrazione, il voto di fiducia sul dl incentivi votato in modo compatto dal centrodestra.
da: Il Giornale
ULTIMISSIME DA ROMA
Trovaticentinaia di nomi nella lista di Anemone e lavori per milioni di euro. Governo in fibrillazione.
Ora sono in molti a tremare nei palazzi della politica: nell'inchiesta della procura perugina sugli appalti spunta una lista di nomi, che sarebbe stata sequestrata dalla Guardia di Finanza in un computer di Diego Anemone nel 2009. Un elenco di oltre 350 nomi tra cui politici, alti funzionari dello Stato e vertici delle forze di polizia che avrebbero usufruito dei lavori eseguiti dalle imprese del gruppo Anemone. E nell'elenco vi sarebbero non solo i nomi dei potenti, ma anche l'indicazione dei lavori eseguiti in alcuni dei più importanti palazzi del potere e in diverse caserme.
Ecco il Comitato nazionale di Generazione Italia
di Gianmario Mariniello
Ne fanno parte i Deputati Giuseppe Angeli, Luca Barbareschi, Claudio Barbaro, Luca Bellotti, Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Antonio Buonfiglio, Benedetto Della Vedova, Aldo Di Biagio, Francesco Divella, Fabio Granata, Antonino Lo Presti, Roberto Menia, Silvano Moffa, Angela Napoli, Gianfranco Paglia, Carmine Patarino, Flavia Perina, Catia Polidori, Francesco Proietti Cosimi, Enzo Raisi, Giuseppe Scalia, Maria Grazia Siliquini, Mirko Tremaglia e Adolfo Urso; i Senatori Candido De Angelis, Egidio Digilio, Maria Ida Germontani, Giuseppe Menardi, Maurizio Saia e Giuseppe Valditara; gli Europarlamentari Cristiana Muscardini, Enzo Rivellini, Potito Salatto e Salvatore Tatarella.
Sono stati nominati i responsabili regionali dell’associazione interna al Pdl.
Abruzzo, Alfredo Castiglione Basilicata, Egidio Digilio
Calabria, Angela Napoli
Campania, Enzo Rivellini
In Emilia Romagna, Enzo Raisi
Lazio, Antonio Buonfiglio
Liguria, Enrico Nan
Lombardia un team composto dal senatore Giuseppe Valditara, l’europarlamentare Cristiana Muscardini, l’assessore del Comune di Milano, Giampaolo Landi di Chiavenna, il deputato Benedetto Della Vedova e l’ex deputato di An Alberto Arrighi.
Marche, Claudio Barbaro,
Piemonte il tandem composto dal senatore Giuseppe Menardi e Maria Grazia Siliquini.
Puglia, Francesco Divella
Sicilia,Giuseppe Scalia
Toscana, Massimiliano Simoni
Umbria, Catia Polidori
Veneto il tandem composto da Luca Bellotti e dal capogruppo del Pdl in commissione Bilancio al Senato Maurizio Saia.
(da generazazioneitalia.it)
Ma come fa Berlusconi a dire che il Governo è stabile se molte persone del suo partito e del Governo sono nella bufera del G8. Non sapevo che fosse condizionato in questa maniera altrimenti non avrei votato per lui. Ci vuole tanto a fare autocritica e buttare fuori i lestofanti politici e quelli messi come commissari ad altre istituzioni pubbliche che si prendono un mucchio di euro senza fare niente?
GOVERNO REAL ESTATE - 348 CASE! IN MEDIA OGNI MINISTRO HA 5-6 IMMOBILI E IN MOLTI HANNO COMPRATO SUBITO DOPO L’INCARICO, GUARDA UN PO’.....
I ministri del governo di Silvio Berlusconi sono diventati tutti perfetti casalinghi. Possono lavorare al ministero, andare in giro per convegni o anche restare a casa. In una delle loro tante case: ne hanno 126, in media fra 5 e 6 ciascuno. Certo, nessuno di loro batte il capo del governo che ha una decine di ville di rappresentanza e molti più appartamenti disseminati in giro per il mondo.
Ma anche senza avere i milioni o i miliardi che escono dalle tasche, ministri, viceministri e sottosegretari hanno certamente un buon fiuto immobiliare. Tutti insieme- secondo i dati di Sister-Agenzia del Territorio, posseggono la bellezza di 348 fabbricati (126 ministri e viceministri e 222 i sottosegretari), a cui si aggiungono 295 appezzamenti di terreno (154 i ministri e 141 i sottosegretari).
La passione per il mattone sembra per altro coincidere proprio con l'attività politica e l'ingresso nell'esecutivo.
Dopo aver ricevuto l'incarico di governo, il ministro Carfagna ha all'inizio del 2009. Prima ha venduto la sua vecchia casetta
e ha acquistato la nuova casa centralissima: quinto piano, grande vista e 7,5 vani.
Prezzo? L'ha rivelato la stessa Carfagna: 930 mila euro
Fra i ministri che hanno comprato casa da quando sono al governo c'è anche Giorgia Meloni, che nel gennaio 2009 ha conquistato il suo piccolo rifugio all'Ardeatino per 370 mila euro e grazie a un mutuo Banco di Napoli da 151.572 euro, durata quinquennale.
G8, Anemone collabora
E spunta il pied-à-terre che imbarazza Bertolaso
Berlusconi: licenzierò chi ha sbagliato
E Fini si fa il suo partito “Ma non romperò col Pdl
Sanità: “A rischio crack Campania, Puglia e Calabria. aumento Irpef in vista
...CHE BELLA GIORNATA.............
Il governo tra poco cadrà, non manca molto; cadrà e non sarà assolutamente colpa del Berlusca ma delle lobby finanziarie e lui lo sa benissimo. Un Paese senza governo è molto più debole, quindi aspettiamoci degli attacchi da parte dei poteri forti non indifferenti. A me Berlusconi non è molto simpatico, ma mi sa che dovrò rimpiangerlo, anzi penso che lui abbia anche lottato per il bene del Paese, ma alla fine dovrà arrendersi ci sono forze a cui non ci si può opporre, primo perchè non se ne hanno i mezzi e secondo perchè non conviene.
Sentite questa:
Ponte aereo per le spigole
condannato Speciale, ex generale della Finanza
Il giudizio d'appello militare: non fu generosità ma abuso di denaro e risorse pubbliche. Fece portare il pesce da Pratica di Mare a Passo Rolle, dov'era in vacanza, con Atr della Gdf
ROMA - Un anno e sei mesi di reclusione per peculato continuato. Pena sospesa e, commenta ora con soddisfazione il Procuratore militare Antonino Intelisano, "principi del diritto riaffermati". Il giudizio di appello militare contro l'ex Comandante generale della Guardia di Finanza, oggi deputato del Pdl, Roberto Speciale, stabilisce che il "ponte aereo di spigole" del 26 agosto 2005 per accendere le serate in baita di una vacanza estiva nella foresteria dolomitica del Corpo a passo Rolle, non fu un atto di legittima generosità verso "dei poveri finanzieri che non ne potevano più di mangiare solo wurstel". Al contrario, fu un abuso di denaro e risorse pubbliche per riempire la pancia del Comandante generale, di sua moglie, dei consuoceri, di una coppia di amici (un generale della Finanza e consorte) e certamente di qualche povero finanziere ridotto a fare il cameriere di quella cena.
...POVERA ITALIA............
La nuova strategia del Cavaliere
"Troppi si sono arricchiti alle mie spalle"
Il capo del governo teme l'espandersi delle inchieste e vuole separare il suo destino dagli indagati.
Non esclude la rottura
definitiva con Fini e contatta l'Udc
ROMA - Stavolta si cambia spartito. Basta con le indulgenze, mano dura con chi viene preso con le mani nel sacco. "Anche perché noi siamo diversi dagli altri, non campiamo con la politica, veniamo dall'impresa: se c'è qualcuno che si è arricchito personalmente dovrà pagare".
Questa la nuova linea di Silvio Berlusconi per affrontare la marea nera che emerge dalle inchieste sul "sistema Anemone".
Io non so se dal punto di vista politico Fini possa essere accettato a fare il bastian contrario del PdL, è certo che si adopera per dimostrare che lui, modestamente, è un uomo con le palle e che non subisce egemonie al di là della sua che è certamente un'egemonia scientificamente stupida. Berlusconi dovrebbe operare subito per liberarsi di cotanto ingegno politico .
Pagherà un prezzo? Non credo, quelli che hanno disitima del bruco diventato farfallone sono molto più numerosi degli stupidi che lo seguiranno, e quandanche fosse, non è possibile sopportare la spocchia arrogante, impudente, di quest'arbusto che non fu mai una quercia. (se è vero che Almirante lo stimasse poco).
Signori, stiamo attenti,chi sta con fini finirà democristiano di sicuro.
Ciao Adriano e ciao a tutti gli amci di destra di base.
Io sono uno ex MSI e conosco Fini da sempre.
A mio avviso la sua è tutta una manovra per ottenere più potere e appena raggiunto il suo scopo tutto finirà a tarallucci e vino.
In ogni caso io alle prossime elezioni voterò per l'Udc che mi sembrano i più seri di tutti....e questo è tutto dire.
IL FEDERALISMO FISCALE COSTERA’ 133MILIARDI:
LA CIFRA E’ INDICATA NEL RAPPORTO DELLA COMMISSIONE TECNICA PARLAMENTARE SUL FEDERALISMO,
CON LA SITUAZIONE ECONOMICA DISASTROSA DEI CONTI PUBBLICI ITALIANI, IL TESORO HA PROBLEMI PIU’ SERI DA AFFRONTARE...
Sono mesi che alla domanda “ma quanto ci costerà introdurre in Italia il federalismo fiscale?”, tutti glissano: chi cambia discorso, chi rassicura un costo zero.
A parte le comparsate in Tv dei Cota, dei Castelli in aria e dei Calderoli, nel merito non era mai entrato nessuno.
Perchè oltre alle perplessità che, una volta a regime ( tempo 10 anni), il federalismo fiscale non finisca per moltiplicare i centri di spesa e attivare una maggiore pressione fiscale dei Comuni, molte riserve erano state espresse su quanto costerebbe “da subito” il feticcio della riforma federalista.
Ora una risposta c’è, e ne segna il de profundis: la stima, aggiornata ai bilanci regionali del 2008, l’ha fornita la Commissione tecnica paritetica per il federalismo, nel rapporto curato da Luca Antonini (vicino alla Lega, quindi fonte insospettabile), appena depositato in Parlamento.
La cifra è da brividi: solo per assicurare il passaggio al federalismo nelle materie strategiche (sanità, istruzione e assistenza sociale), occorrerebbero 133 miliardi di euro in termini di spesa storica.
Appresi questi costi, inutile dire che il federalismo fiscale non si farà più, lo stesso Tremonti ha ammainato la bandiera per evidenti ragioni economiche: per il federalismo non c’è un euro a disposzione, inutile illudersi, è chiaro a tutti.
Fatta la legge delega, mancano i quattrini da inserire nei decreti delegati.
Il governo non lo ammetterà, ma il federalismo è morto e lo stesso Berlusconi non pare particolarmente afflitto: i problemi sono altri.
Quando la Lega non potrà più nascondere il fallimento di quello che aveva portato in processione come “la madonna del soccorso”...
mah....
w destra di base
Rolando R.
Davanti agli utlimi avvenimenti politicogiudiziari sono convinto che servono leggi anticoruzione più severe.
Ma norme e regolamenti devono essere la punta di un iceberg creato dalla rivoluzione etica della buona volonta'. Da una rivoluzione che (ri)metta il rispetto delle regole, di tutte le regole, al primo posto. Di una rivoluzione che metta all'indice qualsiasi scorciatoia, qualsiasi espediente. Di una rivoluzione dei 'fessi' contro i 'furbi''.
BERLUSCONI ORA E’ SECCATO CON BERTOLASO: PAGAVA IN NERO E PURE IN RITARDO UNA CASA RISTRUTTURATA DA ANEMONE
IL PREMIER SI SENTE TRADITO DAI SUOI UOMINI: “C’E’ GENTE CHE SI E’ ARRICCHITA ALLE MIE SPALLE, CERTI COMPORTAMENTI DISINVOLTI SONO INCONCEPIBILI”….. FINI: “ARRIVERA’ UNA TEMPESTA E NESSUNO POTRA’ SALVARSI”
Si è detto “deluso” dall’ex ministro Scajola, ma non solo: “c’è gente che ho fatto ministro e che guadagna 20.000 euro al mese grazie a me. E poi si fanno regalare lavoretti da 10.000 euro che potrebbero pagarsi da soli?”.
Il premier sa bene che la vicenda legata ai regali ai “potenti” per comprare casa colpisce nel profondo gli elettori, alle prese con un mutuo da pagare o che cercano una casa per i propri figli.
I sondaggi sono in calando e già si parla di altri due ministri nel mirino.
Il premier ha ricevuto con molta freddezza anche Bertolaso che pur aveva difeso nella prima fase dell’inchiesta che lo riguardava.
Il sottosegretario non aveva mai fatto cenno a quel piedaterre di 50 metri quadri in via Giulia dove pare arrivasse di notte con l’auto di servizio per uscire molto presto la mattina, tanto che ben pochi ricordano di averlo mai visto.
Quando l’appartamentino è scaturito a sorpresa dall’elenco dei beni ristrutturati da Anemone, è stata un sorpresa per tanti, premier compreso.
Si tratta di due anni fa e di un contratto di locazione di un solo anno che ha però assunto risvolti quasi paradossali.
Intervistato dalla stampa, il proprietario svela che se in un primo momento era stato felice che fosse stato affittato da Bertolaso, in quanto persona ritenuta affidabile, presto si era dovuto ricredere.
Il contratto non è mai riuscito a farglielo firmare, in pratica riceveva il pagamento in nero, non l’ha mai visto di persona.
Un incaricato si presentava dopo vari solleciti, perennemente in ritardo coi pagamenti, e saldava in contanti “con buste sospette”.
Il proprietario ora pensa che a pagare fosse un incaricato di Anemone: 1.100 euro al mese in nero.
Quando egli stesso ha voluto troncare il rapporto si è trovato pure da pagare gli arretrati di luce, gas e acqua.
Bertolaso in una nota sostiene di aver saltuariamente utilizzato quell’appartamento che era nelle disponibilità di un suo amico, senza precisare chi fosse.
Argomenti poco convincenti che hanno indisposto lo stesso Berlusconi che si trova in difficoltà a fronteggiare situazioni che non conosce.
Un conto è difendersi sui suoi casi, altro scoprire all’improvviso che intorno a sè ha coltivato troppi amici interessati a farsi i propri affaretti.
Una situazione che rischia di sfuggire di mano, tanto è vero che Fini avrebbe confidato : “Io non ho infatti mai voluto avere la gestione di nulla, la verità è che arriverà una tempesta e nessuno potrà salvarsi”.
Tutto questo mentre Verdini, un altro esponente di spicco del Pdl, si trova il suo Credito Cooperativo Fiorentino di Campi Bisenzio con due sequestri di documenti ordinati da due procure diverse, e indagato con l’accusa di corruzione, riciclaggio e appropriazione indebita, sia per la gestione dei Grandi Eventi che per il business dell’eolico in Sardegna.
Sotto esame certi movimenti bancari da cui sarebbero anche usciti diversi bonifici a favore di una testata che esce a Firenze abbinata a “il Giornale”. Un insieme di circostanze che hanno fatto dire al premier: “a questo punto può succedere qualsiasi cosa”.
E in effetti questa volta non sbaglia
w destra di base
Rolando R.
In Regione, Palese
eletto all'unanimità
capogruppo del Pdl
BARI - È nato il gruppo consiliare del Pdl in Consiglio regionale, con la formale adesione dei ventuno consiglieri regionali proclamati (venti più il candidato presidente non eletto Rocco Palese). La prima riunione si è tenuta in via Capruzzi. Hanno partecipato anche il coordinatore e il vice coordinatore regionali del partito, Francesco Amoruso e Antonio Distaso. Il neonato gruppo consiliare ha eletto all’unanimità Palese capogruppo.
Congratulazioni!
La destra è e sarà sempre il partito della legalità
per 50 anni fuori dell’arco costituzionale e della MALAPOLIITCA
Noi di destra righeremo dritto sulla strada della legalità (DDL anticorruzione, DDL antintercettazione, indipendenza della magistratura e sostegno alle forze dell’ordine)
I traffichini, i cortigiani rampanti e le veline con noi
NON HANNO NULLA A CHE FARE!
Roma: Storace perde le staffe
(14 maggio 2010)
Attimi di tensione ieri sera durante il consiglio comunale: si inizia con le urla, poi il lancio di una cartellina attraverso la sala che colpisce l'avversario, infine Storace si alza dal banco e tenta l'aggressione al consigliere Athos De Luca del Pd.
A questo punto viene fermato fisicamente da alcuni consiglieri di maggioranza.
La scena è stata filmata e trasmessa a STRISCIA LA NOTIZIA .
Milioni di italiani e penso anche di strnieri hanno quindi potuto vedere la vera natura e il vero carattere di questo politico che per anni ci ha così mal rappresentato.
Io, di destra, mi vergogno per lui.
Se avesse un briciolo di dignità dovrebbe dimettersi e ritirarsi dalla politica.
Luca
Penso che il nostro governo sia giunto al caffè, anzi, all'ammazzacaffè!
Ma era logico che ciò avvenisse.
Troppi lacchè, troppe veline, troppi furbetti troppi opportunisti.
Credo che l'unica possibilitá che ha l'Italia in questo periodo economicamente socialmente in tempesta, possa essere un governo tecnico e la cacciata dai Palazzi governativi di tutti i tirapiedi che infestano il Pdl.
C'é bisogno di serietá e di una politica che trasmetta valori e senso civile a questo paese.
Credo che siamo proprio giunti alla fine e sento già puzza di marcio, persino Berlusconi se n'è accorto.
Qualcuno dovrebbe iniziare a parlare di QUESTIONE MORALE nel Pdl?
Destra di Base potrebbe farlo....gli altri non penso, sono troppo piegati alla volontà dei big corrotti che abbiamo.
Sono troppo legati alle briciole che hanno ricevuto o che sperano di ricevere.
Ve la sentite?
FINI TEME “UN PDL RIDOTTO A PALUDE” E SI ORGANIZZA CON “GENERAZIONE ITALIA” E “SPAZIO APERTO”
FINI MARCIA SPEDITO, A BREVE DI NUOVO IN TV… CREATO IL COMITATO NAZIONALE DI “GENERAZIONE ITALIA” CON 25 DEPUTATI E 6 SENATORI E CON UNA STRUTTURAZIONE TERRITORIALE…. NASCE PURE “SPAZIO APERTO” CON ALTRI 40 PARLAMENTARI, ANCHE DI ESTRAZIONE FORZA ITALIA
Evita polemiche, parla sottotraccia, tende sempre a distinguersi, ma soprattutto continua a girare l’Italia per esporre le sue tesi.
Non si può dire che Fini non marci spedito, dopo aver messo gentilmente alla porta l’ambasciatore Verdini, inviato del sovrano.
Se incontro ci sarà mai, dovrà essere tra pari, ovvero tra lui e Silvio.
E dovranno cadere delle teste, quelle segnate di Gasparri e La Russa, altrimenti non si discute nemmeno.
Ormai il rapporto tra Fini e il premier è logorato, i ponti saltati e le porte sigillate.
Ma mentre i falchi berlusconiani speravano in un passo falso, Fini dimostra di sapersi muovere a passi felpati, evita polemiche, macina gioco.
Ha così dato corpo e struttura alla minoranza interna: sul sito di “Generazione Italia” è stato pubblicato il Comitato nazionale di quella che appare qualcosa di più di una semplice associazione.
Responsabili per ogni provincia, sedi, tesseramento, iniziative sul territorio, adesione di 700 rappresentanti negli enti locali, novemila contatti giornalieri. Un comitato nazionale con 25 deputati e 6 senatori.
E con alcuni lasciati fuori volontariamente perchè si dedicano ad altre iniziative (vedi Giulia Bongiorno).
Come ha dichiarato Briguglio “da qui a un anno diventerà un partito, se sarà necessario: se dovesse piovere, questo sarà l’ombrello”.
Ma l’operazione che più sta facendo imbestialire il premier è un’altra, sfuggita a molti finora.
Due fedelissimi finiani, Silvano Moffa ed Andrea Augello, hanno creato una “non corrente”, dal nome “Spazio Aperto” che si pone come ponte moderato tra il premier e Fini, con lo scopo di aggregare ex di Forza Italia.
Il risultato finora è di 40 altre adesioni, tra cui diversi deputati forzitalioti. Sempre attivo il canale con Lombardo e i parlamentari siciliani.
Un altro finiano, Roberto Menia, si dedica invece ad “Area nazionale”, iniziali non a caso An, rivolta alla vecchia base aennina, con la creazione di altri circoli territoriali.
Prime prove di tenuta della maggiranza sono previste a giugno, sul tema della cittadinanza e del biotestamento, mentre entro fine mese vi sarà un seminario di tutti gli amministratori locali vicini a Fini.
E’ intanto partita la richiesta: congresso entro un anno con obiettivo il 30% interno, confidando sull’esperienza in congressi, che chi viene da un partito di plastica non può avere.
Salvo non accada una rottura prima, ma in quel caso sarà Fini a decidere quando, come e perchè
w destra di base
Rolando R.
FONDI PER LA SICUREZZA NELLE SCUOLE: LE GELMINI SOTTRAE 157 MILIONI ALLE SCUOLE DEL SUD
VIOLATA DAL GOVERNO LA NORMATIVA CHE REGOLA I FONDI FAS: AL SUD SPETTAVANO 300 MILIONI, NE AVRANNO 140, AL RESTO D’ITALIA SPETTAVANO 50 MILIONI, NE AVRANNO 210….LE SCUOLE DEL SUD, PIU’ MALPRESE, PER IL GOVERNO POSSONO ANCHE CROLLARE?….IL MONITORAGGIO SULLA SICUREZZA E’ FERMO: MANCANO 420 MILIONI
In arrivo 350 milioni per migliorare la sicurezza degli edifici scolastici italiani, ma le Regioni del Sud parlano di “scippo”.
Il Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) ha approvato il Piano straordinario per l’edilizia scolastica, ma secondo alcuni deputati di Sicilia, Calabria, Basilicata e Campania sarebbero 157 i milioni che le regioni settentrionali avrebbero “sottratto” a quelle meridionali.
Il ministro Gelmini sottolinea, invece, che “lo stanziamento definitivo di 358 milioni di euro da parte del Cipe per la messa in sicurezza delle scuole è un risultato importantissimo. Grazie all’impegno del ministero dell’Istruzione e del ministero delle Infrastrutture, sono stati assegnati 100 milioni in più rispetto ai fondi complessivamente investiti negli ultimi tre anni”.
Il Piano Straordinario per l’edilizia scolastica, approvato dal Cipe, prevede in realtà una ripartizione contraria alla normativa che regola i Fondi Fas (i Fondi per le aree sottosviluppate): al mezzogiorno andrebbe il 40% al posto dell’85% dei finanziamenti, invece al Centro-Nord andrebbe un abbondante 60%, al posto del 15%.
La Sicilia in particolare disporrà di 35 milioni e mezzo, invece che di 74,4 milioni e la Lombardia farebbe la parte del leone con 49,7 milioni di euro.
La Calabria, con 28 interventi e 12,7 milioni di euro è tra le regioni meno fortunate. Zero gli interventi in Molise.
Le motivazioni di tale suddivisione sono inserite nella relazione tecnica di accompagnamento del Programma.
I 350 milioni verrebbero suddivisi in base “alla consistenza del patrimonio scolastico e della popolazione scolastica”, ma si tratta di una suddivisione decisa dal ministero, senza interpellare le regioni sull’individuazione delle priorità da finanziarie e senza tenere in alcun modo conto delle suddivisioni dei Fas previsti dalla normativa.
Insomma un colpo di mano.
Il Piano, ancora top secret, sottoscritto dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, e dal collega delle Infrastrutture, Altero Matteoli, prevede in tutto 1.552 interventi “urgenti finalizzati alla prevenzione e riduzione del rischio connesso alla vulnerabilità degli elementi anche non strutturali negli edifici scolastici”.
Interventi simili a quelli che avrebbero potuto evitare il crollo del controsoffitto del liceo Darwin, che nel novembre del 2008 provocò la morte dello studente diciassettenne Vito Scafidi.
Se l’intera cifra (350 milioni di euro) fosse stata suddivisa secondo il consueto rapporto previsto per i fondi Fas, alle regioni del Sud - dove si trovano le scuole più sgarrupate - sarebbero toccati quasi 300 milioni e 50 avrebbero preso la strada delle regioni centrali e settentrionali.
Ma le cose andranno diversamente: 140 milioni al Mezzogiorno e 210 nel resto d’Italia.
In totale, 157 milioni spostati, secondo i parlamentari meridionali, da Sud a Nord.
Al liceo Darwin di Rivoli dove il 22 novembre 2008 si è consumata la terribile tragedia che ha coinvolto il giovane Vito Scafidi - fa sapere il ministro Gelmini - sono stati destinati tre milioni di euro.
Il monitoraggio avviato diversi anni fa non è tuttavia ancora completato: occorrono altri 420 milioni di euro che per ora non ci sono.
w destra di base
Rolando R.
Il Pdl insiste: "Si può aprire all'Udc"
Ma il Senatùr non cambia idea
: "Fino a quando la Lega tiene duro il governo sta in piedi".
"Berlusconi vuol tirar dentro nel governo anche Casini. Quando c'era Casini tutti i giorni ne combinava una. Allora non lo so se è utile", "La strada si deve fare solo con tutti quelli che mantengono la parola".
Casini...non la mantiene....a quanto sembra.........
Afghanistan: due soldati italiani sono stati uccisi e altri due sono stati feriti in seguito ad un attacco subito nel nordest dell'Afghanistan. Le due vittime sono il sergente Massimiliano Ramadù di 33 anni, di Velletri (Roma) e il caporalmaggiore Luigi Pascazio, di 25 anni, della provincia di Bitetto (Bari). Da fonti militari si apprende che i feriti - un uomo e una donna del 32° reggimento genio alpino di Torino - hanno subito lesioni gravi, prevalentemente alle gambe. Si tratta del caporale Cristina Buonacucina, 27 anni, originaria di Foligno e residente a Moncalieri; e di Gianfranco Sciré, 28 anni, di Casteldaccia un piccolo comune vicino Palermo. Tutti i militari coinvolti appartengono al 32° Reggimento genio guastatori della brigata alpina Taurinense e nel contingente italiano in Afghanistan sono inseriti nella Task-Force Genio, unità che, tra gli altri, ha il compito di controllare e bonificare gli itinerari percorsi dalle pattuglie e dai convogli militari.
ONORE AI CADUTI E UN FORTE ABBRACCIO A TUTTI I NOSTRI SOLDATI IN MISSIONI FUORI DALL'ITALIA.
SIAMO ANCORA TUTTI CONVINTI DI PORTARE LA PACE IN QUEI POSTI DI (M) ?
RAGAZZI, CON GLI ESTREMISTI ISLAMICI NON SI PUO' DISCUTERE. SECONDO LORO C'E' PRIMA IL MEDIO ORIENTE, E POI CI SONO I POVERI PECCATORI DI MAOMETTO. CHE POI SIAMO NOI OCCIDENTALI
Berlusconi dovrebbe mandare i suoi figli col ramoscello d'ulivo in afghanistan se la ritiene davvero UNA MISSIONE DI PACE !!!
Purtroppo invece ci vanno i poveri cristi che non hanno altrimenti la possibilità di pagarsi una casa....
sapete, non tutti dispongono di un...... DONATORE......
ULTIM'ORA DA LECCE:
Arrestati per corruzione
Flavio Fasano e
Gino Siciliano
Le indagini: una cimice nello studio dell'avvocato
Le conversazioni: "Questa gara non la dobbiamo perdere"
LECCE (17 maggio) - Corruzione, falso, turbativa d'asta e violazione del segreto d'ufficio. Con queste accuse sono stati arrestati Flavio Fasano e Luigi Siciliano, meglio conosciuto come Gino. L'ex sindaco di Gallipoli ed ex assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Lecce e l'ex presidente della Lupiae Servizi (società partecipata del Comune di Lecce) sono coinvolti nell'inchiesta "Galatea" condotta dai carabinieri del Reparto Operativo Speciale.
Le due ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Fasano e Siciliano, e le due misure cautelari di obbligo di dimora nei confronti di Giovanni La Gioia, imprenditore, e Stefano Zampino, dirigente della Provincia di Lecce, sono state emesse dal gip del Tribunale del capoluogo salentino, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti dei quattro indagati, e per concorso in turbata libertà degli incanti e violazione del segreto d'ufficio, falso per induzione in errore determinato dall'altrui inganno, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e abuso d'ufficio.
L'indagine costituisce il secondo stralcio di quella denominata “Galatea”, già condotta dal Ros. Questo filone d'inchiesta sui reati contro la pubblica amministrazione è stato condotto dal mese di novembre 2008, parallelamente a quello relativo all'omicidio del capo clan della Sacra corona di Gallipoli Salvatore Padovano, ucciso il 6 settembre dello stesso anno. Avvalendosi di alcuni risultati emersi in questo ambito investigativo, ha consentito di far emergere le responsabilità degli indagati in episodi di corruzione, con riferimento a tre vicende: la gara d'appalto per la rimozione della cartellonistica pubblicitaria e la gestione degli spazi pubblicitari, bandita dalla Provincia di Lecce nel mese di dicembre 2008; il progetto per la realizzazione dell'Istituto Nautico di Gallipoli, avviato dalla Provincia nel 2009; l'assunzione illegittima di un coindagato nel procedimento, in qualità di dirigente del Comune di Parabita.
Contestualmente all'esecuzione delle misure cautelari, sono stati notificati 7 avvisi di conclusione delle indagini nei confronti dell'imprenditore Alfredo Barone, del sindaco di Parabita Adriano Merico e del suo collaboratore Stefano Prete, il segretario comunale di Acquarica del Capo Giuseppe Leopizzi, il consigliere comunale di Matino Mirko Vitali, il direttore tecnico del Cotup, Michele Patano e la funzionaria dell'Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici, Michela Corsi indagate, a vario titolo, per corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e abuso d'ufficio.
"Questa gara non la dobbiamo perdere"
C’era una cimice nello studio professionale dell’avvocato Flavio Fasano. La microspia, piazzata dai carabinieri del Ros nel novembre del 2008, ha permesso di aprire uno squarcio sui presunti risvolti illeciti legati all’appalto per la cartellonista sulle strade provinciali, ai destini del vecchio edificio dell’istituto Nautico che sorge sul lungomare di Gallipoli, all’assunzione del responsabile del settore economico finanziario del comune di Parabita.
La cimice ha intercettato le conversazioni di Fasano che, all’epoca dei fatti era assessore ai Lavori pubblici della Provincia.
Amici di Detsra di Base,
ultimamente a Galatina Pierantonio (EX AG.)ha aperto un circolo di genezAzioneGiovanitalia.
Vi interessa?
...di quel pierantonio lì....non ci interessa nulla...grazie.
Dopo mesi di illazioni, indiscrezioni ed ipotesi, ABBIAMO la forma definitiva del cosiddetto "Lodo Alfano Costituzionale".
La proposta di legge, che vede come autori e primi firmatari gli elementi di spicco del PDL Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliarello, raccoglie le firme dei "pidiellini" Roberto Centaro e Domenico Benedetti Valentini e quella di Federico Bricolo, Presidente del gruppo parlamentare della Lega Nord.
La forma è semplice: tre articoli componenti un disegno di legge costituzionale (che non altera nessun comma della suprema Carta, ma che ne "interpreta le volontà").
In sostanza:
abrogazione della processabilità automatica di Presidente della Repubblica, ministri e Presidente del Consiglio e ripristino (ma per i soli esponenti di governo) di quell’autorizzazione a procedere che il Parlamento abrogò nel 1993 sulla scia di Tangentopoli, per i procedimenti in corso e per tutti quelli che potrebbero aprirsi una volta entrata in vigore.
Lo scopo: approvazione dell’intero provvedimento, attraverso l’obbligatoria doppia - lettura in entrambe le camere, all’interno dei tempi tecnici minimi (la speranza è la fine di questo anno).
Amici, avete per caso notizia di qualche commento della Poli sulle disavventure giudiziarie di Gino Siciliano?
La Poli è impegnata alla Fiera del Levante non ha tempo da perdere con i guai degli ax amici.
VITALIZIO PER TUTTI: NON BASTAVANO I PARLAMENTARI, ORA ANCHE LIQUIDAZIONE E PENSIONE PER SINDACI E ASSESSORI
LA PROPOSTA TROVA GIA’ D’ACCORDO PD E PDL IN COMMISSIONE LAVORO, UNICO CONTRARIO IL FINIANO MOFFA….SAREBBE UN “PROVVEDIMENTO DI EQUITA’” PER CHI HA FATTO POLITICA PER TUTTA LA VITA: MA QUALCUNO FORSE L’HA OBBLIGATO?…L’ULTIMA FOLLIA DELLA CASTA COSTERA’ 40 MILIONI DI EURO
Pensione di fine carriera non solo per i parlamentari: hanno già predisposto una legge che parte dal Pd ma che ha trovato subito d’accordo il Pdl.
Tre deputati del Partito democratico, Maria Luisa Gnecchi, Oriano Giovannelli e Lucia Condurelli, hanno affrontato la questione della quiescenza dei politici senza altra passione che la politica.
Coloro che, rimanendo esclusi dal consiglio comunale, si troverebbero a spasso, senza un soldo e uno straccio di impiego.
Lo Stato si sostituisce al datore di lavoro nella contribuzione previdenziale del dipendente chiamato a rappresentare i cittadini.
E paga anche le spese forfettarie dei lavoratori autonomi divenuti assessori o sindaci.
Ma chi non ha mai conosciuto un ufficio né una fabbrica, chi si è solo appassionato di politica, e con la politica ha campato per l’intera vita, come se la cava una volta estromesso ?
Questa preoccupazione ha condotto i tre parlamentari ad avanzare la proposta di legge numero 2875/09.
“Per una ragione di equità“, hanno scritto nell’unico articolo del testo che sta per essere licenziato dalla commissione Lavoro.
Equità e giustizia: dare una pensione al sindaco, all’assessore di un paese, al presidente della comunità montana e anche al presidente della circoscrizione, raggiungerebbe il doppio obiettivo di rendere meno faticoso l’ingresso nella comunità e soprattutto dare ai colleghi che hanno avuto meno fortuna in carriera quel giusto ristoro di tanto sacrificio.
La proposta ha fatto breccia anche nel cuore del Popolo della libertà. “Se ne può discutere”, ha risposto ai colleghi l’onorevole Pelino.
La Gnecchi, soddisfatta: “Garantisco un atteggiamento costruttivo del Pd”.
Solo Il presidente della commissione, il finiano Silvano Moffa, ha avanzato critiche, chiedendo i costi dell’operazione alla ragioneria generale dello Stato.
I ragionieri hanno fatto i conti, circa quaranta milioni di euro, e hanno avanzato un’obiezione: “forse è un privilegio”.
Obiezione subito accantonata da maggioranza e opposizione: la legge sta per essere messa a punto per essere presentata in Parlamento.
L’ennesima vergogna della Casta italica che da un lato promette tagli, dall’altro aumenta i privilegi dei politici e ne rinpingua il portafoglio.
Se uno ha fatto politica tutta la vita senza mai lavorare avrà anche guadagnato qualcosa: chi gli ha impedito di farsi una pensione privata o di accantonare una sommetta?
E poi: l’ha forse obbligato il medico condotto a dedicarsi alla politica senza mai lavorare?
Non esiste già una pensione sociale per chi non ha reddito?
Che differenza ci sarebbe tra un politico e un normale cittadino?
Se la sinistra pensa di sostituirsi al centrodestra nel governo del Paese proponendo leggine del genere, siamo davvero al detto popolare che “il più sano ha la rogna”.
E dove è finita la vecchia Destra anticasta, moralmente ineccepibile e legalitaria di una volta?
Siamo proprio alla frutta.
w destra di base
Rolando R.
FEDERALISMO DEMANIALE: MAGGIORANZA SPACCATA, BOSSI TEME L’IMBOSCATA DEI FINIANI
OGGI APPROVANO IL DECRETO LEGISLATIVO, MA QUELLO ATTUATIVO, TRA QUALCHE MESE, DIFFICILMENTE PASSERA’…FINI: “NESSUNO DICE QUANTO COSTA IL FEDERALISMO” …BERLUSCONI E’ IL PRIMO A SAPERE CHE SARA’ UNA TASSA DA PAGARE: NEL PDL NON CI SONO SOLO I FINIANI PRONTI A IMPALLINARLO...
Il primo dei quattro decreti legislativi oggi dovrà essere approvato dalla Commissione bicamerale e poi fatto proprio dal governo.
Dovrebbe entrare in vigore entro il 21 maggio, trasferendo dallo Stato agli enti locali spiagge, fiumi, laghi, caserme e strade.
Ma nel centrodestra non c’è assolutamente identità di vedute: i finiani si sono messi di traverso non solo con una serie di modifiche che hanno imposto, ma con le perplessità di fondo che restano: “la spesa pubblica che cresce è quella degli enti locali, in testa le regioni”.
Ma quello che si approverà oggi sarà solo il cappello introduttivo: saranno i decreti attuativi che alla fine metteranno nero su bianco l’elenco dei bocconi prelibati su cui già volano gli avvoltoi.
E per quelli ci vorrà ancora un anno e tutti sanno che non passeranno mai.
I finiani per ora si limitano a segnalare che “serve un federalismo responsabile, il Parlamento deve essere più coinvolto su questa materia, non si può cancellare l’art.9 della Costituzione che difende il patrimonio culturale e paesaggistico solo per permettere a Regioni e Comuni di fare cassa”. L’opposizione rincara la dose: “la Lega fa il federalismo delle chiacchiere, chi paga il debito pubblico?”.
E Fini è già il punto di riferimento della sommossa di ambienti interni al Pdl, tanto da sostenere con tranquillità: “Farsi considerare da Bossi un piantagrane è un riconoscimento di merito, in realtà l’unica grana è sapere quanto costa il federalismo fiscale”.
E il presidente della Camera aggiunge: “Così il federalismo non passerà mai: in un momento in cui l’Europa ci chiede di stringere la cinghia, ci sono cose più importanti cui dedicarsi”.
Di ciò è ben consapevole Tremonti che preferisce non commentare, ma soprattutto lo stesso Berlusconi a cui in realtà del federalismo non frega nulla, considerandolo solo una tassa da pagare a Bossi.
Ma le voci anonime raccolte in parlamento dai giornalisti confermano: vi sono molti deputati insospettabili che non voteranno mai il provvedimento, quando arriveranno i decreti attuativi.
E se il governo di sicuro vedremo a parecchi spostamenti, interni al Pdl...a discapito del premier....
w destra di base
Rolando R.
Passano in Commissione l’emendamento contro le registrazioni clandestine.
Se un pm intercetta un uomo di Chiesa verrà avvisato il Vaticano. Vietate le riprese tv dei processi senza il consenso degli interessati.
La Commissione giustizia del Senato accelera e dà il via libera in nottata a numerose norme ‘calde’ del disegno di legge sulle intercettazioni. La riunione è terminata alle 3.40 e riprenderà alle 14 e 30. Nel corso della lunga seduta notturna hanno ricevuto l’ok la cosidetta norma ‘D’Addario’ e le norme sul diritto di cronaca, ribattezzate ‘Salva-Iene‘.
Con l’approvazione degli ultimi emendamenti, non si potranno fare riprese tv di processi se non ci sarà il consenso di tutti così come le ‘talpe’ che rivelino atti o notizie del processo coperti da segreto rischiano da uno a 6 anni di carcere. Un’altra norma varata, bocciando tutti gli emendamenti soppressivi presentati dall’opposizione, prevede di dare immediato avviso al Vaticano se un pm intercetta un uomo di Chiesa. Resta ancora da definire la parte relativa all’inasprimento delle pene per i giornalisti. Ieri notte il confronto tra i poli è stato molto teso con l’opposizione che ha dichiarato opposizione ad oltranza.
Si annunciano scintille
Cassino: ruba per fame Signora 50enne assunta dal negoziante
Sorpresa a rubare del formaggio una 50enne disoccupata e madre di un ragazzo disabile. Il titolare del negozio non ha sporto denuncia e le ha trovato un lavoro.
Cassino (Frosinone), 18 maggio 2010È stata sorpresa a rubare qualche pezzo di formaggio in un supermercato di un centro commerciale di Cassino. Una 50enne disperata ed affamata, madre di un ragazzo disabile, si era ridotta a rubare per poter mangiare. Qualche giorno fà, è stata però scoperta dalla sorveglianza che ha immediatamente allertato il proprietario ed i carabinieri.
Quando il dirigente del centro commerciale è venuto a conoscenza della situazione di disagio che la signora è costretta a vivere, non solo ha deciso di non sporgere denuncia ma l’ha assunta nel supermercato. Una storia d’altri tempi questa, che fa onore a chi in un territorio come il cassinate, minato da disoccupazione e crisi economica, riesce ancora ad avere il coraggio di dare uno stipendio a chi ne ha strettamente bisogno.
Alpini caduti in Afghanistan, le salme a Ciampino: presente Napolitano
ROMA (19 maggio) - Atterrato all'aeroporto militare di Ciampino il C130 dell'Aeronautica con a bordo le salme dei due alpini uccisi lunedì scorso in Afghanistan: il sergente maggiore Massimiliano Ramadù 33 anni, e il caporal maggiore scelto Luigi Pascazio, 25 anni, entrambi del 327/o Reggimento Genio guastatori di Torino. Ad accogliere le salme, oltre ai parenti, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa e i vertici militari.
ONORE AI CADUTI!
PRESIDENTE BERLUSCONI, NON NE POSSIAMO PIU' DI POLITICI CORROTTI. TUTTI I GIORNI SPUNTANO NOTIZIE DI TANGENTI PRESE DAI POLITICI, DI CORRUZIONE, DI RUBERIE. TUTTO QUESTO DANNEGGIA IL NOSTRO PARTITO. CACCIA VIA TUTTI I CORROTTI DAL PARTITO ATTUA UN RICAMBIO DELLA CLASSE DIRIGENTE.
Italo Bocchino sul DDL intercettazioni: “È una riforma necessaria, in un contesto in cui ogni giorno assistiamo a processi pubblici a mezzo stampa, senza contraddittorio, senza diritto di replica e con la sentenza già scritta”.
Approvato.
Delusione.
Ciao GI,
credevo foste diversi...
Ragazzi andiamocene via noi dal PdL .. oramai è solo un marchio di corruzione e disonore...
w destra di base!
Leonida
Nel PdL esistono molteplici correnti.
Vi elenco quelle che conosco:
1) "Rete Italia "
fa capo a Roberto Formigoni e Maurizio Lupi.
2) "Riformismo&Libertà "
guidata da Fabrizio Cicchitto
3) "Italia Protagonista "
di Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa
4) "La nostra Destra,"
ulteriore "gioiello" di casa La Russa
5) "Promotori della Libertà, "
capeggiata da Michela Brambilla e Sandro Bondi.
6) "Taske Force Italia "
guidata da: Franco Frattini, Giorgio Stracquadanio e Mario Valducci.
7) "ResPublica "
di Giulio Tremonti.
8) "Nuova Italia "
di Gianni Alemanno.
9) Generazione Italia
guidata da Bocchino per conto di Fini
meditate gente...meditate
I SACRIFICI SI CHIEDONO SOLO DOPO AVERLI FATTI PER PRIMI: UNA CLASSE POLITICA CHE NON SA DARE ESEMPI
IN PARLAMENTO BUVETTE CON PASTI A 3EURO, ASCIUGAMANI DA 88 EURO, 70 MILIONI PER VOLI DI STATO, 3.000 DIPENDENTI, DIVISE DEI COMMESSI DA 1.800 EURO: DIPENDENTI IN PENSIONE A 8.000 EURO AL MESE A 52 ANNI…
CONSULENZE IN AUMENTO E SPESE REGIONALI SENZA CONTROLLI
Chiedere sacrifici agli italiani si può, ma reclamarli in nome della crisi internazionale, quando si continua a far finta di non vedere le mille contraddizioni di uno Stato che sputtana soldi a milionate ogni giorno, non può essere un alibi valido.
Il centrodestra sta governando questo Paese da ben sette degli ultimi nove anni: tempo più che sufficiente per imprimere un cambiamento che non c’è stato.
Se l’elettorato deluso diserta le scadenze elettorali e l’astensionismo ha raggiunto vette impensabili, occorre anche saper fare autocritica: è segno che il cittadino ha percepito la mancanza di una svolta.
Di tagli si parla solo per gli stipendi degli statali, mentre il potere d’acquisto è diminuito, la soglia di povertà assorbe sempre più milioni di italiani e la corruzione dilaga come in passato.
Di fronte a una crisi che il governo ha sempre voluto ridimensionare, una classe politica adeguata avrebbe dovuto dare l’esempio con comportamenti reali adeguati.
Dati alla mano, le auto blu sono aumentate, le consulenze pure, i deficit di molte regioni e comuni sono prossimi alla bancarotta, come d’altronde la sanità.
Eppure sul Titanic, ovvero nel Parlamento italiano in agonia, mentre molti cittadini comuni tagliano tutte le spese possibili, l’orchestra suona sempre la stessa musica.
Alla buvette un primo costa sempre un euro, un secondo due euro, si comprano 50 asciugamani a 88 euro l’uno, quando su internet gli stessi identici si trovano a 5 euro ciascuno.
Si continua a spendere cifre incredibili come 70 milioni l’anno di aerei di Stato, si incrementa il parco di auto blu, si presentano leggi per dare il vitalizio anche ai sindaci e agli assessori comunali.
Il tutto mentre il Parlamento oggi ha 3.000 dipendenti e una divisa da commesso costa allo Stato 1.800 euro, una cifra con la quale una madre di famiglia veste marito e figli tutto l’anno.
Siamo un Paese dove ancor oggi un commesso parlamentare va in pensione a 52 anni con 8.000 euro al mese di vitalizio per 15 mensilità e in cui un dipendente di Camera o Senato ha una retribuzione di 15 volte superiore a chi ha lavorato altrove.
Un Paese dove nessuno fa una legge che vieti il cumulo delle pensioni dei parlamentari con altri incarichi, dove gli enti locali e i ministeri ogni anno aumentano le consulenze, invece che ridurle.
Il problema sta nella politica come centrale affaristica e non come servizio per il proprio popolo, sta nella mancanza di esempio, di stile, di etica, di disinteresse.
Una destra seria ha il dovere di porsi queste domande, se vuole davvero interpretare il Paese reale: non si vive a lungo di spot e sondaggi, di manipolazione dell’informazione televisiva e di bugie.
Se non si sa vivere in sintonia con il proprio popolo e progettare un futuro, non solo non si va lontano, ma si fa soprattutto un danno a una concezione di destra vera, sociale e moderna che vive invece nelle speranze di tanti italiani
w destra di base
Rolando R.
LA RUSSA E’ DI DESTRA O E’ SOLO UN’ALA DESTRA, SPOMPATA DALLE CORSE SULLA FASCIA PER COPRIRE IL REGISTA?
«Viene da chiedersi se è davvero così di destra che il titolare della Difesa dirami un comunicato dal quale si apprende che pur ‘nel rispetto dei tragici avvenimenti che hanno coinvolto oggi i nostri militari in Afghanistan’, il ministro Ignazio La Russa ci tiene a specificare che ‘il Siena ha solo inutilmente cercato uno sterile ed inutile zero a zero con un catenaccione vecchia maniera».
E lo ricorda costantemente, sottolineando cosa sia e non sia ‘di destra’, cosa piaccia o non piaccia al ‘popolo di destra’, cosa tradisca o non tradisca ‘gli ideali della destra».
In verità il ministro della Difesa inizialmente non aveva solo dichiarato guerra alla difesa del Siena, ma aveva sostenuto che la squadra toscana “si doveva vergognare per il troppo impegno e per aver giocato per la Roma”.
In realtà il Siena, pur retrocesso, non ha fatto nulla di diverso rispetto all’Atalanta contro il Palermo, al Napoli contro la Sampdoria e al Chievo contro la Roma.
Ovvero rispettare la maglia e onorare l’impegno sportivo, senza fare sconti a nessuno.
Sicuramente un comportamento di destra.
Salvo che La Russa ritenga “di destra” taroccare una competizione sportiva e non impegnarsi per favorire l’avversario di turno.
Ma non trovo in alcun filosofo, scrittore, storico, poeta di destra un supporto a tale tesi, mi spiace per La Russa.
Il confine tra “immagine pubblica” e “interesse privato” dovrebbe poi consigliare prudenza su certe esternazioni che finiscono per offendere un’intera città: già che Siena non è certo molto di destra, non credio che le dichiarazioni del ministro abbiano reso un buon servizio ai pidiellini locali.
Ormai la frittata era fatta e il giorno dopo il ministro, con i due militari italiani uccisi in Afghanistan, avrebbe dovuto chiedere scusa e occuparsi di cose più serie.
Nel ricordare i nostri due ragazzi invece, ha pensato bene di ritornare sul tema calcistico, cambiando versione: “dal Siena era lecito aspettarsi un atteggiamento più propositivo alla ricerca della vittoria, piuttosto che di un inutile zero a zero”.
Insomma prima troppo impegno per vincere, ora troppo atteggiamento rinunciatario, l’unica cosa certa che emerge è che il ministro ha le idee confuse.
Anche parlare di calcio in un comunicato che ricorda due soldati caduti non ci pare molto di destra, in effetti, anzi diciamo pure di cattivo gusto in assoluto.
Quanto alla collocazione politica di La Russa, sulle figurine Panini lo descriveremmo come un giocatore di categoria, un mediano da corsa, abituato a inseguire un posto in squadra più che gli avversari, due piedi (preferiamo non parlare del cervello) un po’ grezzi che mal si adattano al tocco smarcante e illuminato.
Uno che ha trovato posto in squadra in funzione del regista del momento.
w destra di base
Rolando R.
Adriano, con queste caxxo di fonti energetiche alternmative stanno rovinando le bellezze naturali del nostro salento.
Vogliamo muoverci o no?
IN ITALIA C'E' UNA CRISI SENZA FINE E QUESTI NOSTRI PARLAMENTARI PENSANO A VARARE LEGGI CONTRO LA LIBERA INFORMAZIONE CHE TUTELANO I FURBETTI DI OGNI GENERE.....
Via libera della Commissione Giustizia della Camera alle norme del ddl intercettazioni che inaspriscono le condanne per i giornalisti e puniscono gli editori con il pagamento di una somma che potrà arrivare ai 464.000euro. L’emendamento del governo che è passato in Commissione Giustizia prevede che per la pubblicazione degli atti, vietata per legge, il giornalista rischi l’arresto fino a due mesi e il pagamento di un’ammenda dai 2.000 ai 10.000 euro.
Norme ancora più rigide sulle intercettazioni: se saranno pubblicate, la condanna sarà sempre l’arresto fino a due mesi, ma l’ammenda aumentera’: dai 4.000 ai 20.000 euro. In più, per il giornalista, si prevede la sospensione temporanea dalla professione.
Nel corso della lunga seduta notturna (terminata alle 3.40) ha ricevuto l’ok quello che l'opposizione ha ribattezzato 'l'emendamento D’Addario’, in base al quale non si potranno più registrare conversazioni senza che ci sia il consenso di tutte le parti interessate né fare riprese visive. In caso di condanna per riprese e registrazioni fraudolente si rischia fino a 4 anni di carcere. Si farà eccezione nei casi in cui tali registrazioni vengono fatte per la sicurezza dello Stato o per dirimere una controversia giudiziaria o amministrativa.
Passa anche la richiesta dell’opposizione di inserire una norma 'salva-Iene': il giornalista professionista che effettuerà riprese e registrazioni nell’ambito di attività di stampa o di cronaca sancite solennemente dall’articolo 21 della Costituzione non rischierà alcuna condanna. Resta però ancora da definire la parte relativa all’inasprimento delle pene per i giornalisti.
Inoltre non si potranno fare riprese tv di processi se non ci sarà il consenso di tutti così come le ‘talpe’ che rivelino atti o notizie del processo coperti da segreto rischiano da uno a 6 anni di carcere. E ancora chiunque pubblichi intercettazioni di cui sia stata ordinata la distruzione o che risultino estranee alle indagini potra’ essere punito con il carcere da 6 mesi a tre anni.
Un’altra norma varata, bocciando tutti gli emendamenti soppressivi presentati dall’opposizione, prevede di dare immediato avviso al Vaticano se un pm intercetta un uomo di chiesa.
Nel Consiglio dei ministri, che dovrebbe tenersi oggi alle 15,30, non è escluso che si possa decidere di accettare la proposta di tagliare gli stipendi dei parlamentari del 5% E FORSE ANCHE DEL 15%.
Già, il taglio agli stipendi dei politici potrebbe raddoppiare, passando dal 5% ipotizzato dal ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, al 10%. É una delle ipotesi su cui si sta ragionando in vista del varo della manovra economica.
Del resto lo stesso titolare del Tesoro, Giulio Tremonti, parlando della riduzione del 5% delle retribuzioni di politici e parlamentari, l’aveva definita ‘solo un aperitivo’. Comunque si tratta di un’ipotesi in via di definizione e non è escluso che la percentuale possa ulteriormente aumentare al 15%.
Vedremo se sono rose o è la solita balla per sfottere gli italiani.
Libertà e legalità. Giustizia e onestà, laicità e patriottismo.
Ecco le parole che più ricorrono.
Tanto per spiegare che la “destra” non è protetta da nessun copyright.
E tanto per chiarire che, forse, ad essersi allontanati da alcune idee, da sempre patrimonio della destra italiana, sono stati piuttosto altri – nascosti, magari, dietro i paraventi di una retorica vuota e trombonesca.
La legalità e la giustizia, il senso dello stato e delle istituzioni, la lotta a tutte le mafie (nel segno di Falcone e Borsellino, ovviamente), l’onestà e la responsabilità.
Questa è destra, ci sembra.
E poi, l’amore per l’Italia, la difesa della sua unità e del suo “spirito nazionale”, della sua bandiera e della sua lingua.
Ricorre, nel comune sentire di destra, la voglia di merito e di opportunità, soprattutto da parte dei più giovani.
E non mancano l’altruismo, l’educazione civica, la sensibilità ambientale, la socialità, la solidarietà, la comunità: parole che spesso sconfinano nella tradizione “di sinistra”.
Coraggio, sogno, vitalità, futuro, persino allegria: è una destra, insomma, che si apre, che non ha paura del “nuovo” e del “diverso”, che non si arrocca nella difesa (a tratti ridicola) di un’immagine di se stessa che sfiora la caricatura.
È una destra, questa, che decide di navigare in mare aperto.
Una destra che invoca l’autonomia di pensiero sempre e comunque, che rifiuta i dogmi e le ideologie, che fugge da quelle gabbie che rinchiudono la vita vera in schemi astratti e pericolosi.
Una destra che ama il libertarismo e la libertà.
Che sia libertà vera, però.
Non uno slogan, né un’etichetta buona per tutte le stagioni.
Una destra possibile solo se andremo via dal Pdl...
FINI “INTERCETTA” BERLUSCONI: “SI’ ALLA TUTELA DELLA PRIVACY, MA NO ALLA CENSURA”
IL PREMIER COSTRETTO A MODIFICARE IL DISEGNO DI LEGGE SULLE INTERCETTAZIONI PER GIORNALISTI ED EDITORI….I FINIANI ATTACCANO: SALVAGUARDARE LE INDAGINI DI MAFIA, NON BLOCCARE LE INTERCETTAZIONI AMBIENTALI, PUBBLICARE ALMENO PER RIASSUNTO LE NOTIZIE RELATIVE AD INDAGINI IN CORSO
Sul disegno di legge relativo alle intercettazioni, la maggioranza non è affatto granitica: ieri Fini aveva fatto sapere direttamente al premier che “un conto è la giusta tutela della privacy del cittadino, altra cosa la censura”.
La prima conseguenza è stata la retromarcia del governo sull’emedamento che prevedeva pene doppie per giornalisti ed editori che pubblicano atti di un procedimento penale non ancora terminato.
Ma i finiani sono partiti all’attacco su altri aspetti del provvedimento.
Fabio Granata, vicepresidente della commissione Antimafia, richiama alla necessità di salvaguardare le indagini di mafia e di allargare la possibilità di ricorrere ad intercettazioni anche per i “reati collegati”, a quella di non bloccare la facoltà di intercettazioni ambientali e anche alla possibilità di pubblicare almeno “per riassunto” le notizie relative alle indagini.
D’altra parte il mondo dell’informazione è in rivolta: si preannunciano scioperi e ricorsi alla Corte europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo contro una legge che contiene “un grave attacco alla libertà di stampa e di espressione e rappresenta una grave anomalia a livello europeo”, mentre qualcuno ricorda come l’Italia sia già al 72° posto nelle classifiche internazionali sulla libertà di informazione.
In Commissione Gustizia al Senato rimangono da discutere ancora 50 emendamenti, poi il provvedimento tornerà alla Camera dove la presidente della Commissione è la finiana Giulia Bongiorno che non ha certo intenzione di accettare diktat dal governo: si preannunciano altre modifiche, insomma.
In realtà tutta la norma non sta in piedi.
Il divieto di pubblicare intercettazioni è un provvedimento inutile e dannoso al tempo stesso.
Inutile perchè già esistono leggi che possono evitare gli eccessi, dannoso perchè impedisce ai cittadini di avere notizia su inchieste e crimini di interesse pubblico.
Chi si appella alla necessità di tutela della privacy dimentica che esiste già la legge sulla privacy, basterebbe applicarla con rigore.
Quanto alla fuga di notizie prima che l’interessato ne sia a conoscenza, è una tesi quasi sempre infondata: le carte spesso sono state già notificate agli interessati e la fuga deriva proprio dal moltiplicarsi di persone che ne sono in possesso.
Esiste poi una questione morale rilevante: imporre il silenzio totale sulle indagini significherebbe tenere all’oscuro l’opinione pubblica di indagini per reati gravi che possono riguardare anche pubblici amministratori, con il rischio di votare candidati senza sapere che a breve potrebbero essere incriminati.
La nuova legge fa dell’Italia un Paese a responsabilità limitata, con i cittadini nel ruolo di sudditi e i magistrati senza uno strumento d’indagine essenziale. La libertà d’informazione è un diritto che non si può pagare con multe e carcere.
Una destra vera non ha paura della libertà, della verità e della giustizia
w destra di base
Rolando R.
Le intercettazioni sono spiacevoli ma - temo - indispensabili. Sono ecografie nazionali: ci hanno permesso di diagnosticare le nostre malattie (politica, appalti, banche, calcio, ciclismo, etc); curarle, ovviamente, è un altro discorso. Guai se passasse una legge secondo cui sono ammissibili solo in presenza di «evidenti indizi di colpevolezza»: i criminali piangerebbero di gioia. Aggiungo: in Italia le intercettazioni sono disposte dalla magistratura; non, come accade in molti Paesi, da autorità amministrative o di polizia (per noi, una garanzia in più).
Adriano, mobilitiamoci!
CHI HA PAURA DELLE INTERCETTAZIONI EVIDENTEMENTE HA QUALCOSA DA NASCONDERE !
INTERCETTATEMI PURE !!
IO SONO PULITO!
Lando
Per eliminare la mosca della privacy violata, si
incendia la casa : questo e' in sintesi il "capolavoro " di questa
legge voluta da un governo a cui giova che il popolo, a cui sempre si richiamano, non sappia nulla dei loro panni sporchi.
Destra di Base non può restare in un partito che sostiene queste leggi inopportune che favoriscono la mafia.
FINI ALLE GRANDI MANOVRE: STA CREANDO UNA RETE DI AGGREGAZIONE SIA AL SUD CHE AL NORD
PATTO FEDERATIVO CON LA POLI BORTONE E L’MPA AL SUD, COLLABORAZIONE CON L’UNIONE ITALIANA DI LIBRANDI AL NORD… INTESA CON IL PRESIDENTE DI VALORE-IMPRESA CHE RACCOGLIE 180.000 PICCOLE E MEDIE IMPRESE E CON L’EX EUROPARLAMENTARE PDL MEZZAROMA…A GIUGNO LA CONVENTION SU “DEMOCRAZIA IDENTITARIA”
Le grandi manovre non si svolgono solo in Parlamento o all’interno dei gruppi del Pdl.
Il taglio che il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intende dare alla sua presenza critica all’interno del Pdl è quello sui contenuti, terreno in cui si trova sicuramente avvantaggiato dalla pochezza altrui.
Due giorni fa era a Firenze, per una “lectio magistralis” all’Università sul tema “Parlamento, federalismo e unità nazionale”.
E non ha perso occasione di precisare: “Eventuali spinte separatiste o autonomiste vanno respinte e il Parlamento deve vigilare affinché la riforma federale dello Stato non comporti discriminazioni fra diversi territori. Nord e Sud non possono che crescere insieme. Il Parlamento, mentre si confronta sul federalismo fiscale e ricorda doverosamente i 150 anni dell’unità d’Italia, sono certo che saprà farsi garante di questo obiettivo”.
E ancora: “Le caratteristiche dell’italianità nascono dalla pluralità di territori che caratterizzano l’identità nazionale. Questa pluralità è un patrimonio unico in Europa e nel mondo e se non scade nel localismo è arricchimento, che fa dell’italianità un patrimonio inestimabile”.
Fino a una stoccata polemica, ricordando la figura di Cavour: “fu sempre immune dal cesarismo. Tenne sempre in grande considerazione il ruolo del Parlamento, tanto da affermare che la sola rappresentazione del popolo si trova in questa Camera”.
Ma intorno al Presidente della Camera si sono messi in moto diversi ingranaggi che hanno cominciato a girare.
A partire da quelli di più diretta emanazione: Farefuturo e Generazione Italia, aggregatori che hanno il compito di inglobare il maggior numero di parlamentari e amministratori locali (sono già 800).
Me le novità meno note e più rilevanti vengono dall’ambiente esterno: da un incontro con Adriana Poli Bortone, è nato un primo Patto federativo con “Io Sud” e l’Mpa siciliana, salutato con grande entusiasmo dalla dirigenza finiana. Al Nord è entrato nella partita l’imprenditore Librandi: la sua Unione italiana, con programmi antileghisti, si è presentata alle ultime regionali con risultati lusinghieri.
Sono stati fissati diversi convegni in un rapporto di collaborazione politica sulla direttrice Nord- Sud.
Sul territorio agiscono altri due personaggi di peso: Gianni Cicero, presidente di Valore-Impresa, sigla che raggruppa 180.000 medie e piccole imprese, coordinatore di Unirsi (che raccoglie le associazioni di categoria delle pmi) e l’ex europarlamentare azzurro Roberto Mezzaroma.
Per giugno è prevista una Convention sulla democrazia identitaria (”Il territorio è la mia patria”) e il rapporto con il federalismo a cui parteciperanno insieme tutti i soggetti prima indicati.
Un cartello che replicherà a Milano a settembre, stavolta con Fini presente, sul tema “Unità nazionale e riforme”.
w destra di base
Rolando R.
FIAT ASSUME 1.100 OPERAI A DETROIT E NE TAGLIA 5.000 IN ITALIA
LA CHRYSLER ASSUMERA’ NUOVA MANODOPERA PER ASSEMBLARE LA JEEP GRAND CHEROKEE, SIMBOLO DELLA RINASCITA DELLA CASA AMERICANA…. MARCHIONNE OSANNATO DALLA PLATEA DELLO STABILIMENTO JEFFERSON NORTH, MENTRE IN ITALIA SI PARLA DI 5.000 ESUBERI NELL’INDIFFERENZA DEL GOVERNO
“Nemo profeta in patria” ? Certamente l’accoglienza che la platea aziendale dello stabilimento Jefferson North della Chrysler ha destinato a Sergio Marchionne, all’annuncio che la casa controllata dalla Fiat assumerà a breve 1.100 operai negli stabilimenti di Detroit, non ha paragoni con le proteste che in Italia accompagnano i tagli previsti dalla Fiat, sia in termini di impianti che di produzione.
In Italia fischi e cortei di dissenso, in Usa applausi e ovazioni.
Le maestranze Chrysler qualcosa avevano intuito, ma ora c’è la certezza: sarà assunta manodopera fresca per assemblare la nuova Jeep Grand Cherokee, icona per eccellenza, insieme alla sorella maggiore Commander, dell’american way of life.
Circondato dal management Usa, Marchionne ha promesso che ricomincerà la cavalcata per riconquistare quote di mercato.
La nuova Jeep è stata lanciata come il primo prodotto di una nuova linea che punta su qualità e velocità di produzione, una scommessa su cui Marchionne si gioca la sua partita americana, un’auto costruita con braccia americane, ma con cuore e gusto italiano.
Le macchine assemblate stanno per ripartire e Detroit fa festa: il nuovo Suv dell’era Marchionne metterà la prima ruota su strada a giugno e sarà realizzato da 1.700 uomini e 600 robot.
Ma, vista la grande domanda attesa per il 2011, è già pronta la seconda linea di produzione, alla quale lavoreranno altri 1.100 operai.
Il manager nato a Chieti e cresciuto in Canada si è così meritato l’ovazione degli operai dell’azienda al momento dell’annuncio e ha commentato : “Avete visto che reazione abbiamo avuto oggi? Purtroppo ciò é inimmaginabile in Italia”.
Certamente in Italia, beghe sindacali a parte, gli operai avrebbero ben pochi motivi per tributare applausi a scelte aziendali che stanno portando al taglio di 5.000 posti di lavoro e alla chiusura di impianti di produzione.
Nessuno in Italia riesce a dimenticare la privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite che Fiat ha sempre incassato dai vari governi che si sono succeduti nel dopoguerra.
Non ultimi gli incentivi sulle vendite.
Fa tristezza sapere che mentre per 5.000 famiglie italiane si preannuncia la perdita del lavoro, in mancanza di soluzioni alternative che il governo non ha ancora saputo concretizzare, vengano creati da Fiat oltre 1.000 posti di lavoro all’estero.
Saranno le regole della globalizzazione, ma è sempre un piatto difficile da digerire per il nostro Paese.
w destra di base
Rolando R.
FIAT ASSUME 1.100 OPERAI A DETROIT E NE TAGLIA 5.000 IN ITALIA
LA CHRYSLER ASSUMERA’ NUOVA MANODOPERA PER ASSEMBLARE LA JEEP GRAND CHEROKEE, SIMBOLO DELLA RINASCITA DELLA CASA AMERICANA…. MARCHIONNE OSANNATO DALLA PLATEA DELLO STABILIMENTO JEFFERSON NORTH, MENTRE IN ITALIA SI PARLA DI 5.000 ESUBERI NELL’INDIFFERENZA DEL GOVERNO
“Nemo profeta in patria” ? Certamente l’accoglienza che la platea aziendale dello stabilimento Jefferson North della Chrysler ha destinato a Sergio Marchionne, all’annuncio che la casa controllata dalla Fiat assumerà a breve 1.100 operai negli stabilimenti di Detroit, non ha paragoni con le proteste che in Italia accompagnano i tagli previsti dalla Fiat, sia in termini di impianti che di produzione.
In Italia fischi e cortei di dissenso, in Usa applausi e ovazioni.
Le maestranze Chrysler qualcosa avevano intuito, ma ora c’è la certezza: sarà assunta manodopera fresca per assemblare la nuova Jeep Grand Cherokee, icona per eccellenza, insieme alla sorella maggiore Commander, dell’american way of life.
Circondato dal management Usa, Marchionne ha promesso che ricomincerà la cavalcata per riconquistare quote di mercato.
La nuova Jeep è stata lanciata come il primo prodotto di una nuova linea che punta su qualità e velocità di produzione, una scommessa su cui Marchionne si gioca la sua partita americana, un’auto costruita con braccia americane, ma con cuore e gusto italiano.
Le macchine assemblate stanno per ripartire e Detroit fa festa: il nuovo Suv dell’era Marchionne metterà la prima ruota su strada a giugno e sarà realizzato da 1.700 uomini e 600 robot.
Ma, vista la grande domanda attesa per il 2011, è già pronta la seconda linea di produzione, alla quale lavoreranno altri 1.100 operai.
Il manager nato a Chieti e cresciuto in Canada si è così meritato l’ovazione degli operai dell’azienda al momento dell’annuncio e ha commentato : “Avete visto che reazione abbiamo avuto oggi? Purtroppo ciò é inimmaginabile in Italia”.
Certamente in Italia, beghe sindacali a parte, gli operai avrebbero ben pochi motivi per tributare applausi a scelte aziendali che stanno portando al taglio di 5.000 posti di lavoro e alla chiusura di impianti di produzione.
Nessuno in Italia riesce a dimenticare la privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite che Fiat ha sempre incassato dai vari governi che si sono succeduti nel dopoguerra.
Non ultimi gli incentivi sulle vendite.
Fa tristezza sapere che mentre per 5.000 famiglie italiane si preannuncia la perdita del lavoro, in mancanza di soluzioni alternative che il governo non ha ancora saputo concretizzare, vengano creati da Fiat oltre 1.000 posti di lavoro all’estero.
Saranno le regole della globalizzazione, ma è sempre un piatto difficile da digerire per il nostro Paese.
w destra di base
Rolando R.
SEN. COSTA:
Scuola, sui banchi da ottobre.
La Cgil perplessa, la Uil apre all'idea. La Gelmini d'accordo.
I sindacati confederali della scuola Flc Cgil e Uil scuola accolgono divisi la proposta del senatore del Pdl Giorgio Rosario Costa di iniziare dopo il 30 settembre le lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado. Costa ha presentato a palazzo Madama un disegno di legge in questo senso, raccogliendo già qualche reazione fredda da associazioni dei genitori.
grande senatore Costa!
L'orgoglio salentino a Roma.
INTERCETTAZIONI, VINCONO I FINIANI: SI RITORNA AL TESTO MORBIDO APPROVATO ALLA CAMERA
VINCE LA LINEA DI FINI ANCHE SUI TAGLI AGLI STIPENDI DEI PARLAMENTARI: SI PASSA DAI 300 EURO PROPOSTI DA TREMONTI A 1.400 EURO AL MESE PER DEPUTATI E SENATORI….I FALCHI DI BERLUSCONI E I LEGHISTI COSTRETTI ALLA RESA DI FRONTE AL PERICOLO DELL’ABBANDONO DELL’AULA AL SENATO
Giornata convulsa ieri per il mondo politico, dopo che i direttori dei principali quotidiani italiani, senza distinzione di opinione o di schieramento, hanno chiesto al centrodestra di fermare la legge sulle intercettazioni in quanto “penalizza il diritto di cronaca, impedisce di dare notizie, viola il diritto dei cittadini ad essere informati, tocca il principio della libertà di stampa, intacca gli stessi principi base della democrazia”.
Prima che il centrodestra commettesse un errore gravissimo, insistendo su una legge bavaglio che tutto è, salvo conforme ai principi liberali spesso richiamati dal governo, i finiani hanno costretto i falchi alla retromarcia: a metà pomeriggio è arrivato l’aut aut di Bocchino che invitava la maggioranza a ripristinare il testo approvato alla Camera, dove era salvaguardato il diritto di cronaca almeno “per riassunto”.
La minaccia era che almeno 12 finiani non si sarebbero presentati al voto al Senato, aprendo di fatto una crisi interna.
E alla Camera sarebbe in seguito andata anche peggio.
I punti “irrinunciabili” dei finiani erano: la possibilità di estendere le intercettazioni ai reati “connessi”, la facoltà di accedere anche alle intercettazioni ambientali, l’autorizzazione ai giornalisti di pubblicare gli atti giudiziari per riassunto, anche senza utilizzare eventuali trascrizioni.
Ora Alfano ha già scaricato sul relatore Centaro le responsabilità di aver voluto giungere al limite della rottura e di aver cambiato le carte in tavola.
Il “salva cronaca” proposto alla Camera dalla finiana Bongiorno sarebbe stato fatto sparire al Senato per colpa insomma di mano ignota.
Se non lo avessero denunciato i finiani per giorni però, mentre la marea della contestazione montava, il governo sarebbe andato avanti con queste norme vessatorie.
Il colmo della situazione venutasi a creare sta nel fatto che stavolta non c’entra nemmeno Berlusconi: fosse per lui la norma andrebbe ritirata per un semplice motivo. E’ inutile, così com’è diventata, solo un compromesso al ribasso. “L’avevo detto io: le interecettazioni si devono poter fare solo per mafia e terrorismo, e voi ci avete messo pure la corruzione, a questo punto a che serve?”.
Insomma avrebbe dovuto servire al premier, ma a questo punto è inutile e se ne può fare a meno.
Ma i finiani hanno colpito anche sulla manovra economica: mentre Tremonti avrebbe tagliato solo il 10% degli stipendi dei parlamentari e oltre la soglia di franchigia di 80.000 euro, con una riduzione di fatto di 302 euro al mese per chi ne guadagna oltre 15.000, é sceso in campo Fini in persona.
Che è successo?
In pratica Fini ha avocato a sè, in qualità di presidente della Camera, la gestione dei tagli e ha notificato le sue intenzioni: taglio del 15% non sullo stipendio base di 5.486,58 euro come volevano i furbetti, ma su 9.489 euro, compresa qundi anche la diaria.
E inoltre tagli del 10% alla retribuzione dei funzionari che superano il tetto dei 90.000 euro lordi l’anno, congelamento degli esodi anticipati, cancellazione delle baby pensioni, misure per dimezzare in tre anni la spesa per gli affitti (35,3 milioni attualmente).
Certamente si può fare anche molto di più, ma senza l’intervento dei finiani ieri sarebbe andata peggio per la libertà del nostro Paese.
Chi sostiene che una minoranza interna non serve al Pdl, ieri è stato servito.
w destra di base
Rolando R.
Il sono daccordo con Fini.
Lo stile delle classi dirigenti deve tornare a essere modello di di comportamento sociale. Perche' se i cittadini hanno la percezione che esistono varie zone di corruzione anche presso l'elite politica e amministrativa, non
dobbiamo poi stupirci se alla base della societa' si diffondono fenomeni ...di illegalita'.
TAGLIO DEI RIMBORSI ELETTORALI: DAL 50% ANNUNCIATO LI HANNO RIDOTTI NOTTETEMPO SOLO DEL 10%
LA CASTA DEI PARTITI PRIMA PROMETTE DI DIMEZZARE I RIMBORSI ELETTORALI, POI SE NE FOTTE…PRENDONO 130 MILIONI, DOVEVANO RIDURLI A 65, ALLA FINE LI HANNO TAGLIATI SOLO DI 13….ERA NELLA MANOVRA ANTI-CRISI, MA I SACRIFICI LI DEVONO SOLO FARE GLI ITALIANI
Del passo indietro compiuto dal governo, se ne sono accorti ancora in pochi e alla fine la maggioranza degli italiani non ne saprà mai nulla.
La vicenda riguarda 65 milioni di euro, esattamente la metà della somma che tutti i partiti devono ricevere come rimborso elettorale per le elezioni politiche 2008 e quelle europee 2009, ovvero 130 milioni di eurini.
In una prima versione della manovra sui conti pubblici era stata diffusa la notizia dal Governo che il piano Tremonti prevedeva il taglio del 50% della somma e la cosa aveva avuto risalto anche sui media, Tg compresi.
Nella versione finale invece, come per magia, il taglio si è ridotto al 10%, pari ad appena 13 milioni.
Come al solito, si sono venduti lo spottone, salvo poi fare retromarcia e tenersi i dobloni in cassaforte.
Anche perchè è risaputo che non di rimborsi elettorali reali si tratta, a fronte di spese certificate da fatture, ma di un rimborso forfettario che grida vendetta, risultando di almeno tre volte superiore alle spese reali, come ampiamente ammesso da molti osservatori e tecnici.
Una forma per trapassare il finanziamento ai partiti, su cui gli italiani avevano già espresso un voto referendario nettamente negativo.
Ora, di fronte a una manovra che chiede ai cittadini italiani dei notevoli sacrifici, soprattutto per alcune categorie di lavoratori, e che, in ogni caso , secondo gli esperti, costerà 400 euro a testa a ogni cittadino, non aver mantenuto la promessa di tagliare del 50% i rimborsi elettorali taroccati di cui sopra, rappresenta veramente una nota di cattivo gusto da parte della Casta. Anche perchè sono stati tutti d’accordo e non si sono certo levate voci indignate, di fronte a questa penosa retromarcia del governo.
Chi tace acconsente, dceva un vecchio adagio: ora, con quei quattrini, i partiti possono continuare a mantenere i loro portaborse
w destra di base
Rolando R.
BERLUSCONI: “NON MI FIDO PIU’ DI TREMONTI, LAVORA PER LA LEGA: VOGLIONO FARMI FUORI, DOBBIAMO FERMARLI”
“NON HA TOCCATO LE BANCHE PERCHE’ SONO SUE, NON HA TOCCATO NULLA DI SUO”….. NEL PDL SONO CONVINTI CHE TREMONTI STIA METTENDO DA PARTE I SOLDI PER IL FEDERALISMO A SPESE DEGLI ITALIANI….TREMONTI AI MINISTRI NON HA MOSTRATO NE’ TABELLE, NE’ CIFRE….I SUOI RAPPORTI CON LO IOR E LE BANCHE DEL NORD
“Spero che Silvio ora abbia capito” è stato il commento caustico del presidente della Camera, Gianfranco Fini, alle polemiche nate all’interno del Pdl circa il concetto di un “governo al traino della Lega”.
Il premier l'altro ieri si è presentato insieme a Tremonti alla conferenza stampa di presentazione della manovra solo per necessità, ma non ha affatto digerito l’aut aut imposto dal ministro sulla misure adottate.
E subito dopo ha riunito i suoi collaboratori ed ha affermato che “ormai non mi fido più di lui, si sta preparando il terreno con la Lega per succedermi. Ora basta, occorre bilanciare la coalizione, dobbiamo fermarli, ormai mi sento commissariato. Giulio non ha toccato le banche perché sono sue, non ha toccato nulla di suo”.
Cresce negli ambienti pidiellini la convinzione che Tremonti voglia conservare i soldi dei costi del federalismo e li accantoni facendoli pagare agli italiani.
I ministri sono furibondi: Tremonti non ha mostrato né tabelle, né cifre, ci si è trovati di fronte al solito fatto compiuto.
La manovra l’hanno fatta Tremonti e Bossi, solo alla fine l’ha vista anche il presidente del Consiglio: addirittura volevano chiudere il rubinetto persino a Palazzo Chigi, riducendo i poteri di Gianni Letta.
Ora forse Berlusconi comincia a capire cosa intendeva Fini per “governo appiattito sulle posizioni della Lega” e ha cercato un contatto con il presidente della Camera, ricevendo ieri Augello e Bocchino.
Ufficialmente il tema è stato quello delle intercettazioni, dove i finiani non retrocedono di un passo e vogliono che sia garantita la libertà di informazione. Ma già il fatto che il premier abbia accettato di parlare con l’odiato Bocchino, la dice lunga sul suo momento di difficoltà.
Ha proposto ai finiani una “pace blindata”, dichiarandosi disposto a trattare alle condizioni imposte da Fini.
Il presidente della Camera è sempre più forte: lo sbilanciamento a favore della Lega sta portando molti parlamentari sulle sue posizioni: pretende risposte politiche e un rinnovamento radicale dell’organigramma interno.
Quindi o la Lega viene ridimensionata e saltano i vertici del Pdl o non se ne parla neppure: e alla Camera sarà battaglia sulle intercettazioni.
Anche perchè dietro Tremonti è ormai evidente che c’è non solo la Lega, ma una cupola di poteri forti formata da alcune “intoccabili” banche del Nord e una parte della finanza cattolica, coordinata da Ettore Gotti Tedeschi, presidente del potente Ior di triste memoria.
Ora Silvio cercherà di apporre ancora qualche modifica al decreto per cercare di non perdere altri consensi, ma la protesta verso una manovra raffazzonata e iniqua non sta più montando solo nel Paese e nelle categorie produttive.
E’ entrata ormai anche a Palazzo.
Un simbolo di come siamo alla farsa lo si intravede nella soppressione di solo nove province: prima annunciata sul sito del ministero, poi in tarda serata smentita dal premier stesso e da Tremonti.
Non a caso erano tutte province del centrosud, quelle del Nord servono alla Lega per le sue clientele e non si toccano, anche se sputtanano soldi.
w destra di base
Rolando R.
Fini ha fatto pace con Berlusconi.
I colonnelli sventi...l'hanno presa nei fondelli.
ahahahahahhhhhh
PARLAMENTARI IN RIVOLTA CONTRO I TAGLI: GUADAGNANO OLTRE 15.000 EURO AL MESE, MA 1.400 EURO IN MENO SONO TROPPI
FINI AVEVA PROPOSTO DI TAGLIARE DEL 15% SIA LO STIPENDIO BASE CHE LA DIARIA, MA E’ SCOPPIATA LA RIVOLUZIONE DEI “TENGO FAMIGLIA” …. SONO SCESI A SOLO 1.000 EURO IN MENO: C’E’ CHI SOSTIENE CHE UN PARLAMENTARE DEVE MANTENERE “UN ADEGUATO TENORE DI VITA”, COMPRESI ABITI E RISTORANTI DI LIVELLO
Avevamo già accennato che, mentre Tremonti aveva provveduto a ridurre del 10% lo stipendio dei ministri e dei sottosegretari (stipendi base 5.000 e 3.000 euro da sommare ai 15.000 euro come parlamentari), che quindi si vedranno decurtare la piccola somma di 500 e 300 euro al mese, per deputati e senatori era stato il presidente della Camera ad avocare a sé il taglio da operare, comprese spese e dipendenti.
Fini aveva subito indicato il 15% di riduzione per i deputati, non solo sulla paga base di circa 5.500 euro, ma anche sulla diaria mensile di oltre 4.000 euro.
Come ha ufficializzato la sua proposta, ovvero 1.400 euro in meno al mese sugli oltre 15.000 che percepiscono i deputati, alla Camera si è scatenato l’inferno.
Chi a sostenere che non è giusto tagliare del 15% quando i ministri si tagliano solo del 10%, chi ad affermare che deve pagare un mutuo, chi ha una famiglia da mantenere.
Risultato: dopo varie giornate di mugugni e trattative sottobanco, anche nelle due Camere la percentuale è scesa al 10%, sempre sulla base imponibile voluta da Fini.
In pratica l’esborso da 1.400 euro scende a 1.000 euro.
C’è solo da sperare che la norma venga presto fissata: la sensazione è che altrimenti tra qualche giorno qualcuno proporrà un aumento, invece che una decurtazione.
O magari potrebbero aprire una sottoscrizione a sostegno della loro manifesta indigenza.
w destra di base
Rolando R.
UN CASSAINTEGRATO FIAT SOSTITUISCE LA POLVERINI ALLA SEGRETERIA GENERALE UGL
GIOVANNI CENTRELLA ELETTO ALL’UNANIMITA’ SUCCESSORE DI RENATA ALLA GUIDA DELL’UGL ….”NON SMETTERO’ MAI DI FARE L’OPERAIO”: DA 4 ANNI SEGRETARIO DEI METALMECCANICI….”VOGLIO RIPORTARE IL MEZZOGIORNO AL CENTRO DELL’AGENDA POLITICA”
E’ stato eletto all’unanimità dal Consiglio nazionale, riunito a Chianciano, come successore di Renata Polverini alla guida del sindacato Ugl.
Metalmeccanico irpino, operaio in cassa integrazione della fabbrica motori di Fiat Powertrain a Pratola Serra (Avellino), Giovanni Centrella, quarantacinque anni, era da quattro anni il segretario nazionale dell’Ugl-Metalmeccanici, impegnato da sempre in prima fila ai tavoli con Fiat.
Nel ringraziare i delegati che hanno voluto dare una indicazione unitaria, Centrella ha sottolineato: “Non smetterò mai di essere anche un operaio metalmeccanico: non sono abituato a lamentarmi, ma a lavorare, quindi assicuro e chiedo senso di responsabilità, impegno, umiltà e spirito di servizio”.
Per il nuovo leader dell’Ugl “lo sciopero generale è una soluzione estrema a cui ricorrere solo dopo aver percorso senza risultati la strada del confronto, prima bisogna fare tutto il possibile”.
E a proposito della crisi attuale, avverte di essere disponibile al confronto, ma senza dare carta bianca: “Tutti devono prendersi le responsabilità delle scelte, compreso il sindacato, ma partiamo dal fatto che il peso non deve sempre cadere su dipendenti e ceto medio. Abbiamo il compito di tutelare il reddito delle famiglie e sono indispensabili misure di sostegno al reddito e un rilancio dell’occupazione”.
Centrella è pronto ad esportare il modello del confronto su flessibilità e produttività messo in atto a Pomigliano: confrontiamoci pure su flessibilità, turni, nuovo modello del lavoro, ma se noi diamo qualcosa da un lato, non possiamo pensare che il Lingotto non dia nulla d’alltro, occorre un modello condiviso da tutte le parti sociali”.
Centrella ha poi sostenuto che sarà forte l’impegno del sindacato Ugl per riportare il Mezzogiorno al centro dell’agenza politica.
In termini di occupazione e riforme, per un Sud che diventi elemento innovatore e non ruota di scorta dei grandi sistemi produttivi del Nord.
Io spero almeno che il sindacato faccia il sindacato senza guardare in faccia nessuno.
E già sarebbe un’ottima cosa....
visto che in molte realtà, tipo Lecce, ancora siamo molto lontani da ciò....
w destra di base
Rolando R.
Roma, 31 mag. (Adnkronos/Ign) - Falsa partenza del ddl intercettazioni in aula a palazzo Madama. E' mancato il numero legale, la cui verifica era stata chiesta dalle opposizioni, e il presidente del Senato ha dovuto sospendere la seduta che è poi ripresa.
Il Pd, tramite il vice presidente vicario dei senatori Luigi Zanda, ha chiesto che il provvedimento, visti gli emendamenti presentati dalla maggioranza, venga rinviato in commissione Giustizia.
Ma su questo punto è braccio di ferro con la maggioranza. Il capogruppo centrista Gianpiero D'Alia si è unito alla richiesta del Pd, Federico Bricolo (Lega) si è opposto, così come Maurizio Gasparri per il Pdl, il quale ha ricordato che il ddl è stato "lungamente approfondito e discusso. L'Aula è sovrana ed ha il diritto di andare avanti".
TRASPORTI, FERROVIE, ACQUA, RACCOLTA RIFIUTI: IN ITALIA AUMENTI ESAGERATI RISPETTO ALLA MEDIA UE.
STUDIO CONFARTIGIANATO: TRASPORTO AEREO AUMENTO DEL 13,4% (EUROPA -0,2%), FERROVIE +11,3% (EUROPA +3,7%), POSTE +11,2% (EUROPA +2,8%)…. ASSICURAZIONI + 7,1% ( +3,6%), ACQUA POTABILE + 8% (+3,3%), RACCOLTA RIFIUTI +6% (+3,1%)
Trasporto aereo, ferroviario, servizi postali e assicurativi, acqua potabile e raccolta rifiuti: chi è nato o vive in Italia per questi servizi sborsa mediamente di più rispetto ai coinquilini della zona euro.
Da noi latita la concorrenza e i prezzi salgono.
E’ quanto emerge da uno studio di Confartigianato: a fronte di un tasso di inflazione sostanzialmente analogo (+1,6% per l’Italia, contro l’1,5% per l’area euro ad aprile 2010), il dossier registra una sensibile crescita dei prezzi di diversi servizi, con differenze notevoli rispetto all’area euro.
Per tutti valga il settore trasporti: quello aereo in Italia vede i prezzi aumentati del 13,4%, mentre nell’Eurozona sono diminuiti dello 0,2%.
Il trasporto ferroviario è cresciuto dell’11,1% contro un 3,7% europeo.
E non parliamo del servizio.
Spostandoci alle poste, qua la concorrenza proprio non esiste e pesa sul prezzo: +11,2% in Italia, contro una media europea del 2,8%, idem per le assicurazioni (+7,1% contro il +3,6%).
Vediamo gli altri servizi di pubblica utilità: per l’acqua potabile un +8% contro il +3,3%, per la raccolta dei rifiuti solidi urbani un +6% rispetto al dato europeo del +3,1%.
Non solo le famiglie, ma anche le aziende scontano il peso degli aumenti, in un contesto in cui anche i pedaggi autostradali sono cresciuti del 7%.
w destra di base
Rolando R.
FINI-BERLUSCONI, DA IERI LA RESA DEI CONTI SEMBRA PIÙ VICINA
Marcello Sorgi per La Stampa
Il ministro Alfano aveva appena annunciato, la scorsa settimana, il faticoso raggiungimento di un accordo all'interno della maggioranza sul contestato ddl sulle intercettazioni. Ma evidentemente era stato troppo ottimista. La decisione del presidente della Camera Fini di scendere in campo ieri contro il testo che il Senato sta per licenziare ha aperto uno scontro che, prima che politico, è istituzionale, e vede non solo la seconda carica dello Stato schierata contro la terza, ma anche il vicecapogruppo del Pdl, partito di cui Fini è cofondatore, che ne invoca esplicitamente le dimissioni.
Fini si è effettivamente lasciato prendere la mano, criticando il lavoro dell'altro ramo del Parlamento e accusando i senatori di rischiare di licenziare una legge irragionevole. Tra l'altro al Senato le intercettazioni sono ancora oggetto di una dura battaglia parlamentare, che potrebbe sfociare nell'ostruzionismo dell'opposizione, da cui intanto sono state presentate circa tre centinaia di emendamenti.
Il Pdl accusa il presidente della Camera di essersi piegato alle pressioni della magistratura (uno dei punti di dissenso riguarda il limite di 75 giorni come tempo massimo per l'ascolto dei telefoni degli indagati). Ed è evidente che già nelle interminabili votazioni che si svolgeranno a Palazzo Madama la possibilità di una saldatura tra l'opposizione esterna e quella interna alla maggioranza si fa concreta.
Alla Camera, poi, senza un accordo preventivo tra finiani e centrodestra, il ddl non potrà che arenarsi. Il tentativo di ottenere una serie di modifiche che suonino da smentita all'articolato che verrà dal Senato è dichiarato.
Si andrebbe in quel caso a una terza, e probabilmente a una quarta lettura del testo, con un allungamento dei tempi che porterebbe a far coincidere le intercettazioni con l'esame della manovra, e a un conseguente, probabile, accantonamento delle prime rispetto alla seconda, per evitare di mettere troppa carne al fuoco e tenere Governo e Parlamento in uno stato di continua tensione.
La reazione di Schifani a Fini è stata molto risentita. La secca richiesta del vicecapogruppo dei senatori Pdl Quagliariello al cofondatore, di scegliere tra il suo ruolo istituzionale e quello di capo corrente, lascia capire quale sia lo stato dei rapporti tra la maggioranza e la minoranza del partito, dall'interno del quale nessuna dichiarazione di solidarietà degli ex-An s'è levata in difesa dell'ex-leader. Anche se tutti fino a qualche giorno fa, parlavano di tregua, da ieri invece la resa dei conti sembra più vicina.
Non c' è alcun dubbio che questa legge-bavaglio sia stata ritagliata su misura per Berlusconi e per difendere gli interessi della cricca. Fini ed i finiani sono gli unici ragionevoli all' interno della maggioranza, ma non verranno mai ascoltati perchè nel pdl c'è troppa ipocrisia
Il più grave errore di Fini è stato quello di sciogliere An.
Nel Pdl tutti i suoi colonelli
si sono venduti al miglior offerente,Berlusconi.
Tutti questi ex colonnelli finiani,personaggi davvero opachi,sanno benisimo che in caso di elezioni anticipate non sarebbero mai rieletti.Per questo motivo sostengono le più assurde e bieche proposte del loro Padrone. Fini ed i pochi altri fedelissimi si dovrebbero opporre apertamente al Padrone e riconquistare quel poco di dignità che rimane loro.
Oggi,in vista della legge bavaglo,sarebbe il momento giusto di non appoggiare il manipolo dei manigoldi.Per far questo ci vuol coraggio,quel coraggio che pochi uomini,cosidetti politici,hanno.
A COSA SERVE LA LEGGE SULLE INTERCETTAZIONI? A BLOCCARE I PROCESSI IN CORSO SULLA CRICCA?
HA RAGIONE FINI A VOLERLA RIVEDERE: PDL E LEGA VOGLIONO COPRIRE I CORROTTI? … DALLA CAMERA ERA USCITA UN’ALTRA VERSIONE, AL SENATO HANNO DI NUOVO CAMBIATO LE CARTE IN TAVOLA…
Di fronte alle osservazioni che il presidente della Camera, Gianfranco Fini, aveva espresso ieri in merito alla legge sulle intercettazioni all’esame del Senato, il presidente Schifani ha ritenuto di rispondere che lui non si era mai permesso di interferire sui lavori della Camera.
A stretto giro Fini aveva ribadito: “nessuna interferenza, rivendico il mio ruolo politico all’interno del Pdl”.
Cosa aveva detto Fini di così pericoloso?
Che la norma transitoria secondo cui la nuova legge può essere applicata in modo retroattivo anche sui procedimenti in corso è in contrasto con la ragionevolezza e che il termine perentorio di 75 giorni, scaduti i quali non si può più intercettare un sospettato, rischia di favorire i criminali.
Invitando quindi i parlamentari tutti a una nuova riflessione nel merito.
Sentire avanzare critiche da chi ha sfasciato, insieme con Alfano, il Pdl siciliano, fa sorridere.
Qua si tratta di entrare nel merito di una “legge bavaglio” che partendo da una corretta esigenza di evitare le fughe di notizie, attraverso la pubblicazione di intercettazioni che evidenziano talvolta vicende personali irrilevanti ai fini dell’inchiesta, è via via diventata una legge illiberale.
Una legge che rischia di bloccare inchieste per mafia, come denunciato dai magistrati e dalle forze dell’ordine.
Fini fa bene a criticare e a tutelare i diritti dei cittadini a conoscere la verità: intanto qualcuno dovrebbe spiegarci perchè la legge è uscita dalla Commissione giustizia della Camera con una norma transitoria che diceva: “la legge non si applica ai processi in corso”, mentre quella del Senato blocca tutte le intercettazioni e quindi le inchieste in atto.
Permettendo quindi a Di Pietro di sostenere che “favoriscono la cricca” dei Balducci e degli Anenome.
Con Berlusconi che poi sbotta: “se continuate ad ammorbidire questa legge, tanto vale ritirarla; con dentro la corruzione, non serve più a nessuno”. Sarebbe onesto a questo punto che Pdl e Lega dicessero chiaro e tondo a chi doveva servire questa legge bavaglio, così finisce la recita.
Secondo i maggiorenti di corte del Pdl, le parole di Fini di ieri “hanno aperto un grosso problema politico”: o si trova un’intesa o si rompe per sempre. Falchi e colombe si scontrano, chi dice di lasciare la legge così al Senato e aspettare che sia la Camera a sacrificare una norma che “non realizza più lo scopo di fermare le inchieste sugli appalti”.
Qualcuno vuole salvare i corrotti? Lo dica chiaramente.
L’ordine di scuderia è stato quello di utilizzare la legge sugli ascolti per rendere inoffensive le intercettazioni sugli appalti?
Bene, qualcuno allora ci metta una bella firma sotto, così gli elettori sapranno regolarsi di conseguenza.
Cosa sostengono i finiani? Che la norma transitoria è improponibile, è incostituzionale e incide sui procedimenti in corso, che occorre far tornare le intercettazioni ambientali al regime precedente e che è necessario tipicizzare i reati collegati alla mafia come usura, estorsione e traffico illecito di rifiuti.
Osservazioni nel merito di buon senso, ma che nel Pdl suscitano convulsioni. Ma se qualcuno vive in preda ad attacchi isterici, si ricordi che è stato eletto per rappresentare il popolo di centrodestra, non per favorire i
furbetti senza scrupoli.
w destra di base
Rolando R.
GRAZIE FINI.
Sei l'ultimo baluardo di legalità e di ragionevolezza in quel mare di farabutti tutti pronti a strisciare per salvare il loro capo. Noi cittadini non possiamo far altro che guardare e sperare. Ma l'aria sta cambiando
e forse ci possiamo ancora salavare
Provinciali Sardegna 2010: crollo verticale del PdL, PD primo partito
Si sono profilati nelle ultime ore i risultati elettorali delle Amministrative 2010 in Sardegna, dove si è votato per il rinnovo delle 8 province e di 176 comuni.
Il dato più sconfortante è l’affluenza alle urne, calata del 12% rispetto a cinque anni fa, testimonianza di un rifiuto generale verso la politica, ormai disinteressata ai problemi del Paese.
Per quanto riguarda i dati ufficiali c'è stata la vittoria del centrosinistra in 3 province: Carbonia-Iglesias con Salvatore Cherchi (PD), Medio-Campidano con Fulvio Tocco (PD) e la grossa provincia di Sassari, con Alessandra Giudici In Fogu (PD).
I nostri "capi nazionali" sarebbe bene che cominciassero a preoccuparsi.
BERTOLASO, PRIMA DI ANDARSENE, FA ASSUMERE 178 COLLABORATORI
BLITZ ALLA PROTEZIONE CIVILE: POCO PRIMA DELL’ADDIO, MENTRE TREMONTI PREDICA IL CONTENIMENTO DELLA SPESA PUBBLICA, BERTOLASO ASSUME 165 NUOVE FIGURE NON DIRIGENZIALI E 13 DIRIGENTI….IN 15 GIORNI EMANAZIONE CIRCOLARE E SCADENZA DOMANDE….TRA I CANDIDATI DIRIGENTI SI PARLA DI FAMILIARI DI POLITICI
Mentre Tremonti, con la nuova finanziaria, dà ampie sforbiciate alla pubblica amministrazione e Guido Bertolaso si appresta al passo d’addio, sostituito a breve dal prefetto Franco Gabrielli, alla Protezione civile la crisi non si sente: è scattata due giorni fa infatti una infornata straordinaria di nuove assunzioni a tempo di record.
La circolare, buttata giù in tutta fretta, è datata 28 maggio e prevede l’assunzione senza concorso di ben 165 figure non dirigenziali, in gran parte reclutati tra chi oggi è sotto contratto a tempo determinato e tra chi proviene da altre amministrazioni pubbliche.
Ma è prevista anche l’assunzione di 13 dirigenti da collocare nei posti strategici.
Cosa abbastanza atipica: la presentazione delle domande scade il 15 giugno, in pratica vanno portate al volo, favorendo di fatto chi ne è a conoscenza ed evitando che lo possano sapere in troppi, diciamo “riservata agli addetti ai lavori”.
Dopo una prima scrematura, a tambur battente colloqui orali e graduatoria. Peccato che proprio in questi giorni, tra gli articoli cardine del programma di Giulio Tremonti, vi sia quello del “contenimento delle spese in materia di pubblico impiego” e il ridimensionamento del raggio d’azione della Protezione civile ai soli casi da fronteggiare con poteri straordinari, per gravi situazioni di rischio per l’integrità della vita (esclusi i grandi eventi, per capirci).
Sembrano insomma assunzioni fatte di corsa per evitare i futuri tagli e garantire la sicurezza del posto a qualcuno.
Ufficialmente deriverebbero dalla necessità di “fronteggiare le crescenti richieste d’intervento in tutti i contesti di competenza, anche in relazione a iniziative per la tutela del patrimonio culturale”.
Il sospetto di molti è che Bertolaso, prima di lasciare, abbia voluto, con un colpo di mano, ottenere una corsia privilegiata per l’assunzione dei suoi collaboratori, molti in Protezione civile per una fitta rete di conoscenze e amicizie.
C’è chi sostiene che tra i candidati vi siano anche dirigenti familiari di politici importanti e funzionari che hanno ottenuto la dirigenza a tempo di record, appena un mese dopo la laurea.
Insomma un’operazione tipica da prima e seconda Repubblica in cui chi lascia prima provvede a sistemare i suoi fedelissimi nella burocrazia ben remunerata dello Stato.
Ma non erano queste le cose che ci avevano promesso di tagliare?
w destra di base
Rolando R.
il governo Berlusconi sembra già vecchio, come una fotografia ingiallita. E il Pdl sembra un pezzo di antiquariato. Non lo dico per “riaprire la ferita”, che è invece il giochino preferito di alcuni amici di partito. Siamo in una fase di ricomposizione che vogliamo incoraggiare e non minare.
La verità è che Gianfranco Fini aveva fiutato il terremoto e aveva cercato di lanciare avvertimenti al suo partito. Pagando prezzi pesantissimi in termini politici e anche personali. Prezzi ingiusti.
Il clima politico non solo nel nostro Paese, ma in Europa e nel mondo stava cambiando drammaticamente. E’ già cambiato. Almeno oggi prendiamone atto. Certo con serenità e senza disturbare la rotta di avvicinamento tra i due cofondatori del Pdl.
Non serve dare ragione a Fini, ma è assolutamente necessario fare tesoro delle sue indicazioni e trarne le conseguenze. Non basta più, come Fini disse nell’ultima Direzione nazionale,
"rimodulare il programma di governo in base a ciò che si può fare”.
La politica corre, il consenso cade, il governo sembra un vascello di altri tempi, del tutto inadeguato a solcare gli oceani della tempesta globale e dello stesso mare nostrum della politica quotidiana.
Il Pdl è ancora peggio: non sembra vivo ma sopravvissuto. Non è nemmeno necessario spiegare perché. Tutti lo sanno e la pietas impedisce di dilungarsi. Berlusconi lo ha compreso. Ne vorrebbe uscire. Ne può uscire. Come? Con un altro governo, un Berlusconi-bis diverso rispetto a quello precedente per squadra, programma e finalità. E mettendo subito mano al partito, spingendolo verso un congresso di cambiamento radicale, nella forma, nella governance, nei compiti. Per vincere le sfide dinanzi a noi. E la competizione con la Lega che in asse con Tremonti, ogni giorno di più egemonizza il centrodestra e ipoteca la Repubblica.
E' tempo che il Presidente del Consiglio e il Presidente della Camera che hanno costruito insieme il Popolo della Libertà ritrovino la capacità del progetto comune.
(tratto comunicato dell'on. Carmelo Briguglio)
è uno scandalo!
Il ministro Maroni doveva presiedare la parata di ieri
e poi... tutti gli altri ministri assenti dove erano??
sono rimasto molto male non vedendoli.
Io porto da oltre vent'anni una divisa e devo però contatare che questo governo non ha il giusto rispetto per le nostre forze Armate.
Gli americani sono diversi.......
SACRIFICI FARSA: IL TAGLIO DEL 10% TOCCHERA’ SOLO 2 MINISTRI SU 23 E IL RISPARMIO DELLA CASTA SARA’ DI 72.000 EURO
SVELATO L’INGANNO: I TAGLI SBANDIERATI RIGUARDANO SOLO MINISTRI E SOTTOSEGRETARI “NON PARLAMENTARI”: IN TOTALE 2 MINISTRI (GALAN E LETTA) E 7 SOTTOSEGRETARI…IN COMPENSO I DOCENTI PERDERANNO DA 1.000 A 3.000EURO, 400.000 ITALIANI ANDRANNO IN PENSIONE RITARDATA E ARRIVERA’ IL CONDONO EDILIZIO.
Ancora due sere fa, a Ballarò, il ministro Tremonti sbandierava come fiore all’occhiello della sua manovra il fatto di aver voluto dare un “segnale forte” agli italiani di fronte alla cirsi economica: “Chiediamo sacrifici a voi, ma noi per primi ci siamo decurtati lo stipendio del 10%”.
Quel “noi” era riferito, per vulgata comune, alla Casta politica, composta da ministri, sottosegretari, deputati e senatori.
Peccato che le cose non siano così, come si può verificare leggendo il testo del decreto: in primo luogo, e qui molti media lo hanno riportato, il taglio ai parlamentari è stato rinviato a una deliberazione specifica di Camera e Senato e quindi non fa parte della manovra.
In pratica saranno deputati e senatori a decidere, con comodo, di quanto ridursi lo stipendio.
A una prima ipotesi, proposta da Fini, di una riduzione del 15% su stipendio base e diaria (ovvero su base 10.000 euro), si è già passati a un 10%, col rischio che più se ne discute e meno sarà l’aliquota da applicare.
Poi ci è stato detto che sono stati invece tagliati subito del 10% gli appannaggi di ministri e sottosegretari: leggetevi il testo e capirete l’inganno. Intanto il taglio del 10% scatterà dal 1 gennaio 2011, in secondo luogo riguarderà solo ministri e sottosegretari “non parlamentari”, ovvero che non sommano le due cariche.
In concreto riguarderà solo 2 ministri su 23, precisamente Letta e Galan.
E solo 7 sottosegretari...
per un totale di introti complessivi pari alla misera somma di 72.000 euro.
I sacrifici che faranno gli uomini e le donne del governo ammontano cioè a meno dello stipendio di un solo parlamentare.
Una vergogna.
In compenso nei prossimi due anni andranno in pensione più tardi 300.000 lavoratori dipendenti e 90.000 autonomi e da questi sacrifici lo Stato ricaverà 6 miliardi di euro.
Quelli previsti dalle pensioni di invalidità saranno di 460 milioni.
Il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici sarà bloccato per 4 anni, fino al 2014, inchiodando la busta paga ai livelli del 2010, quando ancora sono da rinnovare i contratti del 2009.
Ciò avrà effetti pesantissimi anche sulle pensioni e sulle liquidazioni future: per gli insegnanti si parla, ad es., di tagli reali calcolati tra i 1.000 e i 3.000 euro l’anno.
Ma queste misure colpiranno anche agenti di polizia, dipendenti di basso livello, famiglie a monoreddito che già non sanno come tirare avanti.
Con un emendamento ad hoc che qualche deputato tirerà fuori al momento opportuno si arriverà anche al condono edilizio,
mentre i pedaggi autostradali aumenteranno dal 1 luglio.
E il segnale forte che il governo avrebbe dovuto dare, magari con un reale taglio del 50% al ceto politico?
Ce lo hanno venduto come spot in tv, come se fossimo su... “Scherzi a parte” .
vergogna!!!!!!!!!!!!!!
w destra di base
Rolando R.
Ragazzi, gli eventi stanno sorpassando pensieri e desideri.
Silvio è irrimediabilmente bollito e non governa più la situazione politica,
solo uno scatto di reni con ampio repulisti potrà salvare Silvio e la legislatura cioè un nuovo governo, nuovo programma e magari nuova maggioranza , prima che il titanic si inabissi
Perciò Silvio deve essere commissariato.
Alessandro D.
W Francesca Schiavone.
Prima italiana a conquistare la finale di un torneo di tennis importantissimo come il Roland Garros...
Vai Francesca, sei l'orgoglio di tutti noi!
E tutta l'Italia è con te...
nella finale della tua vita!
W SCHIAVONE!
W L'ITALIA!
Sul ddl intercettazioni, Berlusconi alla fine ha dovuto cedere a Fini. Altrimenti sa bene che il governo non andrà avanti.
...che figuraccia...
Intercettazioni: trovata intesa con finiani e Pd
Schifani media per un testo condiviso: il pm potrà prorogare di 48 ore in 48 ore le intercettazioni oltre il limite dei 75 giorni, e disporne di nuove anche dopo la scadenza del tempo limite. Possibili le intercettazioni ambientali anche in assenza di flagranza di reato. Resta il divieto di mettere cimici nei "luoghi privati"
INTERCETTAZIONI: FINI VINCE PER KO TECNICO, IL GOVERNO FA RETROMARCIA
SI POTRA’ INTERCETTARE PER PIU’ DI 75 GIORNI, I PROCESSI IN CORSO SONO SALVI, NIENTE PIU’ RETROATTIVITA’….ACCANTONATO IL PROGETTO DI AMPLIARE I LIMITI DEL SEGRETO DI STATO, SI POTRANNO USARE LE CIMICI LADDOVE NECESSARIO…IL BRACCIO DI FERRO HA VISTO LA VITTORIA DEI FINIANI
Al termine della discussione che stava portando il Pdl sull’orlo del baratro, ovvero della spaccatura definitiva tra maggioranza e opposizione interna, sul tema delle intercettazioni, le truppe finiane portano a casa la vittoria.
L’80% delle richieste di modifica del decreto da loro avanzate sono state accolte: prima della presentazione al Senato, entro martedi saranno predisposti degli appositi emendamenti che di fatto cambieranno il testo fin qui annunciato.
Il termine di 75 giorni per le intercettazioni sarà ampiamente prorogabile, la norma transitoria non comporterà né l’automatica ricusazione del pm, né l’invalidamento degli atti compiuti fino a quel momento: in pratica viene meno la retroattività che avrebbe favorito ad es. la cricca del G8.
Inoltre l’emendamendo che ampliava i limiti del segreto di Stato sui colloqui telefonici degli agenti segreti sarà accantonato.
Si potranno usare le cimici ovunque si possano acquisire elementi utili per l’indagine.
Dopo le insistenze dei finiani e del Quirinale si specificherà che il decreto non si applicherà ai processi in corso e si chiarirà che “tutti gli atti compiuti fino a quel momento sono validi”.
Vi sono poi altri due passi indietro sui processi in Tv e sull’allontanamento dei pm sospettati di una fuga di notizie.
Una delle parti del processo potrà negare l’autorizzazione alle riprese, na l’ultima parola spetterà al presidente della Corte.
Il pm denunciato lascerà il processo solo se a deciderlo sarà il capo del’Ufficio, senza automatismi.
Una vittoria a tutto campo dei finiani che sottolineano: “Se ci avessero dato retta da subito, invece che fare la guerra alla Bongiorno quando il ddl era alla Camera, questo testo sarebbe già pronto da due anni. Ci hanno fatto la guerra e hanno perso, non solo nel merito, ma anche nel metodo”.
I falchi del Pdl, quando Ghedini ha illustrato le modifiche decise alla Consulta per la giustizia del partito, sono insorti: “Questo è un cedimento totale alle richieste di Fini”, mentre Ghedini si è difeso parlando di “modifiche procedurali”.
In realtà il cedimento a Fini ha una semplice spiegazione: Berlusconi coi i suoi fidati collaboratori ha spuntato per ore, uno a uno, i nomi dei deputati e senatori fedeli a Fini.
Quando ha dovuto prendere atto che, nonostante le pressioni, sono oltre 40 gli irriducibili ( 30 solo alla Camera), ha capito che la legge non sarebbe mai passata.
Anche perchè Fini stavolta sarebbe andato fino in fondo per una semplice ragione: il 70% degli italiani sulle intercettazioni la pensa come lui.
Per il premier sarebbe stato un suicidio politico.
w destra di base
Rolando R.
ma fitto dov'è andato a finire?
A raccogliere quelli di IO SUD
Raga'...a quanto pare stanno scappando tutti da IO SUD.....e vanno in tutte le direzioni!!!!!!!
LA CARRIERA DEI POLITICI: LI MANTENIAMO IN MEDIA PER 25 ANNI, DI CUI 12 IN PARLAMENTO
UN INTERESSANTE STUDIO DEL PROF. VERZICHELLI: ENTRANO IN PARLAMENTO A 40-50 ANNI E RIMANGONO CON CARICHE POLITICHE FINO A 65 ANNI…LA MEDIA DI PERMANENZA ALLA CAMERA E’ DI 12 ANNI, POI PROSEGUONO SPESSO IN REGIONI E COMUNI…IL CETO POLITICO E’ INVECCHIATO RISPETTO ALLA PRIMA REPUBBLICA
Rinnovamento della classe dirigente, questo sconosciuto: è quanto emerge dal libro “Vivere di politica, come (non) cambiano le carriere politiche in Italia”, pubblicato da Il Mulino e scritto da Luca Verzichelli, docente di Analisi delle Politiche pubbliche all’università di Siena.
Lo studio prende in esame il complesso delle carriere, considerando tutti gli incarichi di un certo rilievo che gli uomini di partito possono rivestire, da quelli locali a quelli nazionali, passando da comuni, province, regioni fino a raggiungere il Parlamento.
Spiega l’autore che “facendo una proiezione grossolana, la tendenza è ad entrare alla Camera o al Senato tra i 40 e in 50 anni e rimanere nel giro politico almeno fino ai 65 anni”.
In pratica i membri della Casta li manteniamo in media 25 anni, alla faccia del rinnovamento.
Solo limitatamente al Parlamento “nel complesso, la carriera politica ha una durata simile a quella della prima Repubblica: considerando coloro che escono non per scelta propria, ma per mancata ricandidatura o per mancata rielezione, la media complessiva di durata è di 2,3 mandati”.
Tradotto in anni, si parla di 12 in media.
Se qualche cambiamento è avvenuto, rispetto al passato, non è certo in meglio: “Non solo non si è ringiovanito il ceto politico, ma anzi si mostra oggi più anziano”.
Significativo che l’eta media dei deputati è di circa 50 anni, quella dei senatori di 55 anni.
Sicuramente, nel ceto politico, c’è invece più mobilità e interscambio: “nella prima Repubblica le carriere erano lineari e unidirezionali (dalla carica locale al Parlamento ed eventualmente al governo). Oggi si entra e si esce dal Parlamento con maggiore frequenza, preferendo altre cariche diventate più importanti (Comune, Regione ecc.) e questo genera anche problemi di compatibilità tra vari tipi di incarico”.
Lo studio osserva infine come sia frequente il passaggio da una Camera all’altra: “oggi quasi il 20% dei parlamentari confermati tende a passare da un ramo all’altro del parlamento”.
Diciamo che i politici sono sempre più bamboccioni: preferiscono farsi mantenere fino a tarda età, perfettamente in linea con le nuove tendenze familiari che emergono nella società italiana.
w destra di base
Rolando R.
LA LEGGE SULLE INTERCETTAZIONI ALLA FINE PIACERA’ SOLO AI DELINQUENTI
PUR CON LE MODIFICHE IMPOSTE DAI FINIANI CHE HANNO EVITATO IL PEGGIO, LA LEGGE NON HA SENSO…
SI COLPISCONO LE INDAGINI, LA MAGISTRATURA, LA POLIZIA E LA STAMPA PER TUTELARE LA SOLITA CASTA
Berlusconi la voleva ancora più repressiva, Fini più morbida, oltre il 60% degli italiani più volte ha fatto capire nei sondaggi che non la vuole affatto.
Alla fine è uscito un compromesso che, grazie ai finiani, evita il peggio, come il principio di retroattività che avrebbe azzerato tutte le intercettazioni pregresse sulla cricca dei lavori del G8, come la deroga al termine improrogabile dei 75 giorni oltre i quali non si poteva più intercettare.
Ma restano troppi punti oscuri e un principio generale inaccettabile.
Tra i primi, il pericolo di bloccare indagini pesanti di mafia, attraverso i limiti ai reati correlati, il divieto di intercettare in casa del sospettato, il ridicolo tour de force che le procure dovranno mettere in atto per ottenere proroghe ogni 72 ore, con gran incasinamento burocratico, le intercettazioni ambientali concesse per soli tre giorni, le sanzioni eccessive contro giornalisti ed editori.
Il principio generale che ritengo inaccettabile è invece che di questa legge siano sosdisfatti solo i delinquenti, mentre tutte le persone oneste e gli operatori del settore protestino.
Qualcosa vorrà evidentemente dire.
L’opinione pubblica ha captato che dietro questa norma c’è l’interesse a bloccare la pubblicazione imminente di altre intercettazioni sulla cricca del G8, nessuno si beve la storiella della privacy.
Sono le misure che andrebbero varate in parlamento e che il cittadino comune reclama...
Anche perchè a chi non ha nulla da nascondere cosa volete che gliene freghi di essere ascoltato o meno al telefono.
Preferirebbe certamente che fossero le sue esigenze a venir ascoltate e a trovare risposta da parte di chi ci governa...
w destra di base
Rolando R.
BERLUSCONI CONTRO TREMONTI: “FINI AL CONFRONTO E’ UN GALANTUOMO”
“MI HA DELUSO: SI PRESENTA IN EUROPA COME SE IL CAPO FOSSE LUI, VUOL FARMI CADERE, MA NON FINIRA’ COSI’”….IL PREMIER NON SI FIDA PIU’ DI NESSUNO… SIAMO SICURI CHE ALLA CAMERA IL DECRETO PASSERA’ COSI’?
Tanto per cambiare ieri mattina il Governo è finito sotto alla Camera su due emendamenti presentati dal Pd, relativi alla governance della Sanità: assenti ben 75 deputati del Pdl e 11 della Lega, tra dormiglioni, latitanti e “missionari” permanenti.
Contemporaneamente al Senato va in onda la sceneggiata sull’ennesimo voto di fiducia relativo alle intercettazioni, tra bavagli, urla, espulsioni.
Ormai i lavori parlamentari appartengono alla epopea del Far West, tra agguati, prove di forza, imboscate, proclami, sfide: fa specie che chi conta in teoria su più pistoleri, alla fine finisca spesso impallinato dai disertori.
Il “dietro le quinte” spesso rivela profonde spaccature tra parenti serpenti e presunti amici pronti a colpire alle spalle.
Significativo lo sfogo del premier che ieri è sbottato con un esponente del Pdl, a proposito di Tremonti: “Ormai lo considero un nemico, al confronto Fini è un galantuomo: ha fatto una manovra regressiva, facendomi perdere la faccia davanti agli italiani. Si presenta in Europa come se il Capo fosse lui, mi ha deluso, non mi vuole dare ascolto. Vuol farmi cadere, ma non finirà così, qualcuno dovrà pagare”.
Per il premier, Tremonti vuole accelerare, dietro le quinte, la sua caduta per arrivare a un governo tecnico.
Stranamente questa volta la sua analisi collima con quanto Gianfranco Fini ha sostenuto un paio di sere fa a una cena di Farefuturo: “Lui crede che sia io a organizzare complotti alle sue spalle, ma si sbaglia di grosso, sono altri a farlo”. Fini ritiene che dietro Tremonti ci sia la Lega che ha cercato di far saltare il banco: “questa manovra è stata scritta da Tremonti, Bossi e Calderoli: Silvio l’ha solo subita”.
E mentre Napolitano valuta la costituzionalità dei decreti e Silvio sostiene “non riesco a fare nulla in questo governo, sembra che siano tutti premier”, le truppe pidielline al momento del voto spesso si sciolgono come neve al sole.
Che anche i peones si siano rotti di questo clima?
Fa sorridere, in questo contesto, il concetto di “testo blindato” sulle intercettazioni anche per la Camera, quando ancora ieri il finiano Granata parlava di altre cinque modifiche necessarie.
Qualcuno pensa davvero che alla Camera non succederà più nulla?
Ne vedremo ancora delle belle tra chi preferisce agire con vigorose sciabolate alle spalle e chi, come Fini, gioca a viso aperto a colpi di fioretto.
w destra di base
Rolando R.
La poli ha definitivamente rotto con il pdl.
Ha fatto bene.
E noi...quando?
Adriano....svegliamoci!!!!!
Gianni Miccoli
Adriano, ho espresso più volte il mio pensiero nei confronti del pdl.
Tu non hai avuto il mio voto alle regionali perchènon ti sei staccato dal pdl..
io non voterò mai questo partito. Tu sostieni che alcune cose del pdl non ti piacciono, ma stai sempre lì a fare che?
...numero e basta.
Questi pensano solo ai cavoli loro, si fanno le leggi ad personam, e pr loro non c’è bisogno di “fare politica” con le idee.
Il pdl è una cloaca schifosa di pupi e pupari.
dove il portavoce uffiale è uno che per anni è stato nella sinistra più oscena...quella radicale.
che schifo.................
LA MOLTIPLICAZIONE DELLE POLTRONE DELLA CASTA: COME CI SI E’ ARRIVATI DAL DOPOGUERRA AD OGGI
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI BOLZANO GUADAGNA PIU’ DI OBAMA: DAL PARLAMENTO ALLE REGIONI, AI PICCOLI COMUNI, DECENNI DI CRESCITA PROGRESSIVA DI STIPENDI, POLTRONE, SEGRETERIE, PORTABORSE…DALLA SICILIA ALLE CIRCOSCRIZIONI: UN FIUME DI DENARO INARRESTABILE CHE TUTTO CORROMPE
Sono centinaia di migliaia i lavoratori dell’azienza “partitocrazia” italica, comprendendo anche quel “livello industriale” che si usa definire indotto.
Non vi sono solo i protagonisti, coloro che appaiono nelle Tv nazionali o locali a rappresentare schieramenti e interessi, lobbie e territori, categorie e partiti, ma anche una diffusa e poco appariscente rete di personaggi “collegati”.
In Italia gradualmente i vari Consigli hanno copiato le Camere, le Giunte si sono ispirate ai Ministeri: nei decenni, nelle regioni e negli enti locali si è moltiplicata la casta politica e amministrativa.
All’alba delle Repubblica cominciò la Regione siciliana, memore dell’antico Parlamento normanno: chiamò Governo la Giunta, Parlamento il Consiglio regionale, onorevoli i consiglieri regionali.
E ancora in Sicilia ecco sorgere il Consiglio di presidenza, i Gruppi parlamentari, le commissioni, l’appannaggio parificato al Senato, l’assegno votalizio per gli ex.
Dopo poco tempo tutte le altre Regioni gli andarono dietro: segreterie particolari, uffici doppi per Giunta e Consiglio, dotazioni di strutture, sedi, personale, auto, privilegi.
La capitale non era da meno: i vantaggi riconosciuti ai Gruppi parlamentari portarono a istituire Gruppi di deputati o senatori ben inferiori al minimo regolamentare fissato in 20 e 10.
Si arrivò persino a 4 deputati e 5 senatori, imitati a quel punto anche dai Consigli regionali dove vi fu un proliferare persino dei monogruppi e della indennità per il capogruppo.
Non sono rimasti immuni neanche Province e Comuni: da un unico Presidente per Consiglio e Giunta, dai soli assessori effettivi e supplenti, si sono moltiplicati anche qui Gruppi, Commissioni, dotazioni e consiglieri, fino alla scissione delle Presidenze negli anni ‘90.
E insieme si assiste al dilatarsi delle prebende: gettoni di presenza per le sedute di Consiglio, di Commissione, dei Capigruppo, indennità per presidenti, vice, segretari.
Anche nei Consigli di circoscrizione, inizialmente a base volontaria, sono stati fissati stipendi e concesse aspettative lavorative.
Nei Comuni si è creata la figura del direttore generale, doppione del segratario e personaggio di fiducia del sindaco, il quale a sua volta ha ampliato la antica Segreteria in segreteria particolare, ufficio stampa, portavoce e ufficio di gabinetto.
La politica è divenuta sempre più un’attività lavorativa e una fonte di guadagno e sempre meno una tribuna di confronto di idee e di valori.
E quando sentiamo parlare di promesse di tagli, limiti e divieti, sarebbe da chiedersi come mai non hanno iniziato dal Presidente della Provincia autonoma di Bolzano che è retribuito più del presidente americano Obama. Uno scandalo che ci ha portato sulle pagine della stampa internazionale e che dimostra che tra il dire e il fare c’è sempre in Italia di mezzo il mare “nostrum”.
Quel vergognoso coacervo di interessi bipartisan che andrebbero spazzati via più col lanciafiamme che con un maquillage soft.
w destra di base
Rolando R.
LA MOLTIPLICAZIONE DELLE POLTRONE DELLA CASTA: COME CI SI E’ ARRIVATI DAL DOPOGUERRA AD OGGI
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI BOLZANO GUADAGNA PIU’ DI OBAMA: DAL PARLAMENTO ALLE REGIONI, AI PICCOLI COMUNI, DECENNI DI CRESCITA PROGRESSIVA DI STIPENDI, POLTRONE, SEGRETERIE, PORTABORSE…DALLA SICILIA ALLE CIRCOSCRIZIONI: UN FIUME DI DENARO INARRESTABILE CHE TUTTO CORROMPE
Sono centinaia di migliaia i lavoratori dell’azienza “partitocrazia” italica, comprendendo anche quel “livello industriale” che si usa definire indotto.
Non vi sono solo i protagonisti, coloro che appaiono nelle Tv nazionali o locali a rappresentare schieramenti e interessi, lobbie e territori, categorie e partiti, ma anche una diffusa e poco appariscente rete di personaggi “collegati”.
In Italia gradualmente i vari Consigli hanno copiato le Camere, le Giunte si sono ispirate ai Ministeri: nei decenni, nelle regioni e negli enti locali si è moltiplicata la casta politica e amministrativa.
All’alba delle Repubblica cominciò la Regione siciliana, memore dell’antico Parlamento normanno: chiamò Governo la Giunta, Parlamento il Consiglio regionale, onorevoli i consiglieri regionali.
E ancora in Sicilia ecco sorgere il Consiglio di presidenza, i Gruppi parlamentari, le commissioni, l’appannaggio parificato al Senato, l’assegno votalizio per gli ex.
Dopo poco tempo tutte le altre Regioni gli andarono dietro: segreterie particolari, uffici doppi per Giunta e Consiglio, dotazioni di strutture, sedi, personale, auto, privilegi.
La capitale non era da meno: i vantaggi riconosciuti ai Gruppi parlamentari portarono a istituire Gruppi di deputati o senatori ben inferiori al minimo regolamentare fissato in 20 e 10.
Si arrivò persino a 4 deputati e 5 senatori, imitati a quel punto anche dai Consigli regionali dove vi fu un proliferare persino dei monogruppi e della indennità per il capogruppo.
Non sono rimasti immuni neanche Province e Comuni: da un unico Presidente per Consiglio e Giunta, dai soli assessori effettivi e supplenti, si sono moltiplicati anche qui Gruppi, Commissioni, dotazioni e consiglieri, fino alla scissione delle Presidenze negli anni ‘90.
E insieme si assiste al dilatarsi delle prebende: gettoni di presenza per le sedute di Consiglio, di Commissione, dei Capigruppo, indennità per presidenti, vice, segretari.
Anche nei Consigli di circoscrizione, inizialmente a base volontaria, sono stati fissati stipendi e concesse aspettative lavorative.
Nei Comuni si è creata la figura del direttore generale, doppione del segratario e personaggio di fiducia del sindaco, il quale a sua volta ha ampliato la antica Segreteria in segreteria particolare, ufficio stampa, portavoce e ufficio di gabinetto.
La politica è divenuta sempre più un’attività lavorativa e una fonte di guadagno e sempre meno una tribuna di confronto di idee e di valori.
E quando sentiamo parlare di promesse di tagli, limiti e divieti, sarebbe da chiedersi come mai non hanno iniziato dal Presidente della Provincia autonoma di Bolzano che è retribuito più del presidente americano Obama. Uno scandalo che ci ha portato sulle pagine della stampa internazionale e che dimostra che tra il dire e il fare c’è sempre in Italia di mezzo il mare “nostrum”.
Quel vergognoso coacervo di interessi bipartisan che andrebbero spazzati via più col lanciafiamme che con un maquillage soft.
w destra di base
Rolando R.
"Perché dobbiamo correre tanto prima delle vacanze estive, come se ci fosse qualche nemico da combattere?". Così ha parlato il presidente della Camera Gianfranco Fini che pur ribadendo la necessità di una legge che regoli "un eccesso" che c'è stato, ha ribadito la necessità di approfondire il confronto.
"Ne stiamo discutendo da oltre due anni - ha proseguito - se ne può discutere ancora un po'.
Intercettazioni.....
è questo il vero problema in Italia...le intercettazioni...
nn il debito pubblico, o la crisi del lavoro e lo stato sociale a pezzi....
LE INTERCETTAZIONI.....
Ma andate..........a.............
IN BELGIO VINCONO GLI AUTONOMISTI CHE DELLA LEGA DICONO: “SONO DEI FANFARONI, NON VOGLIAMO AVERCI A CHE FARE”
LA “NUOVA ALLEANZA FIAMMINGA” CHE HA VINTO AL NORD DEL PAESE RESPINGE I COMPLIMENTI DI BORGHEZIO E SALVINI: “NON SIAMO UNA DESTRA SEPARATISTA, RAZZISTA E XENOFOBA, SIAMO PIU’ VICINI A DI PIETRO…” “L’IMMIGRAZIONE VA FERMATA, MA CHI E’ DENTRO IL PAESE DEVE AVERE GLI STESSI DIRITTI”
Cercano sempre di appropriarsi delle vittorie altrui, ponendole ad esempio della validità delle proprie tesi e a testimonianza di quanto esse stiano facendo breccia in Europa, ma anche questa volta gli è andata male.
Appena gli autonomisti del N-VA hanno vinto le elezioni al nord del Belgio, abitato dai fiamminghi, la intellighentia leghista, composta da Borghezio, Salvini e Speroni, si era precipitata a congratularsi, cercando di mettere il cappello sulla vittoria.
La risposta del leader della “Nuova Alleanza Fiamminga”, Bart de Wever, non si è fatta attendere: “Quelli della Lega sono dei fannulloni, noi siamo dei moderati, con la Lega non abbiamo nulla a che fare, loro sono legati agli estremisti del Vlaams Belang”.
L’N-VA non è la destra razzista, separatista e xenofoba che pur esiste nelle Fiandre, ma che è stata sconfitta alle elezioni.
In realtà le elezioni in Belgio le hanno vinte gli autonomisti al Nord e i socialisti al Sud.
Il nord è il piccolo regno federale dove abitano i fiamminghi che hanno una lingua, una storia, una cultura diversa dai valloni che abitano al sud.
Da una parte chi parla francese, dall’altra una lingua simile all’olandese.
In Belgio non esistono partiti nazionali, ma solo regionali, come sono tali anche le televisioni, le scuole, i giornali.
Gli autonomisti della “Nuova Alleanza Fiamminga” non hanno nulla a che fare con la Lega italiana, mentre i socialisti valloni sono dei normali socialisti europei. Non a caso al Parlamento europeo la Nuova Alleanza e la Lega non sono neanche nello stesso gruppo parlamentare.
Denny Pieters, professore dell’università di Lovanio e neosenatore, ribadisce la grande distanza dalla Lega e dichiara che il partito italiano più vicino è l’Idv di Di Pietro: “abbiamo messo in lista candidati di ogni etnia: bisogna fermare l’immigrazione clandestina, ma chi è gia dentro il nostro Paese deve avere i diritti che gli spettano, non può essere maltrattato”.
E aggiunge: “siamo democratici e vogliamo cambiare il Paese in profondità: non siamo di sinistra, ma abbiamo politiche sociali più forti della sinistra, non siamo di destra e la politica sull’immigrazione lo dimostra”.
Questi autonomisti vogliono che lo Stato da federale diventi confederale, senza rivoluzione e strappi.
Quanto alle alleanze per governare, guardano con interesse a una intesa con i socialisti.
L’unica cosa certa è che la patetica appropriazione indebita leghista è stata respinta al mittente.
Vi sono Paesi dove non ci vende ai razzisti per salvarsi da due processi personali...
w destra di base
Rolando R.
LIBERTA’ D’IMPRESA CON MENO REGOLE: LA NUOVA ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA
PER DISTOGLIERE L’ATTENZIONE DALLA CRISI, DAGLI SCANDALI E DALLE INTERCETTAZIONI, IL GOVERNO SI INVENTA UNA MODIFICA DELA COSTITUZIONE NON NECESSARIA PER POTER APRIRE UNA SEMPLICE ATTIVITA’…SI FACEVA PRIMA AD ELIMINARE LE NORME OBSOLETE E VESSATORIE DELLA BUROCRAZIA…IL PERICOLO SUI VINCOLI URBANISTICI
Oggi arriva all’esame del governo la “rivoluzione liberale” per le imprese: per aprire un’attività basterà la “responsabilità personale”.
E’ quanto prevede il primo dei quattro commi in cui si articola il ddl costituzionale portato in Consiglio dei Ministri in pompa magna.
“Bisogna superare le troppe regole e scaricare una parte della zavorra”, si legge nella presentazione del testo.
Per evitare le lungaggini burocratiche, in pratica, prima uno potrà aprire una attività e solo in seguito verrà sottoposto ai controlli previsti delle “carte un regole”.
Per fare questo, il governo ritiene necessario dover modificare gli articoli 41 e 118 della Costituzione.
In pratica la proposta avrà la forma di due testi distinti: un disegno di legge ordinario sulla segnalazione di inizio attività, e un disegno di legge costituzionale.
Si tratta ovviamente dell’inizio dell’iter di un progetto che non sta dietro l’angolo, per capirci.
Fa discutere poi il risvolto urbanistico previsto: “lo Stato e gli Enti locali avranno sei mesi di tempo per adeguare le normative, in modo che le restrizioni del diritto di iniziativa economica siano limitate allo stretto necessario”, concetto vago che fa però venire i brividi a chi si occupa di tutela del paesaggio e che teme un colpo di mano mascherato ai vincoli urbanistici.
Partiamo dalla condivisione concettuale dello spirito dell’iniziativa: è cosa nota, risaputa e denunciata che, rispetto alle norme vigenti all’estero, avviare in Italia un’iniziativa economica è impresa defatigante per la quantità di ostacoli burocratici, lacci e laccioli che la legislazione ordinaria ha sedimentato nel tempo.
Ma emergono diverse domande.
In primo luogo, perchè una norma del genere non è stata messa in atto due anni fa, nel momento in cui il centrodestra ha iniziato a governare?
In secondo luogo, che senso ha “consentire” di aprire una attività, rinviando a dopo la verifica delle 100 carte (molte inutili) necessarie?
Non cambia molto per il neo-imprenditore, visto che 100 erano e 100 sono rimaste.
Non era meglio azzerare le 100 carte e richiedere solo le 10 necessarie?
In terzo luogo, fa sorridere la scelta del momento: in piena crisi economica e con sistema bancario che non concede crediti, chi è il folle che va ad iniziare un’attività?
O forse il momento scelto è da mettere in riferimento alla esigenza di estarre un’arma di distrazione di massa per far dimenticare ai cittadini scandali, crisi e bavagli alla stampa?
Quarto elemento: leggi e regolamenti obsoleti possono essere abrogati o modificati con semplici procedure, senza bisogno di scomodare la Costutuzione che non c’entra un bel nulla.
Si è scelta una strada in salita quando si poteva percorrere un tranquillo e pianeggiante litorale.
Forse per far abituare l’elettore all’esigenza che la Costituzione va cambiata anche su altri temi?
Ultima domanda: se vogliamo davvero, in buona fede, incentivare la libertà d’impresa, è più opportuno e stimolante concedere un veloce via libera iniziale a chi vuole cimentarsi o non sarebbe preferibile diminuire la pressione fiscale sull’utile che il “coraggioso” un domani potrebbe produrre?
Nella risposta a queste perplessità forse sta la differenza tra un provvedimento serio e un semplice spot.
Uno dei tanti a cui il governo ci ha abituato....
w destra di base
Rolando R.
Nel governo Berlusconi c'è un
ministro in più:
Brancher al Federalismo
Dopo avere sbeffeggiato e condannato il precedente governo Prodi, per l'alto numero di ministri e sottosegretari di cui era costituito, l'attuale esecutivo lo sta ampiamente imitando.
Con i suoi (non tanto pubblicizzati) 12 sottosegretari alla presidenza del consiglio, con l'istituzione di nuovi ministeri (turismo, sanità, federalismo, ecc.) e di ulteriori sottosegretari e vice ministri (alcuni impediti solo da vicende giudiziarie vedi il mai nato ministero per la protezione civile); con tali ed altre iniziative l'attuale governo sta raggiungendo, numericamente parlando, il tanto vituperato è deriso governo Prodi.
Alla faccia della coerenza e della capacità di fare, senza sprechi, quello che non era stato fatto in precedenza. Non mi pare, però, che ci siano stati grossi miglioramenti anzi.........
Voi che ne dite?
Questo governo formato da piu' del 50% da lombardi e veneti stanno saccheggiando l'italia sotto il comando del reuccio e nessuno li ferma. I governanti del sud da alfano a fitto si accontentano come al solito delle briciole senza fare gli interessi ne' della loro terra ne' dell'italia tutta.
Brutta giornata ,quella di ieri ,per le persone oneste.Brancher ministro : penso che la politica italiana abbia toccato il fondo. Ghedini chiede gli ispettori a Milano : il pm lo ha disturbato; vuole interrogarlo:ma chi si crede di essere? Negli USA,definito paese democratico e civile per eccellenza,hanno fucilato un uomo ,come nel secolo scorso. E' civile uccidere un uomo dopo averlo tenuto per vent'anni nella cella della morte? Perchè continuare a chiamare civile un paese che si macchia di simili infamie? E'stata veramente una brutta giornata,ma domani ,forse,sarà peggio.
ECCO SERVITO AGLI ITALIANI un ministro per il federalismo addirittura coinvolto in tangentopoli.-mentre il governo stà per scaricare sugli italiani il costo di una finanziaria in parte conseguenza di una politica economica sbagliata
la storia ci dice che questi extra ministeri non hanno prodotto mai nulla di interessante.
sono serviti ad accontentare qualche partito della coalizione di governo
e intanto noi italiani ne paghiamo le tristi conseguenze.....
Povera Italiaaaaaaaaaaa
Diventa sempre più urgente
togliere il titolo di "onorevole" ai parlamentari. Non tutti lo meritano. Per alcuni sono ben altri i titoli che meritano.
In realtà appare eccessivo anche quello di "parlamentare", dato che in Parlamento non discutono di nulla e le decisioni si prendono fuori di esso.
FINI ROMPE IL GIOCATTOLINO A BOSSI, REDUCE DALLA SECESSIONE DEGLI OMBRELLI
CHE LA PADANIA NON ESISTA LO CONFERMA ANCHE LA SOCIETA’ GEOGRAFICA ITALIANA: QUINDICI NORD DIVERSI SENZA UN CONFINE CHIARO, DOMINA IL LOCALISMO…BASTA UN PO’ DI PIOGGIA A PONTIDA E LE TRUPPE SECESSIONISTE STANNO A CASA O APRONO GLI OMBRELLI: I RIVOLUZIONARI DELLA DOMENICA SONO PIU’ ABITUATI AGLI OMBRELLONI DA SPIAGGIA E AD ENTRARE NELLE FONDAZIONI BANCARIE
Fini parla al convegno “Patriottismo repubblicano e Unità d’Italia” e coglie l’occasione per togliersi apparentemente qualche sassolino dalla scarpa: “La Padania? Non esiste, non è mai esistita, è solo un’invenzione propagandistica-lessicale, le differenze sono enormi, anche per quanto riguarda il dialetto. Non è in discussione l’unità del Paese, ma rischia di affievolirsi la coesione nazionale. Non si può continuare a leggere queste sortite goliardiche, occorre contrastarle in modo netto...L’italianità non può diventare una semplice operazione museale”.
Quanto al federalismo dice che ” il titolo V va riscritto in modo da stabilire con chiarezza di chi sono le competenze, tra Stato e Regione, ed eliminare quelle condivise”.
Conclude sostenendo che “il bipolarismo è fallito perchè non è stato in grado di fare le riforme e la gente non ci crede più″.
Che la Padania non esista e non sia mai esistita, lo dice anche una fonte scientifica insospettabile, la Società geografica italiana che, nel suo ultimo rapporto, ha bocciato l’esistenza di una identità padana.
Secondo i ricercatori “di Nord ne abbiamo contati una quindicina: aree, territori, sistemi quanto mai diversi tra loro, figurarsi parlare di Stato padano, non potrebbe mai esistere. Gente più avvezza agli ombrelloni delle spiagge di Jesolo o a entrare col gettone di presenza nelle fondazioni bancarie che alla secessione.
Ecco perchè Fini ha scelto il momento di crisi della Lega per dire cose “di destra”, forte dell’ultimo sondaggio riservato che, in caso si presentasse da solo, anche fuori dal Pdl, gli dà secco un 7% nazionale, con ampio margine di miglioramento se scende sul territorio.
Con punte notevoli al Sud.
Senza Fini, Berlusconi e Bossi devono scendere dal tram, ma deciderà Fini quale sarà l’ultima fermata idonea.
w destra di base
Rolando R.
TUTTI CONTRO ADRIANA. IL PDL CHIUDE I POSSIBILI ACCORDI
Il Pdl contro la Poli Bortone, che critica Lega e governo sulle politiche del mezzogiorno. Coro unanime nel centrodestra, che difende l’operato di Fitto: “Il dialogo con Io Sud si conclude qui”
il sen.Cosimo Gallo, coordinatore provinciale del Pdl dice di Adriana Poli Bortone:
“Alle elezioni provinciali di Lecce Adriana Poli Bortone si è candidata in alternativa al centrodestra e al ballottaggio Io Sud ha sostanzialmente appoggiato il centrosinistra; al Comune di Casarano Io Sud governa con il Pd; a Galatina alle ultime elezioni non si sono alleati col centrodestra; a Nardò hanno una pseudo alleanza con la sinistra; alla Provincia di Brindisi governano col centrosinistra; alle ultime regionali, come tutti sanno, Adriana Poli Bortone si è candidata contro il centrodestra. La politica dei due e dei tre forni non è per noi. Io Sud e Adriana Poli Bortone ancora oggi dicono di volere un accordo con il centrodestra mentre la Senatrice continua fino a pochi minuti fa a sparare palle di cannone contro il Governo Berlusconi”.
condivido
Il neo ministro Brancher chiede il legittimo impedimento
È accusato di appropriazione indebita nel processo Antonveneta. Depositata un'istanza per ottenere la sospensione fino al 7 ottobre per organizzare il nuovo ministero. Critiche dal Pd ma anche da Generazione Italia: "Questa vicenda non è un bel vedere
fini a luglio voterà la sfiducia al governo, è scritto su affari italiani, votiamo compatti lega d'azione maridionale, per il sud no a polibortone e buccoliero, forza cito.
HO NOTATO CHE NON PARLATE PIU' DI GENERAZIONE ITALIA.
BENE.
AVEVO PENSATO CHE ANCHE VOI STAVATE PER DIVENTARE COMPLICI DELLO SFASCIO DEL PDL E DELL’ ITALIA.
A proposito della vicenda Brancher siamo sicuri che il Presidente della Repubblica non potesse opporsi alla nomina? ricordiamoci che che il nuovo ministro,a parte i precedenti, è da tempo sotto inchiesta per appropiazione indebita e che nessuno ancora sa quali siano le deleghe assegnate. Non era quindi prevedibile che la nomina avesse lo scopo di aggirare l’inchiesta della magistratura servendosi del legittimo impedimento da poco introdotto? Di fronte a queste evidenze si capisce bene perchè Berlusconi aveva interessi a volere Brancher ninistro del niente (Caligola docet), la stessa cosa non si può dire di Napolitano che soltanto ora manifesta il suo disappunto, mostrandosi sorpreso e offeso per essere stato preso in giro. Perchè, a seguito dei fatti, non chiede a Berlusconi di far dimettere Brancher che per eludere il fattaccio dà la colpa agli italiani che invece di prendersela con la squadra per il fallimento ai mondiali se la con lui e di chiudere questa squallida vicenda che gli stessi supporters berlusconiani hanno aborrito?
Posta un commento