
Il successo delle consultazioni che domenica vedranno il ballottaggio
tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi, secondo quanto registra un sondaggio Swg,
fa oscillare le intenzioni di voto.
Un’ipotetica lista ‘Forza Italia 2.0‘
potrebbe raggiungere il 9,3 percento.
Voti che, spiega il presidente Roberto
Weber “proverrebbero tutti dal Pdl, che quindi scenderebbe circa al 4 per
cento”.
Tiene Casini che aumenta leggermente la sua percentuale, ora al 4,1%
che supera di poco una lista Montezemolo, valutata al 3,8%.
Il Pd balza al
30%, più del doppio rispetto al Pdl, che cade al 14,3 e che con il suo alleato
Sel, superata dalla Lega Nord dello 0.1% nelle intenzioni di voto, raggiunge il
36%.
Per la prima volta da mesi, inoltre, il movimento di Beppe Grillo scende
sotto quota 20% perdendo oltre un punto e mezzo.
Il partito del non voto, tra
indecisi e chi non risponde, si assesta al 25% che insieme agli astenuti,
secondo il campione considerato, arriva al 41% con un calo di due punti.
Risultati che, complessivamente, si discostano di poco anche dalle percentuali
fornite da Ipsos nella scorsa puntata di Ballarò.
Inoltre per l’istituto di
Trieste, a due giorni dal ballottaggio delle primarie, Bersani è in vantaggio su
Renzi con una forbice di voti tra il 53 e il 57 percento; la forbice del sindaco
di Firenze si attesta invece tra il 43 e il 47 percento.
Un quadro, questo,
che però potrebbe essere suscettibile a variazioni significative, come spiega il
presidente Roberto Weber: “Il dato tiene conto dei votanti al primo turno. Ma
100-200 mila elettori nuovi potranno fare la differenza”.
Cosa faranno al
ballottaggio gli elettori degli altri candidati alle primarie?
Più della metà
degli elettori di Nichi Vendola (57%) voterà Bersani, il 15 percento voterà per
Renzi e il 28 per cento non andrà a votare.
Esprimerà la preferenza per il
segretario del Pd anche il 47 percento dei sostenitori di Laura Puppato e il 25
percento di quelli di Bruno Tabacci.
Oltre la metà dei sostenitori
dell’assessore al Bilancio di Milano però non andrà a votare (61%).
Al di là
dell’esito del ballottaggio comunque, un ‘ticket’ tra i due contendenti piace a
una quota significativa di italiani.
L’ipotesi di Bersani premier con Renzi
vice è gradita al 30 percento dell’elettorato, percentuale che comprende – a
differenza delle intenzioni di voto dei singoli partiti – anche indecisi e
astenuti (questo significa che, potenzialmente, vale più del 30 percento che la
stessa Swg questa settimana attribuisce al Pd).
Se invece si immagina Renzi
premier e Bersani vice, il gradimento raggiunge il 33 percento. Diversa la quota
di gradimento tra i soli elettori alle primarie.
In sostanza, il quadro che
emerge dal sondaggio sulle intenzioni di voto realizzato da Swg in esclusiva per
Agorà, su Rai Tre nei giorni 26-28 novembre è questo (tra parentesi lo
scostamento percentuale rispetto alla rilevazione del 23 novembre scorso): Pd
30,0% (+3,3), Movimento 5 Stelle 19,5% (-1,6), Pdl 14,3% (-1,0), Lega Nord 6,1%
(-0,1), Sel 6,0% (+0,7), lista Montezemolo 3,8% ( – ), Udc 4,1% (+0,4), Idv 2,4%
(-0,3), Prc-Pdci 2,0%.
Infine, Fli 1,6% (+0,1), La Destra 1,5% (-0,5), Lista
Bonino 1,0% (-0,4), Verdi 0,6% ( = ) e Api 0,4% (+0,1).
Il sondaggio è stato
realizzato dalla Swg Srl-Trieste per Agorà Rai3 2012 tramite sondaggio
telefonico (Cati) e online con metodo online Cawi su un campione casuale
probabilistico stratificato e di tipo panel ruotato di 5mila soggetti
maggiorenni (su 15.900 contatti complessivi), di età superiore ai 18 anni.
Il
campione intervistato online è estratto dal panel proprietario Swg.
Tutti i
parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall’Istat. I dati sono
stati ponderati al fine di garantire la rappresentatività rispetto ai parametri
di sesso, età e macro area di residenza e il margine d’errore massimo è di +/-
1,36%.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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