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giovedì 29 luglio 2010

GIUSEPPE CHIFFI E' IL NUOVO PRESIDENTE PROVINCIALE DI DDB


Eletto il nuovo presidente dei circoli "Destra di Base" della provincia di Lecce.
Giuseppe Chiffi, vicesindaco di Castrignano del Capo, è stato chiamato per acclamatazione dall'assemblea dei presidenti dei circoli DDB della provincia di Lecce a guidare e a rappresentare l'associazione degli ex aennini nel Pdl.
Giuseppe Chiffi sarà coadiuvato da Luigi Corvino, consigliere comunale di Taviano e Massimo Caggiula, consigliere comunale di Parabita, entrambi dirigenti storici dell'associazione che in questi ultimi mesi si è ben radicata in tutta la regione.
Giuseppe Chiffi sostituisce in questo importante compito il coordinatore regionale Adriano Napoli che da marzo aveva commissariato la presidenza provinciale DDB.
Siamo certi che il nuovo presidente provinciale e i suoi due vice, assieme al resto del direttivo provinciale, sapranno saprà ridare più vigore ed entusiasmo all'azione politica e culturale e più cura all'organizzazione territoriale dei circoli.
Tra le novità della nuova presidenza, un sito internet, un convegno provinciale che si terrà il 3 o il 4 settembre e la verifica entro ottobre del tesseramente DDB per l'anno in corso che si chiuderà il 30 novembre prossimo.


Destra di Base, la vera destra sociale dell’etica politica

Per troppi anni la destra sociale nel nostro Paese è stata solo enunciata, mai vissuta con corenza.
Scandali e corruzione, interessi e lobbie, mancanza di etica politica e di senso dello Stato, interessi e leggi ad personam non sono mai appartenuti e mai apparterranno al comune sentire del popolo di destra.
Destra è legalità, socialità, senso delle Istituzioni, rispetto di magistratura e forze dell’ordine, etica politica, lotta alla casta, solidarietà sociale, unità del Paese, amore per la propria nazione e per le proprie radici culturali, meritocrazia vera, lotta alla corruzione.
Destra di Base quando nacque nel 2006,ai tempi di An, si è posta il compito di custodire e rappresentare tutto ciò in un partito che era fortemente attirato verso il “centro” inteso come “luogo non luogo” della politica dove in nome della convenienza personale o familiare si potevano vedere o fare cose sino ad allora impensabili per un militante “di destra” sociale e comunitaria.
La nuova legge elettorale aveva spostato drasticamente il centro dell’azione politica dei nostri parlamentari dal consenso popolare e territoriale alla benevolenza del leader nazionale di turno che aveva il potere di formare le liste e decidere la rielezione o l’elezione di chiunque.
I militanti dunque, la base elettorale, i circoli e i dirigenti locali, sono stati subito degradati a semplici accessori, buoni solo a riempire sedie nei convegni, a portare bandiere nei cortei( sempre più rari) e a fare il loro dovere andando a votare il candidato scelto da altri.
Con l’avvento del Pdl poi, per la destra italiana è arrivata la vera fine più volte annunciata ma inesorabilmente accettata sempre in nome dell’interesse personale o familiare di qualcuno.
In un partito-contenitore, senza regole e senza luoghi, dove qualsiasi rospo-lecchino toccato in testa dal potente giusto poteva diventare principe-parlamentare, alla faccia della militanza e della meritocrazia, la destra sociale dell’etica politica militante ben presto è stata di fatto estromessa da ogni centro decisionale e da ogni ruolo istituzionale serio e rappresentativo.
Noi di Destra di Base abbiamo lottato con tutte le nostre forze per impedire che ciò accadesse, come è poi accaduto, anche nel salento, ma prima l’abbandono di An della sen. Poli, e poi la totale mancanza di carattere e di determinazione di chi ha rappresentato sinora la destra nel Pdl ha reso ogni nostro sforzo praticamente inutile.
Oggi a questo quadro desolante si aggiunge una nuova idea politica, un nuovo movimento di centrodestra: Futuro e Libertà, con un vecchio e conosciuto leader nazionale: Gianfranco Fini.
Destra di Base, pur guardando sempre con grande interesse ogni novità che può generare confronto e partecipazione nell’ambito politico del Pdl e del centrodestra dove anche noi siamo collocati, non può però condividere per ora il progetto politico di questa nuova formazione finiana.
Innanzitutto perché non sappiamo ancora, in realtà,cosa e chi rappresenta, quali valori e quali interessi; poi non abbiamo ancora ben chiaro quali programmi politici,organizzativi culturali abbia e come intende muoversi sul territorio.
Non stare con Fini però non vuol significare che Destra di Base , che ormai è una realtà regionale, sia schierata con Berlusconi o a livello locale con Fitto e Mantovano.
Noi abbiamo come riferimento le idee e i valori, non le persone, non ci interessa fare battaglie per una persona, ma per delle idee e dei valori.
Come abbiamo sempre fatto nella nostra vita, pagando di persona.
Destra di Base è una associazione politica di ex aennini che hanno già ampiamente dimostrato di essere uomini e donne libere che pensano al futuro e alla libertà del nostro Paese e a tutelare e rappresentare gli interessi del territorio in cui vivono.
Le battaglie che Destra di Base combatte, le affronta sempre non perchè si è certi di vincerle, ma perchè ce lo impone la nostra coscienza.
A destra si sta così, coerenti con le proprie e idee e per il bene del nostro popolo, difendendo non i privilegi, ma i più deboli, non i corrotti, ma gli onesti.
E la battaglia per la salute pubblica e per la salvaguardia del territorio che il coordinatore regionale di Destra di Base, dr. Adriano Napoli combatte da solo da oltre cinque anni nel salento contro una multinazionale del nord e contro alcuni nostri cattivi amministratori locali né è la prova più lampante.
La Destra è dignità, solidarietà sociale, difesa dell’ambiente e del territorio, senso di responsabilità ma è soprattutto decoro istituzionale e non ha paura di affrontare le proprie battaglie anche contro le potenti multinazionali o contro le mafie, quando è in gioco la salute e il futuro della propria gente, dei propri figli.
La dignità politica, culturale e territoriale non è in vendita, almeno per noi.
Per questo Destra di Base continuerà a rappresentare per proprio conto i propri valori e cercherà di radicarsi sempre di più sul territorio per dare alla nostra gente, ai nostri militanti, un punto di riferimento sicuro per chi è di destra o la pensa come noi e non si sente adeguatamente rappresentato da nessun altro.
Vi aspettiamo

Giuseppe Chiffi
...................

104 commenti:

Anonimo ha detto...

Auguri di buon lavoro caro Giuseppe.

Raffaele Sansò

Anonimo ha detto...

Si è svolta alla Camera questa mattina una riunione-lampo di Generazione Italia nell'ufficio di Italo Bocchino, vicepresidente del gruppo del Pdl. Nella riunione, che si è tenuta durante i lavori della Camera, i primi 20 deputati aderenti all'associazione hanno firmato un modulo di costituzione di un gruppo parlamentare, già messo a disposizione di Gianfranco Fini.Secondo quanto si apprende dalle stesse fonti, gli aderenti sarebbero: Bocchino, Briguglio, Granata, Raisi, Barbareschi, Proietti, Divella, Buonfiglio, Barbaro, Siliquini, Perina, Angela Napoli, Bellotti, Di Biagio, Lo Presti, Scalia, Conte, Della Vedova, Urso e Tremaglia. Secondo quanto riferiscono, ci sarebbero poi altri deputati finiani, che non aderiscono a Generazione Italia, che starebbero valutando la possibilità di firmare il modulo. Fra questi, Bongiorno, Paglia, Lamorte, Rubens, Menia, Angeli, Ronchi, Moffa, Cosenza, Patarino. Alcuni di loro hanno espresso nelle settimane passate dubbi sulla possibilità di seguire Fini nel caso di una rottura, ma altri sarebbero pronti a seguire questa strada. "Questi numeri mettono la golden share del governo nelle mani di Fini", dice convinto una fonte parlamentare che partecipa al progetto.Sono in corso contatti anche con alcuni deputati provenienti da Forza Italia, riferiscono le stesse fonti, per rafforzare l'eventuale gruppo autonomo che scatterebbe automaticamente se dovessero esserci le sanzioni contro esponenti finiani.

Anonimo ha detto...

NUOVO GRUPPO PARLAMENTARE PER I FINIANI: GIA’ RACCOLTE 32 FIRME,
BERLUSCONI CHE PARLAVA DI APPENA 10SEGUACI DI FINI TRA CAMERA E SENATO…. IN ATTESA DELLE DECISIONI DEL VERTICE PDL DI STASERA, I FINIANI SI SONO GIA’ ORGANIZZATI …IL GOVERNO AL COMPLETO AVREBBE SOLO 25 VOTI IN PIU’, A QUESTO PUNTO NON PASSERA’ PIU’ NULLA SENZA IL VOTO DEI FINIANI….E ORA SCATENERANNO LA BATTAGLIA IN TUTTA ITALIA

I “finiani” alla Camera si stanno organizzando per formare un nuovo gruppo parlamentare, fuori dal Pdl, se dall’Ufficio di presidenza di questa sera a Palazzo Grazioli scatterà qualche espulsione.
A quanto si apprende, stamane i deputati vicini al presidente della Camera, hanno avuto una riunione nell’ufficio di Italo Bocchino per sottoscrivere la richiesta al presidente di Montecitorio per costituirsi in un gruppo autonomo. Uno dei sottoscrittori, dice che le firme raccolte, al momento, dovrebbero essere oltre una trentina.
Ma il documento è in ’stand-by’ in attesa di capire le decisioni della maggioranza del partito.
Stamane Bocchino ha avuto un colloquio con Gianfranco Fini nel suo studio, probabilmente per aggiornarlo dell’iniziativa.
Sarebbe infatti Fini, in qualità di presidente della Camera, a dover dare l’autorizzazione per il nuovo gruppo.
Da regolamento, a Montecitorio, bastano almeno venti firme per formare un gruppo autonomo.
Secondo quanto si apprende dalle stesse fonti, gli aderenti sarebbero: Bocchino, Briguglio, Granata, Raisi, Barbareschi, Proietti, Divella, Buonfiglio, Barbaro, Siliquini, Perina, Angela Napoli, Bellotti, Di Biagio, Lo Presti, Scalia, Conte, Della Vedova, Urso e Tremaglia.
Secondo quanto riferiscono le fonti parlamentari, ci sarebbero poi altri deputati finiani, che non aderiscono a Generazione Italia, che stanno per firmare il modulo. Fra questi, Bongiorno, Paglia, Lamorte, Rubens, Menia, Angeli, Ronchi, Moffa, Cosenza, Patarino.
«Questi numeri mettono la golden share del governo nelle mani di Fini», secondo me.
Alla Camera il margine per il governo è di 25 voti, quindi a questo punto, senza il consenso dei finiani, non passerà più nulla.
I finiani hanno poi l’appoggio di un gruppo di delusi,ex Forza italia nel Pdl, che in caso di voto segreto farebbe la sua parte.
Per ora i finiani attendono la riunione di questa sera dei vertici del Pdl: se verranno decise le esplusioni, verrà formalizzato il gruppo autonomo.
E da tutte le sedi provinciali di Generazione Italia scatterà un’offensiva sul territorio, mobilitando le decine di migliaia di iscritti.
I colonnelli ex An non riescono più a tenere la base locale, stanca di vedersi rappresentata dai Cosentino e dai Verdini.
Per gente di destra vera si è ormai superato ogni limite di sopportazione.
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

CHI E' DI DESTRA SA CHE IL FUTURO SI IMMAGINA IN QUEL LUOGO DAL QUALE SI AVVISTANO SEMPRE LE RADICI.

Che la sua azione mira a dare fascino ai temi della destra senza scimmiottare gli argomenti della sinistra.
Che i traditori hanno sempre fatto la storia degli altri.
A CIASCUNO IL SUO, DUNQUE. A NOI QUELLO DI ESSERE, NEL PDL, LA DESTRA ...CHE FA LA DESTRA.

mimmo n.

Anonimo ha detto...

Pdl, il documento dell'ufficio di presidenza

Il durissimo comunicato uscito dall'ufficio di presidenza del Pdl che sfiducia Fini e finiani.

Per queste ragioni questo ufficio di Presidenza considera le posizioni dell'On. Fini assolutamente incompatibili con i principi ispiratori del Popolo della Libertà, con gli impegni assunti con gli elettori e con l'attività politica del Popolo della Libertà.
Di conseguenza viene meno, allo stato, anche la fiducia del PdL nei confronti del ruolo di garanzia di Presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezioni.

Amen

Anonimo ha detto...

bERLUSCONI CACCIANDO fINI SI è TOLTO UN PESO DALLO STOMACO?

Per la verità il "peso" se lo sono tolto tutti gli uomini e donne di Destra che non ce la facevano più di dare la loro preferenza ad una compagine politica guidata dal Cavaliere.
Da oggi inzia una nuova era. Un'era di riscatto per la Destra italiana. Da oggi il presidente Fini può costruire il suo cammino da vero statista europeo.

MARIANO

Anonimo ha detto...

vorrei ringraziare pubblicamente Berlusconi perchè con la sua decisone ha affermAto che la componente Finiana deve avere una sua identità, quindi ha riconoscito pubblicamente che ciò che si propone è valido, risulta cmq. incompatibile con le sue idee ma ci ha messo nelle condizioni di essere propositivi e decisivi. Grazie Silvio di Cuore un abbraccio!!!


FABIO STENDARDO

Anonimo ha detto...

LE COMICHE FINALI: A STABILIRE CHI E’ DI DESTRA E’ L’ EX COMUNISTA BONDI FINI CENSURATO, BOCCHINO, GRANATA E BRIGUGLIO DEFERITI PERCHE’ NON SONO PIU’ “POLITICAMENTE VICINI” AD INQUISITI e CONDANNATI PER MAFIA
IL PARADOSSO DI UOMINI DI DESTRA “GIUDICATI” DA EX COMUNISTI, FINANZIATORI OCCULTI DI PARTITI, CORTIGIANI DI PALAZZO… IL PDL IN MANO A CHI HA TRADITO I VALORI DELLA DESTRA SOCIALE E POPOLARE…
MA NE AVRANNO PER POCO

Comunque vada a finire, la Destra italiana non potrà che essere riconoscente al gruppo raccolto intorno al presidente della Camera, Gianfranco Fini, per aver evitato il tracollo degli ideali di riferimento: legalità, unità d’Italia, socialità, solidarietà, giustizia.
Il tradimento del mandato elettorale portato avanti da tempo da una corte di miracolati al servizio di un capo incapace di fare politica, ma solo di tutelare se stesso con leggi ad personam, attraverso provvedimenti inadeguati di fronte alla crisi economica, derive razziste censurate a livello internazionale e tagli spacciati per riforme, è ormai evidente all’elettore di destra.
Quattro milioni di voti perduti in due anni, oltre il 5% di calo in percentuale, ministri e sottosegretari sotto processo e anche già condannati, un partito allo sfascio anche a livello locale, i continui cedimenti ai razzisti della padagna del magna magna, un premier sputtanato a livello internazionale per le sue frequentazioni private.
Il “ciarpame senza pudore” ormai è dilagato, ha oltrepassato gli argini, ha deluso milioni di italiani.
Fini, per la prima volta in vita sua, ha dimostrato carattere, lungimiranza e ha bloccato leggi liberticide e illiberali, ha cercato di far comprendere il cammino di una destra “normale”, moderna, legalitaria, sociale.
Quella destra che esiste in tanti altri Paesi, ma non nel nostro.
Quella destra che potrebbe governare per anni se fosse rappresentata da persone credibili e non inquinate da conflitti di interessi e da cronica mancanza di cultura politica.
Fini ha combattuto per mesi il marciume che c’è nel Pdl, la mancanza di idee, il vuoto culturale di un partito aziendalista dove tutti, parlamentari, dirigenti, base, devono solo esser sudditi del sovrano, pure poco illuminato.
Ieri sera i cortigiani di Palazzo hanno deciso chi in Italia può avere il patentino di destra e chi no, chi ha diritto di parlare liberalmente e chi deve solo tacere, chi può continuare a fare spot e sparare cazzate e chi non deve contestare, chi, inquisito, condannato, colluso, ha diritto alla tessera del Pdl e chi, per aver chiesto legalità, deve essere cacciato, deferito, sospeso.
Chi ha deciso per voi come si deve stare a destra e ha steso la “pergamena di corte” è l’ex comunista Bondi, insieme ai suoi compagni di merende: chi ha finanziato con miliardi Craxi per poter ampliare le proprie Tv, chi è stato in ruoli di primo piano nel partito dei tangentari, chi è stato condannato nella prima repubblica per corruzione, chi era radicale fino a ieri e ora fa il portavoce del Pdl, chi era un leccaculo di Fini da decenni, chi ha fatto carriera grazie alla moglie, chi ha piazzato il figlio in Alitalia e chi in enti pubblici.
Tutti fulgidi esempi dei valori di destra, tutti martiri dell’idea.
Non ha importanza come andrà a finire, è importante che sia finita e che vi siano 35 deputati che hanno rifiutato di farsi comprare e di vendere l’anima.
Ora la destra italiana puo tornare ad avere credibilità.
E sulla riva del fiume, state certi, ne vedremo passare di cadaveri eccellenti, magari costretti a scendere a valle diretti in tribunale.
w destra di base

Rolando R.

anonimoleccese ha detto...

Ora voglio vedere che faranno tutti gli ex azione giovani della provincia di Lecce che hanno aderito a Generazione Italia pensando fosse la solita opportunità di "raschiare" ruoli e icarichi nel pdl...
voglio vedere quanti avranno le palle di mettersi contro Fitto e Mantovano.
Secondo me nessuno.... sono tutti leccaculi politici cronici!


w destra di base
w Adriano Napoli!
W Giuseppe Chiffi!

Anonimo ha detto...

Ha fatto bene il Presidente Berlusconi. Finalmente un po' di chiarezza. Fini e "compagni" hanno avuto quello che si meritavano. Ora si dimettino.
Hanno tradito il nostro voto.
Destra di Base che farà?
Ditelo subito o con Fitto e Mantovano o contro.

Anonimo ha detto...

Patto federativo
tra Mpa e Io Sud



ROMA - Il presidente della Regione Sicilia e leader del Mpa Raffaele Lombardo annuncia, in una conferenza stampa insieme ad Adriana Poli Bortone , un patto federativo con il movimento "Io Sud".

Lombardo sottolinea che il governo abbia “completamente disatteso” il “quinto punto programmatico”, riguardante il Sud: “Nessuno degli impegni – rileva – è stato realizzato, ma neppure avviato”.

Anche Poli Bortone critica la scarsa attenzione dell’esecutivo verso il Mezzogiorno dovuta soprattutto alla “presenza della Lega nord’' nella compagine governativa.

Anonimo ha detto...

Il presidente della Camera all'hotel Minerva legge un intervento durissimo in risposta del voto dell'ufficio di presidenza del Pdl di ieri sera Strumenti utili Carattere
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aiuto Roma - "In due ore, senza la possibilità di esprimere le mie ragioni, sono stato di fatto espulso dal partito che ho contribuito a fondare". Così ha esordito Gianfranco Fini questo pomeriggio in una concisa dichiarazione letta alla stampa. "E ciò perchè - ha proseguito - ritenuto colpevole di 'stillicidio, di distinguo o contrarietà nei confronti del governo', 'critica demolitoria alle decisioni del partito', 'attacco sistematico al ruolo e alla figura del premier'. Inoltre - ha ancora detto Fini - avrei 'costantemente formulato orientamentì e persino, pensate che misfatto, proposte di legge che confliggono col programma elettorale'. La concezione non propriamente liberale della democrazia che l’onorevole Berlusconi dimostra di avere, emerge anche dall’invito a dimettermi, perché 'allo stato è venuta meno la fiducia del Pdl nei confronti del ruolo di garanzia di presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezion'".

"Ovviamente non darò le dimissioni, perché è a tutti noto che il presidente deve garantire il rispetto del regolamento e l’imparziale conduzione dell’attività della Camera, non deve certo garantire la maggioranza che lo ha eletto. Sostenerlo dimostra una logica aziendale, modello amministratore delegato-consiglio d’amministrazione, che di certo non ha nulla a che vedere con le nostre istituzioni. Ringrazio i tantissimi cittadini - ha poi detto - che in queste ore difficili mi hanno manifestato la loro solidarietà e mi hanno invitato a continuare nella difesa di valori irrinunciabili, quali l’amor di patria, la coesione nazionale, la giustizia sociale, la legalità: Legalità intesa nel senso più pieno del termine, cioè lotta al crimine, come meritoriamente sta facendo il governo, ma anche legalità intesa come etica pubblica, senso dello Stato, rispetto delle regole".

"È un impegno che avverto come preciso dovere - ha aggiunto - anche per onorare il patto con quei milioni di elettori del Pdl onesti, grati alla magistratura e alle forze dell’ordine, che non capiscono perchè nel nostro partito il garantismo, principio sacrosanto, significhi troppo spesso pretesa di impunità. Infine - ha concluso - ringrazio dal più profondo del cuore i parlamentari del Pdl che nelle prossime ore daranno vita ad iniziative per esprimere la loro protesta per quanto deciso ieri dal vertice del partito. Sono donne e uomini liberi, che sosterranno lealmente il governo ogni qual volta agirà davvero nel solco del programma elettorale e che non esiteranno a contrastare scelte dell’esecutivo ritenute ingiuste o lesive dell’interesse generale. Ieri è stata scritta una brutta pagina per il centrodestra e più in generale per la politica italiana. Ciò tuttavia non ci impedirà di preservare i valori autenticamente liberali e riformisti del Pdl e di continuare a costruire un Futuro di Libertà. Per l’Italia".

Anonimo ha detto...

APPLAUSI A FINI AL TERMINE DEI FUNERALI DEI SOLDATI ITALIANI: “MANDALO A CASA”, “VIVA LA DEMOCRAZIA”
SI ALLARGA IL CONSENSO POPOLARE DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA… SILVIO FURIOSO CON I SUOI “AVETE SBAGLIATO TUTTI I CONTI”: I FINIANI SONO PIU’ DEL DOPPIO DI QUELLI PREVISTI… FINI: “ALLA CAMERA SARA’ UN VIETNAM, NON PASSERA’ UNO SPILLO: LE LEGGI AD PERSONAM SE LE SCORDA”…BOSSI E TREMONTI SI DEFILANO

Mentre i berlusconiani festeggiavano, nella lussuosa cornice di Villa Aurelia, i cinquanta anni del ministro Rotondi, tra tartufi giganti, abiti da sera, capezzoli della Brambilla fuoriusciti dall’abito da sera nero, Gasparri che si strafogava di tartine, in una visione da “gli ultimi giorni di Pompei”, Gianfranco Fini, al termine della “giornata della sua vita” aveva voluto partecipare ai funerali dei nostri soldati uccisi in Afghanistan, ricevendo un “fuori programma” inatteso che denota il clima nel Paese reale.
Al termine della cerimonia funebre, mentre si stava dirigendo verso l’auto, è stato circondato da decine di persone: applausi fragorosi, urla di “bravo”, “viva la democrazia”, “mandalo a casa”, un muro umano di popolo che voleva fargli sentire la propria vicinanza.
“Futuro e Libertà” ha appena iniziato i suoi primi passi e il consenso cresce, diventa sostegno degli italiani onesti e liberi, di uomini e donne che non sono in vendita perché la dignità non ha prezzo.
Il premier era invece furioso coi suoi, cazziati La Russa, Matteoli, Gasparri e Alemanno che gli avevano giurato che Fini avrebbe raccolto al massimo 20 parlamentari: “Avete sbagliato i conti, mi avete nascosto la verità, ora la situazione è difficile”.
Il premier cerca disperatamente di mettere in atto una campagna acquisti nelle file dei diniani (alla Melchiorre ha promesso un posto da viceministro), ci ha provato con Lusetti e Dorina Bianchi dell’Udc ricevendo un rifiuto, ci proverà con Rutelli e persino con 4 deputati dell’Idv.
Una cosa sconcia, ricostruita dai finiani: “Funziona così: Silvio telefona, dice che ti vuole incontrare, ti offre l’universo, per lo più incarichi di governo. Ha avvicinato l’80% di noi finiani, quelli che sono qua sono quelli che hanno resistito e siamo tanti”.
Proprio come hanno fatto i fittiani e i congediani alle regionali con quelli di Destra di Base, solo che Fini è invece riuscito nel suo intento, anche al Senato ha raggiunto quota dieci e senza chiedere l’aiuto di nessuno, anche se erano in molti a essersi messi a disposizione per poter costituire il gruppo.
La base di dieci è tutta di finiani, gli altri si aggiungeranno al momento opportuno.
Alla Camera sono 33 ad aver sottoscritto l’adesione al gruppo, ma sono parecchi gli ex esponenti azzurri che hanno già dato assicurazione di dare una mano quando sarà necessario.
Fini è stato chiaro coi suoi: “Alla Camera sarà un Vietnam, non passerà uno spillo: le sue leggi ad personam se le scorda”.
Il premier chiede assicurazioni ogni 24 ore ai leghisti affinché non si prestino a un futuro governo tecnico presieduto da Tremonti: Bossi lo rassicura a parola, ma nei fatti è freddino, Tremonti tace, nessuno di loro attacca Fini.
“Il governo è nelle mani di Fini”, titola oggi un quotidiano del nord indipendente.
Come dargli torto?
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

hO LETTO IL GIORNALE” FELTRI RITORNA SULL’ARGOMENTO DELL’APPARTAMENTO DI MONTECARLO,SUGGERIREI A FELTRI PIUTTOSTO DI AVERE IL CORAGGIO DI PUBBLICARE DEL COME BERLUSCONI SIA RIUSCITO A COMPRARE LA VILLA DI ARCORE PER 250 MILIONI CON TUTTI GLI ANNESSI E CONNESSI
.

GRAZIE

titu ha detto...

Il Sottosegretario Mantovano ha detto:

«....In questo momento, con i numeri a disposizione, il Senato ha una maggioranza di centrodestra, sommando i senatori del Pdl e della Lega. Questo significa escludere qualsiasi ipotesi di governo tecnico e istituzionale che non verrebbe appoggiato nè dal Pdl nè dalla Lega. Alla Camera la consistenza del gruppo dell’on. Fini mette in forse la maggioranza di centrodestra. Alla luce di questa situazione e del clima che si è determinato, dopo ciò che hanno dichiarato Fini e i suoi, piuttosto che continuare nell’incertezza, l’esito delle elezioni anticipate, e aggiungo il prima possibile, cioè non nella primavera 2011 ma nell’autunno 2010, appare probabile e raccomandabile, affinché questa crisi non provochi altri danni».

Luigi ha detto...

L’iniziativa di Fini va sicuramente nella Direzione Giusta. Mi dispiace comunque per la “Destra Sociale” di Alemanno, che mal si sposa con il PDL ormai troppo lontano dalla Gente.
Il PDL ha perso la spinta iniziale ed è oramai un "morto che cammina"
Pecceto di nuov per Alemanno.
Avrebbe dovuto farlo lui un partito nazionale di destra.
Avrebbe potuto essere lui il successore di Berlusconi.
Invece si è accontentato di fare il port...sindaco di Roma di Berlusconi.
Peccato

Anonimo ha detto...

Giuseppe è una persona perbene e saprà certo dare lustro a destra di base e farla crescere ancora.
Bravi


Mario S.

Anonimo ha detto...

L’ennesimo flop degli ex colonnelli
di Oronzo Valentini
( dal sito di generazioneitalia )

Dopo lo show down di 2 giorni fa, scopriamo l’ennesimo flop politico degli ex colonnelli.
Le rassicurazioni date al Presidente del Consiglio sulla conta dei parlamentari nei due rami del Parlamento hanno tratto in inganno il leader maximo.
Non credo di essere lontano dalla verità, se affermo che il ministro La Russa ha garantito fino all’ultimo giorno: “Silvio è il momento, non raggiungeranno neanche 20 deputati alla Camera”. Per non parlare dell’entusiasmo di Gasparri nel riferire al capo: “Al Senato non riusciranno neppure a formare il gruppo”.
Et voilà, il gioco è fatto. Nasce Libertà e Futuro per l’Italia con numeri consistenti sia alla Camera che al Senato e Berlusconi, abbandonando il piglio dell’imprenditore severo, dopo il licenziamento in tronco dei dipendenti infedeli, indossa le vesti del buon padre di famiglia e definisce il gruppo vicino al Presidente Fini come un alleato al pari della Lega di Bossi.

Anonimo ha detto...

SONDAGGISTI CONCORDI: UN PARTITO DI FINI VALE GIA’ OGGI IL 10%, MA SE CREA UNA COALIZIONE SFONDA IL 20%
I DUE MAGGIORI SONDAGGISTI PARLANO DI “FUTURO E LIBERTA” COME DI UNA REALTA’ CON CUI FARE I CONTI… SE SI RADICA SUL TERRITORIO CON LE SUE STRUTTURE, E’ DESTINATO A CRESCERE ANCORA… IL PDL SCENDE AL 28,5%… L’ELETTORE DI FINI PROVIENE PER IL 55% DAL PDL, PER IL 22% DALL’ASTENSIONISMO, PER IL 15% DALLA SINISTRA

Quanto vale Gianfranco Fini in percentuale?
Ora che la divisione da Berlusconi è visibile a tutti, quanti voti prenderebbe alle elezioni politiche la sua nuova formazione politica?
Nessuno può rispondere con precisione, perchè sono troppe le variabili da valutare all’interno di una situazione politica in costante evoluzione e in periodo vacanziero.
Ma se valutiamo i rilievi fatti da Renato Mannheimer e da Crespi Ricerche emerge un dato comune: Fini è intorno al 10% per entrambi.
L’Ispo di Renato Mannheimer vede un Fini che può arrivare al 10% se decide di correre da solo: se poi mettesse a punto una coalizione più ampia e aggregasse altre forse centriste, potrebbe tranquillamente sfondare il muro del 20%.
Crespi Ricerche è andato più a fondo, indicando anche le percentuali degli altri partiti, in caso si presentasse un partito di Fini.
Al presidente della Camera viene dato un prudente 9,5% sicuro, con forbice fino al 12%, mentre il Pdl scenderebbe al 28,5%, la Lega ferma al 12%, il Pd al 25%, Idv al 6,5%, Udc al 6%, sale Vendola al 5,5%, intorno all’1% i partiti minori.
Ma Crespi risponde a un’altra domanda: da dove vengono gli elettori di Fini? Per il 55% dal Pdl (quindi Fini non recupera solo gli ex An, ma pesca anche negli ambienti di Forza Italia), per il 22% dal mondo dell’astensione (dato molto rilevante) per il 15% dalla sinistra, per un altro 8% da Udc e Lega.
Vi sono poi molte variabili che giocano a favore di Fini:
1) Come ha saputo gestire la frattura con Berlusconi e i temi della legalità che ha scelto come emblema del divorzio, un terreno dove il Pdl si è dimostrato fragile.
2) mentre il Pdl sul territorio spesso è carente, le strutture finiane sono già presenti e a novembre si terrà il primo meeeting congressuale nazionale di Generazione Italia, i cui circoli stanno nascendo come funghi in tutta Italia.
3) Più Berlusconi si appiattisce sulle posizione di Bossi, più facilita il lavoro di Fini che al Sud rischia di travolgere il Pdl, attraverso il lavoro coordinato con l’Mpa in Sicilia e la Poli Bortone in Puglia. Non dimentichiamo che già la Campania è sotto controllo finiano.
4) Ben 11 deputati su 33 sono poi del Nord e quindi anche qua la presenza è assicurata: la Lombardia è seconda quanto a numero di circoli di Generazione Italia, in Liguria ci sono già 500 iscritti, tanto per dare un’idea.
E a differenza della nomenklatura piediellina che litiga e non fa politica sul territorio, oltre ad avere il morale sotto i tacchi, i finiani hanno entusiasmo e molti giovani che stanno iscrivendosi ai circoli.
5) L’operazione aderenti al gruppo “Futuro e Libertà” continuerà.
Si parla di adesioni di peso provenienti da Forza Italia: saranno centellinati per dare la sensazioni di fughe continue, ma costanti.
Per quanto riguarda l’aspetto finanziario, la costituzione dei gruppi autonomi ha portato 2 milioni di euro, a disposizione per una eventuale campagna elettorale.
Tutti concordano su una cosa: questa è la fotografia attuale, ma in continua evoluzione e quindi può sfuggire ad analisi affrettate.
Se Fini azzecca le mosse al momento giusto e non sbaglia tempi e modi, le sorprese possono essere dietro l’angolo.
destra di base dovrebbe tenere conto di tutto ciò e aprire un dialogo costruttivo con la Poli e Divella.
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

Fini non ha un progetto politico: è un “mortarolo”!
di Pino Rauti

La rottura definitiva tra Berlusconi e Fini è arrivata. Lo conosco da una vita e una delle sue caratteristiche è non dire mai sinceramente quello che pensa. A Roma c’è un termine che chiarisce bene il concetto: “mortarolo”. Tradotto, Fini è un liquidatore. Ha liquidato il Msi prima, ha liquidato An nel Pdl e adesso vorrebbe liquidare il Pdl. Nella sua lunga carriera politica non c’è mai stata una fase costruttiva. Dopo 30 anni di attività politica: il bilancio è inquietante. A fare il controcanto è bravissimo. Un maestro. Ma con i problemi che ha il Paese è del tutto inutile e controproducente. Lui dice che nel Pdl ci sono troppe mele marce. Ma quando si sta lealmente in un partito si collabora per buttar via le mele marce, non si dà l’impressione, in ogni occasione, che nel partito tutto sia marcio. Quando si sta in un partito ‘uno’ ci deve stare con un certo stile, con una certa educazione. E questo Fini non lo fa. E poi quando si sta in una stessa formazione politica si ha il dovere morale di trovare le cose su cui andare d’accordo. Fini si lamenta della monarchia di Berlusconi. Gli dà del despota, dell’illiberale. Ma Fini nel suo partito quando mai è stato liberale? Ha sempre comandato a spada tratta. Ha sciabolato quando e come ha voluto e non s’è mai sottoposto a congressi degni di questo nome. Non è lui che può fare un’accusa di questo genere a Berlusconi e poi qual’è il progetto politico di Fini? Lui si compiace soltanto dell’applauso della sinistra che adesso lo apprezza soltanto per il suo antiberlusconismo. Fini innalza la bandiera della legalità, ma la casa di Montecarlo è un’ombra pesante che incombe sulla sua persona. E poi… con Fini oggi stanno in 33, ma deve solo temere di perdere qualche elemento. Difficilmente può sperare di guadagnarne. L’elettore di centrodestra sostiene che Fini non è più lo stesso. Forse s’è montato la testa. Può succedere in politica, specie quando si ricopre una carica importante: il potere inebria

Anonimo ha detto...

berlusconi ha detto:

“IO NON MI FARÒ ASSOLUTAMENTE LOGORARE. AL PRIMO INCIDENTE SI VA ALLE URNE”. - E NON NELLA PRIMAVERA PROSSIMA, MA SUBITO, A OTTOBRE: PRIMA CHE FINI ABBIA IL TEMPO DI ORGANIZZARE LA RESISTENZA ANTI-BERLUSCONA E SI COMPONGA IL PUZZLE DI UN GOVERNO TECNICO.

A ottobre si vota!

giulia ha detto...

Fini non farà cadere questo Governo in quanto chi nasce tondo non muore quadrato ! e . .poi per gli inciuci Lui e Casini sono dei veri Professori !

Anonimo ha detto...

Granata: «Mafia infiltrata nelle Regioni,
certi partiti non hanno vigilato»

Il vicepresidente della
Commissione antimafia: «Tradito
il codice etico, zone d'ombra anche tra i candidati eletti»


ROMA (3 agosto) - «Nonostante la condivisione teorica del codice etico promosso dalla commissione Antimafia, sia tra le candidature che tra gli eletti ci sono infiltrazioni e zone d'ombra. Nonostante la carente collaborazione delle Prefetture, stiamo ricomponendo il quadro e riferiremo alle Camere. La politica rompa ogni ambiguità nella lotta alla mafia»: è quanto afferma in una nota Fabio Granata, vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia e deputato di Futuro e libertà per l'Italia. «Alcuni partiti e alcuni candidati alla presidenza delle Regioni - aggiunge Granata - non hanno vigilato come era richiesto e doveroso».

Adriano, il tuo giornale di Neviano uscito in questi giorni ha ancora una volta fatto centro.

La questione morale è il vero problema della nostra politica.
Bravo.

Federico Grassi

Anonimo ha detto...

IL PREMIER PARLA DI PROGRAMMA DA RISPETTARE, MA CHI NON LO RISPETTA E’ LUI
ORA BASTA SPOT: GLI ELETTORI DEL PLD HANNO VOTATO PER LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, PER QUELLA DELLA SCUOLA E DELLA SICUREZZA, PER LA LEGALITA’, PER UN’ITALIA UNITA, PER L’ETICA POLITICA.....
NON PER LE LEGGI AD PERSONAM

La classe politica italiana nel corso del dopoguerra, quando litiga per le poltrone, ama usare il metodo apparentemente nobile di richiamarsi al programma.
“Entrerete a far parte della giunta?”, chiede il giornalista all’esponente locale di uno dei tanti partiti che pullulano nel nostro Paese.
Mai che dicano: “se ci danno un assessorato sì”, la risposta ipocrita è sempre fotocopiata: “dipende dal programma”.
Questa regola del richiamo al programma vale prima, per acchiappare la poltrona, e vale dopo per mantenerla.
Anche il premier è due anni che parla di “rispetto del programma”, salvo, in primo luogo, confondere quello del Pdl con quello della Lega e, in secondo luogo, fottersene.
Scendiamo nel dettaglio con una serie di esempi concreti.
1) Riforma della giustizia: sono due anni che abbiamo sentito solo parlare di legittimo impedimento, processo breve, lodo Alfano, tutti provvedimenti ad personam che servono al premier per scapolare da due processi.
2) Sistema carcerario: dopo due anni di chiacchiere, nulla è stato fatto.
3) Riforma della scuola: solo tagli massicci di miliardi spacciati per riforma.
4) Sicurezza: tagli di 3 miliardi di euro alle forze dell’ordine, questure con volanti ferme per mancanza di pezzi di ricambio, straordinari non pagati agli agenti. aumenti contrattuali di 10 euro lordi a chi rischia la pelle per la Casta.
5) Immigrazione clandestina: gli sbarchi di questi giorni parlano da soli.
6) Federalismo: vorrei sapere a che pagine del programma era scritto che di un federalismo, gestito da tre persone che ancor oggi non sanno dirci i costi per gli italiani....
A questo punto qual’è il programma cui nel Pdl si richiama il rispetto per i prossimi tre anni?
Chi lo sa?
w destra di base

Rolando R.

francesco55 ha detto...

Sono rimasto estremamente deluso da Fini, sono stato un sostenitore molto forte per anni di fini, sin dalla nascita di AN su cui credevo e a cui ho sempre dato il mio voto.

Come mi sento oggi? tradito e abbandonato, sento Fini parlare di amicizia con i centristi e forze che sono molto vicine alla sinistra e non mi riconosco assolutamente più in lui.

Questo movimento mi sembra tanto una cosa fatta per smania di potere personale nascosto dietro tante belle parole.

Voto a destra da 25 anni e non smettero di farlo ora, se ci sarà destra di base...bene... sennò resterò a casa.

Anonimo ha detto...

(ANSA) – ROMA, 3 AGO – Sono 85 i deputati del fronte astensionista sulla mozione di sfiducia contro il sottosegretario alla giustizia Caliendo. Ne fanno parte i 33 finiani di Futuro e Liberta’, i 39 dell’Udc, gli otto dell’Api e i cinque dell’Mpa. Se anche i repubblicani, come preannunciato, scegliessero l’astensione, la pattuglia arriverebbe a quota 87.

‘Non temo assolutamente’, commenta in proposito il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl Ignazio La Russa.

exagnardò ha detto...

Giorgia Meloni rappresenta a mio modo di vedere la specchio della sconfitta della destra giovanile.Azione Giovani non ha portato nessuna novità e proposte convincenti al paese

Anonimo ha detto...

FINI GIOCA A TUTTO CAMPO: SU CALIENDO SFUGGE ALLA MARCATURA E IL CAVALIERE RESTA SOTTO PRESSING
LA RIUNIONE DI 88 DEPUTATI TRA FUTURO E LIBERTA’, UDC, API E MPA SEGNA UNA SVOLTA IN PARLAMENTO…. SBAGLIATO PARLARE DI UN TERZO POLO CENTRISTA PERCHE’ NON C’E’ UNA DESTRA AL GOVERNO… FINI SI ASTIENE SU CALIENDO PERCHE’ IL CAMPIONATO NON SI VINCE IN UNA PARTITA, SOLO DI PIETRO FA FINTA DI NON CAPIRLO

Sul caso Caliendo ha detto parole intelligenti Eugenio Scalfari nell’editoriale di domenica su “Repubblica”: in sintesi il “vecchio saggio” della sinistra italiana ha rimbrottato Di Pietro e Vendola che non sanno far altro che chiedere elezioni anticipate per “interessi di bottega”.
Scalfari fa notare che se si andasse a votare ora, con le divisioni che permangono nella sinistra, si farebbe solo un favore a Berlusconi.
Reclamare il mito del voto vuol dire non comprendere che l’elettore da un lato non vede a sinistra ancora un’alternativa credibile al premier, dall’altro subire le conseguenze di un monopolio dei media tv in atto da mesi.
Scalfari quindi ritiene che al voto si debba andare dopo un periodo di governo tecnico e istituzionale che faccia decantare i miti berlusconiani e la sua longa manus su quasi tutti i Tg nazionali.
Non a caso i falchi del Pdl e Lega ogni giorno minacciano elezioni anticipate, un po’ per farsi coraggio, un po’ per intimidire i peones trasversali che temono per la loro pensione, un po’ perchè si illudono che Napolitano le conceda senza battere ciglio.
Speravano in fondo che i finiani votassero la sfiducia a Caliendo, ma il Gianfri non è fesso, sa di avere la golden share sul futuro del governo, ma non ha certo fretta, il tempo gioca a suo favore.
La si pensi come si vuole sul presidente della Camera, ma è indubbio che quanto ad abilità nel muoversi sembra la cavalleria contro un fante sfiatato. Ha già assestato i colpi necessari, non si gioca la crisi su Caliendo quando a ottobre può giocarsela sul processo breve, magari unito a qualche nuovo scandalo che potrà colpire quel Pdl che sembra sempre più un “partito della libertà vigilata”.
Ma Fini non ha rinunciato comunque a una mossa strategica: poteva astenersi coi suoi 33 deputati che Berlusconi non è riuscito a comprare, invece ha preferito coinvolgere Casini coi suoi 39, l’Mpa con 5, l’Api con 8 e i repubblicani con 2..
Totale: uno schieramento di 87 deputati definita “area di responsabilità” e che promette di creare altri problemi al governo.
Con uno schieramento più ampio alle spalle, cresce la credibilità di Fini e diventa più facile aggregare altri transfughi del Pdl in un contenitore nuovo che garantisce più possibilità.
Più diminuisce il consenso al governo e più l’elettorato moderato, di destra ma anche di sinistra, troverà uno sfogo elettorale credibile in un terzo polo “antagonista”, più il premier si vende alla Lega più aumenterà il consenso per Fini al centro sud, più il Pdl dimostrerà di proteggere gli inquisiti più si comprometterà.
Immagino già che qualcuno potrebbe obiettare: ma della destra cosa rimane? Provocatoriamente verrebbe da rispondere: sempre più di quello che attualmente esprime il governo attuale che di destra non ha nulla.
Per ricostruire la destra dei valori occorre ripartire dal basso, non sappiamo se Fini ci riuscirà e non siamo neanche tra chi scommette che ne sarà all’altezza.
Ma ha sicuramente un merito: ha avuto il coraggio di rompere un muro di omertà e di provarci.
Ha sbagliato a entrare nel Pdl, ha sbagliato a creare una An senza anima, per il calcolo delle probabilità chissà che stavolta non ci azzecchi.
Intanto peggio di così, per chi professa i valori di una destra sociale e non reazionaria, non può andare.
E se Fini contribuisse intanto a liberarci della metà dei servi interessati che stanno nel Pdl, compresi gli ex aennini di corte, avrebbe già lasciato un buon segno del suo passaggio su questa terra.
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

FINI: “BEN VENGANO LE INDAGINI SUL PATRIMONIO DI AN”
SU ESPOSTO DE “LA DESTRA” DI STORACE, LA PROCURA DI ROMA HA APERTO UN FASCICOLO, IN QUANTO ATTO DOVUTO, CON L’IPOTESI DI TRUFFA AGGRAVATA SULLA BASE DI QUANTO IPOTIZZATO DAGLI AMICI DI STORACE… FINI HA GIA’ PRESENTATO NUMEROSE DENUNCE PER DIFFAMAZIONE

La procura di Roma ha aperto un fascicolo, in quanto atto dovuto, tiene a precisare, in seguito all’esposto presentato da due esponenti locali del gruppo La Destra.
L’ipotesi di reato segnalato dagli “esponenti” è quello di truffa aggravata - al momento contro ignoti - sulla vicenda dell’appartamento di Montecarlo, lasciato in donazione ad Alleanza Nazionale e poi venduto a una società off shore.
L’intenzione della Procura al momento è quella di acquisire tutta la documentazione relativa alla vendita dell’immobile.
ll fascicolo è stato affidato al procuratore aggiunto Pier Filippo Lariani.
A proposito delle illazioni sulla proprietà di quell’appartamento, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha detto “Ben vengano le indagini sul patrimonio An, anche se la denuncia proviene da avversari politici” e ha poi annunciato di aver presentato alcune denunce per diffamazione.
“Il presidente Fini non è titolare dell’appartamento, e non sono a lui riconducibili le società che hanno acquistato l’immobile - si sottolineava in un comunicato - del pari è falsa la notizia relativa alla cifra versata quale corrispettivo.
Sarà l’autorità giudiziaria ad acclarare la totale infondatezza di quanto divulgato e ad accertare la condotta diffamatoria”.
Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, si sofferma sulle inchieste partite dai giornali vicini a Berlusconi contro Gianfranco Fini: “Non mi piace lo squadrismo intimidatorio nei confronti del Presidente della Camera.
Se uno è un delinquente, lo è sempre. Una persona non è delinquente se fa una scelta oppure santa se ne fa un’altra”.
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

BERLUSCONI: “VOGLIO 316 NO O SI VA SUBITO ALLE URNE”. NE ARRIVANO 299 E NON VA DA NESSUNA PARTE
DOVEVA APRIRE LA CRISI E ANDARE DA NAPOLITANO NON AVENDO PIU’ LA MAGGIORANZA ALLA CAMERA…ALLA FINE LA PAURA DELLE ELEZIONI HA DIMOSTRATO DI AVERLA LUI…NAPOLITANO E’ A STROMBOLI, FINI VA TRANQUILLO IN VACANZA E SILVIO RESTA CON GASPARRI E BOSSI A GIOCARE CON IL PALLOTTOLIERE

La seduta per discutere la mozione di sfiducia a Caliendo era in realtà iniziata con 24 ore di anticipo e la spada di Damocle delle dichiarazioni di Berlusconi: “Voglio 316 No alla sfiducia o si va subito alle urne”, con l’evidente scopo di forzare il clima politico, dopo l’annunciata astensione dei finiani, dell’Udc, dell’Api e dei repubblicani.
In pratica il rischio era che non si arrivasse a 316 voti, il minimo per garantire al governo una maggioranza.
“Dobbiamo colpire Fini ora, prima che si organizzi sul territorio” era stato il suggerimento dei falchi ex An e di qualche kamikaze forzista.
Ma al di là delle dichiarazioni bellicose di facciata, il dubbio ha cominciato a insinuarsi tra le file pidielline: persino un ortodosso come Osvaldo Napoli aveva ammesso che “quando si va a votare, si sa come inizia e non si sa come finisce”.
Ma ci sono altri motivi inconfessabili che stavano emergendo, ora dopo ora.
1) i sondaggi riservati (quelli veri, non quelli taroccati che vengono passati sui media) sono tutt’altro che rassicuranti per il Pdl, in costante calo.
2) tra le file piedielline si dà per scontato che Fini potrebbe arrivare a una percentuale a doppia cifre e, qualora si formasse una cordata con Casini e altri soggetti politici, potrebbe sfondare il muro del 20%, con un Pdl ridotto al 27%
3)se la sinistra mettesse un campo un ticket Vendola-Chiamparino, impostando una campagna elettorale sulla questione morale, potrebbe andare incontro a un miglioramento
4) L’unico alleato rimasto al Cavaliere, ovvero la Lega, teme che elezioni possano segnare la fine del suo potere di ricatto nei confronti del premier, aprendo nuovi scenari che li vedrebbero nel ruolo di gregari e non più di protagonisti.
5) Nel Pdl c’è il rischio della “grande fuga”: girano nomi di oltre dieci nuovi aderenti a “Futuro e Libertà” di area forzista (Chiara Moroni è solo un avamposto).
E poi rimane il timore del premier di rimanere “prigioniero politico” di Fini. Perchè i casi sono due, in caso di apertura della crisi: o Napolitano ridà l’incarico a Silvio o prova altre strade.
Nel primo caso Fini ha sagacemente detto che lo voterebbe e a questo punto il premier rimarrebbe prigioniero politico di Fini fino alla consumazione o fino a quando il Gianfri non deciderà di staccare la spina.
Se ha i voti, Silvio deve governare, come fa a rifiutare?
Una mossa tattica che spiazzerebbe Silvio e che aumenterebbe il peso di Fini che su ogni provvedimento porrebbe le sue condizioni.
Più facile che a questo punto sia la Lega a rompere, ma quanto converrebbe anche a loro?
Se invece si andasse verso un governo tecnico, Silvio a ottobre resta senza legittimo impedimento, a seguito della probabile pronuncia della Corte Costituzionale, e senza processo breve.
In pratica perdendo ogni copertura dai processi, gli unici che gli stanno veramente a cuore.
Con un governo tecnico, inizierebbe poi la migrazione dei pidiellini verso Fini e lo svuotamento del potere di Silvio: nessuna poltrona da garantire, addio corte dei miracoli e addio ai traditori ex An.
In ogni caso emerge un fatto: Silvio è ormai di fatto prigioniero politico di Fini, o scende a patti e gli lascia il partito o va a casa.
E non è detto che si parli come residenza di una delle ville che ha in Italia.
La sfiducia a Caliendo è stata respinta, ma i No sono stati alla fine solo 299, ben 17 in meno della quota minima necessaria per governare: è evidente che la maggioranza non c’è più.
Mentre Napolitano è già in vacanza a Stromboli e Fini, sorridente, fa gli auguri ai giornalisti, a Berlusconi non rimane che giocare con Gasparri e Bossi col pallottoliere: un deputato qua, un altro là…
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

Se si andasse a votare andremo con Berlusconi? Vedremo, perche' la Lega prende i voti sui programmi. Ha affermato Umberto Bossi. 'Con un governo di transizione sarebbe il caos nel Paese', ha aggiunto il leader della Lega. Alla domanda se confidi in Napolitano per evitare questa situazione, il senatur ha risposto: 'Si', confido in lui e poi nel Paese. Il leader della Lega si mostra sereno sul voto anticipato: 'vinceremmo'. Allenze? Mai parlato con Bersani...' ha precisato

Anonimo ha detto...

BERLUSCONI: “DOBBIAMO UCCIDERE IL BAMBINO IN CULLA”, FINI: “SALGA AL QUIRINALE E SI DIMETTA, POI VEDIAMO COSA SUCCEDE”
IL PREMIER HA PAURA CHE FINI AUMENTI I CONSENSI E SI ORGANIZZI SUL TERRITORIO, MA AL TEMPO STESSO TEME SIA NAPOLITANO CHE LE ELEZIONI…

Silvio non vorrebbe dare né tempo né spazio a Fini: i parlamentari di “Futuro e Libertà” dovevano essere solo 10 e sono diventati 45, vatti a fidare dei caporali di giornata dell’ex An che lo avevano assicurato.
Silvio ha passato gli ultimi giorni a cercare di tamponare la falla delle fuoriuscite, promettendo mari e monti a tutti, ma i risultati sono sconcertanti. Molte offerte per entrare nel consiglio di amministrazione della premiata ditta aziendale forzaleghista sono state respinte al mittente: non solo non ha recuperato finiani, ma sta per perdere una decina di forzisti.
I sondaggi danno il Pdl in caduta libera e Fini avanza numericamente nel Paese e in parlamento: che fare?
E’ vero che Fini ha dimostrato, con l’astensione sulla mozione di sfiducia a Caliendo, che la maggioranza non c’è più (299 voti contro i 316 necessari), ma soprattutto che essa adesso diventa soggetta ai voleri di Fini.
Presentarsi dimissionario al Quirinale? Fini lo sfida: “Salga al Quirinale e si dimetta, poi vediamo cosa succede”.
Il presidente della Camera non molla: “rispetteremo l’accordo sottoscritto con gli elettori, votando a favore dei provvedimenti indicati nel programma, gli altri no”.
Non è lui che va fuori dal seminato, è Berlusconi.
E se Napolitano gli riaffida l’incarico e Fini lo vota, come ne esce?
Peggio ancora se il Capo dello Stato lo affidasse ad altri, verrebbe meno per lui lo scudo per sottrarsi ai giudici di Milano.
Fini qualche settimana fa disse una cosa interessante, sottovalutata da molti: “Di fronte alla possibilità di un governo isitituzionale o tecnico che permetterebbe ai parlamentari di portare a termine la legislatura (ovvero i 5 anni di stipendio e relativa pensione), evitanto nuove e costose campagne elettorali e possibili trombature, pensate che non sia in grado di portare via a Silvio almeno 30 deputati e senatori?”
Berlusconi non si rende conto che, di fronte alla certificazione del suo declino, sarebbero in molti nel Pdl a voltargli le spalle?
E' lui che ha voluto un partito di oppotunisti.... e gli opportunisti, si sa, non sono propriamente considerati molto affidabili nella cattiva sorte....
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

Il PdL perde i pezzi: dopo la Moroni ecco l’addio di Albertini e Pisanu
L’ex sindaco di Milano annuncia che aderirà a Futuro e Libertà, l’ex ministro dell’Interno continua ad essere molto critico nei confronti del partito e del leader

Non è un esodo di massa, e di certo a fargli da contraltare c’è il ritorno di un pezzo da Novanta del calibro di Claudio Scajola, ma è un fatto che le voci di dissenso intorno alla scelta di Silvio Berlusconi di fare fuori il cofondatore Gianfranco Fini cominciano a farsi sempre più forti. Gli ultimi a uscire allo scoperto, in ordine di tempo, sono Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, e Beppe Pisanu, ex ministro dell’Interno che aveva sostituito proprio Scajola al Viminale durante il quinquennio 2001-2006.
E NON è FINITA..........

Anonimo ha detto...

Ora Berlusconi vuol rivoluzionare il Pdl Ma Bossi: "Difficile andare avanti così"
di Adalberto Signore

Berlusconi deciso: presto alle urne. Il premier è scontento del partito e medita di sostituire i vertici con Alfano, Gelmini e Meloni. Ma la dura reazione di La Russa e Verdini blocca l’operazion. Intanto cresce l’ala "movimentista".

ANDATE A CASA!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Bossi: “Al voto con Berlusconi? Vedremo, non è detto”

Bossi aveva dichiarato che le elezioni si stavano avvicinando. Prima aveva detto che la corazzata PdL e Lega avrebbe schiacciato tutti, poi, a metà, si rimangia l’alleanza.

Dice e non dice, ieri Umberto Bossi. Rispondendo a domanda, è stato sibillino: “La Lega alle elezioni col PdL? Vedremo…noi prendiamo i voti sul programma”. Come a dire, non è detto. E però è certo, il Senatur, che l’esito naturale di questa crisi siano le elezioni, anche perchè “un governo di transizione sarebbe una sciagura per il paese: spero nel Colle”.
Si affida quindi a Giorgio Napolitano, Umberto Bossi, anzi, “prima in lui e poi nel paese, perchè ci sono milioni di persone che non accetterebbero” una soluzione istituzionale”, a suo dire.

vedremo anche noi...........

Anonimo ha detto...

TENETEVI I VENDUTI

NEL PDL RIMANGANO PURE I TRADITORI MEZZE CARTUCCE COME GASPARRI.
GLI ALTRI EX DI ALLEANZA NAZIONALE E TUTTI QUELLI CHE HANNO IDEALI SEGUANO FINI.
BERLUSCONI SI VUOLE CIRCONDARE SOLAMENTE DI SERVI E DI ADULATORI.
DOVE SI E' VISTO MAI UN GOVERNO COMPOSTO DA STIPENDIATI ? BERLUSCONI VUOLE SUDDITI, NON CITTADINI .

DESTRA DI BASE VADA CON FINI

Anonimo ha detto...

Gasparri?
Lo sanno tutti che sei un umile servitore di Papi, per giunta traditore.Devi tutto a FINI ed ecco la riconoscenza...bravo avevibisogno di un padrone

cervoaprimavera ha detto...

Forse il Governo cadrà..ma non ora.. manca poco per maturare l'altra legislatura..partecipanti c'è di mezzo un'altra pensione.. non vorrete mica votare adesso.. aspettiamo un'altro pochetto...andremo alle votazioni forse si... ma tra dopo....
prima pensiamo alla pensione....
no?

Anonimo ha detto...

Chiedere la fiducia su quattro punti Berlusconi prepara la controffensiva
A settembre sfida su giustizia, fisco, federalismo e Mezzogiorno
La strategia Il premier: se non passa voto subito. E lavora per «militarizzare» il partito


Silvio Berlusconi e Umberto Bossi

(Ansa)
ROMA - Il redde rationem ci sarà, alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre. E passerà per un voto di fiducia su un programma di governo di quattro punti - giustizia, fisco, federalismo e Mezzogiorno - molto dettagliato e preciso, che Silvio Berlusconi chiederà ai suoi alleati di approvare o respingere, perché si chiarisca se «la loro intenzione è quella di rispettare davvero l'impegno con gli elettori, e allora si può andare avanti a governare, o se vogliono solo logorarmi, e in quel caso si andrà al voto subito».

Anonimo ha detto...

BERLUSCONI BRANDISCE L’ARMA SPUNTATA: LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO L’ERRORE DELLA SUA VITA
ALLA CAMERA IL PREMIER NON POTRA’ MAI ANDARE OLTRE I 307 VOTI SENZA IL PERMESSO DI FINI CHE TIENE ANCHE IN PUGNO DUE COMMISSIONI VITALI: GIUSTIZIA ALLA CAMERA E FINANZE AL SENATO, OVVERO LEGGI AD PERSONAM E FEDERALISMO…PISANU: “MI OPPORRO’ AL VOTO ANTICIPATO, IN PARLAMENTO TANTISSIMI I CONTRARI”… E SILVIO NON POTREBBE USARE NEANCHE IL SIMBOLO ATTUALE DEL PDL

Se al Senato (per ora,) il governo ha ancora una maggioranza di 2-3 unità, alla Camera il voto su Caliendo ha dimostrato che, in caso di braccio di ferro con i finiani, il centrodestra non potrà mai superare i 305-307 voti, calcolando anche tutti gli assenti di mercoledì scorso, rispetto a quota 316, il minimo previsto per la sopravvivenza.
Quindi o Silvio tratta con Fini o non passa nulla, anche alla luce del fatto che altri deputati sono rimasti coperti finora, ma sono schierati con Fini.
Pertanto la disfatta sarebbe tragica.
Altra cosa di non poco conto: i finiani controllano due commissioni, quella della Giustizia alla Camera (presidente la Bongiorno) e quella delle Finanze al Senato (presidente Baldassarri), nel senso che a seconda di come si schierino creano una maggioranza.
E avendo competenza la Commissione Giustizia su leggi tipo il “processo breve” e quella delle Finanze sul federalismo, potete immaginare quali ostacoli potrebbero porre per bloccare tutto.
Non saranno quindi giustizia o federalismo il terreno adatto per Silvio per sfidare Fini, altrimenti viene asfaltato.
A questo punto il governo potrebbe a settembre chiedere un voto di fiducia alla Camera: nessun problema, Fini vota a favore e Silvio e rimane impantanato fin che vuole Fini.
Trova un altro pretesto per dimettersi?
Bene, sale da Napolitano che lo invita a sottoporsi al voto di fiducia, come da prassi.
O rinegozia il programma con Fini e si arriva a ad un accordo pesante a favore di Fini o il presidente della Camera può rivotare a favore e Silvio.
Poniamo che alla fine Berlusconi si dimetta irrevocabilmente: non è lui che decide di tornare alle urne, può solo proporlo, ma è Napoltano che decide.
Se esiste una maggioranza che non vuole tornarci al voto non ci si va.Se esiste un accordo numericamente adeguato su un governo tecnico si va a un governo tecnico.
A quel punto Silvio resterebbe senza carica ed esposto ai giudizi del tribunale di Milano, qualora la Corte costituzionale a ottobre decidesse per l’incostituzionalità delle norme sul legittimo impedimento.
Esisterebbe una maggioranza di appoggio al governo tecnico?
Ecco le osservazioni di Giuseppe Pisanu : “Mi opporrò alle elezioni anticipate, in Parlamento sono tantissimi i contrari”.
Traduzione: 20-30 parlamentari sono pronti ad appoggiarlo basta non andare a casa o spendere milionate per farsi rieleggere.
Se anche si andasse al voto, restano due problemi al premier.
Il primo è che non potrà neanche usare il simbolo e l logo del Pdl, in quanto la titolarità spetta a tutti i fondatori e Ghedini si sta spaccando la testa su questo aspetto senza riuscire a venirne a capo.
Il secondo è che, con l’attuale legge elettorale al Senato, in caso di alleanza al sud ( in particolare in Sicilia tra Fini, Casini e Lombardo) con relativa man bassa di voti, Silvio rischia di non avere neanche la maggioranza.
L’unico percorso alternativo, dettato dal buonsenso, sarebbe fare proprie le tesi politiche di Fini e non tradire quindi il programma elettorale come ha fatto finora per tenersi buona la Lega.
Se alla Lega una mediazione non fosse di gradimento, può sempre togliere il disturbo, esistono altre maggioranze anche senza la padanìa.
Ecco perchè Silvio agita un’arma spuntata che non fa paura a nessuno.
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

la casa di montecarlo? una polpetta avvelenata preparata da tempo come "controassicurazione" ad eventuali ribellioni al "Capo-Papi".
Le multinazionali hanno rparti che fanno questi lavori sporchi.

Anonimo ha detto...

ANCHE L’EX SINDACO DI MILANO GABRIELE ALBERTINI PASSA CON FINI: “PER SILVIO IL CONFRONTO E’ ERESIA”
“NEL PDL C’E’ SOLO LA LEADERSHIP CARISMATICA DEL CAPO: UN PARTITO DOVE CIO’ CHE PIACE AL PRINCIPE HA VALORE DI LEGGE E CHI NON E’ D’ACCORDO VIENE MESSO ALLA PORTA NON PUO’ FUNZIONARE”….”FINI VOLEVA SOLO UN CONFRONTO SUI GRANDI TEMI POLITICI, MA NEL PDL E’ VIETATO DISCUTERE, NEANCHE SI FANNO I CONGRESSI”

L’addio al Pdl in questi giorni è prerogativa non soltanto delle truppe finiane in Parlamento: nella periferia del Paese stanno lasciando il partito tanti esponenti che hanno contribuito a fondarlo, ritenendo ormai irrespirabile l’aria di conformismo e di sudditanza in cui è stato ridotto il partito.
Proprio a Milano, città di cui è stato sindaco, per poi diventare anche parlamentare europeo, Gabriele Albertini, un “berlusconiano di ferro” della prima ora, lascia il Pdl : “Provo una grande difficoltà a uniformarmi alle ultime decisioni prese dal partito, come la cacciata di Fini. Un partito dove l’impietoso calvario del confronto è considerato un’eresia”.
Continua Albertini: “Quando è nato il Pdl mi sembrava il tentativo di allargare la partecipazione democratica per aggregare nuovi consensi. Silvio ha invece costruito un partito dove ciò che piace al principe ha vigore di legge e chi non è d’accordo viene messo alla porta: un partito così a me non piace e non può funzionare. Se si ipotizza un traguardo un po’ più lontano, diventa necessario costruire i meccanismi di democrazia interna propri di tutti i partiti liberali”.
Secondo l’ex sindaco di Milano “Fini voleva solo che ci fosse un confronto sui grandi temi della politica, dalla bioetica alla immigrazione, dalla legalità ai costi del federalismo. Lo hanno cacciato. E poi come posso ritrovarmi in un partito dove i congressi non vengono celebrati e il ceto dirigente, anziché essere emanazione della base, viene investito dal tocco magico del principe?”
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

FINI SULLA CASA A MONTECARLO:

A seguire la nota diffusa da Fini sulla questione" appartamento a Montecarlo"

«In quasi trenta anni di impegno parlamentare non ho mai avuto problemi di sorta con la giustizia e non ho assolutamente niente da nascondere nè tantomeno da temere per la vicenda monegasca. Pertanto, chi spera che in futuro io sia costretto a desistere dal porre il tema della trasparenza e della legalità nella politica è meglio che si rassegni».
«La vendita dell’appartamento è avvenuta il 15 ottobre 2008 dinanzi al Notaio Aureglia Caruso e sulla natura giudica della socieà acquirente e sui successivi trasferimenti non so assolutamente nulla. Qualche tempo dopo la vendita ho appreso da Elisabetta Tulliani che il fratello Giancarlo aveva in locazione l’appartamento. La mia sorpresa ed il mio disappunto possono essere facilmente intuite».
«Un’inchiesta della Magistratura accerterà se sulla vicenda della casa a Montecarlo sono state commesse irregolarità o violazioni di legge. È la ragione per cui mi sono fino ad oggi limitato ad affermare ‘Ben vengano le indaginì. A differenza di altri non ho l’abitudine di strillare contro i magistrati comunisti…».
«Secondo molti la rilevanza che il caso ha assunto dovrebbe spingermi a chiarire rapidamente, senza attendere interrogatori e rogatorie internazionali, alcuni punti non facilmente comprensibili per l’opinione pubblica.
Premesso che il caso è diventato tale per l’ossessiva campagna mediatica dei giornali berlusconiani, che fingono di ignorare che la vicenda non ha ad oggetto soldi o beni pubblici ma solo la gestione di una eredità a favore di A.N., sento comunque il dovere di fare chiarezza per cio» di cui sono a conoscenza».
1) L’appartamento di Montecarlo (peraltro di modeste dimensioni) fu valutato, quando venne in possesso di A.N., circa quattrocentocinquanta milioni di lire e per tale valore fu regolarmente iscritto a bilancio. La stima fu fatta dalla societa» che amministra il condominio ed è stata spontaneamente esibita agli inquirenti insieme con gli altri documenti richiesti.
2) Chi ebbe modo di visitare l’appartamento, l’On. Lamorte e la Sig.ra Marino, mia segretaria particolare, riferirono che esso era in condizioni fatiscenti, inabitabile senza cospicue spese di ristrutturazione.
3) Non corrisponde al vero che siano state avanzate a me o, per quel che mi risulta, all’amministratore Sen Pontone o ad altri proposte formali di acquisto.
4) Nel 2008 il Sig. Giancarlo Tulliani mi disse che, in base alle sue relazioni e conoscenze del settore immobiliare a Montecarlo, una società era interessata ad acquistare l’appartamento, notoriamente abbandonato da anni.
5) Verificato dagli Uffici di A.N. che l’offerta di acquisto era superiore al valore stimato (trecentomila Euro a fronte di quattrocentocinquanta milioni di lire) e in ragione del fatto che il bene rappresentava unicamente un onere per A.N. (spese di condominio ed altro), autorizzai il Sen. Pontone alla vendita come accaduto altre volte in casi analoghi.
6) Solo per restare nell’ambito dell’eredità Colleoni, alcuni terreni a Monterotondo, un appartamento ad Ostia ed uno in Viale Somalia a Roma furono venduti in tempi diversi con le medesime modalita».
In nessuna occasione, a partire dalle assemblee nazionali convocate secondo statuto per l’approvazione dei bilanci, alcun dirigente di A.N. contestò o sollevò perplessita« sulle avvenute vendite.
7) La vendita dell’appartamento è avvenuta il 15 ottobre 2008 dinanzi al Notaio Aureglia Caruso e sulla natura giudica della societa» acquirente e sui successivi trasferimenti non so assolutamente nulla.
Qualche tempo dopo la vendita ho appreso da Elisabetta Tulliani che il fratello Giancarlo aveva in locazione l’appartamento.
La mia sorpresa ed il mio disappunto possono essere facilmente intuite..."

Questo ha dichiarato Fini

succinto ha detto...

Fini-Berlusconi: uno a zero, palla al centro

Dobbiamo tutti essere grati a Berlusconi perché finalmente ha buttato fuori Fini e "compagni" dal Popolo delle Libertà (mi vien da ridere a scrivere libertà).
Non ne potevamo più. Finalmente basta: non ne potevamo più.
Era quello che, alla fine, anche il Presidente della Camera aspettava: essere buttato fuori per proclamare a voce alta che nel PdL non esiste democrazia, che è il partito di Berlusconi e non della destra, un partito vecchio, che la vera destra moderna riformista ed europea è (sarà) la sua, raccogliendo su di sé più consensi di quello che crede il Cavaliere e sperano (temono?) i berluscones.
Berlusconi con questa mossa ha mostrato ancora una volta di essere un imprenditore imprestato alla politica, e che in questi sedici anni non ha imparato nulla della politica, rimanendo solo e soltanto un padrone vecchio stampo, modello e-qui-comando-io-e-questa-è-casa-mia.
Non è stato così furbo e politicamente scaltro da come vorrebbe apparire.
Fini, che è invece un animale politico da sempre ha portato all’incasso la cambiale dell’espulsione, mettendosi dalla parte di chi ha subìto il torto. Ha ottenuto il vero risultato a cui mirava: condizionare Berlusconi ed impedire che venga trascinato dalla deriva populista e leghista.

Il governo non cadrà per colpa di Fini. Primo, perché così Fini potrà sempre sostenere che è lui la vittima della prepotenza dell’uomo di Arcore, assumendo il ruolo dell’eroe buono che combatte contro l’antieroe cattivo, cosa che attira sempre la simpatia. Secondo, potrà sempre dire agli elettori che gli impegni elettorali di sostenere il governo lui li ha mantenuti. Terzo, perché andare ad elezioni anticipate in questo momento non conviene neanche a lui. Quarto, perché da fuori può condizionare meglio il suo ex socio, presentandosi alle urne, quando sarà, come il vero campione della destra, coerente con i fondamenti di legalità e costituzionalità. Quinto, perché potrà presentarsi all’elettorato del sud come colui che ha arginato il federalismo leghista in nome dell’unità nazionale che per la stragrande maggioranza degli italiani è ancora un valore.
Berlusconi non farà nessun altro voto di fiducia (a meno che non dia fuori di testa completamente), ma una mediazione continua per avere un appoggio esterno. Castrato nei suoi propositi di altri tre anni di governo, sfiancato dal logorio della guerriglia parlamentare, impossibilitato a farsi leggi incostituzionali, in inverno potrebbe anche salire al Colle per rimettere il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica.

Già ora il primo punto della partita Fini se l’è aggiudicato, prima ancora di essere espulso dalla squadra: il rinvio a settembre, ma ormai è un cestinamento, del ddl sulle intercettazioni, la legge bavaglio. E così sarà per tutte le altre proposte di legge che il premier vorrà fare per gli interessi suoi o dei suoi.

Ora si torna a fare politica sul serio. Il tempo della Berlusconi SpA è finito.

LOSGOMBRO ha detto...

Ditemi se e' una bella cosa:

FRANCESCA FRAU SPOSATA TULLIANI (mamma di Elisabetta): CONTRATTO DI CINQUE MILIONI DI EURI CON LA RAI;

GIANCARLO TULLIANI (fratello dell'Elisabetta): CONTRATTO DA CINQUE MILIONI DI EURI CON LA RAI

futuro e libertà..................................................................................???!!!!!

BERLUSCONI E FINI SONO INCOMPATIBILI..... PERCHE' SONO UGUALIIIIIIIIIIIIIIIII....!!!!!!!

DELL'ITALIANI E DELL'ITALIA......NON SE NE PONNO FRE.............GA' DE MENO!!!!

Anonimo ha detto...

Concorsi alla Difesa: assumevano mogli e figli

Esami truccati e favoritissimi: l'inchiesta interna voluta da La Russa smaschera il sistema per assumere i parenti. I raccomandati ricevevano le risposte ai quesiti prima degli esaminatori. Coinvolti diversi funzionari ma anche alcuni direttori generali..

W L'ITALIA

UNO DI DDB ha detto...

Questi alti militari, o alti dirigenti non erano preposti solo a scaldare le sedie o a prendere il caffe?
Ma a che cosa servono ? Benvengano le indagini ordinate da La Russa, Visto che l'Italia ha problemi economici non sarebbe il caso anche di valutare il pensionamento di questi ministeriali?

sirio ha detto...

povera Colleoni, un' idealista che lascio' il suo enorme partimonio al partito perche' aveva fiducia nell' azione politica di QUESTI PERSONAGGI.....e ora la casa di montecarlo della Colleoni ora se la gode il fratello della attuale compagna di Gianfry.
Vergogna!
Ma chi ha rappresentato la destra italiana sinora.....dei mostri?
Per non parlare poi del figlio di La Russa
nominato nel CdA dell'ACI dopo il commissariamento della stessa società....

che schifo
....al loro confronto BETTINO ERA UN SIGNORE..................!!!!!!

ANONIMOLECCESE ha detto...

TRA LE COSE CHE FINI DEVE SPIEGARE: PERCHÉ DUE ULTRAOTTANTENNI COME DONATO LAMORTE E PONTONE, TESORIERI DELLA DESTRA, DA DECENNI VENGONO CANDIDATI ED ELETTI? PROPRIO FINI CHE SI È SEMPRE LAMENTATO DEI VECCHI IN POLITICA - COSA CI SARÀ NEI CASSETTI DI VIA DELLA SCROFA?

Anonimo ha detto...

BERLUSCONI ha fatto in modo di toglierci le preferenze per poter mettere chi voleva lui,infatti ci ritroviamo il parlamento pieno di veline e gente poco raccomandabile che tiene sotto ricatto coi dossier nei cassetti del "giornale" pronti all'uso appena uno ha un rigurgito di coscienza.
Ma come fate a sostenere un uomo così e sopratutto come fate a chiamarvi popolo delle libertà?
Ho apprezzato il comunicato di Adriano nel quale prendeva le distanze sia da Fini che da FITTO...
Ma non basta.
Secondo me dovete uscire dal Pdl e
aprire trattative elettorali a 360 gradi.

giuliano ha detto...

su you tube

GAUCCI TULLIANI Horror.flv

GUARDATELO!

poi... fatemi sapere.


Ciao Finiani.



W DESTRA DI BASE!

Anonimo ha detto...

"LA fabbrica del fango"

IL FINI-GATE è UN “folle gioco al massacro della democrazia attraverso l’uso scellerato dei giornali di famiglia e l’abuso combinato di servizi e polizie sforna dossier avvelenati contro amici e nemici del presidente del Consiglio”

CERTO è CHE è DURA PER DE BENEDETTI DIGERIRE IL CROLLO DI FINI, SU CUI AVEVA PUNTATO PER IL DOPO CAV......

dario 56 ha detto...

Se tutto ciò che sto leggendo su vari giornali è vero solo per metà, ma sti signori (fini - tulliani al plurale,.....ecc.) con quale faccia si fanno ancora vedere in giro?
Sta "signora-compagna" non è che passa per una gran signora (roba che altre andrebbero a nascondersi... ma ci vuole una certa dignità anche per quello...) e Fini che sembra un ragazzotto stracotto che non capisce più niente...... oddio! E questo sarebbe la terza carica dello stato.
Come ex missino/aennino mi sento offeso e defraudato.
Voi no?


Deve semplicemte dimettersi il signor fini.

ILGIORNALE ha detto...

A SETTEMBRE ROTTURA INEVITABILE

La vicenda della casa di Montecarlo, che è ancora in divenire e non si concluderà tanto presto, non c’entra nulla con le divergenze politiche all’origine della frattura nel Popolo della libertà. È un problema di Gianfranco Fini e dei suoi camerati prima del Msi e poi di Alleanza nazionale, e forse porterà il presidente della Camera a dimettersi dalla carica istituzionale, come hanno fatto sia Claudio Scajola sia Aldo Brancher, ministri. Vedremo.
A prescindere da tutto ciò, la maggioranza che si presenterà in Parlamento alla riapertura dei lavori (in settembre) non potrà più rimanere tale se è vero che i finiani, su iniziativa del vicecapogruppo di Futuro e libertà, Benedetto Della Vedova, proporranno sul biotestamento un testo diverso da quello già approvato da Pdl e Lega.
Lo stesso Della Vedova ha intenzione, in sintonia con Fini, di introdurre una normativa, anche questa molto laica, riguardante le coppie di fatto, comprese quelle gay. Se Futuro e libertà considererà irrinunciabili le proprie richieste, che sono incompatibili con la linea adottata dal Popolo della libertà, le conseguenze sono facilmente immaginabili: divorzio definitivo dei finiani dai colleghi della maggioranza e caduta dell’esecutivo. Altro che ripresa del dialogo e rinsaldamento del patto di governo.
Assodato dunque che Futuro e libertà non arretrerà di un millimetro sul terreno della difesa delle convinzioni laiche, a settembre il patatrac è garantito.

IOSTOCONFINI ha detto...

Attenzione,
il giornale della famiglia Berlusconi sta patrocinando una di una raccolta di firme per chiedere le dimissioni di Fini da Presidente della Camera.

A parte l’immensa faccia tosta che mostrano per via della kilometrica lista di reati commessi dal loro proprietario, secondo me sarebbe il caso di denunciare questo caso alla magistratura perchè questa è l’ennesima evidenza dell’enorme conflitto di interessi di Berlusconi, che attacca senza rispetto, con i suoi giornali di proprietà, la figura istituzionale rappresentata da Gianfranco Fini.

Con Berlusconi siamo arrivati ai sistemi degni di un dittatore.

Anonimo ha detto...

CARO ADRIANO , HO LETTO IL TUO GIORNALE E LO TROVO INTERESSANTE.
SOLO UNA COSA: HAI TRATTATO TROPPO BENE MANTOVANO.

A SPATUZZA LA COMMISSIONE DA LUI PRESIEDUTA NON HA CONCESSO LA PROTEZIONE DEI PENTITI PERCHE' PARLAVA DI BERLUSCONI E NON PERCHE' HA PARLATO FUORI TEMPO MASSIMO.

CAPISCIAME'

Anonimo ha detto...

NAPOLITANO STACCA IL TELEFONO: NON C’E NESSUNA CRISI, NON ESSENDOCI STATO ALCUN VOTO DI SFIDUCIA
IL CAPO DELLO STATO, INFASTIDITO DAI RICHIAMI ALLE ELEZIONI ANTICIPATE, PREFERISCE FAR DECANTARE LE TENSIONI E SALVAGUARDARE L’INTERESSE GENERALE DEL PAESE…IL RITORNO ALLE URNE SAREBBE UN OGGETTIVO DANNO PER L’ITALIA E IL CAPO DELLO STATO NON SI FA DETTARE I TEMPI DA ALTRI

Colloqui telefonici ridotti al minimo indispensabile, profilo istituzionale, nessuna dichiarazione ai giornalisti.
Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, era partito per le Eolie il giorno prima della votazione sul caso Caliendo, sfuggendo così alle polemiche politiche che ne sono derivate.
La sua linea è chiara: una crisi nella maggioranza non c’è perché non c’è stato alcun voto di sfiducia al governo.
Anzi, l’ultimo voto registrato dal governo è stato di ampia fiducia sulla manovra economica.
Il dibattito aperto dal premier sul possibile voto anticipato non fa che infastidirlo e diventa irritazione quando sente anche parlare di ipotetiche date.
Il suo pensiero lo aveva anticipato nei giorni scorsi: è necessario un supplemento di responsabilità da parte di tutti, vista la situazione economica e sociale non proprio rosea.
Esiste poi un precedente analogo a quanto si è verificato all’interno dell’attuale maggioranza.
Nel maggio 2007 vi fu una scissione parlamentare all’interno del gruppo dell’Ulivo: Mussi e Salvi ruppero con il partito che si avviava a formare il Pd e crearono i gruppi parlamentari di Sinistra Democratica, sia alla Camera che al Senato, ma restarono nella maggioranza di Prodi.
Cosa che i gruppi di “Futuro e Libertà” hanno garantito in modo identico.
Se poi qualcuno vorrà forzare la situazione se ne assumerà la responsabilità. Dato per scontato che le elezioni rappresenterebbero un danno per la continuità istituzionale del Paese, ogni via costituzionale sarà seguita, nel caso di rottura, per verificare se ci saranno ipotesi alternative.
Nulla di strano: come per Prodi, Napolitano chiederebe la parlamentarizzazione della crisi, cioè il rinvio del governo Berlusconi alle camere per verificare se ha ancora la fiducia.
Se non l’avesse, si aprirebbero le consultazioni di prammatica.
Quando cadde il governo Prodi, Napolitano registrò che non c’era una maggioranza favorevole al ritorno alle urne e assegnò a Marini un incarico esplorativo.
Se si formerà una maggioranza propensa al non ritorno al voto, il capo dello Stato non potrà che prenderne atto e dare un incarico per un governo tecnico o di profilo istituzionale.
Sarà il presidente designato a tracciarne ruoli, modi e tempi operativi, sottoponendosi al voto delle Camere.
Solo qualora l’iter previsto dalla Costituzione non portasse ad alcun risultato, Napolitano prenderebbe atto che le elezioni sono l’unica soluzione.
I regolamenti interni tra componenti, i richiami interessati alle urne branditi come clave non lo devono e non lo possono giustamente interessare.
Un presidente del Consiglio deve pensare a governare fino a un eventuale voto di sfiducia che lo privi della maggioranza.
Non a fissare date di elezioni che non gli competono.
w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

Per troppi anni la destra sociale nel nostro Paese è stata solo enunciata, mai vissuta con corenza.
Vi riconosco il merito di aver a volte anticipato di mesi sommovimenti e stati d’animo che a destra stavano implodendo.
Scandali e corruzione, interessi e lobbie, mancanza di etica politica e di senso dello Stato, interessi e leggi ad personam hanno caratterizzato un governo forzaleghista, sempre più lontano dal programma del Pdl e dal comune sentire del popolo di destra.
Se destra è legalità, socialità, senso delle Istituzioni, rispetto di magistratura e forze dell’ordine, etica politica, lotta alla casta, solidarietà sociale, unità del Paese, amore per la propria nazione, meritocrazia vera, lotta alla corruzione, nulla di tutto di ciò è attualmente riscontrabile nel Pdl.
Ma voi di Destra di Base avete sempre ostinatamente voluto distinguervi e parlare di“un’altra destra possibile”, quella che fu di Giorgio Almirante.
E io vi ammiro e vi condivido.
Noi abbiamo come riferimento le idee e i valori, non le persone.
Non ci interessa far una battaglia per una persona, ma per delle idee e dei valori. Come abbiamo sempre fatto nella nostra vita, pagando di persona.
Da queste parti non esistono lecchini, e Adriano lo ha sempre ampiamente dimostrato,ma solo uomini e donne libere che pensano al futuro e alla libertà del nostro Paese.
Le battaglie non vanno combattute perchè si è certi di vincerle, ma perchè ce lo impone la nostra coscienza.
A destra si sta così, coerenti con le proprie e idee e per il bene del nostro popolo, difendendo non i privilegi, ma i più deboli, non i corrotti, ma gli onesti.
Chi non la pensa così, è giusto che stia con i servi.
Chi non può pensarla così perchè ha degli interessi personali da tutelare, è giusto che stia coi suoi benefattori.
Chi invece è un uomo libero sa dove collocarsi.
La dignità nella vita non è in vendita, almeno per noi.
Grazie Adriano, per la tua cdeterminazione, grazie a tutti voi di Destra di Base che mi fate, ci fate, credere ancora in un mondo migliore.
Un abbraccio a tutti e auguri a Giuseppe Chiffi per la nomina a nuovo presidente provinciale dell'associazione.

Paolo De Pascali

Anonimo ha detto...

sentir ancora accostare il nome di fini alla destra italiana non e’ piu’ possibile. qualcuno si chiede se fini ha tradito i valori della destra ?
fini ha tradito i valori e le persone della destra , la destra sociale , la destra nazionale , valori riconosciuti nella famiglia , nella morale cattolica , nella patria , nella casa , e potrei continuare per ore .i valori di migliaia di giovani che tenevano “alta quella bandiera” sono andati distrutti da fini , spazzati via .
fiuggi fu l’inizio
il confluire nel pdl la fine.

gianni miccoli

Anonimo ha detto...

Fini si deve dimettere per due ragioni:

1) attualmente è sfiduciato da coloro che lo hanno eletto (ricordiamocelo : pdl e lega nord, 30 aprile 2008, quarto scrutinio : 335 voti su 611, mentre le oppozioni votarono scheda bianca), ed oggi è paradossalmente sostenuto da coloro che allora non lo votarono. Una comica. Inoltre, essendo saldamente impegnato politicamente a capeggiare riunioni dei suoi, è ormai chiaro che non possa avere la serenità necessaria per assicurare un ruolo di garanzia.

2) Avendo chiaramente imposto lui stesso le dimissioni a componenti del governo nemmeno indagati, ed essendo ora anch'egli coinvolto in una surreale vicenda monegasca, con picchi di love-story frammisti a risvolti off-shore, dovrebbe imporsi il buon esempio

Fini dunque deve dimettersi.

Altrimenti cambi mestiere e vada a casa.....non a quella di Montecarlo ovviamente.

Anonimo ha detto...

Fini non è mai stato un buon politico ma un tecnico che ha sempre approfittato del suo solilocquio inconcludente approfittando del vuoto creato intorno a lui con scomuniche e apostasie. Ora deve subire la scomunica di chi lo ha sempre sostenuto nonostante i vizi e l'abbandono di ogni virtù.

Aldo

Anonimo ha detto...

Ragazzi,fino a che Fini sarà il burattino della Tulliani io, da donna di destra, non lo voglio nemmeno vedere.

Daria

Anonimo ha detto...

i tulliani..........famiglia di Fini profittatori.....

Dio li crea...
e il vento...
li accoppia.

Anonimo ha detto...

Fini ha tante e gravi colpe rispetto alla Destra vera ma al momento si muove come uomo libero contro tutti coloro che preferiscono il comodissimo ruolo di servi dell'Unico Padrone.

nico58 ha detto...

Per Fini la moralità e l'etica , valgono solo per gli altri , certo la compagna che si è scelto una ex convivente di Gaucci....
Il fratello della sua compagna che occupa un appartamento che era di An a Montecarlo e scorrazza con una ferrari nera fiammante.....
La suocera e lo stesso cognatino con quei contratti RAI......
Fini dovrebbe pensare meglio alla sua di etica morale....
e magari dare le giuste e ormai dovute dimissioni .

Anonimo ha detto...

Berlusconi finanziava Provenzano?

Il Corriere rivela: nelle mani dei pm un pizzino in cui si parla di 100 milioni di lire dati dal Ca-valiere al boss dei boss nel 2001. A trovarlo tra le carte di famiglia è stata la vedova di don Vito Ciancimino
Nel 2006, quando Bernardo Provenzano fu arrestato, il presidente del Consiglio era stata l’unica carica istituzionale a non complimentarsi con la polizia per la cattura. Se il documento, dattiloscritto e con accanto annotazioni autografe di don Vito, è autentico adesso si capisce il perché. Il gruppo Berlusconi che a partire dagli anni Settanta, secondo le sentenze contro Marcello Dell’Utri, regalava soldi a Cosa Nostra, non avrebbe smesso di farlo con la discesa in campo del Cavaliere.

mah

Anonimo ha detto...

Programma di governo del PdL:
dopo l’epurazione di Fini, eliminazione graduale ma accelerata dei meno pronti a dire sissignore (con priorità per gli ex AN). Nel momento ritenuto più idoneo elezioni anticipate con la speranza ottenere la maggioranza dei seggi ricoperti da soli indagati di sicura fede. Grazie all’alleanza di ferro con gli ex-partigiani anti italiani della lega nord il piano ha buone probabilità di successo.
A meno che gli Italiani veri non si decidano a svegliarsi sostenendo coloro che sventolano le bandiere della responsabilità e dello sviluppo per il nostro Popolo.
W destra di base

Anonimo ha detto...

Adriano, usciamo dal Pdl.
come si fa ancora a credete alla favola del miliardario sceso in politica per il bene del paese?
Come si fa a essere sicuri che Berlusconi non si sia comprato i voti dalla Mafia?
Usciamo dal pdl.
E stiamo buoni buoni per fatti nostri.
Lontani da questo schifo, da Fini e dalla Poli.

Luca81 ha detto...

ha ragione Di Pietro.
Per sapere chi c'è dietro alle società caraibiche proprietarie dell'appartamento di Montecarlo...deve solo predere da parte il fratello della bald....a giovane che si è preso a carico e chiedergli: a bello....da chi ca....volo hai preso in affitto sta ca....volo di casa?????????????

Se non lo fa...è FINI..TO!!!

Anonimo ha detto...

fini-rai!
E se, dopo Paglia, si decidesse a parlare anche Mauro Mazza, direttore di raiuno?
ci sarebbe in cottura un dossier sul sistema Tulliani che ha imperversato per un bienno a Viale Mazzini.
Sarebbe il colpo di grazia dopo il brutto pasticcio di Montecarlo. Quel giorno che Fini, al telefono con Romani, pose il veto su Paglia presidente della Sipra..... E quella famosa battuta che Luca Barbareschi fece in una riunione dei quadri An della Rai...:
“In Rai abbiamo portato solo zoccole”. “Zoccole e cognati”…
che voleva dì?

Anonimo ha detto...

ANSA) - ROMA, 10 AGO -
'Fini e' bruciato'.

Cosi' Assunta Almirante, intervistata da 'Oggi', in edicola mercoledi'...
"al suo posto vedo bene La Russa 'Fini non lo voglio piu' vedere. Dei nostri non lo votera' piu' nessuno', e al suo posto vedo bene La Russa".

Sulla casa di Montecarlo:

'Fini non poteva non sapere, giocare allo scaricabarile non gli fa onore'.

Quanto alla proposta di Matteoli di dividere il patrimonio di An:

'Il patrimonio e' del Msi e del suo popolo. Chi lo tocca dovra' vedersela con me'

donna Assunta forever

Anonimo ha detto...

Scusate qualcuno vorrebbe spiegarmi perche si deve andare alle elezione con questo sistema elettorale?
il motivo perche deve cambiare sistema elettorale è semplice , dal 2006 abbiamo avuto 2 governi: il governo Prodi caduto per l’uscita di Mastella (poi eletto con il PDL), e ora il governo Berlusconi che stravincendo l’elezione ora è in crisi per la creazione di una corrente interna. forse non è meglio cambiare o ritornare al vecchio sistema dove era veramente il popolo a scegliere i propri politici no i partiti?

destra di base che ne pensa?

dicoio ha detto...

Fini si dimetta e Bocchino smetta di abbaiare a comando. Avere un presidente della Camera che si intrallazza i soldi del partito con i parenti è molto squallido. Berlusconi è troppo morbido. Meglio il voto poi vediamo che fine politica faranno i finiani, Fini in testa. Può sempre entrare nella compagine di Casini o di Rutelli.

Anonimo ha detto...

Vedendo Fini arrampicarsi sugli specchi per giustificare l'ingiustificabile affare di Montecarlo, mi viene alla mente Almirante che, dopo la morte di Ugo Venturini, con l'anticipo della propria liquidazione, comprò un appartamento che intestò a Walter figlio di Ugo.
Si sa nessuno è perfetto e tutti possono sbagliare, perfino Almirante che ha lasciato il Movimento Sociale Italiano nelle agili mani di un Fini.

Nicola Di Donna

Anonimo ha detto...

di Yasmin Inangiray e Marco Dell’Omo (ansa)

Dopo la richiesta di dimissioni avanzata dai parlamentari del Pdl al presidente della Camera Gianfranco Fini, e dopo una giornata segnata dai veleni, interviene in prima persona Silvio Berlusconi per lanciare un aut aut alla pattuglia di Futuro e Libertà. Lo fa inserendosi nella prima crepa manifestatasi nel gruppo dei seguaci del presidente della Camera: se dentro Futuro e Libertà prevarranno le colombe «sarà certamente possibile ritrovare quell’unità che, ove mancasse, non potrebbe che portare a scelte dolorose e definitive».

Berlusconi fissa le sue condizioni: il rispetto del mandato elettorale e del programma «è l’unico atteggiamento responsabile che si aspettano i nostri elettori». Elettori che «non potrebbero comprendere come alcuni possano dividersi per giochi di palazzo della vecchia politica ed esclusivamente per tornaconto di parte». Nessuno sconto per l’ala degli ultras finiani: le loro parole contro il governo e la maggioranza sono «farneticanti e irresponsabili». Mentre chi vuole il dialogo, come i senatori che hanno firmato un documento ‘aperturistà in vista della ripresa di settembre, riceve la benedizione del premier, che dice di averlo accolto «con grande soddisfazione e disponibilità ».

Dai finiani arriva una risposta unitaria, sottoscritta dal «pasdaran» Italo Bocchino e dal filogovernativo Silvano Moffa oltre che dal capogruppo al Senato Pasquale Viespoli: i tre di Fli vedono nella dichiarazione di Berlusconi una disponibilità a ricercare una nuova unità del centrodestra, che va interpretata come «un segnale positivo». Ma chiedono ora che «si blocchi l’aggressione quotidiana nei confronti di Fini e si esca da questa fase di esasperato conflitto». «Auspichiamo che questo segnale – scrivono infatti i tre esponenti di Futuro e Libertà – serva a recuperare un clima di reciproco rispetto tra istituzioni che vanno valorizzate e non dimissionate con richieste peraltro irricevibili».

Nonostante la risposta comune, resta qualche significativa differenza tra i finiani. Se Fabio Granata dice che Berlusconi «non riuscirà nel giochino di dividerci», Moffa giudica la dichiarazione di Berlusconi «estremamente positiva» perchè riconosce per la prima volta Futuro e Libertà come un interlocutore politico.

La sortita di Berlusconi (e la risposta dei finiani) sono arrivate al termine di una giornata convulsa, segnata dalla richiesta choc di dimissioni del premier, perchè «imputato», avanzata da Bocchino. Richiesta alla quale aveva fatto seguito un putiferio, con Sandro Bondi che accusava il capogruppo di Fli alla Camera di essere «in stato confusionale».

Nel crescendo delle polemiche, un altro fininano, Carmelo Briguglio, si era spinto a chiedere conto a Berlusconi di chiarire i «punti oscuri» legati all’acquisto, a prezzo di favore, della villa di Arcore, ricordando velenosamente che lì aveva soggiornato il mafioso Vittorio Mangano; e di spiegare se lui e la sua famiglia abbiano mai fatto ricorso per i loro affari a società offshore. Parole che il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri ha bollato come «frasi da estremisti di sinistra».

Anonimo ha detto...

CASA AN: SANTANCHÈ, FINI LASCI PRIMA DI ALTRE RIVELAZIONI

ROMA – «A differenza di Bocchino non credo che le possibilità che Fini si debba dimettersi sono pari a zero; anzi, invito il presidente della camera Gianfranco Fini di fare, per rispetto alla storia che ha rappresentato, il buon gesto di dimettersi spontaneamente prima che nuove e imbarazzanti verità lo costringano». È quanto afferma l’esponente del Pdl Daniela Santanchè.

Quanche giorno fa, la stessa Santanchè, sempre a proposito della casa An, aveva dichiarato: «A questo punto, le dimissioni di Fini ‘non sono solo auspicabili, ma diventano indispensabili’, sostiene Daniela Santanche’. ‘Ho letto con stupore le dichiarazioni di Fini sulla casa di Montecarlo -afferma il sottosegretario per l’Attuazione del programma di governo-.Le ho trovate ambigue, contraddittorie e inverosimili. Non solo non fa chiarezza ma dimostra il rifiuto nel voler dire agli italiani la verita’ fino in fondo, cosa non ammissibile per la terza carica dello Stato’». (ANSA).

Anonimo ha detto...

mi domando:
dopo tutto il casino che è scoppiato tra Fini e berlusconi come si può più pensare di arrivare ad un accordo?

E se si arrivasse...
su quali basi si dovrebbe poggiare?
Sui ricatti incrociati?
Sulle paure reciproche?

Questo eventuale accordo politico che valore di "Legalità" avrebbe?

DAVIDEDINARDO' ha detto...

Devo ammettere che Adriano ha visto bene e meglio di me nel giudicare la nuova formazione politica dei finiani.

Questo movimento politico non ha ancora un identita’, ma in compenso ha gia perso la faccia con le continue giravolte di questi giorni.

So di molti sostenitori della prima ora che all'inizio avevano abboccato all’amo che si sono anch'essi accorti di essere stati presi in giro con false speranze.
Come si può seguire chi ha di fatto ucciso la destra italiana?
Come si può riporre la fiducia in uno che si fa manovrare e sfruttare così beotamente da una ragazzotta senza fascino e senza
personalità?
Bravo Adriano sei sempre il migliore, peccato che in questa epoca essere in gamba conta poco...meno di un bel seno e ancor meno di due belle gambe....disponibili ad aprirsi.....all'occorrenza....

Anonimo ha detto...

e' INCREDIBILE!
un giorno i finiani vanno alla guerra…l’altro vogliono sedersi al tavolo con Berlusconi.
Ma che razza di strategia è questa?
…….La linea delle poltrone!!

Anonimo ha detto...

Sul numero di "A" in edicola la settimana prossima, Vittorio Sgarbi rivela di aver frequentato Elisabetta Tulliani. Il settimanale diretto da Maria Latella pubblica un'intervista a Sgarbi che comincia così: «Abbiamo sopravalutato Fini e sottovalutato la Tulliani.
Eppure era una curva ben segnalata. Mi sembrava impossibile che qualcuno finisse con l'andare a sbatterci.

La Tulliani veniva a trovarmi a casa. Ma anche La Russa la frequentava. Era una delle tante che incontravo senza nessun impegno. Per principio le faccio sempre conoscere alla mia fidanzata Sabrina Colle. È a lei che spetta il giudizio supremo. E quando ha visto la Tulliani ha allargato le braccia».

fini...che fine hai fatto.....

Anonimo ha detto...

Con quella sua faccia da secchione, a dissimulare la più vera natura, quella infingarda, ha ottenuto riparo e protezione tra le gonne di anziane signore d'un tempo, che l'hanno spinto e mantenuto nella lunga scalata.
E' l'unico sbaglio politico che ha fatto il grande Almirante.
Unico ma....sufficiente a seppellire la destra italiana sotto un mare di m...e r d a!

Anonimo ha detto...

La Tulliani è una donna molto abile sicuramente, una «professionista» dell’arrampicamento sociale, una «con il pelo sullo stomaco», basta pensare che «è riuscita a stare con uno come Gaucci quando aveva 25 anni».....

POVERI A NUI!

Anonimo ha detto...

a volte il potere delle donne, specie quando gli uomini raggiungono una certa età, è immenso.....

Inversamente proporzionale alla lucidità del cervello dell'uomo.

Ma come si fa a dare l'italia in mano a sta gente?????

Anonimo ha detto...

Ci hanno proprio stufato. Se questo è il governo del fare siamo proprio a posto. Per quanto tempo ci dobbiamo ancora sorbire i cicchito, i capezzone e i gasparri di turno con le solite str..... Sarebbe forse giunta l'ora di una protesta generale per mandarli tutti a casa...............

Anonimo ha detto...

Anche la Marcegaglia suggerisce di mettere il coperchio alla fogna "basta dossier" e di richiudere gli armadi dai quali possono uscire centinaia di scheletri. Per gli Industriali la questione morale non esiste e se esiste è un optional

Anonimo ha detto...

CARI AMICI DI DESTRA DI BASE

E' necessaria una grande mobilitazione in favore del Presidente Fini e degli aderenti a Futuro e Libertà, non dobbiamo lasciarli soli in questa che si sta trasformando in una vera e propria guerra. E’ finito il tempo delle mediazioni e della pace, è giunto il momento di distanziarsi da quella cloaca detta anche PdL e soprattutto dal suo Capo, abbandonarli al loro destino giudiziario e mettendo in evidenza il fallimento di una promessa, la rivoluzione liberale, sulla quale si è fondato sempre l’appoggio di Fini al Berlusconi leader di questa ormai sgangherata coalizione.

Massimo F.
(Lecce)

Anonimo ha detto...

Per capire come sia caduta in basso la dx italiana basta pensare che una volta sceglievano come ministri della pubblica istruzione Gentile e Bottai ora scelgono Gelmini.
e come se non bastasse fanno anche ministri gente come la Carfagna, la Meloni, la Brambilla....

V E R G O G N A !!!

Cosimo Mauri ha detto...

Caro Adriano quello che sta succedendo a livello nazionale dovrebbe fornirti la spiegazione vera del fatto che Destra di Base, e tu in particolare, non è benvista nell'ambito di questo pdl fittiano.

Fitto, che ne è poi la prova vivente, è un uomo politico di successo a dimostrazione del fatto che ha ragione chi dice che il successo in politica è direttamente proporzionale alla ricattabilità .

Tutti hanno qualcosa da nascondere o che farebbero meglio a spiegare con più chiarezza.

Chi non ha scheletri negli armadi viene emarginato, non arriva lontano.

Il fatto stesso di non poterlo colpire alle spalle con azioni di dossieraggio, quando dovesse alzare la testa, lo rende inaffidabile.

Se tutti hanno qualcosa da nascondere o da spiegare, le cose invece vanno molto meglio, c’è più equilibrio.

Tu sei troppo puro, sei troppo integro (e integralista) per fare carriera e per avere ruoli importanti di riferimento a livello politico e istituzioonale.

Come Paolo Alemanno a Monteroni che nonostante è la persona migliore del panorama politico di quel paese è sempre lasciato fuori da ogni giunta dal sindaco Guido.

Uscire dal Pdl non è una cattiva idea.

Io penso....

Anonimo ha detto...

SGARBI:
« Io la Tulliani la conoscevo bene. Per questo sono sconcertato: come poteva un uomo con le ambizioni di Fini avere un rapporto stabile e profondo con la
Tulliani?»

Anonimo ha detto...

SGARBI:

"nel 2005 un cronista intercetta in una bar romano Matteoli, La Russa e Gasparri. Parlano di Fini come di un uomo debole, in declino. Il Tempo pubblica tutto e il presidente della Camera li silura. Io sono sicuro che i suoi colonnelli stavano criticando la sua deriva sentimentale: erano particolarmente preoccupati perché conoscevano bene la Tulliani. Loro pensano che Fini vada interdetto. Lui si arrabbia e li caccia con un atto alla Berlusconi. Purtroppo la prova dei fatti dimostra che La Russa e gli altri hanno visto più lontano di Fini. Questo basta per non farne un buon leader».

Anonimo ha detto...

SGARBI:

«La Tulliani ha una personalità poco originale. Era evidente che cercasse un uomo di potere. Però, lo ripeto perché sia chiaro: il problema non è lei, ma lui: doveva accorgersene. In realtà non è colpevole. È imbesuito ed è rimasto fregato. Kennedy stava con la Monroe, ma era lei a essere innamorata. La donna va dominata, se non sei capace, lascia perdere».

Anonimo ha detto...

è incredibile che ci sia ancora gente che, dopo Fiuggi, An, elefantino etc., appoggi Fini e il suo "partito del male assoluto"! il programma politico esposto da Della Vedova è qualcosa di orribilmente imbarazzante! sono i veri giacobini del 2000!!!

Anonimo ha detto...

Quando era maturata la frattura fra i finiani e il PdL avevo pensato che Fini potesse fare un altro partito e magari riuscire ad ampliare il perimetro del centro destra. Pensavo potesse attirare dei voti fra gli indecisi o fra chi non vota. Ma a questo punto penso che Fini sia politicamente è morto.

Silvia

titti ha detto...

Mentre i segugi di Vittorio Feltri sono sulle piste del “portaombrelli fumante” di Gianfranco Fini, la Banca d’Italia comunica ufficialmente le ragioni che hanno portato al commissariamento del Credito Cooperativo Fiorentino, l’istituto di credito mutualistico presieduto per un ventennio dal coordinatore del Pdl, Denis Verdini. Dalle motivazioni sembrerebbe emergere la foto di gruppo di un’allegra combriccola, dove controllori e controllati si ritrovavano uniti nell’interpretazione piuttosto rilassata delle norme di legge e della Vigilanza di Bankitalia. Il tutto nel nome di una governance molto semplice: tutto il potere a Verdini.

E’ un vero peccato che al Giornale, a Libero e al Tempo abbiano esaurito i giornalisti-detective, tutti sguinzagliati a cercare scontrini e fatture di Fini: ora sarebbero venuti utili per approfondire il caso-Verdini, senza dover copiaincollare lanci Ansa e dichiarazioni sdegnate di Verdini medesimo, che tuona contro i “polveroni mediatici”.

C’è solo una considerazione da fare, a margine di questa vicenda: Verdini deve dimettersi? Dopo tutto, non ricopre incarichi istituzionali, ma è solo l’alto dirigente di un partito, cioè di una libera associazione di cittadini. In fondo, forse è meglio se resta dov’è, sarà un degno testimonial per quegli italiani che scelgono di essere rappresentati dal Pdl.

e'morto ilpresidente Cossiga ha detto...

A Schifani: «Un onore servire lo Stato»
La lettera inviata da Cossiga al presidente del Senato
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ALLEGATA AL TESTAMENTO

A Schifani: «Un onore servire lo Stato»

La lettera inviata da Cossiga al presidente del Senato

IL TESTO INTEGRALE - «Onorevole Presidente del Senato della Repubblica nel momento in cui il giudizio sulla mia vita è misurato da Dio Onnipotente sulle verità in cui ho creduto e che ho testimoniato e sulla giustizia e carità che ho praticato, professo la mia Fede Religiosa nella Santa Chiesa Cattolica e confermo la mia fede civile nella Repubblica, comunità di liberi ed uguali e nella Nazione italiana che in essa ha realizzato la sua libertà e la sua unità. Fu per me un onore grande servire la Repubblica, a cui sempre sono stato fedele; e sempre tenni per fermo onorare la Nazione ed amare la Patria. Fu per me un privilegio altissimo: rappresentare il Popolo Sovrano nella Camera dei Deputati prima, del Senato della Repubblica quale Senatore elettivo, Senatore di diritto e a vita e Presidente di esso; e privilegio altissimo fu altresì servire lo Stato nel Governo della Repubblica quale membro di esso e poi Presidente del Consiglio dei Ministri ed infine nell'ufficio di Presidente della Repubblica. Nel mio testamento, ho disposto che le mie esequie abbiano carattere del tutto privato, con esclusione di ogni pubblica onoranza e senza la partecipazione di alcuna autorità.

«IDDIO PROTEGGA L'ITALIA» - «Per quanto attiene le onoranze che i costumi e gli usi riservano di solito ai membri ed ex-Presidenti del Senato, agli ex-Presidenti del Consiglio dei Ministri ed agli ex-Presidenti della Repubblica, qualora Ella ed il Governo della Repubblica decidessero di darne luogo, è mia preghiera che ciò avvenga dopo le mie esequie, con le modalità, nei luoghi e nei tempi ritenuti opportuni. Voglia porgere ai valorosi ed illustri Senatori il mio ultimo saluto ed il mio augurio più fervido di ben servire la Nazione e di ben governare la Repubblica al servizio del Popolo, unico sovrano del nostro Stato democratico. Che Iddio protegga l'Italia!»

Francesco Cossiga

Anonimo ha detto...

Casa Montecarlo, l'ambasciatore italiano rivela: "Il cognato di Fini? Mi usò pure per l’albergo"

Il diplomatico ricorda l’arroganza di Giancarlo Tulliani: "La prima cosa che mi disse è che era parente del presidente della Camera. Mi chiese aiuto per la cittadinanza, la ristrutturazione dell’appartamento, perfino per l’albergo. Si immagini come mi sono sentito..."

Vergogna!

Anonimo ha detto...

Fini è finito proprio in un clan di profittatori. Ora il dubbio è: c'è cascato o c'è entrato? Certo non si vende una casa di un partito ad una società di paradisi fiscali, ne và del buon nome e della serietà di un partito e di un'associazione. Insomma se la casa gli è stata scippata sotto il naso è davvero un pollo che non può sognarsi di guidare nemmeno un somaro, figuriamoci una nazione. Ma l'altro dubbio è: erano così polli anche i dirigenti di AN che hanno accettato e chiuso le pratiche per l'alienzione dell'immobile?

MA INSOMMA, SAREMMO GUIDATI E GESTITI ED ALLA FINE OPPRESSI DA UNA MASNADA DI IDIOTI INCAPACI ?

Anonimo ha detto...

Ma è possibile che nessuno tra i pretoriani di fini interessi sapere il perché ed il percome della grottesca farsa messa in piedi prima per impadronirsi di un immobile del partito e poi per giustificare la scellerata impresa.

Che tristezza fini, e che tristezza i suoi ipocriti difensori. Chiarisca davvero se può, altrimenti si tolga quantomeno quella spocchia di dosso

Anonimo ha detto...

I galantuomini in Italia sono spariti, da molto tempo abbiamo politici corrotti, venduti, concussi, voltagabbana, che continuano a sbraitare senza dire nulla. Giornalisti che non sanno fare il loro mestiere e che sono dei servi senza anima.

che schifo

Anonimo ha detto...

FINI SMENTISCE O...
MENTISCE?

Sul quotidiano della famiglia Berlusconi un testimone dice di averlo visto nella casa, a dicembre, con la Tulliani. La replica: "Fantasie, bastava vedere i movimenti delle scorte. Risponderanno in tribunale".

La direzione del quotidiano: "Testimone affidabile e le scorte si possono non usare"

Anonimo ha detto...

Fini ci dica per filo e per segno cosa diavolo è accaduto negli ultimi anni. Domande. Risposte. Nulla di più. Non è Fini il difensore della libertà di stampa? Non è sempre lui a rimarcare l'importanza della trasparenza in politica? Converrà, il presidente, che un comunicato stampa è un po' pochino per mettere a tacere le stranezze emerse in una storia fatta di auto di lusso, di casa a Montecarlo, di società create in paradisi fiscali, di strani passaggi di mano e di date ballerine.

Basterebbe poco a Fini per scrollarsi di dosso sospetti e illazioni: ci dica cosa è accaduto sotto quel tetto che egli ben conosce. O almeno se lo faccia raccontare. Ci dica com'è stato possibile che una famiglia modesta come i Tulliani in pochi mesi si siano arricchiti così spudoratamente.

Parli
o si dimetta e si vergogni a morte

sandro ha detto...

CIAO
PRESIDENTE
COSSIGA!

Anonimo ha detto...

A PROPOSITO DI CASE

LA REGGIA DI ARCORE:
QUANDO BERLUSCONI PAGO’ APPENA 500 MILIONI INVECE CHE 7,6 MILIARDI GRAZIE A....PREVITI
147 STANZE ACQUISTATE DALLA FAMIGLIA CASATI PER LA VILLA DALL’EREDE ALLORA MINORENNE E RAPPRESENTATA DA.... PREVITI…

IL LIBRO DI GIOVANNI RUGGERI , LA QUERELA DI PREVITI E L’ASSOLUZIONE PERCHE’ “I FATTI CORRISPONDONO A VERITA’”

Qualche finiano lo ha ricordato nei giorni scorsi: chi tanto si sta dando da fare per tentare di gettare fango sulla vicenda della casa a Montecarlo, ceduta da An ad una società offshore, forse farebbe bene a guardare in casa propria.
Anche perchè più che di casa, qua si tratta di villa, più precisamente Villa San Martino, la residenza ad Arcore del premier.
Un giallo tra omicidi, giovani ereditiere, avvocati di grido, concluso con la vendita dell’ex convento benedettino di 147 stanze a un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato.
La storia è stata raccontata nei dettagli da Giovanni Ruggeri nel libro “Gli affari del presidente”: la villa era di proprietà da metà ‘800 della famiglia Casati Stampa di Soncino.
Nel 1970 il marchese Camillo Casati Stampa uccide la moglie Anna Fallarino e il suo giovane amante.
La villa viene assegnata in eredità ad Annamaria Casati, 19enne figlia di primo letto del nobile lombardo.
La tutela dell’orfana, allora minorenne, è affidata al senatore Giorgio Bergamasco, cui riesce ad affiancarsi il giovane legale Previti.
Quando Annamaria nel 1973 si trasferisce in Brasile dà mandato ai suoi legali di vendere la villa.
Come per incanto si presenta subito un compratore, il rampante imprenditore immobiliare Silvio Berlusconi che offre 500 milioni, un terzo della valutazione data due anni prima nell’ambito dell’eredità Casati.
Quanto era il valore totale dell’acquisto?
Lo dissero le banche dell’epoca che presero la villa a garanzia delle attività di Berlusconi: 7,6 miliardi, 15 volte il prezzo pagato.
Il Ruggeri nel libro parla chiaramente di “raggiro”: fu querelato per questo da Previti nel 1994 per diffamazione, ma nel 1999 il tribunale di Roma assolse l’autore del libro perchè “i fatti corrispondono a verità“.
Questo è il pulpito da cui parte il killeraggio per la casa di 45 mq a Montecarlo per la quale qualcuno chiede le dimissioni di Fini.

SE fINI DEVE DIMETTERSI bERLUSCONI ALLORA CHE DOVREBBE FARE?
TRASFERIRSI SULLA LUNA?

w destra di base

Rolando R.

Anonimo ha detto...

fini ha sbagliato in passato ma ora si e' svegliato si puo' incominciare afare politica ,il capo deve capire che non siamo tutti laccaculi e sudditi....