
L’associazione Destra di Base è nata dall’esigenza di dare alla base di Alleanza Nazionale, ai militanti, agli eletti, ai dirigenti locali, la possibilità di partecipare con più incisività alla vita interna del Partito.
Inoltre ha il compito di promuovere sul territorio le idee e i valori di Alleanza Nazionale e contribuire alla formazione della classe dirigente attingendo a piene mani dalla base più attiva e movimentista.
Noi di Destra di Base, siamo tutti impegnati, con l’on. Adriana Poli Bortone e l’on. Ugo Lisi, a lavorare in provincia di Lecce per l’unità e l’affermazione territoriale di Alleanza Nazionale e quindi in questo senso ribadiamo la nostra massima disponibilità e collaborazione nei confronti dell’On. Lisi a proseguire il nostro impegno.
A tal riguardo, smentiamo ufficialmente e con estrema determinazione la notizia apparsa ieri sul Quotidiano di Lecce, secondo la quale ci sarebbero dei dissidi o delle spaccature che ci riguardano nella Federazione Provinciale di Alleanza Nazionale.
Non consentiamo a nessuno di mettere in dubbio la buona fede del nostro impegno politico da sempre ispirato esclusivamente da interessi di partito e mai da interessi personali.
Non consentiamo a nessuno di considerare Destra di Base un gruppo destabilizzante in Alleanza Nazionale o tanto meno un gruppo in preda a personalismi o a sentimenti negativi.
Per quanto ci riguarda Alleanza Nazionale in provincia di Lecce oggi più che mai è unita attorno all’esigenza di sostenere e tutelare l’attività dei nostri circoli e la minaccia reale di spaccature e defezioni costituita dalla nascita di altri movimenti politici di destra alternativi al nostro partito.
Al pari dell’on. Lisi ci riserviamo di tutelare legalmente l’immagine della nostra associazione e del nostro Partito, qualora venisse appurata nelle sedi opportune la rilevanza penale di qualche commento anonimo tra quelli che abbiamo cancellato.
Ci auguriamo che la stampa, d’ora in avanti, consideri senza enfasi le nostre piccole divergenze di opinione, fisiologiche in ogni ambito politico, sappia ignorare atteggiamenti di ingiustificato vittimismo e riesca a mettere in evidenza l’effettivo ruolo politico e culturale che Destra di Base ha all’interno e nell’interesse di Alleanza Nazionale
9 commenti:
Lo sappiamo bene.
Anche i millantatori e le false vittime sappiamo bene dove sono.
E' adeso che facciamo? AN non c'è più, Fini l'ha sacrificata in ragione delle sue ambizioni. E' giusto? Invece di parlare di cavolate stucchevoli, perchè non parliamo di questo? Quelli di Forza Italia la faranno da padroni!!!!!!!!!!!!
Roba da matti, in quattro e quattr'otto, si liquida AN è si ha la faccia tosta di asserire che la base voleva questo. No signor Fini, inventatene un'altra. L'unico vantaggio è che adesso hai finito di ordinare e comandare perchè un partito non c'è l'hai più. BY BY PER SEMPRE.
L'unico movimento realmente in crescita e al quale tutti dovreste aderire è FORZA NUOVA
contro tutti i politici, contro tutti i chiaccheroni della politica!!
Ne' destra nè sinistra!
Forza Nuova unica opposizone
LA DESTRA? CERCATELA TRA I FANTASMI
di MARCELLO VENEZIANI
da "Libero" del 22 Novembre 2008
Parlami di destra. Sono in Veneto, giro l'Italia e ovunque sento chiedermi una cosa: parlaci della destra, per favore, almeno tu. Hai scritto libri e pezzi sulla destra, per anni; ora non ne parli più, eviti l'argomento, ti occupi d'altro, non polemizzi più nemmeno; ma non sei preoccupato della scomparsa rapida e indolore della destra? C'è chi si riferisce allo scivolare nella notte di Alleanza Nazionale e del suo capo in testa; c'è chi si riferisce all'annessione forzista, come qualcuno con residuo orgoglio di appartenenza dice, che si papperebbe come una balena la destra italiana. E c'è chi intende proprio la cultura politica, le idee. Alcuni allineati e coperti nell'agonia di An, il partito-eluana a cui staccheranno il filo tra qualche mese, chiedono di tener vivo almeno il ricordo della destra. È come se avessero rinunciato alla realtà e si accontentassero del suo racconto. Finita la cronaca vogliamo la narrativa, il romanzo della destra. Cantaci o diva del pelide… Si, è vero, non ho voglia di parlarne, non ho interesse, ho nausea. Considero ormai chiuso il discorso, inutile.
Mi chiedono suggerimenti sulla destra? Ma chiedeteli a Nicola Latorre, lui vi manda un pizzino con le istruzioni. A chi mi domanda di parlare della destra chiedo di osservare un minuto di silenzio, per ricordarne la scomparsa. Agli ottimisti che invece notano la sopravvivenza vegetativa della destra, suggerisco di evitare l'accanimento terapeutico. Staccate la spina, anche se dispiace alla conferenza episcopale degli eletti. O magari compiace le minisette scismatiche che vedo affollarsi come monolocali in periferia. Ho visto perfino gigantografie in tutta Italia di neopartiti che non riuscirebbero a conquistare nemmeno la maggioranza condominiale, con leader ignoti non dirò alla destra italiana, ma anche allo stretto parentado.
Auto-negazione
Di che vogliamo parlare, dell'eutanasia della destra in Italia mentre è al governo? Delle dichiarazioni pubbliche dei suoi leader esclusivamente incentrate su Auschwitz e dintorni, col sottinteso permanente di scusateci, non siamo più quelli di prima, viva la legge Mancino, perseguitiamo chi esprime solo un'opinione sgangherata sul passato? No, però colpisce l'atmosfera: la loro destra finisce e continuano a scherzare e ballare. La destra finisce e ti chiedono che ore sono, cosa fai di bello… Nessuno accenna un'analisi, una protesta, un'obiezione. Tutto naturale, come l'arrivo dell'autunno e dell'inverno. Non raccolgono consensi ma castagne. E tu? Io mi occupo di altro, ormai; faccio l'idraulico. Se qualcuno uccide la realtà, io non tengo in vita il racconto, non celebro i trigesimi, non faccio la vedova o il cappellano militare per impartire l'estrema unzione. Sciolte le righe ognuno a casa sua, anche se continua a far politica, facendo saggiamente coincidere la professione politica con gli affari propri. In una coalizione come questa, la destra avrebbe dovuto essere la forza con più storia e più cultura, più senso dello stato e spirito pubblico, più difesa della famiglia e della tradizione italiana, mediterranea ed europea, più voglia di incidere sulla formazione civica e sui beni culturali. E invece, totale latitanza, abbandono di ministeri culturali e postazioni strategiche ad altri, liberisti, ex socialisti, nani e ballerine, ottimi nani e brave ballerine, poeti sciampisti, cassiere dell'Upim e via dicendo. Che stanno facendo bene, per fortuna. Voi dite annessione: ma no, chiamatela evaporazione della destra. No, mi dicono ancora i militanti inferociti, evaporazione è troppo nobile, è un esalare, verso l'alto, qui è in giù. Allora chiamatela evacuazione, in senso corporale, o se volete restare alla metafora gasosa, parlate della destra scomparsa come «una scorreggia nello spazio» per dirla con i versi di un celebre poeta padano, in un raptus lirico ispirato dal dio Po. Non ne parla più nessuno, del resto, nemmeno i media, che anzi salutano l'eutanasia come un atto gioioso e civile, una modernizzazione; sia quella di Eluana che la Finis Dexterae. A proposito, un aneddoto. Ovunque parli le platee di destra inveiscono contro il presidente della camera ardente, che per loro ha ucciso la destra. Nel padovano finalmente trovo uno che difende Fini. Poi si presenta, è un assessore di sinistra che non voterà certo Fini. Ah, ecco, ora capisco.
Idee in disarmo
Non è importante la pelliccia, l'etichetta di destra e tutta quella fenomenologia cogliona che di solito l'accompagna. No, parlo dei contenuti anche pratici. Finitela con questa destra, dico finitela come si fa con le bestie in agonia. L'unica, vera consolazione è che si tratta di un disarmo bilaterale, perché accanto hanno staccato la spina anche alla pessima sorella, la sinistra. Se la destra è sparita, la sinistra stramazza a terra. Però là i contenuti, allo stato virale, ancora incidono; in politica la sinistra non c'è più, ma nel potere mediatico e culturale eccome. Da partito e gruppo parlamentare si è fatta cosca, ha perso visibilità, ma esiste e spaccia abecedari, dosi e tanto fumo. Invece a destra chi fa politica si è ritirato a vita privata, pensa solo a sè, gli basta la citazione sui giornali e il potere di scambio per ottenere piaceri: il personale viaggiante della destra oscilla tra la citazione e l'eccitazione. E allora mi dite di che dobbiamo parlare e soprattutto di chi, con chi, quali sono le menti lucide e le orecchie attente a cui rivolgersi? Ma no, parliamo d'altro per favore; di cielo, terra, amori, anime e persone. Alla politica ci pensa lui, il Cavaliere. A sbrigare le faccende domestiche badano i filippini. Noi viaggiamo. Dov'è la destra? Ma chiedetelo al navigatore satellitare, io che c'entro.
http://www.libero-news.it/articles/view/401476
domenica 14 settembre 2008
La Smorfia di Fini
"Quelli di Salò avevano torto, impossibile equipararli ai resistenti", parola di Gianfranco Fini (22: il matto). La festa dei giovani di Alleanza Nazionale (48: morto che parla) si è trasformata in una grande lezione di storia presieduta da uno dei peggiori "storici" del nostro paese. Ma prima di parlare di Fini, è giusto spendere due parole sul pubblico che ha ascoltato la sua delirante congettura storica. Un pubblico di ex giovani che ha messo da parte l'orgoglio e l'appartenenza, ha chiuso nel cassetto le bandiere di un tempo e si vergogna perfino di esporre quella fiamma che ha accompagnato tante battaglie della destra italiana. Anche i manifesti hanno risentito di questo cambiamento di rotta: da "Azione Giovani" si è passato a "Giovani in Azione", dalla fiamma si è passati ad un più "democratico" tricolore per non urtare la sensibilità delle new entry di Forza Italia, che con il MSI e la sua storia non hanno niente a che fare. In uno scenario come questo il Presidente della Camera si presenta in veste quasi informale: dismessa l'orribile cravatta rosa che accompagna ogni sua uscita pubblica, messo da parte il "gessato" del Lunedì, eccolo sfrecciare fresco come una rosa: camicia svolazzante azzurra, giacca blu con i bottoni color oro, pantaloni grigio scuro (75: pulcinella). Un pò di sorrisetti ai giornalisti, qualche posa, e poi si parte, la lezione ha inizio: "Chi è democratico è antifascista" e "se si è intellettualmente onesti, bisogna avere il coraggio di non negare la storia: Il fascismo fu dittatura". Perla finale: "Sono dati fattuali, c’è una verità storica". Un pugno nello stomaco, netto e deciso. La folla applaude, i suoi colonnelli gongolano (12: i soldati). Gongola perfino La Russa (57: il gobbo), che nei giorni scorsi aveva infuocato la polemica ricordando anche il sacrificio dei giovani caduti della Repubblica Sociale Italiana. Bacchettato da Fini, si è rimesso in riga. Dopo l'esaltazione della "generazione '68", dopo il discorso d'apertura alla camera interamente dedicato al 25 Aprile e al 1 Maggio, dopo la proposta di voto agli immigrati, Gianfranco Fini riscrive una nuova pagina della storia d'Italia, una pagina che si inserisce idealmente nel suo capolavoro intitolato "Il Voltagabbana - Da Mussolini Grande Statista a il Fascismo come male assoluto". Viene da chiedersi se il Presidente della Camera abbia mai letto i magnifici libri di Giampaolo Pansa, abbia mai riflettuto realmente sulla Resistenza e sui crimini commessi dai partigiani prima di blaterare sentenze assurde. Un dubbio nutrito da molti, a destra. Ecco la reazione di Francesco Storace: "Penso ai giovani Caduti del Msi. Quelli che salutammo per troppe volte con il grido presente. Quelle bare le portammo a braccia tutti noi, c’era anche il segretario del Fronte della Gioventù che certo non sognava di diventare presidente della Camera dei Deputati. Penso ai Caduti di via Acca Larentia, assassinati perché uccidere un fascista non era reato. E penso che il 7 gennaio di quest’anno, Gianfranco Fini, accompagnato da tutti quelli che ora gli dicono bravo e ieri strillavano onore ai camerati assassinati, è andato a commemorarne il trentennale. Anche i giovani del Msi stavano dalla parte sbagliata, onorevole Fini?" Una domanda che vorremmo tutti porre a chi, per rincorrere il potere (46: il denario), ha rinnegato sè stesso, la propria storia, la propria identità; un uomo piccolo piccolo che ha tradito il popolo della destra e ora gode della sua posizione (82: la tavola imbandita). La lezione termina con un applauso scrosciante. Nessuna contestazione, nessun moto d'orgoglio. Gli ex camerati hanno rinnegato anche l'ultimo pezzo di storia. Ora, la smettano di definirsi di "destra".
http://radiciprofonde.blogspot.com/2008/09/la-smorfia-di-fini.html
ciao an. ciao an. i fantasmi muiono all'alba
La Russa, Gasparri, Matteoli, sarebbero stati dei Democristani ineguagliabili...Non è mai troppo tardi per liberarsi dagli ectoplasmi che hanno vissuto su valori che non gli appartenevano...
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