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mercoledì 18 agosto 2010

Destra di Base: la vera destra nel Pdl.


Per troppi anni la destra sociale nel nostro Paese è stata solo enunciata, mai vissuta con corenza.
Scandali e corruzione, interessi e lobbie, mancanza di etica politica e di senso dello Stato, interessi e leggi ad personam non sono mai appartenuti e mai apparterranno al comune sentire del popolo di destra.

Destra è legalità, socialità, senso delle Istituzioni, rispetto di magistratura e forze dell’ordine, etica politica, lotta alla casta, solidarietà sociale, unità del Paese, amore per la propria nazione e per le proprie radici culturali, meritocrazia vera, lotta alla corruzione.

Destra di Base quando nacque nel 2006,ai tempi di An, si assunse il compito di custodire e rappresentare tutto ciò in un partito che era fortemente attirato verso il “centro” inteso come “luogo non luogo” della politica dove in nome della convenienza personale o familiare si potevano vedere o fare cose sino ad allora impensabili per un militante “di destra” sociale e comunitaria.
La nuova legge elettorale aveva spostato drasticamente il centro dell’azione politica dei nostri parlamentari dal consenso popolare e territoriale alla benevolenza del leader nazionale di turno che aveva il potere di formare le liste e decidere la rielezione o l’elezione di chiunque.
I militanti dunque, la base elettorale, i circoli e i dirigenti locali, sono stati subito degradati a semplici accessori-esecutori, buoni solo a riempire sedie nei convegni, a portare bandiere nei cortei( sempre più rari) e a fare il loro dovere andando a votare il candidato scelto da altri.
Con l’avvento del Pdl poi, per la destra italiana è arrivata la vera fine più volte annunciata ma inesorabilmente accettata sempre in nome dell’interesse personale o familiare di qualcuno.
In un partito-contenitore, senza regole e senza luoghi, dove qualsiasi rospo-lecchino toccato in testa dal potente giusto poteva diventare principe-eletto, persino a parlamentare, alla faccia della militanza e della meritocrazia, la destra sociale dell’etica politica militante ben presto è stata di fatto estromessa da ogni centro decisionale e da ogni ruolo istituzionale serio e rappresentativo.
Noi di Destra di Base abbiamo lottato con tutte le nostre forze per impedire che ciò accadesse, come è poi accaduto, anche nel salento, ma prima l’abbandono di An della sen. Poli, e poi la totale mancanza di carattere e di determinazione di chi ha rappresentato sinora la destra nel Pdl ha reso ogni nostro sforzo praticamente inutile.
Oggi a questo quadro desolante si aggiunge una nuova idea politica, un nuovo movimento di centrodestra: Futuro e Libertà, con un vecchio e conosciuto leader nazionale: Gianfranco Fini.
Destra di Base, pur guardando sempre con grande interesse ogni novità che può generare confronto e partecipazione nell’ambito politico del Pdl e del centrodestra dove anche noi siamo collocati, non può però condividere per ora il progetto politico di questa nuova formazione finiana.
Innanzitutto perché non sappiamo ancora, in realtà, cosa e chi rappresenta, quali valori e quali interessi; poi non abbiamo ancora ben chiaro quali programmi politici,organizzativi culturali abbia e come intende muoversi sul territorio.

Per ora ci sembra che più che rappresentare la nostra cara vecchia amata destra nel Pdl questa nuova formazione politica si stia preoccupando principalmente di raccogliere e rappresentare tutti gli antiberlusconiani del nostro partito..
Non stare con Fini però non vuol significare che Destra di Base, che ormai è una realtà regionale, sia schierata con Berlusconi o a livello locale con Fitto e Mantovano.
Noi abbiamo come riferimento le idee e i valori, non le persone.

Non ci interessa far una battaglia per una persona, ma per delle idee e dei valori.

Come abbiamo sempre fatto nella nostra vita, pagando di persona.

Destra di Base è una associazione politica di ex aennini che hanno già ampiamente dimostrato di essere uomini e donne libere che pensano al futuro e alla libertà del nostro Paese e a tutelare e rappresentare gli interessi del territorio in cui vivono.
Le battaglie che Destra di Base combatte, le affronta sempre non perchè si è certi di vincerle, ma perchè ce lo impone la nostra coscienza.

A destra si sta così, coerenti con le proprie e idee e sempre in azione per il bene del nostro popolo, difendendo non i privilegi, ma i più deboli, non i corrotti, ma gli onesti.

E la battaglia per la salute pubblica e per la salvaguardia del territorio che il coordinatore regionale di Destra di Base, dr. Adriano Napoli combatte da solo da oltre cinque anni nel salento, contro i pericoli di inquinamento ambientale legati alla presenza a Seclì di una multinazionale del nord che tratta sostanze fortemente cancerogene e contro alcuni nostri cattivi amministratori locali che quando si parla di inquinamento da sostanze chimiche e di ecomafia...fanno finta di non vedere e sentire....né è la prova più lampante.
La Destra è dignità, solidarietà sociale, difesa dell’ambiente e del territorio, senso di responsabilità ma è soprattutto decoro istituzionale e non ha paura di affrontare le proprie battaglie anche contro le potenti multinazionali o contro le mafie, quando è in gioco la salute e il futuro della propria gente, dei propri figli.
La dignità politica, culturale e territoriale non è in vendita, almeno per noi.
Per questo Destra di Base continuerà a rappresentare per proprio conto i propri valori e cercherà di radicarsi sempre di più sul territorio per dare alla nostra gente, ai nostri militanti, un punto di riferimento sicuro per chi è di destra o la pensa come noi e non si sente adeguatamente rappresentato da nessun altro.
Le iscrizioni sono aperte ancora sino al 30 novembre 2010.

Il direttivo provinciale DDB


..........................

38 commenti:

Anonimo ha detto...

BERLUSCONI HA TRADITO L’ELETTORATO PDL: ORA TOLGA IL DISTURBO PER IL BENE DEL PAESE
CON IL LODO MONDADORI PAGHERA’ PER TASSE EVASE SOLO 8,6 MILIONI INVECE CHE 173, CON IL PROCESSO BREVE NON VUOLE NEANCHE ANDARE IN TRIBUNALE: ERANO NEL PROGRAMMA DEL PDL ANCHE QUESTE LEGGI?… LO SCARICANO ANCHE GLI INDUSTRIALI E LA CHIESA: LA PAURA DELLE ELEZIONI LE HA SOLO LUI, NON CERTO UNA DESTRA VERA

La dimostrazione di cosa intenda questo governo per democrazia la si è avuta nelle ultime settimane: attacchi, ricatti, minacce, killeraggio mediatico. Chiunque non stenda il tappeto rosso all’incedere del sovrano e del suo instabile e arrancante giullare leghista viene sottoposto a pressioni indebite se non ad anatemi e accuse mediatiche.
Abbiamo visto i “pedalini della Libertà” attaccare il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in fase preventiva: o Berlusconi forever o elezioni è il grido di battaglia.
Squallidi figuri che un tempo inneggiavano al “boia chi molla” della rivolta popolare di Reggio Calabria hanno mutato negli anni, per un piatto di lenticchie, quel motto in “boia chi molla la poltrona”.
Da mesi parlano di riforma della giustizia, ma le sole leggi che vengono votate sono quelle ad personam per evitare ciò che fa un comune cittadino di fronte a un’accusa: presentarsi in tribunale e difendersi, per dimostrare la propria innocenza.
A maggior ragione un “uomo di destra” che è uso affrontare gli avversari a viso aperto e guardandoli negli occhi, non scappando per vergognose scorciatoie.
Siamo arrivati ad approvare una legge salva-Mondadori che permetterà alla casa editrice di proprietà della famiglia del premier di sanare con 8,6 milioni una multa per evasione fiscale del 1991 pari a 173 milioni, tutt’ora in contestazione.
Siamo giunti al controllo quasi completo dei Tg, con la Rai asservita al potere, notizie censurate o presentate in modo ambiguo.
Un governo con ministri e sottosegretari inquisiti per gravi reati corruttivi e contiguità con associazioni segrete o mafiosi nulla ha a che spartire con una destra che rispetta le istituzioni, la magistratura e le forze dell’ordine.
E’ questo l’esempio che un governo di destra sa dare al Paese?
E mentre persino Confindustria e la Chiesa criticano il governo, da parte del sultano e della sua corte di miracolati mai una autocritica, mai un esame di coscienza, mai una analisi dei propri errori.
Solo arroganza e presunzione.
Forza pedalini della Libertà e finti guerrieri celtici, andiamo a votare, ma prima togliete i vostri culi dalle poltrone della informazione, del sottogoverno, dei servizi segreti, dai ministeri da dove curate le vostre clientele.
E prima rifacciamo una legge elettorale che tuteli le minoranze e la democrazia.
Poi vediamo come riuscireste con un 40% scarso di voti a governare l’Italia.
O avete forse paura?
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

Ha detto Cossiga di Fini: “ i Vescovi italiani hanno fatto bene a tirargli le orecchie. Ormai Fini è pronto, tra virgolette, a farsi circoncidere, a chiamarsi Fratello Maggiore ed iscriversi anche all’ Associazione Partigiani di Italia.

Anonimo ha detto...

ROMA (19 agosto) - Se Gianfranco Fini lasciasse la presidenza della Camera, bloccherebbe la corsa verso le elezioni anticipate. A dirlo questa notte a Calalzo, durante la cena di compleanno del ministro dell'Economia Giulio Tremonti nel ristorante dell'hotel Ferrovia, è stato il leader della Lega Nord Umberto Bossi. «Se si dimette fa bella figura e blocca la corsa alle elezioni - afferma Bossi - che adesso sembra inevitabile. È un mio ragionamento, lo dico da abbastanza esperto di politica. Lo dico -sottolinea- perchè poi la gente poi ci pensa». Se Fini lasciasse la presidenza della Camera, «si recupererebbe lui e farebbe una gran bella figura» e inoltre «toglierebbe argomenti a Berlusconi»

Anonimo ha detto...

Bossi: "Voto anticipato entro inizio dicembre"

Il Senatùr: "Urne a fine di novembre, primi di dicembre.

Ormai la macchina corre verso le elezioni. Solo le dimissioni di Fini potrebbero fermare questa corsa". Il Pd: "Urgente convocare le Camere"

Eventuali elezioni dovranno tenersi "il prima possibile". Umberto Bossi ipotizza: "Fine di novembre, primi di dicembre". Parlando con i giornalisti a Calalzo di Cadore, Bossi ha detto: "Col presidente vediamo se una soluzione si trova. Prima si fa... Così non è possibile andare avanti. Ormai la macchina sta correndo verso le elezioni". Per Bossi, "serve qualche gesto importante che la blocchi. Le dimissioni di Fini sarebbero un gesto fondamentale - ha ripetuto - per fermare questa corsa".

seeeeeeeeeeeee
figuriamoci se Fini si dimette.......

Anonimo ha detto...

La procura di Perugia sta indagando sulla situazione finanziaria di Elisabetta Tulliani.

Ne da notizia il numero in edicola domani di Panorama, che sarebbe in grado di dimostrare l’apertura di un “modulo 45″ a carico della compagna del presidente della Camera, “quello che contiene notizie che potrebbero tramutarsi in ipotesi di reato, con conseguenti iscrizioni sul registro degli indagati“.


DA GAUCCI A TULLIANI

Alla base dell’iniziativa giudiziaria ci sarebbero le rivelazioni di Luciano Gaucci, già compagno della Tulliani e patron del Perugia calcio, indagato per bancarotta fraudolenta in seguito al fallimento della squadra di calcio. Gaucci avrebbe sostenuto di aver intestato in via “fiduciaria” molti suoi beni all’ex compagna. “Se la procura di Perugia”, avrebbe detto Gaucci, “ritiene illecito il mio patrimonio e lo ha sequestrato, perche’ non fa la stessa cosa anche con i beni che ho affidato alla mia ex compagna? O, almeno, perche’ non le chiede di dimostrare l’origine della sua ricchezza?”.

Anonimo ha detto...

A TUTTI I FINIANI:

Sul sito dagospia sono elencate tutte le visure sulle propietà immobiliari del Gruppo Tulliani....

Anonimo ha detto...

dagonews
Ahò, tutti con lo stesso vizio immobiliare quelli di "Futuro e Libertà". Mejo, "Futuro e Locazione". Dopo il tormentone Tulliani-Fini, ora si apre la botola per il vice ministro per lo Sviluppo Economico Adolfo Urso. Il demiurgo di Fare Futuro sarà gentile ospite della Procura a Roma per fornire alcune delucidazioni riguardo la vicenda legata all'acquisto del suo prestigioso attico a ponte Cavour.

La convocazione è prevista per i primi giorni di settembre nell'ambito di un filone d'inchiesta sulle case dei potenti.

Anonimo ha detto...

Le dimissioni di Fini da Presidente della Camera sarebbero il toccasana per evitare il ricorso alle urne da più parti invocate ormai.
Se così fosse,Fini avrebbe tutto il tempo da dedicare alla organizzazione della sua nuova forza politica.
auguri

ANGELO ha detto...

domani sapremo l’esito della riunione del PDL.
già dalla settimana prossima si potrebbe ricominciare a parlare di politica.
nel bene o nel male, sarà interessante.
Destra di BASE MI PIACE SEMPRE DI PIù.

Anonimo ha detto...

D'Addario denuncia: "Io aggredita dall'ex di Carolina Marconi"
Abito di raso nero e tacchi alti, l'escort si è presentata in stato di choc alla questura di Lecce. Ha detto di essere stata trattenuta in una villa. Il presunto aggressore è l'imprenditore Salvatore De Lorenzis, ex consorte della star del Grande Fratello
Alla fine del riquadro di spiegazione ne sarà proposta anche la traduzione in inglese, ripresa dal lemmario Italiano-Inglese del Ragazzini 2010.

Lecce, 19 agosto 2010 - Brutta avventura per Patrizia D’Addario, la escort barese 43enne che ha raccontato di aver passato una notte a Palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi. La donna si è presentata ieri sera, verso le 22, nella questura di Lecce chiedendo aiuto e rivelando di essere stata aggredita e trattenuta, per in periodo di tempo che non ha saputo precisare, in una villa del leccese dove si trovava per motivi di lavoro. La D'Addario, che era in un abito di raso nero e tacchi alti, ha detto di aver raggiunto la questura a bordo di un’auto guidata da un uomo del quale ha detto di non conoscere il nome.

La persona denunciata dalla escort per presunti abusi sessuali è l’imprenditore salentino Salvatore De Lorenzis, secondo quanto ha scoperto l’emittente locale Telerama che lo ha intervistato. De Lorenzis ha negato e replicato: è falso , io sono una vittima come Berlusconi...

fràcelestino ha detto...

Caos tra i finiani: ormai si dissociano a vicenda

Non è mai stato così duro l’attacco, così veementi le accuse, quasi rabbiose, totali le critiche, da avversari inferociti. Il periodico on line di Farefuturo, la fondazione che fa capo a Gianfranco Fini, ieri ha oltrepassato i confini del linguaggio sarcastico e ha puntato con una furia straordinaria direttamente contro il premier: il «berlusconismo», proclama il fondo del «foglio» finiano on-line, coincide «con il dossieraggio e con i ricatti, con la menzogna che diventa strumento per attaccare l’avversario e distruggerlo». Un torrente di parole impetuose che ha travolto persino il nuovo gruppo parlamentare di Fini: anche Italo Bocchino, in serata, si è dissociato dall’affondo contro Berlusconi.

BRANCA BRANCA BRANCA....
FINON ...FINON ... FINON....

la redazione del blog ha detto...

La redazione manda un saluto a Renato Torelli che è lontano dal Salento e ci manca.

Anonimo ha detto...

NESSUNA RIAPPACIFICAZIONE
MA I MODERATI HANNO FERMATO L'ITALIA.

Sono ridotte proprio a ZERO le possibilità di una riappacificazione tra Berlusconi e Fini. Un po’ perché tra i due la rottura umana e politica è ormai insanabile, un po’ perché il Cavaliere non ha alcuna intenzione - ha spiegato nelle conversazioni private di questi giorni - di «fare la fine di Prodi» lasciandosi cuocere a fuoco lento dal presidente della Camera.
Ed è con questo spirito che il premier avrebbe affidato a Gianni Letta un mandato chiaro in vista del faccia a faccia che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio avrebbe avuto di lì a poche ore con l’ex leader di An: nessun margine, ormai siamo allo stato di pre-Dichiarazione di Guerra.
Un concetto che ieri mattina, pur facendosi forte di tutta le sue capacità di mediazione, Letta ha riportato a Fini durante un colloquio a quattr’occhi durato circa una ventina di minuti. Un incontro che si è svolto in una saletta riservata del Gemelli dopo che i due - insieme a Napolitano e Schifani - avevano reso omaggio alla salma di Cossiga.
D’altra parte, sul punto Berlusconi è chiaro da giorni con qualunque interlocutore. Se in pubblico preferisce non proferire parola, in privato non lascia margini: Fini si deve dimettere, non tanto per la questione di Montecarlo che resta comunque un’enormità, quanto perché ha «tradito» il mandato degli elettori e ora lavora solo a indebolire il governo, cercando strizzatine d'occhio dall'opposizione
Tanto che pure chi nel corso della giornata ha occasione di sentire il presidente della Camera si guarda bene dall’accreditare aperture o spiragli. «Incontro interlocutorio, resta tutto fermo», è il resoconto del faccia a faccia che danno i finiani.
E con Letta l’ex leader di An sarebbe stato molto duro: «Chi spara sulle istituzioni danneggia il Paese». Insomma, il fatto che Berlusconi arrivi alla camera ardente a metà pomeriggio - ben sicuro di non incrociare l’ex leader di An - non deve certo essere un caso. Da oggi,dunque, il Cavaliere Azzurro si dedicherà a studiare la «battaglia dei numeri» che si prepara per settembre, certamente dopo il 9 e 10 quando è atteso a Mosca da Putin e Medvedev.

Anonimo ha detto...

Cari amici, se così Vi posso chiamare, qui non si tratta di destra o di sinistra, sempre i soliti 1000 sono al potere, in una posizione o nell'altra.
Di fatto a noi questo potrebbe anche non riguardare, basta che ci sia economia e da lavorare per tutti.
Ideali? Politica Etica? Caro Adrinao se parli e credi sempre in queste cose non meravigliarti se sarai sempre solo.
Anche se io ti stimo.
ciao



lorenzo68

Anonimo ha detto...

Pdl-finiani, nessuna tregua.

Bossi: Si corre verso le urne - Il cavaliere: Non voglio una verifica permanente.

al voto

al voto

al voto

Anonimo ha detto...

Fare futuro: sì, ma quale?

Gli annunci di un nuovo partito. Il passaggio da una destra non-berlusconiana a una anti-berlusconiana. Le scuse – con vergogna – per l’appoggio a Berlusconi, alle sue leggi ad personam e al conflitto d’interesse. Fino alle ipotesi di dossieraggio, di ricorso ai “manganellatori” del Giornale e ai servizi segreti, che avrebbero spiato e pedinato diversi finiani per conto del Premier. Tutti segnali piuttosto indicativi: le “tregue” di cui si sente tanto parlare in questi giorni non sono altro che tattica, un tentativo di addossare la colpa della imminente crisi di governo alla parte avversa. Così da avere ancora una faccia da presentare all’elettorato che, si sa, ha memoria bimestrale.

Se questa classe politica, per quanto insincera, ha ancora un residuo di dignità non ci sarà nessuna riconciliazione tra PDL e FLI. Del resto, Berlusconi e Bossi l’hanno capito benissimo, come dimostrato dal fatto che da qualche giorno hanno iniziato a fare il tiro al bersaglio su Napolitano, invocando la fine della democrazia e il colpo di Stato qualora si mettesse di traverso all’opzione più gradita, le elezioni anticipate. Da cui il duo non ha niente da perdere: una campagna elettorale incentrata sul tradimento della “sovranità popolare” e ripetuta come un mantra dai megafoni dei giornali e telegiornali amici difficilmente potrà fallire. Soprattutto quando dall’opposizione non giungono segnali di vita. E quando i “traditori” non si sa per cosa tradiscano.

Lasciando da parte gli “ideali” – di cui difficile si accorgano dopo quindici anni di convivenza – la vera ragione del futuro successo berlusconiano alle urne potrebbe risiedere proprio nella incomprensibilità della strategia finiana. Perché i finiani hanno rotto con Berlusconi, e perché lo hanno fatto ora?
Chi ha capito dove vuole andare a parare Fini?
E soprattuttto ...con chi????

Anonimo ha detto...

I BERLUSCONES
Roma, 20 agosto 2010 - ll vertice del Pdl ha approvato "un documento di 10 pagine che riflette le volontà della maggioranza per l'azione di governo prossimo venturo". E' quanto dichiarato dal premier Silvio Berlusconi in conferenza stampa a Palazzo Grazioli al termine del vertice, durato sei ore, del Pdl sulla verifica di Governo. Cinque i punti programmatici su cui verrà chiesta la fiducia al Parlamento: federalismo, sicurezza, piano per il Sud, fisco e giustizia.


I FINIANI
Roma, 20 agosto 2010 - ''Tanto rumore per nulla''. Viene sintetizzato così da più di un finiano l'esito del vertice-fiume del Pdl che, secondo le attese, avrebbe dovuto ''metterci con le spalle al muro''. E invece ''è uscito un documento lapalissiano, senza sorprese'' sul quale ''non abbiamo difficoltà a votare la fiducia''. ''La montagna ha partorito il topolino'', ha detto Carmelo Briguglio. Dopo una giornata di attesa, contraddistinta da un lungo silenzio stampa, le truppe del presidente della Camera la sorpresa la trovano proprio nell'assenza di novità. Di fatti che non hanno seguito le parole.



1 a 1... e palla al centro!

Anonimo ha detto...

CONTRORDINE DI BERLUSCONI: MEGLIO NON ANDARE A VOTARE, SI POTREBBE PERDERE
IL PDL NAVIGA NELLA NEBBIA: IERI HA VARATO UN DOCUMENTO GENERICO IN 5-6 PUNTI CHE VERRA’ PORTATO IN PARLAMENTO “CON CALMA”… SI TEME CHE BOSSI AL NORD E FINI AL SUD FACCIANO SCENDERE IL PDL AI MINIMI STORICI… IL PREMIER CONTINUA NEL TEATRINO DELLA POLITICA SENZA UNA LINEA E CON LA SOLA PREOCCUPAZIONE DI SOTTRARSI AI PROCESSI

Berlusconi non pensa più al voto?
In questo senso le cose strada facendo sono cambiate, la stessa periodica richiesta del “fidato alleato” Bossi di andare a votare a novembre ha fatto insospettire il Cavaliere che ora ha cambiato le carte in tavola.
Tanti piccoli segnali:
i temi “sicurezza e immigrazione” che avrebbero creato attrito con i finiani sono stati accantonati.
La linea è: preparare un «documento politico» illustrando i contenuti dei singoli capitoli a grandi linee.
Ma a specificare che cosa ci sarà davvero dentro - quali provvedimenti, in che forma, in quale articolato - dovrebbero provvedere poi «i gruppi parlamentari», nei tempi che ci vorranno.
Tempi non infiniti, ma nemmeno rapidissimi, proprio per evitare che un possibile incidente porti dritti a quel voto a novembre che Bossi cerca.
Si parla dunque di fine settembre perché il documento approdi in Aula: un tempo sufficiente per capire se la maggioranza può ricompattarsi, magari con un’apertura al gruppo dei finiani se non al loro leader, con il quale i rapporti restano inesistenti, o se davvero si andrà al voto.
Quello uscito dal vertice è un documento sul nulla che avrebbe potuto stilare anche Capezzone, senza necessità di riunire l’intelligentia pidiellina.
Il “contrordine” del premier deriva una una serie di fattori che hanno indotto alla prudenza Berlusconi.
Persino Pisanu gli ha fatto capire che non è il caso di andarsi a cercare guai, oltre a quelli che ha già generato la sua dissennata politica in questi due anni.
Il tentativo di sottrarre ai 34 finiani della Camera una decina di deputati è andato male e anche se il premier ne convincesse qualcuno a votare per il governo, Bocchino ha già fatto presente di avere “un elenco di deputati che verranno con noi al momento opportuno”.
Alla fine il governo rischia di raccogliere ancora meno voti di quelli che ha sulla carta.
L’unica strada, quella del buon senso, sarebbe riconoscere ai finiani di essere una terza forza, insieme a Pdl e Lega, della coalizione e trattare con loro punto per punto.
Ma l’arroganza dei falchi berlusconiani e gli interessi privati del premier ai suoi processi non lo consentono.
Al tempo stesso Berlusconi forse ha capito che un voto a novembre, in questo clima, potrebbe far perdere al Pdl qualcosina al nord a favore della Lega (ammesso che anche la Lega non perda di suo qualcosa per aver deluso il proprio elettorato), e parecchio al Sud, dove ad esempio in Sicilia una coalizione Fini, Lombardo, Casini arriverebbe al 33% e si porrebbe come primo partito dell’isola ( i sondaggi dicono questo).
Alla fine il Pdl potrebbe scendere complessivamente sotto il 27%, rischiando di non essere neanche più il primo partito italiano.
Fermo restando che sia Berlusconi che Bossi non hanno ancora capito che al voto non ci si andrà cosi tanto facilmente, anzi per nulla.
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

DOPO DUE ANNI SI SONO SVEGLIATI: VIA AL FONDO DI SOLIDARIETA’ SUI MUTUI PER LE FAMIGLIE IN CRISI
CI SONO VOLUTI 24 MESI AL GOVERNO PER PUBBLICARE LA LEGGE SULLA GAZZETTA UFFICIALE….VALIDO PER LA PRIMA CASA, COPRIRA’ I COSTI BUROCRATICI E PERMETTERA’ DI SOSPENDERE IL PAGAMENTO DELLE RATE PER 18 MESI

Giaceva da due anni in qualche misterioso cassetto ministeriale, ora finalmente è approdato sulla Gazzetta Ufficiale, con tanto di istruzioni e funzioni: parliamo del Fondo di solidarietà per la prima casa.
A disposizione vi sono 20 milioni di euro: il fondo, gestito da un’apposita società, prevede la sospensione delle rate del mutuo della prima casa fino a 18 mesi e la copertura totale delle spese burocratiche (procedure bancarie e oneri notarili).
Ci sono voluti ben 24 mesi e persino uno sciopero della fame della presidente delle Federcasalinghe per far arrivare il provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale.
Chi potrà usufruirne?
Il reddito Isee non dovrà essere superiore a 30.000 euro e il mutuo non dovrà essere sopra i 250.000 euro e in ammortamento da almeno un anno.
La casa inoltre non deve rientrare nella categoria delle abitazioni di lusso e deve essere l’indirizzo principale in cui il beneficiario vive al momento della domanda.
Il richiedente deve poi anche dimostrare di non essere in grado di provvedere al pagamento del mutuo.
L’aiuto è previsto per chi ha perso il lavoro, per chi ha avuto un lutto in famiglia, per chi è costretto ad affrontare spese mediche superiori a 5.000 euro annui.
Si potrà contare sul beneficio anche nel caso in cui vi sia stato un aumento della rata del mutuo a tasso variabile di almeno il 25%.
Basterà una di queste condizioni per poter fare domanda via internet, compilando un modello cui andrà allegata la relativa documentazione non appena sarà disponibile il sito del ministero creato ad hoc (in due anni non hanno ancora avuto tempo).
Il fondo rimborsa direttamente le banche, saranno poi queste ad effettuare un controllo sui documenti forniti.
Poi altri controlli del gestore, il tutto in una trentina di giorni, almeno così dicono.
Sperando che nei tempi non si uniformino ai due anni che ci sono voluti per passare dalla teoria alla pratica.
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

sono tutti impazziti,mi sembra un tutti vs tutti. i giornali del padrone fanno sempre piu' i lecchini,lui che non pensa a governare ed attuare le promesse fatte da 16 anni.vuole le elezioni per poter stare al potere altri 5 anni e non 3,tanto le vince ,a sx sono morti fini casini rutelli e montezemolo non sono ancora pronti a dargli il colpo di grazia,dobbiamo aspettare trutti quanti prima o poi si fara' vecchio.........un abbraccio

Anonimo ha detto...

Il Pdl non è ancora un partito in grado di rappresentre le istanze e i valori della destra italiana......caro Adriano, cari amici di Destra di Base,se non lo può divenire subito, allora è bene farne uno nuovo.
La Destra Italiana non può morire democristiana e nemmeno farsi rappresentare dai Tulliano's.
Ditelo a Fitto e a Berlusconi.
Grazia Adriano per uello che hai fatto e che stai facendo a Seclì e che riguarda tutto il salento.

Davide De Giorgi

Anonimo ha detto...

Ha ragione l'amico anonimo delle 12,38.
sono tutti impazziti,
tutti sono contro tutti.
speriamo finisca presto.

Anonimo ha detto...

La politica è ormai una nave arrugginita alla deriva, tra tanti scandali e poche verità.
Ecco perchè i cittadini non vanno nemmeno a votare....sono tutti convinti che tanto si va dalla padella nella brace.
Tutti si riempiono la bocca dcon la parola "popolo" ma non fanno mai nulla di concreto che possa andare a beneficio del popolo.
Stendiamo un velo pietoso poi sulla loro avidità e sugli aumenti continui di indennità di carica
che si deliberano da soli.
Ci sono talmente tante e tali schifezze che il Cittadino appena sente la sola parola politica e' scappa via a gambe levate.
Nella politica ci dovrebbero essere solo persone che si sono distinte per il loro operato nel sociale e nel mondo del lavoro.

meditate gente meditate

Anonimo ha detto...

La politica è ormai una nave arrugginita alla deriva, tra tanti scandali e poche verità.
Ecco perchè i cittadini non vanno nemmeno a votare....sono tutti convinti che tanto si va dalla padella nella brace.
Tutti si riempiono la bocca dcon la parola "popolo" ma non fanno mai nulla di concreto che possa andare a beneficio del popolo.
Stendiamo un velo pietoso poi sulla loro avidità e sugli aumenti continui di indennità di carica
che si deliberano da soli.
Ci sono talmente tante e tali schifezze che il Cittadino appena sente la sola parola politica e' scappa via a gambe levate.
Nella politica ci dovrebbero essere solo persone che si sono distinte per il loro operato nel sociale e nel mondo del lavoro.

meditate gente meditate

Anonimo ha detto...

FINI NON CADRA' NELLA TRAPPOLA: A MIRABELLO IL DISCORSO ALLA NAZIONE, SOLO A NOVEMBRE LA SVOLTA A PERUGIA
“PRIMA MI HA CACCIATO DAL PARTITO DICENDO CHE HO TRADITO GLI ELETTORI, ORA CHE LI TRADEREI SE FACESSI UN PARTITO: QUALCUNO GLI SPIEGHI CHE GLI ELETTORI SONO CITTADINI, NON SUDDITI”….LA STRATEGIA DI FINI PER RILANCIARE UNA DESTRA MODERNA IN ITALIA

“Prendere o lasciare? Non siamo mica al mercato. Prima mi ha cacciato dal partito per aver posto dei problemi politici dicendo che avrei tradito gli elettori. Ora che li tradirei facendo un partito. Qualcuno gli spieghi che gli elettori sono cittadini e non sudditi”.
Dopo aver commentato coi suoi collaboratori l’ultimo diktat proveniente da Palazzo Grazioli, Fini ha dettato la linea: nessun problema a votare gli indirizzi di principio dei cinque punti, ma verifica dei singoli provvedimenti che verranno portati in parlamento.
Su fisco e Sud era stato Fini a sollecitare delle iniziative, ma vuole vedere se anche stavolta sono solo parole o seguiranno finalmente fatti concreti.
Sul federalismo vuole conoscere costi e distribuzione reale degli stessi tra nord e sud, sulla giustizia ribadisce che il processo breve non era nel programma e non si possono cancellare 5 milioni di processi per salvare i due del premier.
Il presidente della Camera non molla e invita i suoi a tenere i nervi saldi,di fronte a una offensiva senza precedenti a livello mediatico.
Tutti attendono poi il discorso che Fini terrà a Mirabello, in occasione del tradizionale appuntamento con la base, ma non vi sarà nessun strappo.
Fini pronuncerà un “discorso alla nazione”: richiamo ai valori etici, all’unità della patria, al ruolo dei giovani, un manifesto del nuovo soggetto politico, ma niente fughe in avanti, per compattare la base.
Una strategia di attesa delle mosse della controparte, sia sui 5 punti, che sul deferimento ai probiviri dei tre finiani Bocchino, Granata e Briguglio.
Tutto si deciderà entro settembre/ottobre.
La svolta avverrà in questo caso il 6 e 7 novembre a Perugia, dove si svolgerà la prima Convention nazionale di “Generazione Italia” che nel frattempo si sta dando una organizzazione territoriale con circoli in tutte le province.
A quel punto, se si supera la prospettiva di elezioni in autunno, ci sarà tempo per pensare al futuro e a una eventuale campagna elettorale per l’anno prossimo.
Destra di Base è pronta per affrontare questa eventualità?
so che Adriano non sta con le mani in mano e che il 3 settembre a Leuca ci sarà una interessante quanto importante manifestazione dell'associazione.
In bocca al lupo.
w destra di base!

Rolando R.

Anonimo ha detto...

Carissimi amici e commentatori del blog di Destra di Base, sono un pò confuso e per questo vorrei porvi qualche quesito. Se Fini fondasse un nuovo sogetto politico e votasse comunque la fiducia a Berlusconi, cosa farebbe Destra di Base? Se Fini fondasse un nuovo soggetto politico e votasse la fiducia a Berlusconi ma in ogni caso si andasse alle elezioni con Fini contro Berlusconi e Bossi, cosa farebbe Destra di Base? Se Fini con il suo gruppo votasse la fiducia a Berlusconi senza dar vita a nessun soggetto politico ma per i capricci di Bossi e c. si andasse al voto, cosa farebbe Desta di Base?

Adriano Napoli ha detto...

Alla domanda:
Se Fini fondasse un nuovo sogetto politico e votasse comunque la fiducia a Berlusconi, cosa farebbe Destra di Base?

Rispondiamo: Destra di Base non aderirebbe alla costituzione di nuovo partito di Fini.

Alla domanda: Se Fini fondasse un nuovo soggetto politico e votasse la fiducia a Berlusconi ma in ogni caso si andasse alle elezioni con Fini contro Berlusconi e Bossi, cosa farebbe Destra di Base?

Rispondiamo:
Destra di Base riunirebbe i suoi dirigenti regionali, provinciali e locali e preparerebbe un'assemblea degli iscritti in cui decidere il da farsi.

Alla domanda: Se Fini con il suo gruppo votasse la fiducia a Berlusconi senza dar vita a nessun soggetto politico ma per i capricci di Bossi e c. si andasse al voto, cosa farebbe Destra di Base?

Rispondiamo: anche qui vale la stessa risposta precedente.


COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Il 3 settembre Destra di Base sta organizzando un convegno sul ruolo della destra nell'attuale situazione politica nazionale e locale.

Il convegno si terrà a Santa Maria di Leuca, ancora non è stato confermato il posto( si prevede sia l'Hotel L'Approdo ) ed è aperto anche ai non iscritti di DDB.

Un caro saluto.

Anonimo ha detto...

ARRIVA GHEDDAFI E PIANTA LA TENDA IN UNICREDIT COL 7%, BOSSI TRAFFICA IN BANCHE, SILVIO FA AFFARI...
LUNEDI VISITA IN ITALIA DEL PREMIER LIBICO CHE E’ APPENA ENTRATO IN UNICREDIT, BANCA CHE BOSSI VORREBBE CONTROLLARE ATTRAVERSO LE FONDAZIONI… STRANI INTRECCI: IL PRESIDENTE DELLA POPOLARE DI MILANO IN QUOTA LEGA E’ UN EX PRODIANO, ATTUALE PRESIDENTE DI IMPREGILO CHE COSTRUIRA’ L’AUTOSTRADA IN LIBIA

Casini ha fatto arrabbiare Bossi, definendolo “noto trafficante in banche e quote latte”,ma colpendo nel segno: il barcollante senatur non ha potuto replicare nel merito e si è limitato a una raffinata annotazione : “furfante, farabutto, stronzo”.
Ma, come è ormai noto a tutti, se per Fassino “avere una banca” era importante, per Bossi è una fissa da tempo immemorabile.
Il primo tentativo finì malamente: la banca padana Credieuronord fu salvata dal fallimento nel 2005 da Gianpiero Fiorani, in cambio del sostegno leghista alla scalata dei “furbetti” all’Antonveneta.
Così si evito’ di dover rispondere di certi fidi concessi con magnanimità ed elargiti agli amici degli amici.
Da marzo, ovvero da quando Berlusconi ha regalato il Veneto e il Piemonte alla Lega in cambio della protezione giudiziaria, i due nuovi governatori si stanno dando da fare per piazzare i loro uomini nelle varie fondazioni bancarie e per poter scalare i vertici dei consigli di amministrazione di Unicredit e Intesa San Paolo.
“Vogliamo entrare nelle banche” è la parola d’ordine di Bossi che ha rivendicato come “sua” la Popolare di Milano.
“Lo abbiamo messo lì noi quel Ponzini, Ponzoni, come si chiama? Ah Ponzellini ecco” - ha detto Bossi in un comizio.
Ma il presidente della Popolare, Massimo Ponzellini, si dà il caso che sia stato anche uno degli scudieri di Romano Prodi, nonchè attuale presidente di Impregilo, azienda interessata all’appalto milionario delle autostrada costiera della Libia, uno dei regali di Silvio a Gheddafi e che verrà pagata dal contribuente italiano.
E mentre il ministro per 17 giorni Aldo Brancher venerdì avrà un incontro con Giancarlo Giorgetti, esperto bossiano di lottizzazione bancaria, per far entrare truppe fresche leghiste nel consiglio di amministrazione di Cariverona, ecco che lunedì arriva Gheddafi che pianterà la tenda a Villa Pamphili, dopo aver piantato le radici in Unicredit, acquistando il 7% delle azioni dell’istituto di credito.
Rompendo le uova nel paniere a Bossi che stava organizzando anche qua una scalata ai vertici, attraverso una scientifica lottizzazione di vecchio stampo democristiano.
Uomini di partito piazzati nelle banche come ai tempi della vecchia Dc perchè così “cacciano i soldi”.
Il capitale libico però è una “mano santa” per Alessandro Profumo, il banchiere di Unicredit che andò a votare alle primarie del Pd e che ha ceduto le quote ai libici con una “trattativa segretata”.
E se i libici ostacolano l’occupazione padana delle banche, ci penserà Silvio a mediare, forte degli affari personali da lui intessuti con Gheddafi.
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

ARRIVA GHEDDAFI E PIANTA LA TENDA IN UNICREDIT COL 7%, BOSSI TRAFFICA IN BANCHE, SILVIO FA AFFARI...
LUNEDI VISITA IN ITALIA DEL PREMIER LIBICO CHE E’ APPENA ENTRATO IN UNICREDIT, BANCA CHE BOSSI VORREBBE CONTROLLARE ATTRAVERSO LE FONDAZIONI… STRANI INTRECCI: IL PRESIDENTE DELLA POPOLARE DI MILANO IN QUOTA LEGA E’ UN EX PRODIANO, ATTUALE PRESIDENTE DI IMPREGILO CHE COSTRUIRA’ L’AUTOSTRADA IN LIBIA

Casini ha fatto arrabbiare Bossi, definendolo “noto trafficante in banche e quote latte”,ma colpendo nel segno: il barcollante senatur non ha potuto replicare nel merito e si è limitato a una raffinata annotazione : “furfante, farabutto, stronzo”.
Ma, come è ormai noto a tutti, se per Fassino “avere una banca” era importante, per Bossi è una fissa da tempo immemorabile.
Il primo tentativo finì malamente: la banca padana Credieuronord fu salvata dal fallimento nel 2005 da Gianpiero Fiorani, in cambio del sostegno leghista alla scalata dei “furbetti” all’Antonveneta.
Così si evito’ di dover rispondere di certi fidi concessi con magnanimità ed elargiti agli amici degli amici.
Da marzo, ovvero da quando Berlusconi ha regalato il Veneto e il Piemonte alla Lega in cambio della protezione giudiziaria, i due nuovi governatori si stanno dando da fare per piazzare i loro uomini nelle varie fondazioni bancarie e per poter scalare i vertici dei consigli di amministrazione di Unicredit e Intesa San Paolo.
“Vogliamo entrare nelle banche” è la parola d’ordine di Bossi che ha rivendicato come “sua” la Popolare di Milano.
“Lo abbiamo messo lì noi quel Ponzini, Ponzoni, come si chiama? Ah Ponzellini ecco” - ha detto Bossi in un comizio.
Ma il presidente della Popolare, Massimo Ponzellini, si dà il caso che sia stato anche uno degli scudieri di Romano Prodi, nonchè attuale presidente di Impregilo, azienda interessata all’appalto milionario delle autostrada costiera della Libia, uno dei regali di Silvio a Gheddafi e che verrà pagata dal contribuente italiano.
E mentre il ministro per 17 giorni Aldo Brancher venerdì avrà un incontro con Giancarlo Giorgetti, esperto bossiano di lottizzazione bancaria, per far entrare truppe fresche leghiste nel consiglio di amministrazione di Cariverona, ecco che lunedì arriva Gheddafi che pianterà la tenda a Villa Pamphili, dopo aver piantato le radici in Unicredit, acquistando il 7% delle azioni dell’istituto di credito.
Rompendo le uova nel paniere a Bossi che stava organizzando anche qua una scalata ai vertici, attraverso una scientifica lottizzazione di vecchio stampo democristiano.
Uomini di partito piazzati nelle banche come ai tempi della vecchia Dc perchè così “cacciano i soldi”.
Il capitale libico però è una “mano santa” per Alessandro Profumo, il banchiere di Unicredit che andò a votare alle primarie del Pd e che ha ceduto le quote ai libici con una “trattativa segretata”.
E se i libici ostacolano l’occupazione padana delle banche, ci penserà Silvio a mediare, forte degli affari personali da lui intessuti con Gheddafi.
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

Il Cav vuole convincere Bossi a rimpiazzare Fini con Casini.
Ci riuscirà?
mah.......................

Anonimo ha detto...

I finiani devono essere pronti per una rivolta. Punti centrali: Cambiare la legge elettorale, ridurre i costi della politica, ridimensionamento del parlamento e del senato, legge sul conflitto d’ interessi, legge sulla elegibilità dei parlamentari (senza precedenti penali!!!), legalità, riforma giustizia (una vera)….

hero ha detto...

Non mi aspettavo una presa di posizione di famiglia cristiana.
Se si sonoi sbilanciati, vuol dire che Berlusconi ha i giorni contati.
Aspettiamo i sondaggi delle prossime settimane.

Anonimo ha detto...

ROMA (25 agosto) - Vertice tra il premier Silvio Berlusconi e il leader della Lega Umberto Bossi a villa Campari sul lago Maggiore, residenza del presidente del Consiglio.

«Si va avanti così, ma senza Casini e senza l'Udc », ha detto Bossi dopo il vertice.
A una domanda dei cronisti su possibili elezioni anticipate Bossi ha risposto: «No, al momento non si fa niente». All'incontro nella villa del premier c'erano anche il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il titolare dell'Interno Roberto Maroni. Nella delegazione leghista anche il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota e il capogruppo del Carroccio al Senato Federico Bricolo.

FINI - BOSSI = 1 - O

Anonimo ha detto...

Nelle villone di Berlusconi mangiano e in due decidono per tutti.
Un giorno ci sono elezioni, quello successivo non ci sono, tra qualche giono ritorneranno. La situazione cambia a seconda di quelli che percepiscono come loro interessi immediati.
Ed il parlamento? Ed il Presidente della Repubblica? Ed i disoccupati? E la crisi economica? E gli interessi del paese? Problemini di secondo piano!
E LA DESTRA?

DOV'E'???????

CHE FINE HA FATTO???????????????

Anonimo ha detto...

La crisi economica mondiale si sta abbattendo sugli italiani medi, risparmiatori e soprattutto dipendenti(unici VERI pagatori di tasse). Ancora nessuno, riesce a ridare fiducia a questa nazione, colpita dai mutui, prestiti personali, buste paga più leggere, dalle banche sempre pronte a colpire, dalla crisi occupazionale ecc. Purtroppo, ogni giorno constato che la politica in generale non è in grado di affrontare nessun problema della popolazione, sono capaci solo di litigarsi le poltrone e di parlare per anni di berlusconismo e di anti-berlusconismo.
E' vergognosa l'offesa che Fini sta riservando al popolo del pdl. Da una parte discrimina il suo partito e dall'altra non lascia la poltrona. Questo ha immobilizzato il paese.
Ci vedremo alle prossime elezioni...

ciaobossi ha detto...

Silvio rinuncia al voto?
Finiani e UdC già esultano

E' bastata mezza dichiarazione di Bossi per rassenerare il clima tra gli uomini del presidente della Camera e i centristi.
Il rischio di elezioni anticipate sembra più lontano.
Pericolo scampato.

Anonimo ha detto...

BOSSI NON VUOLE AIUTARE LE FAMIGLIE ITALIANE: NO AL QUOZIENTE FAMILIARE, SI ALLE POLTRONE
LA LEGA E TREMONTI BLOCCANO IL QUOZIENTE CHE SGRAVEREBBE LE TASSE DELLE FAMIGLIE CON FIGLI… EPPURE IL QUOZIENTE FAMILIARE ERA NEL PROGRAMMA DEL PDL…


a Villa Campari, residenza non monegasca del premier sul Lago Maggiore, sita a Lesa, in provincia di Novara, si è tenuto il solito vertice tra Berlusconi e Bossi.
E come sempre, invece che un “vis a vis” tra i due, Bossi ha avuto il solito seguito di badanti (Cota e Calderoli in primis) e il ministro Tremonti.
L’incontro sul futuro delle sorti del governo è stato preceduto da una settimana tesa, con Silvio molto irritato nei confronti del Carroccio.
Si stanno scontrando due interessi contrapposti, con il Pdl che non vuole elezioni anticipate e cerca semmai di allargare la propria maggioranza e la Lega che invece le invoca al più presto.
E’ risultato evidente che come Berlusconi ha cercato una sponda in Casini, per lo meno su qualche singolo provvedimento che gli sta a cuore, Bossi abbia iniziato un fuoco di sbarramento a base di insulti nei confronti dell’Udc, onde far fallire questa ipotesi.
Qualcuno sostiene che lo scopo della Lega sia quello di ottenere un forte successo elettorale: una favola metropolitana, perchè se si vanno a vedere i sondaggi, il Carroccio è dato tra il 10% e l’11%, ben lontano dal 12,3% delle regionali di promavera 2010 e dall’11,5% delle europee.
In realtà il fine di Bossi è quello di far fuori Berlusconi e di spianare la strada a Tremonti.
Se al Senato non dovesse certificarsi, come dicono i sondaggi elettorali, una maggioranza di centrodestra, Silvio dovrebbe fare un passo indietro e favorire un governo tecnico con Tremonti premier.
E a Silvio non rimarrebbe che la promessa, tra due anni, di una candidatura a Capo dello Stato.
Con tutti i rischi che comportano promesse di questo genere.
Ma Bossi così facendo sta anche mostrando il vero volto della classe dirigente leghista nei confronti degli interessi degli italiani tutti.
Perchè nel programma del Pdl era ben segnata l’introduzione del quoziente familiare, ovvero la detassazione dei nuclei familiari numerosi, un cavallo di battaglia anche dell’Udc di Casini.
Un provvedimento sociale che darebbe un po’ di respiro ai bilanci di tante famiglie del nostro Paese.
Un provvedimento che avrebbe potuto costituire la base di intesa per un atteggiamento più morbido dell’Udc nei confronti dei problemi giudiziari del premier e che Bossi ha subito respinto per mano di Tremonti.
Costerebbe relativamente poco al bilancio dello Stato, dai 2 ai 3 miliardi di euro, ma l’imput dato a Tremonti è che quei soldi vanno sputtanati per coprire almeno una piccola parte dei costi del federalismo fiscale.
Pazienza se verranno penalizzati gli italiani, l’importante è che la Lega faccia collezione di poltrone.
C’è chi parla di un Silvio seccatissimo e sospettoso con Bossi e Tremonti, ma perennemente incerto sul da farsi.
Ha in mano sondaggi che dicono che l’85% degli italiani è contrario ad elezioni anticipate e che il il Pdl è in caduta libera al 28% di consensi, quelli che aveva in pratica Forza Italia prima della fusione con An.
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

Berlusconi dice no alla vecchia politica: "Non resusciteremo le alleanze incerte"

All'indomani del vertice con Bossi, Berlusconi rilancia fermamente l'azione di governo: "L’estate del 2010 passerà alla storia per il ritorno alla vecchia politica del teatrino e appunto delle chiacchere". Poi dice no alle ammucchiate: "Basta con le chiacchiere, votino tutti i 5 punti"

se votaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa