
'Rilanciare' le celebrazioni del 4 Novembre, Giornata delle Forze armate e dell'unita' nazionale, ma anche - quest'anno - 90/o anniversario della fine della prima guerra mondiale: e' questo l'obiettivo del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che con le celebrazioni presentate vuole portare il mondo militare 'nel cuore delle principali citta' d'Italia', cosi' da 'sottolineare il forte legame che unisce la Nazione alle sue Forze armate e, al tempo stesso, rinsaldare la memoria'.
Una finalita' importante, sottolinea La Russa, secondo cui queste sono 'cose che non si misurano col centimetro dell'Euro: e' la misura di chi non ha altri argomenti - aggiunge, replicando a chi ha criticato il costo delle manifestazioni - per contestare qualcosa che invece sentiamo doveroso, importante, uno dei punti fondanti della memoria comune degli italiani'. Una 'memoria' che e' giusto costruire fin da bambini, sui banchi di scuola: 'io farei cantare agi alunni la 'canzone del Piave'', ha detto La Russa con un sorriso.
Il ministro ha infine sottolineato che, su proposta di Arturo Parisi, ha dato l'assenso alla costituzione di un Comitato per la tutela della memoria dei caduti del quale dovrebbero far parte tutti gli ex ministri della Difesa e al quale saranno invitati tutti i presidenti emeriti della Repubblica; al presidente Napolitano e' stato chiesto l'alto suo patronato.
88 commenti:
onore ai caduti italiani per la Patria di tutte le guerre
Destra di Base, si associa al dolore di tutte quelle famiglie che, sia in passato, che in questo particolare momento (vedi tragedia subita dall'Aeronautica Militare Italiana, nei cieli di Francia),hanno subito gravi perdite di persone care. A tutti loro va il nostro più sentito cordoglio.
Oggi è il 28 ottobre,data che dovrebbe ricordare agli italiani, immemori e dimentichi della propria storia,l'unica vera e grande rivoluzione,purtroppo tradita,di cui è stato capace il nostro popolo:la rivoluzione fascista.
Piaccia o non piaccia e senza voler riesumare i morti e restaurare il passato,è lì che sono le nostre radici ed è da quell'esperienza storica,con le sue luci e le sue ombre,con i suoi successi e con le sue sconfitte,che dobbiamo trarre linfa ed insegnamento per il nostro percorso politico.Con gli ovvi aggiornamenti e con le naturali modernizzazioni che i novanta anni trascorsi impongono.
In definitiva:"Non restaurare,non rinnegare" ed è questo il motto che mi sento di gettare in faccia a Gianfranco Fini,antifascista dell'ultima ora.
Onore e gloria ai caduti per l'idea!
Lorenzo Catamo
Caro Catamo onore ai caduti per la Patria e alla rivoluzione fascista.
Senza mischiare le due cose ma solo per ricordarci quello che di buono c'è stato con l'avvento di Mussolini.
Poi un doveroso sentito cordoglio postumo alle tantissime vittime delle ingiuste leggi razziali che il Dux, il Re e tutti i fascisti di allora fecero applicare senza pietà e senza ragione.
w i nostri caduti
w i nostri militari
w la nostra Patria
w Destra di Base
identità nazionale
senso della Patria
rispetto dei caduti
onore
a
Destra di Base
Caro Giovanni senza cognome,
prima di pontificare su "tutti i fascisti" dovresti informarti meglio sull'adesione dei fascisti alle leggi razziali.
Non è vero che tutti furono d'accordo e che tutti le applicarono.
Mi limito a citarti due fascisti che salvarono una moltitudine di ebrei ormai famosi per i libri e gli sceneggiati televisivi loro dedicati:
il commissario triestino Palatucci che pagò con la vita (fucilato dai tedeschi) la sua attività di salvataggio degli ebrei (se vai a Santa Maria al Bagno vedi che gli ebrei riparitisi lì gli hanno dedicato pure una strada) ed il padovano Giorgio Perlasca che si finse console spagnolo in Ungheria riuscendo a sottrarre tra il gennaio 1944 e l'aprile 1945 la bellezza di 5218 ebrei ungheresi alle retate dei nazisti.
Perlasca non mutò idea e alla fine della guerra aderì convintamente al Movimento Sociale Italiano.
Il paradosso è che i più accaniti sostenitori delle leggi razziali furono invece persone come Giorgio Bocca ed Eugenio Scalfari che poi mutarono campo e si sono fatti una dubbia verginità antifascista con cui sputano veleno sui tanti fascisti in buona fede che per il loro amor patrio ferito da quello che ritennero essere un tradimento (8 settembre 1943) combattettero e morino per la Repubblica Sociale Italiana.
Nessuna esaltazione, ma nemmanco nessuna demonizzazione a buon mercato sulla pelle della buona fede e ai danni delle verità storiche acclarate e documentate.
Per favore prima di sparare cazzate pensate e documentatevi, sennò siete solo dei retori del fascismo prima e dell'antifascismo poi.
Salvatore Priamo
Galatina
Il mio cognome non ti direbbe nulla come a me non dice nulla il tuto e quindi non è importante.
Sono un Giovnni qualsiasi che segue questo blog e questa associazione.
Nessuno ha mai negato che non tutti i fascisti erano uguali.
Ma io mi riferivo a chi stava accanto al Duce e lo consigliava.
Tant'è che nonostante gli atti eroici dei tanti fascisti buoni, le leggi razziali fuurono comunque applicate con ingiustizie, uccisioni e deportazioni.
ANCHE GIORGIO ALMIRANTE SALVO' DALLA DEPORTAZIONE ALCUNI EBREI A RISCHIO DELLA PROPRIA VITA.
NON DIMENTICHIAMOLO
Sono d'accordo con Salvatore Priamo,ma,purtroppo,sono anche convinto che oltre sessanta anni di storia da rigattieri hanno influito sulle coscienze di tanti nostri camerati,manipolandole e portandole fuori strada.
La storia non è tra le materie preferite dagli italiani,perchè,se così non fosse,nessuno si sognerebbe di esaltare come liberatori americani,inglesi e francesi,che volevano solo impedire la nascita di una potenza italiana,strainfischiandosene della democrazia.E lo hanno dimostrato nel dopoguerra,appoggiando spesso, per il loro tornaconto ,regimi molto più duri di quello fascista.Bisognerebbe,perciò,avere un'altra coscienza nazionale evitando l'adulazione pecoreccia di tutto quanto viene dall'estero.
Se tutto ciò si verificasse,forse tanti personaggi che hanno vissuto del M.S.I. e delle sue risorse arricchendosi sulla nostra pelle eviterebbero di dire stratosferiche castronerie.
Lorenzo Catamo
RADIO TROMBA NEWS:
Europee/ Verso l'intesa: niente preferenze ma soglia giù al 4%
Mercoledí 29.10.2008 11:20
Svolta sulle legge elettorale per le Europee. Il muro contro muro tra maggioranza e opposizione sta per finire. Secondo quanto Affaritaliani ha appreso da fonti del Popolo della Libertà molto vicine al presidente del Consiglio, nonostante il no al dialogo, il premier sarebbe pronto a cedere su uno dei punti che sta a cuore al Partito Democratico: ovvero la soglia di sbarramento. Veltroni chiede il 3% mentre il progetto di Berlusconi prevede il 5, il compromesso porterebbe il livello di accesso all'Europarlamento al 4%. Un'ipotesi accettabile per l'ex sindaco della capitale, che in questo modo potrebbe vantare agli occhi dei partitini di sinistra di aver strappato qualcosa per loro.
Un ruolo importante lo sta giocando Gianni Letta nel tentare di convincere il Cavaliere. Che però sulle preferenze non molla. Le fonti interpellate da Affaritaliani.it spiegano che il premier è deciso ad andare fino in fondo, "anche a costo di sfidare il voto segreto che il presidente Fini potrebbe concedere all'emendamento presentato dall'Udc". Il rischio di andare sotto c'è. In Alleanza Nazionale non mancano i malumori, la Lega vorrebbe 'accontentare' il Pd (e D'Alema in particolare) per avere un atteggiamento più morbido sul federalismo fiscale e alcuni esponenti del Pdl come Giovanardi si sono già espressi a favore del mantenimento delle preferenze.
Ma Berlusconi tira dritto. Tutto sommato è ancora convinto che le liste bloccate facciano molto comodo anche a Veltroni. Ma la ragione principale che spinge il presidente del Consiglio ad abolire le preferenze è la possibilità di scegliere chi inviare all'Europarlamento. Prima di tutto perché c'è una lunga lista di esclusi alle Politiche da 'piazzare', in cima l'ex portavoce di Forza Italia Elisabetta Gardini. E poi Berlusconi vuole mantenere rigido anche a Strasburgo il rapporto 70 a 30 tra azzurri e An. E il partito di Via della Scrofa, più di radicato storicamente sul territorio, con il gioco delle preferenze potrebbe ottenere una quota decisamente più alta.
Infine, il leader del Popolo della Libertà non vuole assolutamente assecondare le richieste di Casini. Ormai considera l'Udc un 'nemico' ed è quindi impossibile accettare la proposta dei centristi. Si profila quindi un compromesso tra maggioranza e opposizione, che complessivamente farà comodo sia a Berlusconi sia a Veltroni. Il leader del Pd, infatti, con le liste bloccate potrà decidere in autonomia le candidature ed evitare così lo strapotere delle varie correnti.
PER VOI DA:
radiotromba@libero.it
Se l'intesa è il 4% come soglia e niente preferenze
alle prossime europee che andassero a votarsi da soli
BERLUSCONI E VELTRONI STANNO ROVINANDO L'ITALIA.
NON SI PUO' COSTRINGERE GLI ITALIANI A VOTARE LE LORO LISTE DI LECCADIDIETRO PIENE DI NANI E BALLERINE
......E BAMBOCCIONI PIAGNONI E PISCIACCHIONI
perchè non fate un incontro programmatico elettorale con il nuovo portavoce de La Destra?
L'unione fa sempre la forza.
e di Mario De Cristofaro che ne pensate?
Forse avete dimenticato, quando lanciai l'idea di fare un meeting di tutte le forze di destra del Salento, bene era questo il mio personale progetto, cercare di unire, lasciando da parte antichi rancori personali, tutte quelle forze compatibili, per un unico fine: fare una lista forte di destra, per cercare di contrastare tutte quelle forze destabilizzanti, che per il gusto della distruzione di qualcuno, cercava farci fuori tutti, tranne qualche furbacchione di AN, che a monte aveva già fatto accordi sottobanco....! Ora, non è ancora tardi, ma non bisogna sonnecchiare, perchè qualcuno stà già tramando alle nostre spalle!!!
Parole sante, Claudio, parole sante.
A CAMPI IL NOSTRO CIRCOLO E IL NOSTRO PARTITO SONO A BRANDELLI E NESSUNO INTERVIENE.
GRANDE RIMPIANTO E ONORE AD ADRIANO VICEPRESIDENTE PROVINCIALE CHE SI FACEVA VEDERE E SENTIRE IN TUTTA LA PROVINCIA E NON LASCIAVA MAI SOLO NESSUNO DEI NOSTRI DIRIGENTI.
ORA INVECE NESSUNO PARLA NESSUNO INTERVIENE E IL PARTITO E' ALLO SBANDO.
UN ANONIMO DI CAMPI
Aumenta il crescendo mediatico che enfatizza le manifestazioni contro il nostro decreto scuola, aumentano anche le modalità di reazione del Popolo della Libertà e anche tu, se vuoi, puoi fare la tua parte.
1) Firma e fai firmare la petizione "Liberi di manifestare, liberi di studiare, per costruire una scuola e una università migliori": trovi il testo nella home di www.ilpopolodellaliberta.it oppure qui: http://www.ilpopolodellaliberta.it/petizione-scuola.
2) Stampa e diffondi volantino e pieghevole che trovi qui: http://www.governoberlusconi.it/page.php?idf=433&ids=484
3) Fai girare la cartolina che trovi in governoberlusconi.it: www.governoberlusconi.it/cartoline.php
In molte scuole e università i nostri giovani stanno cominciando a far sentire la loro voce. Non vogliamo lasciarli da soli.
Grazie per il tuo impegno.
on. Antonio Palmieri
responsabile comunicazione elettorale e internet Forza Italia/PDL
ROMA - "E' evidente che il progetto di legge parlamentare per le elezioni europee, proprio per la sua rilevanza politica, necessita della convergenza più ampia possibile delle forze parlamentari. Auspichiamo perciò che il Parlamento continui a lavorare per ricercare ogni soluzione possibile. Ma è altrettanto evidente che in mancanza di una convergenza si voterà con la legge esistente" afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
VORREI RISPONDERE A CLAUDIO COSI':
CHI E' CHE CI IMPEDISCE DI FARE CIO'? PER FARE QUESTO DOBBIAMO USCIRE DA ALLEANZA NAZIONALE? OPPURE CI POSSIAMO AUTOCONVOCARE ED AUTODETERMINARE? O DOBBIAMO ANDARE A "RIMORCHIO" DI GIOVANNI PERRONE E/O MARIO DE CRISTOFARO? ABBIAMO BISOGNO DI SAPERLO E DI AGIRE, NON SOLO DI AUSPICARE!!!!!
DOBBIAMO ATTENDERE CHE SIA INDIVIDUATO IL NOSTRO CANDIDATO PRESIDENTE DELLA PROVINCIA, PER FARE CON LUI O CON LEI UNA LISTA DEL PRESIDENTE? C'E' BISOGNO DI AZIONE SUL TERRITORIO! LA CITTA' AD ESEMPIO CHIAMA AL TELEFONO UN "X" PERSONAGGIO LOCALE E DICE: TU SEI IL MIO REFERENTE, E A VOLTE SI FA PRESTARE GLI UOMINI DA FORZA ITALIA, E A VOLTE ANCHE CON ROTTURE IN ALLEANZA NAZIONALE. VOI COSA FATE? ASPETTATE? E PER QUANTO ANCORA SI PUO' ANDARE AVANTI CON QUESTO IMMOBILISMO? DI TEMPO NON NE ABBIAMO PIU'. IL TERRENO SI PREPARA MOLTO PRIMA, ED IN VERITA' NON SO COME SI STIA MUOVENDO DESTRADIBASE. C'E' TANTA CONFUSIONE, SOPRATTUTTO NEL NOSTRO PARTITO, E TANTI AVVOLTOI E RICICLATI CHE CIRCONDANO IL PDL!
GIANPIERO PERSANO - SALICE
RADIO TROMBA NEWS:
FIATO ALLE TROMBE !!!
Buontempo su elezioni europee e preferenze
Silvio Berlusconi, in merito all’irresponsabile proposito di togliere ai cittadini il diritto dovere di scegliere i propri rappresentanti al Parlamento europeo, ha affermato che “la preferenza sarebbe un ritorno indietro alla stagione non trasparente della politica” e, in un’altra dichiarazione, che “nell’europarlamento servono dei professionisti”. In realtà, oltre che seguire la logica padronale che lui intende applicare in politica, la cancellazione delle preferenze serve al presidente del Consiglio per non far implodere il nascente PdL. All’interno dello stesso PdL, i candidati di Forza Italia e quelli dei partitini inventati dallo stesso Berlusconi temono che, con la preferenza, vengano eletti coloro che pur avendo tradito la loro storia e la comunità ideale che li ha sostenuti, comunque in passato hanno svolto attività politica come dovrebbero fare gli eletti dal popolo e non comportandosi come fanno i parlamentari nominati. In sostanza, dentro il PdL, prima ancora dell’atto di nascita, si sta consumando uno spietato scontro tra esponenti di An e quelli degli altri partiti confluiti nel Popolo delle Libertà. Ancora una volta, il PdL confonde gli interessi privati con quelli istituzionali e per mero cabotaggio interno sono capaci persino di cancellare il diritto costituzionale che impone la scelta delle rappresentanze parlamentari fatta dai cittadini. Non è possibile consentire che una maggioranza elettorale possa utilizzare i numeri a suo vantaggio per impedire il libero voto sui candidati, per eliminare, con la soglia di sbarramento, interi partiti, minacciare di inviare la polizia nelle scuole e nelle università, criminalizzare qualsiasi protesta. Oggi, contrapporsi a tutto ciò è un dovere per tutti gli autentici democratici e si deve far presto, prima che si arrivi a cancellare anche le garanzie costituzionali, di libertà e di pluralismo.
PER VOI DA: radiotromba@libero.it
RADIO TROMBA NEWS:
FIATO ALLE TROMBE !!!
Europee/ Si va verso il voto con l'attuale legge
Giovedí 30.10.2008 10:45
UDITE UDITE.......
DICHIARAZIONE DEL MINISTRO
LA RUSSA:
"Quello che ha detto il presidente Berlusconi non fa una grinza. Nessuno ci obbliga a rifare la legge elettorale europea, se ci sono le condizioni per rifarla la faremo, altrimenti sta bene questa. Esattamente come ha detto il premier". Così il ministro della Difesa Ignazio La Russa, interpellato da Affaritaliani.it sulla riforma elettorale per le Europee. Il reggente di Alleanza Nazionale spiega: "Non è così o pomì, ma è se ci sono le condizioni la faremo, altrimenti il governo e la maggioranza non si impiccano certo su una legge europea che già c'è. Se si può migliorare bene, altrimenti pazienza".
In parole povere.....che CA...ZZO..ME....NE..FOTTO!!!!!
PER VOI DA:
radiotromba@libero.it
SU RACALE E MELISSANO ANCORA NON ABBIAMO NESSU REFERENTE.
GIAMPIERO PERSANO, PER CORTESIA CI LASCI IL TUO INDIRIZZO E-MAIL?
Abbiate fede ragazzi, sto per arrivare anche nella vostra bellisssima provincia e spero mi vogliate considerare dei vostri.
Insieme riorganizzeremo la destra vera nel Pdl.
A presto
D.Santanchè
la nomina di portavoce del Governo che il Presidente Berlusconi vuole assegnare a Mara Carfagna è un’ottima proposta. “Il fatto che sia stata scelta una donna per questo ruolo è un successo di tanti anni di battaglie, finalmente un cambiamento. Quasi lo considero un successo personale. La Carfagna non la voglio giudicare, voglio trattarla come si trattano gli uomini in politica.
PARTITI, SANTANCHÈ LANCIA «MOVIMENTO PER L'ITALIA»
Roma, 29 ott - Si chiamerà Movimento per l'Italia, il nuovo partito di Daniela Santanché e sarà ufficializzato a giorni. Sarà un movimento per «la gente», per invertire la rotta dello scollamento tra la politica e le persone. E oggi, in via del Corso, si è svolta la prima di una serie di iniziative che il neonato movimento, ancora sotto il nome di Riva Destra, ha messo in campo a tutela dei cittadini. Una raccolta firme per l'abolizione del bollo auto e condono tombale di tutte le cartelle pazze, le richieste fatte al sindaco di Roma Gianni Alemanno e contenute in una petizione che Riva Destra ha proposto di firmare ai romani. In via del Corso, insieme con la Santanché, anche l'ex consigliere comunale Fabio Sabbatani Schiuma.
RivaDestraRoma
DESTRA: STORACE, CONGRESSO SARÀ FESTA ALLA FACCIA DI CHI CI VOLEVA MORTI
NESSUN RANCORE PER SANTANCHÈ, NON SE LA SENTIVA DI RISCHIARE ANCORA
Il 7, 8 e 9 novembre alle Tre Fontane dell’Eur «sarà la nostra festa», quella di un movimento che «dopo poco più di un anno di vita si permette di celebrare un congresso con regole approvate all’unanimità e che unito vuole marciare per il futuro dell’Italia. Ne sono orgoglioso e mi dispiace sinceramente per i pochi che ci hanno lasciato, sono felice per i tanti nuovi arrivi. Posso dirlo? Mi dispiace anche per Daniela (Santanchè, ndr.), che ha preferito altre strade rispetto a quella del combattimento per un ideale. Ma nessun rancore perchè non dobbiamo prendercela con chi non se la sente di rischiare ancora».
«È bene avere militanti e dirigenti motivati. Abbiamo di fronte a noi prove durissime, a partire dalle prossime amministrative e dalle elezioni europee: dovremo raccogliere un mare di firme, qualunque sarà la legge elettorale. Migliaia di militanti e dirigenti saranno chiamati sin dal congresso ad una organizzazione ferrea, che non dovrà tollerare stanchezze. La fede nei nostri valori ci accompagnerà, alla faccia di chi ci voleva morti. E lo dimostreremo in ogni occasione che avremo di fronte. A partire da quelle elezioni d’Abruzzo dove, con Teodoro Buontempo in testa, siamo chiamati a dimostrare tutta la nostra voglia di esserci».
dal blog di Francesco Storace,
Ricorderete tutti la favola di Esopo intitolata “La volpe e l’uva”….
ebbene, questa storia che racconto mi sembra ci si avvicini parecchio..
C’era una volta …..c’era…
una volpe di nome Frankie. Un giorno, accortasi di non esser più un cucciolo di volpe, decise di diventare uno dei padri fondatori e protagonisti della “svolta in una foresta di nome Fiuggi” facendo abbattere gli alberi di una precedente foresta di nome M.S.I. della quale, ai giorni d’oggi si rivendica tanto il rigoglioso trascorso. Questo la rese importante, perché divenne presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza RAI grazie alla volpe “alfa” Gianfry. Cammina cammina, diventò poi Presidente della Regione Lazio, nelle fila del branco di Gianfry chiamato Alleanza Nazionale; poi, dimenticando tutto ciò, fece una Convention all’Hilton dove tuonarono “ultimatum” e “parole di fuoco“ contro le volpi “alfa “ Gianfry e Silvio, le quali, continuarono tranquillamente con la politica di sempre. Tutto finì nel nulla e nell’oblio. Ovvero il solito modus operandi: cambiare tutto per non cambiare nulla, di gattopardesca memoria. Ma delle dimissioni dall’incarico di Presidente di Regione nemmeno l’ombra…Poi, ad un certo punto, Frankie la Volpe si mise a correre per le elezioni regionali, ma perse e avvenne una strana cosa, perché dopo aver dichiarato che, in caso di sconfitta nella lotta con la volpe Peter, non avrebbe abbandonato mai la foresta della Regione Lazio perché sarebbe rimasto nel sottobosco del Consiglio Regionale a rappresentare la sua comunità, se ne andò da lì, per diventare Ministro della Salute pensando che questo luogo fosse una foresta più accogliente. Divenne allora proprio Ministro della Salute - sotto indicazione della volpe Gianfry – mentre la volpe “alfa” Silvio governava su un tipo di enorme territorio chiamato Berlusconi 2. Ma, allora, direte voi, proprio con quelle due volpi con le quali si era attaccato nella foresta dell’Hilton? Quelle volpi “alfa” che in due anni si erano trasformate in “altri esseri mostruosi” ma con le quali si era condiviso il potere nella grande foresta!!! Incredibile dictu… Cammina cammina… Frankie la Volpe decise di appropriarsi di un nuovo tratto di foresta, apparentemente trascurato. ma assai interessante da un punto di vista di crescita rigogliosa, organizzando una grande festa, chiamandola Assemblea Costituente. Invitò la volpe “alfa” Silvio e con questi ballò mano nella mano, assieme alla volpe Teddy, guaiolando con loro “chi non salta comunista è” con la promessa della massima fedeltà. Passò ancora del tempo, i rami degli alberi della foresta erano sempre più intricati e dietro ogni macchia boschiva pareva esserci un pericolo o un semplice ostacolo, ma Frankie la Volpe , pur non riuscendo ad essere eletto “fox Mayor of Rome”, ottenne l’incarico a Presidente della Commissione Roma Capitale, datogli proprio dall’attuale Mayor of Rome - fox alfa Johnny, carica da sempre riservata a componenti della maggioranza eletta. Frankie, da una parte prendeva posti, dall’altra criticava ogni giorno la volpe “alfa” Johnny, fino ad arrivare a tappezzare i muri della città con grandi foglie-manifesto con su scritto “Sindaco Svegliati” in relazione al caso di alcuni enormi volatili metallici di una particolare razza, tipica della foresta nazionale, chiamata Alitalia. Come se la volpe “alfa”- Mayor Johnny non fosse il primo a stare molto attento agli accadimenti della foresta mirati a tutelare l’interesse strategico dei romani e degli italiani…che strane cose accadono in questa foresta…Allora…la favola continua, perché, dovete sapere che Frankie la Volpe, decise di dispiegare una enorme foglia di un grandissimo albero, una foglia di una specie particolare chiamata “blog”, ove, in una sorta di silenzio-assenso, permise che più persone lasciassero tracce visibili di una specie di murales “durissimi” contro un’ altra volpe “alfa” che si chiamava Danielle, che aveva un bellissimo manto lucente e che in quel periodo era ancora guaiolante a pieno titolo a nome del branco della neonata foresta, e contro altre volpi, denominate fondatrici. La situazione per il dominio sul branco divenne quindi tesa e mentre Frankie la Volpe in un primo momento aveva dichiarato che se qualcun’altro si fosse presentato per la Segreteria si sarebbe messa da parte, in seguito, oltre a non farlo, riuscì a trasformare una normale guaiolata politica in scontro a zanne scoperte. Frankie la Volpe allora, contemporaneamente, tolse dalla sua foglia-blog - appena presentata la mozione alternativa - il collegamento al tratto di foresta di Danielle, al fine di “oscurarla“, ma andò ben oltre, perché disse pubblicamente che “Danielle ed i Miserabili ci vogliono vedere morti”; dichiarò che voleva fare accordi solo a “macchia di leopardo” con le volpi del PdL; osannò Neil, la fox-alfa of Sicily per eccellenza che nella sua foresta d’origine non si presentò con il simbolo della nuova foresta partitica fondata da Frankie e Teddy.. Ma la questione “simbolo della nuova foresta” non era una questione di “vita” e di “morte” o meglio di eliminazione del branco così come poi avvenne nella scorsa tornata-caccia delle elezioni politiche? Non contento, Frankie la Volpe, che prima aveva voluto fortemente accanto a sé fox-Danielle, nominandola portavoce guaiolante della nazionale foresta partitica, candidandola come capo branco della Repubblica italiana, rilasciando interviste intere, solo per lodarla ed elogiando le sue doti umane e politiche, che fa, direte voi? Adesso ve lo racconto…allora succede che dopo la presentazione della mozione alternativa per la guida del branco nazionale la trasforma in una infiltrata, il nemico pubblico n. 1 da abbattere, uno straccio da buttare dopo averlo adoperato reclamizzandone la valenza attira - polvere, laddove la polvere era una sorta di strano pulviscolo denominato consenso popolare e pensate…in ultima ratio la censura dalla foglia-blog! Ma, comunque, ancora una cosa vorrei raccontarvi, perché Frankie ha fatto un mucchio di cose non facilmente comprensibili o condivisibili con altre specie faunistiche e cioè: ha fondato una nuova foresta-partito quando tutti gli osservatori politici ritenevano che il branco precedente, guidato dal lupo Roman, avesse lunga vita fino alla naturale estinzione temporale del suo corso di supremazia del potere; ha presentato una immagine della nuova foresta-partito con una raffigurazione-logo, nuova, ma non innovativa e senza alcuna storia, che tra l’altro è stato costretto a ridipingere perchè “troppo simile” a quella della volpe “alfa” Gianfry; non ha disdegnato di sedere a tavole rotonde insieme a bizzarre ed inconsuete specie faunistiche di foreste lontane e dissimili per flora e fauna, pur di far parlare di sé, senza peraltro ottenere alcunché; ha cominciato a citare sulla sua foglia-blog un altro tipo di foglia-cartacea denominato giornale, ma di una specie di carta piena di segni strani che con le scritte della nuova foresta-partito erano in aperta contraddizione, forse sperando con questo di attaccare e denigrare l’operato dell’attuale capobranco nazionale volpe “alfa” Silvio; ha dichiarato che non avrebbe mai fatto alleanze con il branco - PdL – guaiolando “ma chi ci vuole entrare” salvo poi dire “se lo sbarramento rimane al 5% sarebbe opportuno farle”…. La favola sta terminando con l’usuale metafora. Mi chiedo, ma non è che forse Frankie la Volpe predicava bene e razzolava male e continui a farlo? Oppure, da brava volpe tendenzialmente portata a definirsi“alfa”, ora tende a soffrire della sindrome dell’uva, laddove una sconfitta non è tale perchè non si è mai desiderata una vittoria? Oppure ancora, forse, l’uva non è soltanto parzialmente acerba ma …”sour grape?”
Ciao Frankie,
noi andiamo nel pdl a contare qualcosa tu fai come credi.
Dany
Dopo aver letto la suddetta storia, dove non intendo trarre conclusioni affrettate, ritengo, che la Daniela Santanchè, abbia avuto motivazioni a sufficienza per aver maturato tale decisione, da me personalmente apprezzata. Penso che il contributo di un personaggio sensibile ed illustre come quello della Daniela, non può fare altro che dare forza alle nostre battaglie. Daniela vai avanti, ti guardiamo con attenzione!!!!
VIVA Tutte la forze di Destra!
VIVA DdB!
VIVA AN!
VIVA il PDL!
Ma quante chiacchiere improvvise per la santificazione di Daniela Santanchè e per la demonizzazione di Francesco Storace e di Teodoro Buontempo!
Se non contano niente,perchè ci si affanna a demolire questi ultimi?
Voi che siete grandi e potenti,lasciate in pace i piccoli e non vi preoccupate per il loro destino!
Pensate per l'anima vostra e lasciate la possibilità a tanti come me di poter coltivare le proprie idee e di non essere costretti per decreto dittatoriale a vergognarsi del proprio passato.
Saluti camerateschi.
Lorenzo Catamo
RISPONDO ALLA REDAZIONEDELBLOG, SE NE ESISTE UNA. CHE C'ENTRA RACALE E MELISSANO CON QUELLO CHE HO DETTO NEL MIO COMMENTO? IO MI ASPETTO CHE MI RISPONDANO I RESPONSABILI, SE ESISTONO, MA NEANCHE NECESSARIAMENTE, E NON UNA FANTOMATICA "REDAZIONEDELBLOG". MI ASPETTO INIZIATIVE, INCONTRI, PROGETTI, PERCORSI, RISORSE UMANE...E NON SOLO UN BLOG PER RISPONDERCI A VICENDA. IO UTILIZZO QUESTO BLOG, PER COMUNICARVI COSA PENSA LA BASE, PER QUEL POCO CHE POSSO CONOSCERE. PER CIO' CHE RIGUARDA IL MIO INDIRIZZO E-MAIL, NON CI SONO PROBLEMI A COMUNICARLO AI RESPONSABILI DI DDB, CHE MI CONOSCONO ABBASTANZA BENE, MA NON VE LO LASCIO SU QUESTO BLOG! FARE ATTIVITA' NEL TERRITORIO SIGNIFICA ANCHE PROPORSI DAL VIVO...
E DDB CHE FA?
GIANPIERO PERSANO
SALICE SALENTINO
ALTRIMENTI RISCHIAMO, A COMINCIARE DA ME, DI ESSERE UN TANTINO AUTOREFERENZIALI, SENZA CONOSCERE LE VARIE REALTA' TERRITORIALI, OGNUNA CON UNA SUA PECULIARITA' POLITICA DA TENERE SEMPRE PRESENTE.
GIANPIERO PERSANO
SALICE SALENTINO
Caro Giampiero, una delle cose che non faremo mai noi di DDB è restare immobili o aspettare gli altri per andarci al seguito.
Ci stiamo muovendo come meglio possiamo, con riunioni e quant'altro occorre per dare conforto e chiarimenti a chiunque ce li chiede di persona, anche se non sono iscritti alla nostra associazione.
Se vuoi partecipare a qualche nostro incontro o meglio ancora organizzarne uno a Salice non hai che da chiamarmi al telefono e appena possibile ti daremo tutta la soddisfazione che ti occorre.
E' vero, in giro c'è poca chiarezza e poca corretta informazione, perchè ognuno ora sta pensando a rafforzarsi il più possibile o a "vendersi", senza farlo sapere agli altri, al prezzo più alto al nuovo "padrone".
Noi finchè ci sarà An cercheremo di rappresentare e tutelare i nostri militanti i nostri dirigenti e i nostri iscritti con coerenza e lealtà come abbiamo fatto sempre.
Quando An non ci sarà più, con la nostra associazione continueremo a rappresentare e tutelare nel Pdl tutti quelli che come noi pensano che la politica debba essere praticata per convinzione, con onestà intellettuale e coerenza.
Siamo stanchi di essere rappresentati da chi non la pensa come noi, da chi non ha coraggio, non tiene fede alla parola data e non ha alcun senso di responsabilità verso i suoi elettori.
E sai a quali "galantuomini" mi riferisco.....
Spero di aver contribuito a chiarirti un po' di cose.
Nell'attesa di un tuo riscontro, ti saluto cordialmente.
PS. Quanto scritto in questo commento vale per tutti.
Grazie Adriano per il tuo chiarimento, ma un'associazione politico-culturale come DDB è vocata solo a dare chiarimenti? O deve anche e soprattutto esprimere un progetto politico nuovo, che possa raccogliere intorno a sè quanta più gente possibile per costruire una nuova azione politica? Altri pian piano ci stanno riuscendo, più e meglio di DDB. Mi dispiace, ma dovreste agire di più, nel senso che ho espresso in altri miei commenti.
Ti saluto cordialmente
Gianpiero Persano
Salice Salentino
P.S.: anch'io sono un iscritto ad Alleanza Nazionale, e ho a cuore le sorti e le vicende del nostro partito. Del Pdl, attualmente, un pò meno.
Vedi, caro Giampiero, la differenza che c'è tra noi a gli altri gruppi di An è abissale.
Noi ci raccogliamo attorno ad un progetto politico molto semplice:
rappresentare e diffondere le idee e i valori di An, tutelando i nostri iscritti con la maggior cura e puntualità possibile.
E lo stesso faremo nel Pdl.
Inoltre noi di DDB non nasciamo ed esistiamo al solo scopo di promuovere e sostenere elettoralmente questo o quel leader locale del partito, ma rappresentiamo e promuoviamo TUTTA la base, con pari dignità, decidendo le cose sempre assieme ed esponendoci sempre in prima persona senza pensare alle cariche personali ( come ho dimostrato anch'io con la vicepresidenza proviciale )pur di fare fino in fondo il nostro dovere e il nostro compito di rappresentanti affidabili e presenti dei nostri militanti.
Nelle nostre riunioni SI DECIDE TUTTI ASSIEME SEMPRE COSA FARE.
Conosci qualche altra componente o associazione di An in provincia che fa lo stesso?
Un caro saluto.
Grande Adriano, come sempre.
Ilaria83
SE FINI HA I SUOI “FINI”, LA CLASSE DIRIGENTE DI AN NON E’ DA MENO: COLONNELLI VOTATI A UNA VITA DA MEDIOCRI MEDIANI… NE SPARLANO AL BAR MA POI PER UN POSTO CHE CONTA SI GENUFLETTONO… IL RUOLO DI “VASCA DI DECANTAZIONE” DELLE FINTE MINORANZE INTERNE… VIETATO DISCUTERE, DECIDE (MALE) UNO PER TUTTI
Per una volta spenderò due parole a favore di Gianfranco Fini, non stupitevi: essendo quasi suo coetaneo e avendone seguito la “coerente” carriera politica, già al tempo della sua elezione per grazia ricevuta ( da Almirante), era evidente anche a un cieco dove volesse arrivare e dove lo indirizzasse la sua ambizione.
Se diventò a suo tempo segretario giovanile dell’allora F.d.G. fu semplicemente perché, pur arrivando quinto nella rosa di nomi votati dalla base giovanile, Almirante lo impose come segretario di quella che fu peraltro una gestione pessima, ma funzionale a determinate impostazioni.
Non mi scandalizzai allora, non mi scandalizzo certo ora che ha organizzato più visite in sinagoga che congressi interni, che si è scoperto più antifascista che anti-casta.
Se avessi avuto stima dell’uomo sarei rimasto nel partito, non avendone mai e sottolineo mai avuta, ho fatto quello che Matteoli ha consigliato in questi giorno a chi non vuole essere “antifascista”, ovvero me ne sono andato prima che mi chiedessero il Dna.
Il problema che Matteoli non ha chiaro è che, a forza di invitare ad andarsene, rischia di restare solo lui e pochi altri a cantare “eravamo 4 amici al bar, (non) sognavamo di cambiare il mondo…”. Possibilmente gli consiglierei di scegliere un bar senza tavoli vicini, altrimenti finisce come qualche anno fa, quando i “colonnelli di An” furono sentiti dire ” Fini non capisce un cazzo”. Non che non ne condivida il contenuto, sia chiaro, lo dico nel suo interesse “infrastrutturale”, altrimenti ritorna a Livorno a gustarsi solitario il cacciucco.
Perché vedete, lo dico proprio perché anche Fini ha fatto riferimento ai valori della libertà e della democrazia, tali principi, prima di perorarli all’esterno, andrebbero applicati all’interno del proprio partito, con una libera circolazione di idee, con congressi veri, con scelte condivise.
Anche perché o ti trovi di fronte a un grande politico e a un eccelso stratega ( e non è il caso del modesto Gianfri), oppure gli insuccessi elettorali ( in 10 anni un partito che scende dal 15% all’attuale 8%, se non si fosse “nascosto” nel cappottone del PdL), i cambi umorali di rotta, la vendita di valori e principi per uno stock di poltrone in similpelle, l’inconsistenza sociale e culturale, la supponenza da “primo della classe”, non ti portano lontano: al massimo, tra un compromesso e l’altro, entri nei salotti buoni e nella Camera caritatis.
Si è mai visto un partito senza dissenso e senza un’opposizione interna? Si è mai vista una classe dirigente periferica, inginocchiata e devota, che pare convertita all’Islam, da come alza il culo e dirige lo sguardo e la preghiera alla mecca partitocratica?
Ma questi “uomini di panza” che Fini ha avuto intorno in questi anni, lo hanno mai contraddetto? Hanno mai avuto le palle di rischiare una briciola del loro potere per far crescere il dibattito interno?
Altro che colonnelli, sembrano dei Vigili del fuoco, pronti ad accorrere al minimo sfregolio di fiammifero che possa “incendiare” l’anticamera” del potere interno. Lo vediamo in questi giorni: Alemanno dice che non tutto il fascismo è da buttare, La Russa sostiene che nella Rsi c’erano dei combattenti leali, arriva Fini e li bastona, arruolando tutta An nei Gap partigiani e che succede?
La base giovanile si incazza giustamente, ma Alemanno scrive che Fini ha ragione, La Russa condivide, la giovane “anziana” Meloni fa da pompiera e invita a non cadere in tranelli ( quali? quelli di Fini, forse).
Ma come, due giorni prima avevate detto certe cose e ora dite l’opposto? Ma siamo uomini o caporali?- direbbe Totò. Direi io ” Ma una dignità l’avete, cazzo?”. Potete permettervi qualsiasi cosa, con la posizione che avete, ma state zitti come dei maggiordomi in livrea…
Ha avuto più coraggio Berlusconi che ha dichiarato: “L’antifascismo? Ho altro a cui pensare”, liquidando la domanda dei giornalisti, che chi in passato era corso a sottoscrivere sgomitando la mozione di Fini: “Msi: il fascismo del 2000″… Andate a leggervi le firme in calce di attuali ministri…
E poi basta con l’equivoco della “componente interna”, dell’ex “opposizione interna”, dell’ex “codice identitario”… Identitario un cazzo, se uno avesse un’identità la mantiene e non la vende, se avesse delle radici ne resterebbe ancorato.
In An le minoranze sono solo servite ad aumentare il peso interno al momento di rivendicare posti, lo si dica una volta per tutte. E la destra “identitaria” é servita per prendere per il culo la base giovanile ( vecchio vizio anche del Msi), al fine di far ribollire il pentolone senza mai farlo esplodere, di mantenere nei “ranghi” una minoranza arrabbiata, direbbe saggiamente Almirante “per incanalare la protesta”.
Una vasca di decantazione diciamo noi, divenuta sempre più acqua stagnante, senza la minima circolazione di idee e coerenza di comportamenti.
Ecco perché non tutte colpe sono di Fini, troppo facile indossare la divisa d’ordinanza dei pompieri quando il posto è sicuro. E la stessa base giovanile e non, la stessa classe dirigente periferica di An che ha dormito sugli allori, non è esente da colpe. Ha accettato supinamente la liquidazione di An senza neanche reclamare un Congresso, questo si farà a cose già fatte… ma neanche nella Repubblica di Bananas si procede così.
Ma chi l’ha deciso? Un uomo solo al comando, come nei tapponi pirenaici del Tour? Attenti a quando verrà il momento della “cotta”… quando salteranno posti negli Enti locali ( a favore di Fi) per la grande marmellata fatta, quando vi accorgerete di non avere padri e madri, radici e valori, di essere omogeneizzati in un partito democristiano (e poco democratico)… Qualcuno forse allora rimpiangerà di non aver alzato la mano per chiedere la parola e dissentire. Dio ci salvi dai prudenti e dai pavidi.
E non lo diciamo perché non crediamo nell’alleanza di centrodestra, anzi: ma siamo abituati a entrare dalla porta principale a testa alta, con le nostre idee e la nostra dignità.
La porta di servizio la usa la servitù. E questo basti.
Rolando R.
VANI I TENTATIVI DEI CENTRI SOCIALI DI EGEMONIZZARE LA PROTESTA STUDENTESCA, AGGREDENDO I GIOVANI DI DESTRA… LA TV DI STATO LI FA PASSARE PER AGGRESSORI, MA IL FILMATO DI YOU-TUBE MOSTRA CHIARAMENTE CHE 30 RAGAZZI DI DESTRA SONO STATI AGGREDITI DA 300 MILITANTI ATTEMPATI DEI CENTRI SOCIALI… SI SONO SOLO DIFESI. E RESTANO AL LORO POSTO
Alla Sinistra, più o meno parlamentare, ha sempre dato fastidio che qualcuno la scavalchi nel tentativo di egemonizzare anche le più legittime manifestazione di protesta.
Risulta evidente che contro il decreto Gelmini si sia formata una vasta area di dissenso che va dai docenti ( di varia estrazione), agli studenti ( di vario credo politico), ai genitori ( preoccupati tutti della riduzione del tempo pieno). Nei primi giorni di cortei spontanei, espressione delle scuole romane, hanno sfilato insieme, senza tensioni particolari, le organizzazioni vicine alla sinistra e quelle, come Blocco studentesco, espressione di Casa Pound, dichiaratamente di destra.
Questi ultimi, gridando lo slogan ” né rossi, né neri, solo liberi pensieri”, hanno animato la destra capitolina, difendendo il proprio diritto costituzionale a “essere presenti”, con le loro idee e la loro protesta.
Fino agli scontri, peraltro lievi, di due giorni fa, di cui la Tv di Stato ha dato una vergognosa versione, additando i giovani di destra come aggressori. Sembra di essere ritornati ai tempi dell’antifascismo militante, quando la Tv di regime dava versioni univoche, attribuendo alla destra ogni nefandezza, anche quando erano evidenti le responsabilità opposte.
Ora che i ragazzi di Blocco studentesco possano dare fastidio al Governo, possiamo anche capirlo, visto che sono critici verso il decreto Gelmini, ma non accettiamo che venga stravolta la verità dei fatti da una Tv pagata da tutti gli Italiani, anche quelli di destra per capirci.
E la commissione di vigilanza farebbe bene a indagare su chi ha interesse a fomentare la ritrita storia degli “opposti estremismi”, rinfocolando odi che non hanno ragione di essere.
Non ci piace una Rai che stravolge i fatti, facendo vedere solo una controcarica dei ragazzi di destra ed eliminando tutte le immagini precedenti in cui risultano chiaramente aggrediti.
Che la Rai sia guidata da un Governo o da un altro non ci interessa, vogliamo giornalisti imparziali e non servi dei potenti di turno. Mal per loro che, grazie a telefonini e videocamere indipendenti, i momenti principali dell’attacco ora siano immortalati da diversi video, postati su You-tube.
In particolare quello realizzato da centro sociale di destra Casa Pound, fornito a tutti i giornalisti nel corso di una conferenza stampa. Il video documenta tre ore di protesta pacifica e unitaria in piazza, dove coabitavano destra e sinistra.
Poi entrano improvvisamente in azione 3-400 persone, mascherate e armate, con caschi e bastoni che intonano “Bella ciao” e provenienti dall’Università. Tra loro 30-40enni dei Centri sociali romani che attaccano qualche decina di ragazzi di destra che si raccolgono attorno al loro furgone, preparandosi a reagire con le bandiere tricolori, avvolte in aste robuste.
Andrea Antonini, uno dei responsabili di Casa Pound parla di “aggressione a tutti i ragazzi che stavano manifestando, il Blocco ha solo tenuto la piazza perché abbiamo diritto a manifestare e protestare”.
Alla fine di un breve scontro, vengono fermati 3 estremisti di sinistra, tra cui un dirigente di Rifondazione e 14 di destra, salvo poi ammettere che solo 10 di loro erano del Blocco e 4 erano studenti che manifestavano e basta, senza appartenenze politiche. A dimostrazione che i ragazzi di destra non erano isolati aggressori, ma semmai ben inseriti nel gruppo omogeneo della protesta studentesca.
C’e’ qualcuno in Italia che evidentemente ha paura del confronto di idee, sia al Governo, sia alla Rai, sia nei centri sociali. E tutti marciano per evitare un confronto delle idee.
Quei 30 giovani hanno solo difeso uno spazio di libertà, come tanti di noi in altri tempi e in altri luoghi.
Non mollate ragazzi, la piazza in democrazia è di tutti e voi avete diritto a starci a testa alta.
Rolando R.
LA CASTA POLITICA NON PIACE AI TEDESCHI CHE A DIFFERENZA DEGLI ITALIANI SONO SERI E GENTE CONCRETA.
Die Clique”, che per i tedeschi sarebbe la Casta, batte in ritirata. Ha vinto la protesta della gente, sostenuta da giornali e Tv. Niente aumento di paga ai 612 deputati del Bundestag: mentre un tedesco su otto è minacciato dalla povertà, che i parlamentari tedeschi volessero intascare ancora di più, senza dare un segnale di partecipazione ai sacrifici del paese, sarebbe stato uno schiaffo troppo forte per la mentalità germanica.
L’indignazione popolare non ha avuto confini partitici e geografici. I deputati avevano già deciso di concederselo, l’aumento, con una leggina su misura, covata all’ombra della “Grosse Koalition”, che dal 2005 unisce democristiani e socialisti nel governo di Angela Merkel.
Si prevedeva, infatti, di deliberare altri due scatti, nel prossimo biennio, dell’indennità parlamentare che all’inizio di quest’anno ha raggiunti i 7,339 euro mensili da tassare, più viaggi gratis e un rimborso mensile di 3.782 euro per le spese nel collegio elettorale.
L’obiettivo era di portare l’indennità a 8.159 euro entro il 2010, per “uniformarsi ai contratti del pubblico impiego”. “Un deputato deve guadagnare come il comandante di una nave mercantile o il sindaco di una città di media grandezza”. - ha auspicato Andrea Nahles, leader della sinistra socialista. Nulla da fare. I capigruppo della “Grosse Koalition”, il democristiano Volker Kauder e il socialista Peter Struck hanno alzato bandiera bianca: ” il provvedimento in sè per sè sarebbe giusto, ma la gente in questo momento non lo capirebbe”.
Pare che il dietrofront sia stato imposto dalla cancelliera democristiana Merkel, scossa dai sondaggi, al suo rientro da un lungo viaggio in America Latina. Ben l’84% dei tedeschi era contro l’aumento e se l’è presa specialmente con il partito della Merkel, sceso bruscamente al 36% dove aver veleggiato sempre intorno al 40%.
Il gossip berlinese racconta comunque che Cancelliera e Ministri un miglioramento in busta l’hanno avuto, in quanto il loro stipendio ha beneficiato dell’aumento dell’8% strappato con l’ultimo contratto nazionale dei dipendenti pubblici.
A margine della discussione di cui abbiamo trattato, ci preme sottolineare che si tratta di stipendi che rappresentano comunque la metà di quanto percepito da un parlamentare italiano, pari a euro 15.237, contro i 7.339 di quello tedesco. La rivolta delle gente comune in Germania è stata così forte da bloccare gli aumenti, speriamo che anche in Italia la popolazione sappia far capire ai nostri parlamentari “l’aria che tira”. Le leggi si fanno per e insieme al popolo, non contro di lui.
Rolando R.
RADIO TROMBA NEWS:
FIATO ALLE TROMBE!!!
Camera: Pdl, multa per chi non vota
31 ottobre 2008
- Dieci euro di multa per ogni votazione mancata. E' la 'ricetta' per convincere deputati del Pdl a non mancare alle votazioni. La 'ricetta', elaborata da Fabrizio Cicchitto e Italo Bocchino, ha pero' mandato su tutte le furie parecchi deputati, che non ci stanno a farsi trattare 'come i dipendenti pubblici fannulloni'.
STORACE:
“Apprendiamo con sdegno che i deputati del PdL stanno litigando per una trattenuta equivalente a 10 euro a votazione. Si vergognino di fronte a un Paese in cui milioni di famiglie vivono sotto la soglia di povertà. Mai come adesso siamo orgogliosi di non far parte di questa ignobile casta”. La Destra, ieri, ha detto subito la sua, in modo chiaro e inequivocabile, sulla bagarre scoppiata alla Camera.
Salvatore Dama, scrive oggi sul quotidiano Libero - articolo che vi proponiamo: “Dieci righe. Una comunicazione interna su carta intestata del gruppo parlamentare del Popolo della Libertà inviata a tutti i deputati. Il tono è severo e drastico: chi non partecipa alle votazioni in aula - mettono in guardia il presidente del gruppo Fabrizio Cicchitto e il vice vicario Italo Bocchino - rischia una sanzione. Pecuniaria. Dieci euro ogni volta che bigia un voto. Richiama oggi, richiama domani, Cicchitto e Bocchino hanno capito che l’unico sistema per sensibilizzare gli onorevoli del gruppo unico a fare il proprio dovere - pigiare il bottone verde - è toccare un interesse vivo: il portafoglio”.
Eh sì, sottolinea Dama, ”dieci euro, è l’obolo per gli assenteisti e non è poco. Specie se si considera che, a Montecitorio, in una giornata intensa di lavoro, l’aula macina anche cento e passa votazioni. Due conti e si capisce che i meno presenti rischiano pesanti tagli al contributo “rapporto tra eletto-elettore”, quei 4.190 euro che vengono pagati al deputato, attraverso il gruppo parlamentare di appartenenza, per le spese sostenute nel collegio elettorale”.
Una vicenda sulla quale Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, ha posto il suo timbro: “Siamo in fiduciosa attesa - ha detto - di un commento del ministro Brunetta sulla rivolta dei parlamentari che denunciano un taglio di dieci euro ogni volta che non fanno il loro dovere. I fannulloni stanno in Parlamento”. Già. E meno male che sono stati chiamati a rappresentare il popolo…
PER VOI DA:
radiotromba@libero.it
VIA GLI INDEGNI DAL PARLAMENTO!
Che il Parlamento sia lo specchio del Paese è indubbio, ma le polemiche in Italia non finiscono mai. Carlo Giovanardi, sottosegretario con delega sulla droga, ricordava qualche tempo fa che anche in Parlamento si “sniffa”, come in tutti gli ambienti, dallo spettacolo alla cultura, dall’imprenditoria alla carta stampata, stesse percentuali. Ricordiamo l’incursione delle Iene che volevano fare il test antidroga ai parlamentari e il guazzabuglio che ne seguì: chi giurava che fossero almeno cento i politici col vizietto, arrivarono smentite e divieti e tutto finì lì. Ci fu poi il caso del deputato Udc sorpreso tra donnine allegre e fiumi di cocaina a ravvivare il tema, ora l’accenno di Giovanardi. Una cosa è certa: un politico che fa uso di sostante stupefacenti è ricattabile e quindi viene meno la sicurezza dell’imparzialità del suo voto. Le sue scelte rimangono personali, ma non è oppurtuno che sieda in Parlamento: questa è l’opinione più diffusa tra il popolo italiano.
Ma è il secondo argomento che è ancora più attuale, quello dei “pianisti”, ovvero di quei deputati e senatori che, in assenza del “vicino di banco”, pigiano il bottone della votazione anche di chi è assente, facendolo figurare votante e quindi assicurando spesso il quorum richiesto. Un malcostume tutto italico, immortalato più di una volta dalle telecamere di “Striscia la Notizia”, immagini che hanno fatto il giro del mondo, dando una connotazione estremamente negativa della nostra classe politica.
Anche nelle prime sedute del nuovo Parlamento, pare che tale ormai consolidata prassi si sia spudoratamente manifestata e quindi si stia cercando di correre ai ripari, con la solita demagogia nostrana.
Si starebbe studiando infatti un sistema di “impronte digitali”, ovvero un marchingegno che, all’atto del voto in Aula, riconosca le impronte digitali dei singoli parlamentari. Si tratterebbe di un “rivelatore biometrico” da installare sul terminale di voto. Esso sarebbe in grado di riconoscere un microchip inserito nella tessera, sul quale sarà memorizzata l’impronta dell’onorevole dito. E, quando il deputato inserirà la scheda per votare, il pulsante verrà abilitato solo se sarà riconosciuta l’impronta stessa.
Il sistema è attualmente in vigore solo in Albania, Brasile e Messico, ma inedito in Italia. Pare che l’idea ( del costo di ben 400 mila euro) sarà valutata dal Collegio dei Questori.
Ci permettiamo di ricordare che se un cittadino prova a votare due volte in un seggio elettorale viene arrestato, mentre un parlamentare che vota anche per un collega assente col trucco del pianista “viene richiamato”.
Invece che sputtanare 400mila euro col microchip, basterebbe che si esaminassero le inquadrature delle telecamere del circuito interno: chi ha commesso il reato decada immediatamente dalla carica di deputato e senatore. Questo i cittadini si aspetterebbero da chi li governa, una misura semplice, radicale e immediata. Gli si porge la valigia e a casa. E state tranquilli che le votazioni future sarebbero tutte perfettamente regolari. Queste misure invece sono vergognose, perchè continuano a perpetrare la differenza tra la Casta e i cittadini di serie B, cioè tutti gli altri.
Che il Governo di centrodestra dia l’esempio: espulsione e decandenza dalla carica per i truffatori, a qualsiasi schieramento appartengano.
Siamo stanchi di farci prendere per il culo da tutto il mondo.
Ciao a tutti e complimenti a questa comunità militante e a questo blog.
Rolando R.
Grazie Rolando, per il grande contributo che hai dato con i tuoi commenti, hai messo a nudo una situazione chiara a tutti, ma che nessuno fino ad ora, aveva avuto la capacità di esternarla in maniera esplicita su questo blog. Te ne sono grato, io appoggio apertamente le tue idee, le condivido e ti esorto a continuare così come hai già fatto, dando suggerimenti di questa fattura. Ne abbiamo bisogno un pò tutti, anche perchè condivido lo stile e la pacatezza che assumi nel momento in cui li realizzi!!! Questo è il vero uomo di destra!
PROMEMORIA PER IL MINISTRO LA RUSSA
I CARABINIERI DENUNCIANO: SIAMO ALLA FAME… L’INDENNITA’ DI RISCHIO DI MORIRE E’ 5,10 EURO… LO STIPENDIO 1.200 EURO… SE SI AMMALANO, 30% IN MENO DI STIPENDIO…ORE MASSIME PAGATE DI STRAORDINARIO: 6 AL MESE, IL RESTO E’GRATIS… IL 50% COSTRETTO A FARE RICORSO A PRESTITI… IL COCER DENUNCIA: MARONI, LA RUSSA E BRUNETTA CI HANNO PRESO IN GIRO, DICEVANO SI’, MA NON HANNO MAI FATTO NULLA
Nel 2007, in Italia, sono stati commessi 2,9 milioni di reati, il 5,2% in più rispetto al 2006. Aumentano borseggi e scippi, mentre i furti dentro casa si impennano intorno al 20%. In gran parte è il risultato dell’arrivo incontrollato di immigrati: ormai il 40% della popolazione carceraria proviene da altri Paesi. Comprensibile pertanto che gli elettori si sentano sempre più insicuri davanti al crimine.
Meno comprensibile è il trattamento che riceve dallo Stato chi è chiamato a mettere un argine alla marea di delinquenti che circolano nel nostro Paese. Mentre qualcuno ogni sera in televisione annuncia “tolleranza zero” verso tutti e nessuno, i carabinieri nei giorni scorsi, attraverso il Cocer, il loro organismo rappresentativo, hanno dichiarato di “essere colpiti indiscriminatamente con provvedimenti legislativi che ci hanno ridotto al si sotto della soglia di povertà”.
Una vergogna per un governo di centrodestra che avrebbe semmai dovuto partire dagli uomini in divisa per una seria politica di sicurezza. Lo diciamo da mesi, adesso anche giornali quotati di centrodestra cominciano a scriverlo…
Andiamo ai dati reali: lo stipendio di un carabiniere, appena arruolato, non arriva a 1.200 euro, straordinari inclusi, ed è destinato a crescere ben poco. Il riordino delle carriere è fermo dal 1995, un appuntato sale di un gradino, diventando appuntato scelto dopo 15 anni di servizio. Poi fino alla pensione nessun altro avanzamento, né economico né professionale.
Se fai un concorso interno e lo vinci rischi per pochi euro in più di trovarti dall’alto capo dell’Italia, con trasloco e affitto a tuo carico. L’alloggio di servizio spetta solo ai più alti in grado.
Il rischio di morire viene pagato euro 5,10 al giorno, sotto la voce “indennità di turno esterno”, quando vanno in pattuglia, rischiando di essere coinvolti in qualche sparatoria.
Non hanno neanche il diritto di ammalarsi: in base al decreto 112, art. 71, durante la malattia lo stipendio viene decurtato del 30%. Il contratto di lavoro è scaduto dal 31 dicembre 2007 e non si parla ancora di rinnovo.
Il tetto degli straordinari per un carabiniere non può andare oltre le 6 ore al mese. Una cifra che il militare supera in due giorni, dalla settima ora in poi non prende una lira e lo fa per puro spirito di servizio.
Va un po’ meglio agli ufficiali che riescono a farsi pagare fino a 55 ore di straordinario, ma anche quelle non sono molte, se si considera che lavorano una media di 13 ore al giorno. C’e’ poi un dato molto preoccupante: oltre il 50% dei carabinieri ha dovuto far ricorso a prestiti, sottoscrivendo spesso la cessione del quinto dello stipendio, per permettersi di pagare gli studi ai figli o per garantire loro una casa dignitosa. Pensate ai militari in servizio di ordine pubblico o di controllo agli stadi: le 6 ore di straordinario mensile rischiano di farle in un giorno. E per il resto del mese devono lavorare in più gratis… che vergogna.
Rapportiamo lo stipendio base del carabiniere ( dai 10.101 euro ai 12.046, tra semplice e maresciallo) con quelli delle forze dell’ordine in altri Paesi europei. Circa 1.000 euro al massimo in Italia al mese, contro i 1.215 in Francia ( retribuzione media con indennità euro 1.859), i 1.256 della Spagna ( ma scatti ogni tre anni), i 1.723 dell’Austria, i 1.929 della Germania ( + euro 170 di bonus), le 20.000 sterline dell’Inghilterra.
Resta poi il problema politico, considerato che le forze dell’ordine speravano nel Centrodestra per arrivare a vedere riconosciuti alcuni diritti elementari come vedersi pagati gli straordinari ( come tutte le altre categorie di lavoratori).
Il Cocer ha scritto nel comunicato di protesta ” Abbiamo parlato con Maroni, con La Russa, con Brunetta, ma ci hanno tutti presi in giro. Ogni volta dicevano sì, ma nessuno ha mai fatto nulla”.
E qui c’e’ da vergognarsi davvero: perché un ministro con le palle, se non vedesse accolte le istanze economiche per le forze dell’ordine da lui eventualmente richieste ( e non è questo il caso) in Consiglio dei Ministri, o rovescia il tavolo sulla testa dei presenti o si dimette per dignità.
Ma ministri con le palle pare in questo Governo non ve ne siano ( anzi forse ne hanno di più la Gelmini e la Carfagna che i tre prima citati).
Carramba che sorpresa…
Rolando R.
Abbiamo stoppato Berlusconi sulla riforma della legge elettorale per le Europee, continuiamo così per tutta la legislatura sulle cose saggie come il voto di preferenza, e non lasciamo che Berlusconi si "fissi". Ma che sappia che ha una delegazione di parlamentari di An nel Pdl che non è certo "lecchina" e che sa ragionare, compreso il suo Leader, quando è in gioco l'interesse e il benessere del Popolo.
Condivido appieno ciò che ha detto l'anonimo di prima.
Gianpiero Persano
Salice Salentino
La delegazione a cui faceva riferimento l'anonimo di prima, è composta da Gianni Alemanno e da altri deputati e senatori di An, dal gruppo di Selinunte (Adriana Poli Bortone ed altri) in cui ci sono molti parlamentari di Fi. Totale circa 100 deputati e senatori di An in particolare ma anche di Fi, per non parlare poi di Mpa e altri 4 o 5 parlamentari.
E Berlusconi incontrò Fini e disse: "avete ragione, mi arrendo".
Gianpiero Persano
Salice Salentino
E' QUESTA LA STRADA GIUSTA.
BRAVO ALEMANNO LA POLI E GLI ALTRI.
"FINI" ASCOLTA I SUOI "COLONNELLI"
A ROMA
IL SIG. "GROSSI" QUI A LECCE DOVREBBE IMPARAE DAL NOSTRO PRESIDENTE DELLA CAMERA....
MA AHINOI QUI SIAMO SU UN ALTRO PIANETA E AI CONSIGLI E ALLE CRITICHE SI RISPONDE IN BEN ALTRO STILE.
QUERELE QUERELE QUERELE SOLTANTO QUERELE...
...QUERELE PER NOI......!
CIAO ADRIANO
Zelig/08
A proposito di "portaborse"
CON UNA SANATORIA GLI ASSISTENTI PARLAMENTARI SONO STATI EQUIPARATI A CHI LAVORA COME DIPENDENTE ALLA CAMERA E AL SENATO… QUANDO IL LORO CAPO NON VIENE RIELETTO LORO RIMANGONO… QUASI TUTTI AL GRUPPO MISTO…E PASSANO A PRENDERE LO STIPENDIO A FINE MESE
Facciamo un passo indietro, agli anni ‘80. A quei tempi i parlamentari non avevano a Roma alcun collaboratore. Chi si serviva delle strutture della direzione o dei gruppi di partito, chi al massimo si concedeva la collaborazione, in amicizia, di qualche pensionato della Pubblica Amministrazione o di ex funzionari di partito che si accontentavano di arrotondare di un minimo lo stipendio.
Fu all’inizio degli anni ‘90 che, un po’ per il venir meno dell’autorevolezza dei partiti, un po’ per un nuovo protagonismo individuale dei singoli parlamentari, cominciò a farsi strada l’esigenza di dotarsi di strutture di supporto anche per il singolo rappresentante, ormai concepito come politico “senza vincolo di mandato” e quindi sempre più indipendente nelle scelte.
La strada era ormai aperta ed andò in vigore grazie alla nuova legge elettorale che con il collegio uninominale sanciva la “centralità” del parlamentare.
Lo stanziamento dei primi contributi da parte del Parlamento ai gruppi e ai singoli parlamentari per dotarsi di strutture di supporto, in pochi anni generò le situazioni più diverse, improntate tutte all’improvvisazione alla nomina di “amici”.
Vi fu un proliferare, infatti, visto il rapporto fiduciario tra parlamentare e assistente o portaborse che si voglia definirlo, di contratti in nero, con relativi pagamenti in nero e una situazione, dal punto di vista dei diritti acquisiti, anche contributivi, assolutamente non garantita.
Si aprirono dei contenziosi, mentre i portaborse lentamente erano divenuti centinaia e alla loro precarietà occorreva mettere un rimedio. E il rimedio fu peggior del male, forse ?
Fatto sta che, invece di mettere a punto dei profili adeguati che tenessero conto di un lavoro assai particolare, l’assistenza parlamentare e politica, si scelse la strada dell’improvvisazione.
E, invece che pretendere che i pagamenti avvenissero nel rispetto delle garanzie legali e formali, compresa l’iscrizione previdenziale e quella sanitaria, le Amministrazioni di Camera e Senato, e i loro referenti politici, finsero di non vedere, salvo poi dover ricorrere alla italica sanatoria, per cercare di uscire dal casino che avevano tollerato.
Si decise così che tutti coloro che, a una determinata data, avevano un rapporto di lavoro con i gruppi venissero assunti in pianta stabile, con pagamento garantito dalle casse di Camera e Senato. Senza alcun controllo, accadde anche che i portaborse si moltiplicarono in pochi giorni, gente che non si era mai vista, ma con la garanzia del parlamentare o del partito, fu fatto figurare come se fosse da tempo un collaboratore.
E furono tutti assunti, visto tutti i partiti si coprivano a vicenda.
Con stipendi che erano simili ormai a quelli dei dipendenti effettivi del Parlamento, in violazione di una legge dello Stato che impone a chi vuole diventare dipendente pubblico di vincere un concorso. Con un escamotage burocratico ignobile: il dipendente era inquadrato nel gruppo del partito di appartenenza con un contratto privatistico, ma grazie a una delibera della Presidenza della Camera, diventava “non licenziabile”.
Si garantiva altresì la loro remunerazione attraverso un finanziamento ai gruppi, calcolato sugli aventi diritto. In pratica chi era entrato per “amicizia” o “parentela” con un politico ora era fisso, con uno stipendio pari a quello di chi si era fatto il mazzo per vincere un concorso e con i seguenti stipendi.
Un assistente appena entrato prende 1.535 euro netti al mese, poi sale dopo 5 anni a 1.713, dopo 10 a 2.040, dopo 15 a 2.665, dopo 20 a 3.235, dopo 25 a 4.440, dopo 30 a 4.735 e chiude a 36 con 5.222 ( calcolo della pensione)…
Altri ruoli? Un coadiutore parte da 1.824 euro per arrivare a 6.194, un segretario da 2.163 per terminare a 8.120, uno stenografo da 2.520 fino a 9.018, un segretario da 3.097 a 12.871.
Giudicate voi stessi l’affare che viene fatto dagli “amici degli amici”, senza alcun titolo o concorso. Ma non finisce qua.
Nelle ultime elezioni sono spariti interi partiti, non più rappresentati in Parlamento: penserete che i portaborse di questi parlamentari siano tornati a casa come i politici?
No, leggina speciale e eccoli tutti confermati, ovvio .
Dato che uno che era di Rifondazione è difficile, ad es., che possa essere preso da Alleanza nazionale, la maggior parte sono finiti tutti a fare “l’assistente” al Gruppo misto, dove i parlamentari si contano sulle dita di una mano.
E dove non vi sarebbero neanche le stanze per accogliere e far lavorare ( a cosa?) tutti i rifiutati. Allora che accade?
Non essendo licenziabili e non avendo nulla da fare, la maggior parte se ne sta quasi sempre a casa a curare i propri interessi o l’orto di famiglia, salvo la fine del mese andare a ritirare lo stipendio, ovvio.
Questa è la situazione e riguarda centinaia e centinaia di persone, gli amici degli amici…
Ma Brunetta e Tremonti qua uno sguardo, chissà perché, non l’hanno dato ( e non lo daranno)…
Rolando R.
I commenti di Rolando sono oro colato e dimostrano quanta parte della politica vera, utile,remunerata è completamente sconosciuta ai più, soprattutto a quei ragazzi e a quei militanti che ancora credono che i loro "rappresentanti istituzionali" facciano politica solo per passione o spirito di sacrificio.
Ora, sarebbe interessante ( anzi credo che in un partito che si rispetti dovrebbe essere quasi OBBLIGATORIO ) conoscere tutti i nomi dei "portaborse" dei parlamentari leccesi eletti grazie ai voti di An?
Sono certo che che sono tutti di Azione Giovani o Azione Universitaria.
Di certo lo saranno quelli che ha nominato un giovane parlamentare
leccese che è ormai alla sua terza legislatura.....
O no?
SE E' PER QUESTO SAREBBE INTERESSANTE SAPERE COSA PENSANO I NOSTRI PARLAMENTARI SALENTINI SULLA PROPOSTA DI RENDERE OBBLIGATORI I TEST ANTIDOPING PER TUTTI PARLAMENTARI.
COME DISSE LA POLI BORTONE QUALCHE TEMPO FA, SE I DROGATI NON POSSSONO GUIDARE UN'AUTO, FIGURIAMOCI SE POSSSONO FAR PARTE DI ORGANISMI ISTITUZIONALI DECISIVI PER GUIDARE UN INTERO PAESE.......
OLTRE ALLA POLI, GLI ALTRI NOSTRI "ONOREVOLI" SONO DACCORDO?
.....MMMMMHHHHH...
...MAHHHH !!???
Mantovano certamente lo è !
Il 3 novembre alle ore 19,00 presso il circolo di Alleanza Nazionale di Parabita si terrà una cerimonia di intitolazione della nuova sede al compianto Tommaso Mirizio, già vicesindaco di Parabita per An, compianto componente del direttivo provinciale di An e uno dei padri fondatori della nostra associzione.
Grande politico e grandissimo uomo, Tommaso Mirizio è tragicamente scomparso ad aprile di quest'anno dopo una implacabile e breve malattia a soli 47 anni lasciando un vuoto incolmabile nell'amatissima moglie Biagina e nell'adorato figlioletto Alberto.
Alla cerimonia interverrà la Coordinatrice Regionale di An, on. Adriana Poli Bortone.
Chi può partecipare lo faccia senza indugi, per onorare la memoria di un uomo di Partito che è stato testimone impareggiabile e onesto dei valori e delle idee che hanno fatto grande la Destra Italiana e che hanno ispirato la nascita della nostra Associazione.
Grazie
31 ottobre 2008 23.41
Il Presidente della Repubblica Italiana rende onore ai caduti di El Alamein
Ringraziamo il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che da ex comunista ha avuto il coraggio e l'onestà intellettuale di riconsegnare alla verità storica un accadimento che ha visto l'amor di Patria guidare tanti giovani ragazzi.
L’esortazione del Quirinale è a “non dimenticare”
Napolitano: ”A El Alamein vero sconfitto fu nazismo” Il capo dello Stato alla commemorazione dei caduti italiani nel 66esimo anniversario della battaglia: ”I militari italiani, che qui morirono in 5.200, furono guidati dal sentimento nazionale e dall’amor di Patria”. E sottolinea: “Le generazioni che non hanno conosciuto la guerra debbono rispetto e riconoscenza ai tanti che combatterono da entrambe le parti” El Alamein,
25 ott. (Adnkronos) - Sulle sabbie di El Alamein “i veri sconfitti furono i disegni di aggressione e di dominio, fondati persino su aberranti dottrine di superiorità razziale, che avevano trovato nel nazismo hitleriano l’espressione più virulenta e conseguente”. E’ l’analisi storico-politica che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano traccia, commemorando i caduti italiani e delle altre forze militari al sacrario di El Alamein, nel 66esimo anniversario della battaglia che segnò le sorti della Seconda guerra mondiale.
Il capo dello Stato osserva che quella sconfitta “che non avrebbe gettato alcuna ombra sui valori di lealtà e di eroismo dei combattenti italiani o tedeschi” fu dovuta “non solo alla soverchiante superiorità di mezzi e di uomini dell’opposto schieramento, ma alla storica insostenibilità delle ragioni, delle motivazioni e degli obiettivi dell’impresa bellica nazi-fascista”.
Quanto ai militari italiani, che qui ad El Alamein caddero in 5.200, Napolitano tiene a sottolineare che “furono tutti guidati dal sentimento nazionale e dall’amor di Patria”, loro come i combattenti con altre divise, “per diverse e non comparabili che fossero le ragioni invocate dai governi che si contrapponevano su tutti i fronti del secondo conflitto mondiale”.
Se gli eventi che si rievocano oggi sono fortunatamente “da un pezzo alle nostre spalle”, tuttavia l’esortazione del Quirinale è a “non dimenticare”.
Infatti, “in questo solenne scenario, che evoca vicende terribili di guerra e di morte, sentiamo profondamente come italiani e come europei il dovere della riconoscenza, della memoria, della riflessione”.
Soprattutto “le generazioni che non hanno conosciuto la guerra, che hanno vissuto nella nuova Europa via via unitasi nella pace e nella democrazia, debbono rispetto e riconoscenza sempre ai tanti che caddero in questa terra e a quanti combatterono, da entrambe le parti, onorando le loro bandiere, chiamati a operare con sofferenza e sacrificio fino al rischio estremo della vita”.
Napolitano ricorda che nel disastro della Seconda guerra mondiale “sono crollati i nazionalismi irriducibili, i sordi antagonismi tra gli Stati europei alimentati da interessi e pretese inconciliabili, gli impulsi egemonici e i tenaci revanscismi.
E’ da quel terribile, duplice abisso di distruzione e bagno di sangue - sottolinea - che è scaturita la costruzione di una Europa fondata anzitutto sulla riconciliazione tra Francia e Germania, su una graduale fusione di interessi e condivisione di sovranità”.
Proprio qui, nella battaglia di El Alamein e negli altri conflitti che segnarono la guerra in Africa, “prese avvio anche il grande fenomeno storico del crollo o del superamento degli imperi europei, aprendosi così la strada all’affrancamento di questo dolorante continente dalla dominazione coloniale”.
Auguri di buon Ognisanti a tutti
A PICCO GLI INDICI DI GRADIMENTO DEL GOVERNO BERLUSCONI.
PROPONIAMO AL GOVERNO 15 GIORNI DI SILENZIO ASSOLUTO, SE TACCIONO FORSE RECUPERANO… SE CONTINUANO A SPROLOQUIARE PENSANDO SOLO A SE STESSI E NON ALLA COALIZIONE SONO DOLORI…
Scriviamo velocemente questo commento per evitare che nel frattempo Berlusconi non ci annunci in televisione che, in base all’ultimo sondaggio Euromedia, il gradimento degli Italiani alla sua persona, è salito dal 73% al 74%, facendoci passare per non informati.
Ormai siamo coscienti che prima di Natale verrà sforata quota 100% e per Capodanno, sulle note del valzer viennese della Filarmonica di Vienna, apparirà in sovraimpressione su tutte le reti nazionali, oltre che su Al Jazhira, il livello del 118% di consensi sulla persona di Silvio. L’importante è che non pensiate si tratti dell’allarme collegato al timer Beghelli della vostra nonna in carrozzella: potrebbe indurvi a comporre quel numero per chiamare un’ambulanza e sarebbe poi imbarazzante giustificarsi per l’errore.
Mentre in Parlamento si dà il via libera ai tagli sulla scuola e nel Paese continua il braccio di ferro con professori e studenti, con una mobilitazione sempre più vasta che ha fatto resuscitare dal loculo il cadavere della sinistra, i settori più intelligenti del Centrodestra invitano il governo a un “confronto vero” e a un dialogo senza pregiudiziali con il mondo della scuola, evitando il muro contro muro.
Di fronte al calo di consensi, testimoniato da due sondaggi qualificati, che portano il gradimento del Governo tra il 40 e il 45%, ben sotto la soglia del 50%, con un crollo calcolato tra il 9 e il 20%, invece che iniziare una seria autocritica per porre rimedio agli errori, i vertici nazionali del Centrodestra, a differenza di tanti esponenti locali che hanno il termometro dell’umore del proprio elettorato, preferiscono continuare a fare dichiarazioni a ruota libera e cervello ottenebrato dal narcisismo.
Un è venuta purtroppo proprio da Berlusconi che, in piena bagarre parlamentare sul decreto Gelmini ha dichiarato: “Il gradimento degli Italiani verso la mia persona è, bontà loro, intorno al 73%. Un calo c’è stato, causato dalla vicenda scuola, ma ha riguardato la figura del ministro Gelmini ed il governo nel suo complesso”.
In pratica l’importante è che il premier veda ogni giorno crescere la sua percentuale di gradimento (fosse vero, ovvio), se poi c’e’ un calo la colpa è della Gelmini che poveraccia ( si fa per dire) ha messo la faccia su un provvedimento di Tremonti.
Peccato che i sondaggisti abbiano rilevato che una parte del calo sia derivato anche dalle improvvide dichiarazioni del premier sull’intervento della polizia nelle scuole per “ristabilire l’ordine”, ma di questo si fa finta di nulla.
Passano pochi minuti e che ti fa Cicchitto, tanto per lasciarci ancora più basiti?
Nel corso di un Convegno si lascia scappare, a proposito della”riforma Gelmini” che riforma non è: “Da qualche parte dovevamo pur iniziare a tagliare”.
Ammettendo che di soli tagli si tratta, come da noi sostenuto da tempo. Ma dimenticando che non si sono preoccupati di iniziare a tagliare le consulenze, gli sprechi, le auto blu, gli stipendi dei politici, i benefit, le presenze nei consigli di amministrazione con lauti gettoni.
Addirittura, ne parliamo a parte, hanno sistemato i portaborse con una sanatoria che li ha resi dipendenti del Parlamento, anche nel caso che un deputato non venga rieletto.
E poi dicono che si doveva iniziare da qualche parte… si vede che soffrono di torcicollo.
Il problema pertanto non è “Veltroni che impazza su tutte le radio e TV” come qualche sera fa sosteneva il patetico Bonaiuti. Veltroni non agita certo le piazze, al massimo fa appisolare in compagnia di una commedia americana.
I guai li create voi, maggiorenti del centrodestra, quando in Tv leggete malamente le veline che vi passano e mostrate arroganza e non umiltà, come il ruolo e l’intelligenza consiglierebbe a un politico di lungo corso.
Il rimedio? Che per 15 giorni stiate zitti, così almeno non farete danni. Senza l’intossicazione quotidiana del “va tutto bene, madama la marchesa”, senza i vostri faccioni rubizzi che sostengono le tesi governative in modo acritico, peggio della Pravda, l’italiano medio riacquisterebbe maggiore fiducia nel Governo e l’indice risalirebbe.
Rolando R.
Caro Rolando, la situazione si fa sempre più critica, ma nonostante tutto, si continua a far finta di niente, perchè tutti viviamo, nell'attesa di un qualcosa di personale, forse, ogniuno di noi, aspira nell'arrivare ai vertici, per ricevere tali benefici! Hai veramente ragione quando richiami gli organi politici ed istituzionali nel ritirarsi nel silenzio più totale, lasciando la parola a tutte quelle persone che vivono nel disagio più totale, non riuscendo nemmeno a realizzare, uno solo dei propri desiseri, mentre qualcuno specula la loro debolezza!!! Cari parlamentari salentini, cercate di farne tesoro delle parole del sig. Rolando, se veramente intendete, in futuro essere riconfermati!!!
Parole mai così SANTE!
La Memoria del 4 novembre dovrebbe essere nel dna di tutti gli italiani, ma purtroppo non è così e - fondamentalmente -per due motivi: 1) per 60 anni di Storia mistificata dagli pseudo-accademici di storia comunisti (vedi quel maiale di Villari) e per la cronica indifferenza e ignoranza di molti Italiani ( e badate che dire questo mi costa molto).
Ciao a tutti.
DOPO CHE IL GOVERNO E’ STATO BATTUTO PER SETTE VOLTE ALLA CAMERA CAUSA ASSENZE NELLE FILE DEL CENTRODESTRA, I VERTICI DEL PDL HANNO STABILITO CHE, PER OGNI ASSENZA AL VOTO, UN DEPUTATO SARA’ MULTATO DI DIECI EURO… I CAPOGRUPPI SOMMERSI DI PROTESTE, SCOPPIA LA RIVOLTA ANCHE IN AULA… CHE FIGURA VERGOGNOSA
Dieci euro di multa ai deputati del Pdl per ogni votazione mancata. L’idea è dei capigruppo del Pdl, d’intesa coi vertici, al fine di evitare che, cause le solite assenze, il governo vada ancora una volta sotto alla Camera, nonostante gli oltre cento voti di vantaggio.
Per arginare il fenomeno dell’assenteismo non basterebbe qua neanche Brunetta e i suoi tornelli, allora si prova con il cartellino giallo dell’ammonizione e la multa da devolvere in beneficienza. Anche se ufficialmente le assenze sono giustificate in parte da missioni e in parte da improvvise indisposizioni, alla base c’è un certo malcontento degli insoddisfatti, ovvero di coloro che speravano in una nomina a sottosegretario o presidente di una commissione, e sono rimasti, poverini, solo con lo stipendio da parlamentare di appena 15mila eurini mensili.
In realtà la somma di dieci euro sembra poco, ma va moltiplicata per tutte le votazioni giornaliere, talvolta anche 100. Due conti e si capisce che i meno presenti rischiano pesanti tagli al contributo “rapporto tra eletto-elettore”, quei 4.190 euro che vengono pagati al deputato, attraverso il gruppo parlamentare di appartenenza, per le spese sostenute nel collegio elettorale.
Si legge nella circolare che avrebbe dovuto rimanere riservata che “le reiterate assenze di alcuni colleghi, oltre ad aver determinato votazioni negative per il governo, sono divenute intollerabili e inaccettabili, sia per le conseguenze politiche sia per correttezza nei confronti di chi è invece presente con assiduità. Abbiamo deciso di dotare il gruppo di un codice di autoregolamentazione, l’adesione è obbligatoria, chi lo firma rimane nel gruppo parlamentare, chi si rifiuta è fuori”.
La somma di 10 euro a voto mancato sarà devoluta ad adozioni a distanza.
Il buon senso avrebbe voluto che un deputato si tenesse la lettera in tasca e ne facesse tesoro. Invece si è scatenata la rivolta, addirittura in aula.
Il deputato Nicolò Cristaldi si agita e chiede la parola, vuole condividere con tutto l’emiciclo il vile provvedimento di cui anche lui è oggetto e dice: ” All’interno del mio gruppo parlamentare vengono inventate sanzioni che non sono giustificate, né autorizzate dal regolamento della Camera”. Ovviamente ne fa una questione di diritto, si appella alla Costituzione, non certo per i soldi…
La frittata è fatta. Chiedono di parlare anche esponenti dell’opposizione per solidarizzare con la vittima Cristaldi. Un deputato di Forza Italia urla “Fatti i cazzi tuoi” a Vietti dell’IdV che cerca di parlare.
Si arriva al punto che il deputato Fabio Evangelisti bolla la proposta come “una pagina vergognosa della storia parlamentare” (ma non era Di Pietro per la moralizzazione della vita pubblica?).
Alla fine Fini assicura che garantirà a tutti i deputati il rispetto della Costituzione e la leale collaborazione dei gruppi parlamentari: tipico intervento da pesce in barile o da retromarcia? Continua la lite nel cortile di Montecitorio, dove la rivolta riprende fiato in nome della non esigibilità dei dieci euro che il gruppo parlamentare non potrebbe trattenere al singolo deputato.
Si sente un presidente di commissione del Pdl dire: “Si tratta di soldi dello Stato e voglio proprio vedere come possono sottrarceli”.
Alla fine non se ne farà nulla, conoscendo l’ambiente, ma la brutta figura sono riusciti a farla anche oggi.
O sono assenti o sparano cazzate, se quando tornano nei loro collegi elettorali gli elettori di centrodestra cominciassero a prenderli a uova marce, appena scendono dall’auto blu, qualcuno forse sarebbe più presente, invece che dare un’immagine vergognosa del proprio impegno politico.
Ci lamentiamo dell’assenteista della P.A che guadagna 1.300 euro e dobbiamo sopportare che un deputato che avete fatto eleggere e che percepisce 15.000 euro al mese si permetta di non “andare al lavoro” ?
Rolando R.
Ciao.E’ il primo sito decente di Destra che trovo ,spesso sono solo chiusi al partito che rappresentano e non danno spazio alla discussione o in mano a notabili.
Vogliamo una destra diversa,lo vogliono capire?
Basta con gli intrallazzi ,ne abbiamo le scatole piene.
In bocca al lupo ,vi seguiro’.
La nostra associazione di cultura politica è nata su iniziativa di un gruppo di amici che hanno ritenuto che non vada disperso un patrimonio di idee, radici e valori che hanno caratterizzato la storia e la cultura del nostro secolo nonchè la storia personale e la coerenza di ciascuno di noi. Provenienze diverse, storie non omologabili, ma solide radici culturali di Destra e il desiderio di dare voce a tanti che, anche nel Centrodestra, hanno qualità e titolo per “fare notizia”.
Riprendiamoci con orgoglio ciò che è nostro, la Sinistra va sconfitta nelle mentalità, nella conoscenza, nel sapere, nello stile di vita, nel comportamento, nelle tesi politiche e morali, nel costume e nei valori cristiani, nell’etica come nell’economia, nella storiografia come nella scienza.
Basta con il conformismo e con il mugugno… due ben assestati calci in culo fanno bene anche a qualche esponente del Centrodestra che ha scambiato un’organizzazione politica per un ufficio di collocamento e la politica (intesa come servizio) per un salotto dove si intrallazza per i propri fini. Ora basta! Costruiamo insieme la rinascita della Destra, ma con solide basi culturali, morali e programmatiche…
Aderire a DESTRA DI BASE significa scegliere con coraggio e determinazioni di tutelare e promuovere la storia e la dignità della politica della coerenza , dei risultati, della solidarietà sociale.
DESTRA DI BASE:
PER "CONTARE"
E PER NON ESSERE
PIU' SOLO
"CONTATI"
Oggi la "lega dell'Ambiente e del Cittadino" per bocca del suo fondatore, lo storico esponente di An Ruggero Vantaggiato, ha dichiarato su Quotidiano di Lecce che si presenterà con una propria lista alle provinciali.
Alleanza Nazionale quindi ancora più divisa.
Mi sa che l'Adriano ha ancora una volta ragione: ormai questa
Federazione Provinciale del partito rappresenta solo una parte di Ag.......!!!!????
Che fine ingloriosa per un partito come il nostro.
E la signora Adriana che fa?
Boh............!!!!?????
Finalmente un posto nella Destra salentina in cui si parla chiaro. Io voto centrodestra turandomi il naso come diceva Indro Montanelli. Una destra quando governa deve fare una politica di destra altro che cazzate, altrimenti faccia opposizione tutta la vita e basta .Inutile andare a votare per poi avere un governo che se la fà sotto ( oltre qualche altro deputato che qualcuno di noi , ahilui, conosce bene ). Su immigrazione, sicurezza, tasse faccia qualcosa e non abbia paura della piazza di sinistra. E basta coi compromessi quotidiani!
Continuate così e se fate una lista identitaria per le provinciali vi sosterrò in tutti i sensi.
Luigi da Lecce
Bravo Ruggero, sei un vero uomo di destra tu, già nelle passate provinciali, hai dimostrato di avere gli attributi.
Ricordo, che AN aveva posto il veto sulla tua lista e non solo, diversi candidati, furono marcati e bersagliati a dovere, una vera vergogna!!!! Se invece avessimo portato a casa la vittoria, i tuoi voti, pur non eleggendo nessun consigliere, sarebbero ststi buoni....VEGOGNA!!!
La politica si fa con i numeri, solo essi decidono a chi il potere....,ma secondo me, oltre alle persone che detengono parte del risultato, vi è ancor più bisogno di nuove persone, con grandi entusiasmi ed idee innovative, per poter completare l'opera!
Ruggero, sono convinto che i tuoi candidati, la tua lista, sarà composta da uomini semplici, che, per spirito di sacrificio, scenderanno in campo, sicuramente i numeri saranno molti di più della scorsa volta, anche perchè in federazione, le acque sono veramente "Agitate"!!!
Concordo con il commento che mi ha preceduto.........................
in federazione, le acque sono più che agitate ed il presidente provinciale, non sa cosa fare per venirne a capo.....
Quasi in tutti i comuni, dove vi sono le amministrative, vi è grande conflitto...
Presidenti di circolo allo sbando, consiglieri che si dimettono in massa, risse tra uomini di AN con quelli di FI, e poi chi più ne ha più ne metta....!!!!!
L'unico capace, a dare un vero orientamento a tutto questo è Fitto, a lui la patata bollente......!!!!!!
Destra di base, potrà completare l'opera, dando la possibilità, a tutti gli uomini di destra, di trovare una vera casa, una casa accogliente, capace di ridare identità perdute.......!!!!!
Propongo una lista unica alle prossime provinciali alleata e leale con il pdl composta da e con un simbolo nuovo che qualifichi questa nuova esperienza politica:
destradibase, la destra fiamma tricolore, salento libero regione, la lega del cittadino e dell'ambiente, ed altre associazioni nel mondo giovanile di destra come parte di ag ed altro nel mondo universitario e studentesco, movimenti civici locali, per fare un progetto politico nuovo, identitario, comunitario, sociale, popolare, riformista, ambientalista, pieno di valori e contenuti di destra, ma che poi sono nel dna del 60% degli italiani.
La Lega del Cittadino e dell'Ambiente e Destra di Base dovrebberop incontrarsi al più presto e tastare le possibili compatibilità per un progetto elettorale comune.
Sarebbe un grande traguardo, riuscire a mettere insieme in un unica lista tutte le componenti di destra, ma penso che sia cosa molto difficile, bisogna vedere quale sono gli obiettivi comuni!
Auspico che tutto ciò possa verificarsi, ma non dispero se ciò non dovesse accadere, noi andiamo per la nostra strada che se dovesse trovare convergenze, non ci tireremo indietro. A giorni, cominceranno incontri con svariati gruppi, per verificare se vi sono eventuali opportunità nel raggiungere accordi, viaggiamo spediti e non abbiamo nessuna paura nel confrontarci e nel misurarci. I nostri candidati sono pronti a dare battaglia, in questo PDL vi è bisogno di più destra e noi siamo pronti a difendere la sua identità!!!
Fate sta lista e poche chiacchere....
4 novembre giorno in cui si è compiuto il Risorgimento italiano. Dovrebbero partecipare Berlusconi e Veltroni insieme"
"Se ci sono dei miglioramenti devono essere nella normativa per chi ha un lavoro. Ma il congelamento sarebbe il messaggio opposto, non risolverebbe alcun problema e ci riporterebbe indietro". Questo uno dei passaggi dell'intervista rilasciata a 'Il Giornale' dal ministro della Difesa e reggente di An, Ignazio La Russa, che si schiera a difesa della legge Bossi-Fini sull'immigrazione dopo la proposta di congelamento di due anni avanzanata dal segretario della Cgil, Guglielmo Epifani.
"Che ci possano essere, per carità, delle correzioni o degli aggiustamenti da fare, siamo d'accordo", ha spiegato La Russa "ma l'effetto e il successo di quella legge sono dovuti soprattutto al senso dissuasivo che ha avuto. Il messaggio che è arrivato nei Paesi stranieri è - ha sottolineato il ministro- che l'Italia non è più un colabrodo". Quindi migliorarla, eventualmente, sì; congelarla no.
E sulla ricorrenza del 4 novembre, per La Russa dovrebbe essere unitaria anche sul piano simbolico. Per questo auspica la presenza di Walter Veltroni e Silvio Berlusconi "insieme". "E' il giorno in cui si è finalmente compiuto il lungo Risorgimento italiano", ha detto il ministro. "Sia chiaro - ha precisato - questa non è una mia opinione, ma la conclusione unanime di tutti gli storici, di tutti i possibili orientamenti ideali. Nel centrosinistra c'era chi aveva un'idea chiara: esaltare l'importanza e l'unicità del 25 aprile, depotenziando la festa della Repubblica e della Vittoria. Era una cosa senza senso".
VI RIPORTO DI SEGUITO UNO STRALCIO DEL DISCORSO CHE FINI HA FATTO AI GIOVANI DI AN SULLA RESISTENZA.
"I resistenti stavano dalla parte giusta, i repubblichini dalla parte sbagliata. È doveroso dire che, se non è in discussione la buonafede, non si può equiparare chi stava da una parte e combatteva per una causa giusta di uguaglianza e libertà e chi, fatta salva la buonafede, stava dalla parte sbagliata». Il presidente della Camera Gianfranco Fini approfitta della festa dei giovani di An a Roma per prende posizione dopo le polemiche scatenate nei giorni scorsi dal ministro Ignazio La Russa e dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, su Salò e sulle leggi razziali. «La destra - ribadisce Fini - deve ribadire in ogni circostanza questi concetti, proprio per superare il passato, non per archiviarlo, ma per costruire una memoria che consenta al nostro popolo di andare avanti".
IL COMMENTO DI GIANNI ALEMANNO:
"Il vertice di An non può non ritrovarsi nelle parole di Gianfranco Fini sull’antifascismo. Parole che chiudono le polemiche dei giorni scorsi. Il riconoscimento arriva proprio da uno dei protagonisti del "caso", il sindaco di Roma Gianni Alemanno. «Le dichiarazioni del presidente Fini sulla condanna storica del fascismo - detta Alemanno in una nota - chiudono definitivamente le polemiche di questi giorni: tutto il gruppo dirigente di Alleanza Nazionale, compreso il sottoscritto, ha elaborato le Tesi di Fiuggi, ha guidato il Partito in questi anni e quindi non può non ritrovarsi in questo percorso e in queste dichiarazioni"
CHE NE PENSATE ?
Alleanza Nazionale dalla svolta di Fiuggi, ha sempre riconosciuto la Liberazione e l’antifascismo come valori fondamentali. Nelle parole di Fini non c’è alcuna novità.
Semmai i problemi vengono da sinistra:
Il Partito democratico è anticomunista?
Veltroni ha invitato Adriano Sofri come ospite di un’assemblea del Pd. Bene, giorni fa, Sofri ha giustificato quasi l’uccisione di Mario Calabresi. Veltroni non ha nulla da dire, al riguardo? Ha capito che l’anticomunismo è valore fondamentale, non meno importante dell’antifascismo?
Non si sa.
Ancora.
Francesco Caruso, dal suo blog, ha minacciato il centrodestra, tra poco ne riferirò su questo blog.
Ha detto che se passerà una legge per le europee, con alta soglia di sbarramento, lui non esclude che qualcuno possa essere gambizzato, sparato alle gambe. Veltroni, non ha nulla da dire in proposito, visto che nelle amministrazioni locali è alleato di Rifondazione comunista?
E’ la sinistra, che deve dimostrare di essere pienamente democratica. Non la destra!
Perche' festeggiamo il 4 novembre:
Il 4 novembre 1918, novanta anni fa, aveva termine il primo conflitto mondiale. La "Grande Guerra" è un evento che ha segnato profondamente l’inizio del XXº secolo, determinando radicali mutamenti politici e sociali.
La data, che celebra la fine vittoriosa della guerra, commemora la firma dell’armistizio siglato a Villa Giusti (Padova) con l’Impero austro-ungarico. Il 4 novembre, nel tempo, è divenuta la giornata dedicata alle Forze Armate e all’Unità Nazionale. La giornata vuole ricordare in special modo tutti coloro, soprattutto giovanissimi, che sono morti nell’adempimento delle loro funzioni militari.
“Chi vive in Italia, vuole godere degli stessi diritti degli italiani, compresa la cittadinanza, ha il dovere di conoscere e rispettare la nostra storia.
Senza censure ed onorando i simboli che a questa storia rimandano, perché anche questo vuol dire integrazione. È veramente assurdo che qualcuno oggi censuri una parte fondamentale della storia comune e della nostra esperienza di italiani”. Lo dichiara in una nota il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, secondo il quale “è vergognoso che alcuni docenti di una scuola padovana abbiano deciso di non far partecipare i bambini alla cerimonia di piazza in ricordo del 4 novembre, perché l’alzabandiera potrebbe urtare la sensibilità degli immigrati. Questa è la vera offesa alla nostra memoria.
Mi chiedo quali siano gli insegnamenti che impartiscono questi docenti. Preoccupa la storia che raccontano e soprattutto quello che non dicono. La vera minaccia xenofoba è rappresentata da certi docenti che celano dietro il vessillo della finta integrazione una loro ideologia malata. La scuola deve tutelare le minoranze. Ma chi tutela — conclude — i nostri figli da certi maestri che umiliano la storia, i valori ed i simboli che appartengono a tutti gli italiani? ”.
Il ministero della Difesa ha organizzato e predisposto una serie di cerimonie e manifestazioni per celebrare il 4 novembre, "Giornata delle Forze Armate" e "Giorno dell'Unità Nazionale", che quest'anno ha un particolare significato perché ricorre anche il 90° anniversario della fine della 1^ Guerra Mondiale.
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in particolare, ha voluto rinsaldare il profondo legame che lega le Forze Armate e i cittadini con una serie di iniziative che aprono le porte delle caserme e portano soldati, marinai, avieri e carabinieri tra la gente, con la gente.
Le celebrazioni inizieranno con cerimonie istituzionali il giorno 4 novembre con la deposizione alle ore 09.00, da parte del presidente della Repubblica, di una corona di alloro all'Altare della Patria alla presenza dei vertici delle istituzioni della Repubblica. Successivamente, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, prenderà parte, accompagnato dal ministro Ignazio La Russa, alla cerimonia in memoria dei Caduti che avrà luogo presso il Sacrario di Redipuglia alle ore 11.00 e, nel pomeriggio, sarà a Vittorio Veneto per una cerimonia commemorativa del 90° anniversario.
Nella giornata del 4 novembre sarà possibile visitare alcune delle caserme presenti sul territorio nazionale nell'ambito del programma "caserme aperte" i cui dettagli, per ogni Regione, sono riportati nel sito della Difesa (ww.difesa.it).
Il giorno 5 novembre il ministro della Difesa si recherà presso la Sinagoga in Roma per deporre una corona di alloro alla lapide dei Caduti della comunità ebraica nella 1^ Guerra Mondiale. Domenica 9 novembre in 20 città d'Italia avrà luogo la manifestazione "caserme in piazza", realizzata in collaborazione con le Amministrazioni comunali, che prevede l'organizzazione di mostre statiche e storiche, concerti di Bande e fanfare delle quattro Forze Armate e eventi dimostrativi vari. Nelle città di Roma e Milano, in particolare, la manifestazione avrà inizio a partire da sabato 8 novembre.
Le celebrazioni del 9 novembre a Roma avranno inizio alle ore 16.00 in Piazza del Popolo con una grande manifestazione, presentata da Rita Dalla Chiesa e Fabrizio Frizzi, che vedrà il sorvolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale dell'Aeronautica Militare, il saluto agli atleti militari che hanno preso parte alle recenti Olimpiadi di Pechino, l'esibizione delle Bande centrali delle quattro Forze Armate e si concluderà con un concerto del maestro Andrea Bocelli.
Oggi è il 4 novembre ed è una vergogna che un governo ,che dice di richiamarsi ai valori della Patria,non abbia sentito il dovere,approfittando anche delle celebrazioni del novantesimo della vittoria,di restituire a questa data la dignità di Festa nazionale.
Nel dopoguerra,lo erano il 25 Aprile, il 2 Giugno e il 4 Novembre;poi si decise di lasciare solo il 25 Aprile per reintegrare recentemente il 2 Giugno.
Domando:perchè non si sente la necessità di far tornare Festa nazionale il 4 Novembre,che poi è ancora la ricorrenza più sentita dalla coscienza nazionale e quella più unificante?Forse si ha paura di essere chiamati fascisti,perchè dalla guerra 1915-18 nacque la generazione che poi portò alla Marcia su Roma?E',forse,il sospetto troppo infamante per gli antifascisti di risulta e dell'ultima ora come Fini e La Russa?
E' veramente triste,ma penso che sia così!
Onore e gloria ai caduti per la libertà e per l'unità della Patria!
Viva il IV Novembre!
Viva l'Italia!
Lorenzo Catamo
Sono convinto delle tue argomentazioni, caro Lorenzo, ma devo informarti che lo stesso La Russa ieri in una intervista in occasione delle celebarazioni organizzate per il 4 novembre e per il prossimo 9 novembre, abbia proprio detto che si andrà nella direzione della festività nazionale come il 25 aprile e il 2 giugno, ed abbia proprio lamentato che il 4 novembre non sia più festività nazionale al pari (e, aggiungo io, forse più) delle altre; magari aspettiamo l'anno prossimo! Forse sarà presto legge! Ma lo Stato non sta dimenticando, anzi!
Gianpiero Persano - Salice
Chiedo scusa per la mia lacuna informativa,ma la mia indole mi impedisce di leggere le interviste di personaggi che non gradisco:Fini come Veltroni,La Russa come D'Alema.
Ho seguito solo"Porta a Porta" di ieri sera,ma forse ero distratto.Non ho sentito,infatti,nessuna esplicita dichiarazione su una cosa(il ritorno del 4 Novembre alla dignità di festa nazionale),che ben poteva essere fatta prima.Se non nei sei mesi del Berlusconi I°,sicuramente nei lunghissimi cinque anni(2001-06) del Berlusconi II°.Comunque speriamo bene anche per meglio onorare la memoria dei miei due nonni(di cui uno ferito in battaglia)che hanno combattuto sul Carso e di un prozio per parte materna,colpito da una granata e sepolto a Redipuglia.
Saluti camerateschi.
Lorenzo Catamo
I PUNTI CONTESTATI DEL DECRETO GELMINI SONO IL BLOCCO DEI CONCORSI IN ATTO, IL FATTO DI IMPORRE PROVVEDIMENTI SENZA ASCOLTARE IL MONDO UNIVERSITARIO, IL TAGLIO DI 3 MILIONI DI EURO AI FONDI, IL BLOCCO DEL TURN OVER, LA POSSIBILITA’ DI TRASFORMARLE IN FONDAZIONI CON L’INGRESSO DI PRIVATI, LA RIDUZIONE DELLE SEDI PERIFERICHE… LO SCOPO E’ DI ARRIVARE ALL’ABOLIZIONE DEL VALORE LEGALE DEL TITOLO DI STUDIO PER FAVORIRE LA CONCORRENZA TRA UNIVERSITA’.
Tra pochi giorni verrà ufficializzato il decreto sull’Università da parte della Gelmini e il quadro del suo piano di modifiche si sta ormai delineando, tra luci ed ombre. Anche in questo caso non si tratta di una “riforma”, ma alla base c’e’ sempre l’esigenza di tagliare le spese di circa 1 miliardo di euro. Nell’assolvere a questo imput di Tremonti, la Gelmini qua ha messo un po’ più di sostanza, a differenza che nel piano sul maestro unico, anche perché se le scuole elementari potevano essere un “modello di istruzione” in Europa, altrettanto non si può certo dire per gli Atenei italiani, notoriamente gestiti da lobbie politiche e potentati economici, in un intreccio di interessi e baronie che vanno solo a discapito della preparazione degli studenti.
Quanto poi incida su tutto questo il piano del governo è tutto da dimostrare, qualche segnale di razionalizzazione indubbiamente c’è, unito però a una strategia “aziendalista” che non condividiamo nella sua filosofia di base.
Cerchiamo di analizzare i vari capitoli del piano, limitandoci per ora a non commentarli troppo, in attesa della loro ufficializzazione.
Uno dei provvedimenti contenuti nel nuovo ddl comporterà il blocco automatico dei concorsi in atto: si tratta di 7mila posti, di cui 4mila per ordinari e associati e 3mila in due tranche per ricercatori che verrebbero così assunti.
Sicuramente bloccare i concorsi inimicherà i baroni universitari che avevano già deciso chi sistemare dei loro affiliati, dall’altro lato mette in mezzo a una strada, come prospettiva, anche chi ne avrebbe avuto i titoli senza calci nel posteriore.
Sarebbe da capire come si intenderebbe poi procedere e che criteri dare ai nuovi concorsi, ammesso che vengano indetti.
Oggi in Italia abbiamo 94 università e 320 sedi distaccate. Il criterio di “una università ogni campanile”, favorito dal potere politico in passato, è un sistema mangiasoldi, giusto “razionalizzare la rete”, così come eccessivi risultano essere ben 5.500 corsi di laurea, il doppio di quelli che ci sono in altri Paesi europei.
Porvi mano va bene, sperando che la “razionalizzazione” non veda favoriti i centri che hanno un “protettore politico”, ma si usino criteri univoci.
La Gelmini lamenta che ben 5 università sono sull’orlo del fallimento, ma poi torna sulla famosa quota del 90% come tetto massimo per gli stipendi in ogni ateneo.
Anche qui ci sono casi e casi, le Università lamentano sia il taglio ai fondi sia il blocco del turn over in ragione di 1 assunto ogni 5 che vanno in pensione, quota in effetti molto penalizzante.
La trasformazione delle università in fondazioni è poi la norma più contestata in assoluto, in quanto molti vedono il preludio ad una privatizzazione dell’università pubblica.
Il nuovo ddl non imporrà ad alcun ateneo di diventare fondazione, ma darà comunque una serie di agevolazioni fiscali e normative a chi sceglierà questa formula. L’idea è che diventando fondazioni, le università possano raccogliere finanziamenti privati e mettere a frutto le loro potenzialità di ricerca, anche vendendola a terzi.
Si teme da parte di alcuni che ciò determinerà una penalizzazione degli atenei del sud in particolare. Resta poi il problema della “valutazione dei criteri di efficienza” e “del premio ai migliori”, dove già si era speso Mussi con una “Agenzia nazionale di valutazione”, ma che la Gelmini ritiene troppo complicata. Vedremo cosa proporrà in concreto.
Il dissenso al piano del Governo resta comunque la base di partenza, ovvero il fatto che prima si operano i tagli decisi dall’alto e poi ci si occupa di dare un “ulteriore contenuto” al piano, viziato fin dall’origine dall’imput economico e dalla mancanza di un minimo confronto con il mondo universitario.
Si contestano in pratica sia i tagli che il metodo e si sostiene che senza investimenti la qualità dell’istruzione non può certo migliorare e ne deriva quindi una dequalificazione degli Atenei. Quello che resta è un progetto che dovrebbe portare, secondo il PdL, ad arrivare in prospettiva all’abolizione del valore legale del titolo di studio per favorire una concorrenza tra atenei, teoricamente fondata sulla qualità e il merito.
A parte che sarebbero sicuramente avvantaggiate le Università con maggior sponsor privati alle spalle e con aziende interessate ad investire per aver un ritorno economico sulle “eccellenze”, non condividiamo la filosofia ultraliberista a stelle e strisce che vuole vedere le Università non anche come centri di cultura e sapere indipendenti e pubblici, ma subordinate alle esigenze e agli imput del mercato globale e finanziario.
Ma di questo parleremo in altra occasione.
Rolando R.
Per il sindaco di Roma Gianni Alemanno la "Festa" della ricorrenza del 4 Novembre è "un messaggio che viene dato a tutta la nazione, al di là di qualsiasi divisione e di ogni contrapposizione ideologica e culturale". "La giornata di oggi - ha ricordato Alemanno - ha due significati: il primo è rappresentato dall'unità nazionale, il secondo è la vicinanza alle forze armate, che oggi si sacrificano per garantire la pace".
Intanto il sottosegretario Roberto Menia ha annunciato di aver presentato una proposta di legge per il ripristino della festività nazionale del 4 Novembre e di averla inviata "a tutti i parlamentari di tutti gli schieramenti politici, affinché la condividano e sottoscrivano il progetto di legge".
Anche il ministro Ronchi ha ravvisato l'opportunità di "restituire a questa data la giusta e dovuta dignità. Una giornata - ha spiegato - per ricordare la compiuta unità nazionale e per rendere un dovuto omaggio alle Forze Armate che rappresentano il simbolo della nostra identità nazionale".
NEL 1971 CHIESE LA PENSIONE DI GUERRA ALLA CORTE DEI CONTI… LA PRIMA UDIENZA AVVENNE NEL 2006… MA LUI ERA ORMAI MORTO NEL 1978 … ALTRI TEMPI PER SISTEMARE I PORTABORSE… E ORA LO STATO CONDANNATO A PAGARE 28.000 EURO ALLA FIGLIA… MA LA VERGOGNA RIMANE
Nel 1971 chiese la pensione di guerra alla Corte dei Conti: ne aveva sicuramente titolo.
Nato nel 1899, reduce della campagna d’Africa, passato per El Alamein e i durissimi combattimenti in Tunisia contro l’armata anglo-americana.
La sua tempra di combattente era sopravvissuta ai campi di battaglia, ma non è riuscito a vincere all’attesa e ai tempi della giustizia italiana.
L’ex soldato di Gela muore dopo sette anni dalla richiesta di pensione, nel 1978, senza aver saputo mai nulla della sua pratica.
Eh sì, perché la Giustizia ha fissato la prima udienza per discuterla l’8 novembre del 2006, ben 35 anni dopo la presentazione della richiesta.
E solamente dopo che la figlia, per onorare la memoria del padre, ha riassunto la pratica.
A questo punto il giudizio nel merito si conclude in un giorno, data la semplicità del procedimento, e il tribunale di Palermo rigetta la richiesta di pensione per “carenza documentale”.
La figlia dell’ex combattente non demorde e decide di presentare ricorso alla Corte d’Appello, chiedendo il risarcimento danni per la lunghezza spropositata del processo.
Tre giorni fa l’erede ha vinto la causa e sarà rimborsata: è “l’equa riparazione per la durata non ragionevole del processo”, come previsto dalla legge Pinto del 2001.
Ora quindi il ministero dell’Economia deve alla donna 28mila euro. Altro che quei miseri 170 euro che sarebbero toccati come pensione al padre.
L’ammontare del risarcimento viene stabilito conteggiando ogni anno di processo lumaca di troppo.: mille euro ogni anno trascorso oltre la ragionevole attesa.
Il caso dell’ex soldato di Gela, ovvero la richiesta di una pensione di guerra, secondo quanto stabilito dalla Cassazione a sezioni riunite dovrebbe prevedere un processo lungo tre anni al massimo.
Il procedimento in questione è durato invece 35 anni “molto probabilmente solo perché i fascicoli sono stati dimenticati, congelati, abbandonati su una scrivania.
Secondo il legale della figlia “i tempi sono sorprendenti, soprattutto perché si tratta di un processo in cui l’attività è minima: viene depositato il ricorso, si fissa un’udienza e nel giro di un giorno si sentenzia”.
Tempi questi che, se pur utopici, valgono sempre.
Nel caso specifico la richiesta è stata rigettata ” perché la documentazione presentata era incompleta, mancando alcuni certificati medici e altro”. Del resto sono pratiche che generalmente vengono affrontate senza l’ausilio di un avvocato.
Ma l’infondatezza della richiesta non ha nulla a che vedere coi 35 anni di attesa. La famiglia non è stata risarcita per una sentenza sbagliata, ma per una sentenza che è arrivata troppo tardi.
Quando il soldato, se non fosse passato nel frattempo a miglior vita, avrebbe avuto 107 anni. A questo punto sarebbe opportuno che esistesse nella macchina burocratica della Giustizia italiana, un responsabile ufficiale con tanto di nome e cognome per ogni pratica che viene presentata. Il quale risponde personalmente dell’iter della pratica e, ogni volta che avviene un passaggio, subentri un altro responsabile con relative generalità.
Il giorno che avvenisse un ritardo immotivato si saprebbe chi andare a interpellare e punire. Non che delle pratiche non risponde mai nessuno.
Ogni passaggio deve avvenire nei tempi stabiliti, chi sgarra paga, non deve sempre essere il cittadino a prendersela in saccoccia.
E’ così che si stanano i fannulloni, non sparando nel mucchio. Ci vogliono tiratori scelti, non fucili a salve.
Rolando R.
Ma quando lascerete il porto e prenderete il largo annunciando la lista DESTRA DI BASE per le provinciali?
Fate qualche riunione, sarebbe bello e interessante vedere chi sarà interessato al progetto.
Io credo che siamo più di quanto immaginate.
Ciao a tutti e in particolare ai grandissimi Adriano e Klaus.
Francesco Calcagnile
Hai ragione caro Francesco, ma ti assicuro che stiamo lavorando, per uscire alla grande, noi siamo uomini di destra e a noi, non è consentito sbagliare, diventeremmo bersaglio da colpire, ed in particolar modo dai nostri più vicini alleati. A giorni annunceremo il calendario degli incontri da tenersi sul territorio provinciale e se tu fossi interessato, ne potresti organizzare uno anche tu nel collegio di appartenenza. Siamo disponibili ad ogni forma di dialogo e di suggerimento, senza presunzione alcuna!!! Un grazie anticipato per l'apprezzamento, Klaus.
LARGO AL NUOVO MAESTRO DI PENSIERO, TALE BOCCHINO ITALO, VATE DI FINI : “LA NOSTRA IDENTITA’ E’ VINCERE” E “CHI NON CAMBIA E’ FUORI DALLA STORIA” IL SUO MOTTO… “NON POSSIAMO ESSERE FIGLI DI UN DIO MINORE” E “GUARDIAMO I RISULTATI” I SUOI TESTI FILOSOFICI….
Bocchino chi? In effetti chi sia questo comico che irrompe nei nostri teleschermi quasi ogni sera, per fare da ripetitore TV alle decisioni altrui, non ci è noto. Qualche volta si incasina nel discorso, altre volte ceffa di brutto e viene ripreso pure da Silvio, come il portatore di handicap in classe a cui in fondo si perdona tutto.
Dovete sapere che ai tempi del Msi, spesso volava diciamo qualche “spintone” tra componenti delle correnti contrapposte, essendo notoriamente un partito che amava il dibattito politico, un partito vivo e non ancora anestetizzato per interesse. Ebbene, sono convinto che se tale Bocchino Italo si fosse presentato in federazione per sorbettarci le sue patetiche riflessioni, tutte le componenti di allora, all’unisono, sarebbero state d’accordo per fargli fare le scale a calci nel culo.
Beh, adesso dobbiamo ammetterlo: avremmo fatto un errore storico. Ci saremmo privati di un leader incommensurabile, di un filosofo non a caso depositario della verità finiana che nessuno come lui riesce a sintetizzare e a propagandare come gocce di essenza di vita.
Che pontifichi dal Parlamento, come vicecapogruppo del Pdl ( poveretti i parlamentari…sono proprio ridotti male) o che riceva le telecamere in camicia casual a casa, le sue “massime” piombano sul povero telespettatore come una mazzata sulla spalla già dolorante… e il Voltaren nulla può poi per alleviarne le conseguenze.
Purtroppo egli non si fa preannunciare dalla sigla dell’eurovisione, compare all’improvviso, qualche volta magari ritarda in attesa della velina che non gli hanno ancora recapitato e non riuscite a sfuggirgli.
Ma il meglio di sé, ammettiamolo, lo dà quando rilascia interviste alla stampa, quando approfondisce temi politici e culturali, quando si lancia nel campo filosofico e storico. Si sente che ha un Maestro alle spalle, anzi magari pure due, anche se la Gelmini inorridirebbe alla notizia.
E’ di qualche tempo fa una sua dotta intervista rilasciata a “il Giornale”, dove spiega e catechizza da vero “maestro di pensiero” i giovani che hanno mal digerito le affermazioni sulla “destra che deve essere antifascista” del Presidente della Camera caritatis, Gianfri Fini.
Intanto ci svela finalmente i suoi referenti culturali, i suoi avi filosofici che lo hanno reso così: chi pensa a Gentile o Evola, chi a Guenon o Sorel, chi a D’Annunzio o a Brasillach, chi a Drieu o a Prezzolini, chi a Malaparte o a Marinetti, chi alla Nouvelle Droite o a Spengler… no nulla di tutto questo.
Lui ricorda un aneddoto. Un giovane di Destra si avvicina tanti anni fa in un paese pugliese a Pinuccio Tatarella e gli pone la domanda ” Ci devi dire qual è la nostra identità”. E Tatarella risponde “La nostra identità è vincere”.
Fulminato sulla via di Damasco, il Bocchino di Tatarella ricorda questa profonda analisi filosofica, la fa sua e ad essa impronta la sua militanza politica. Alle critiche indirizzate al suo secondo maestro di pensiero, il Gianfri nazionale”, da vasti settori dei giovani ( e non solo) di An, il Bocchino risponde sprezzante: “Sono le idee di Tatarella, idee normali per una destra, non ci può essere alcun legame con retaggi storici superati, non “possiamo” sempre essere figli di un Dio minore”. Certo, il problema è in effetti scegliere tra essere figli di qualcuno o di nessuno, ha ragione il Bocchino, escludendo per ora la terza tragica ipotesi di essere figli di qualcun altra, ovvio, anche se talvolta il dubbio ce la fanno venire.
Il Fini che presentò la mozione congressuale ” Il Msi, il fascismo del 2000″ chi era allora? - si chiede qualcuno. Chiarisce il Bocchino ” Ma santa pazienza, se non si cambia si diventa dinosauri, chi non cambia è fuori dalla storia, io da Fiuggi sono cambiato moltissimo …” .
Accidenti ragazzi, è cambiato persino il vate di Fini, e non volate cambiare voi? Volete essere fuori dalla storia?
A parte che il Bocchino non mi risulta abbia scritto testi di storia, forse qualche pagina di cronaca locale, ma la sua indicazione è “L’importante è vincere, del resto che ce ne frega ( ce ne fregammo un dì della buoncostume… potrebbe sintetizzare il concetto in tono nostalgico).
Alla fine dell’intervista il Bocchino dà fondo alle sue radici e dice ” Contano i risultati: si è preso un partito al 3,9% e lo si portato al 12% e ci siamo alleati con una forza con cui ora siamo al 40%” .
Che grande il Bocchino in crisi permanente di amnesia …
Forse dimentica che già il Msi, in quanto tale, arrivò a Roma e Napoli a un soffio dal successo col 49% di Fini e della Mussolini e che successivamente An, grazie all’appoggio di Berlusconi, arrivò anche al 15%, per poi scendere inesorabilmente fino all’11% e al realistico 8% che avrebbe preso alle ultime elezioni, se non si fosse camuffato nel PdL….
Che grande gestione, dimezzare i voti in pochi anni, con un errore dietro l’altro.
E che coerenza, ricordate il Fini di fine anno scorso ” Mai più con Berlusconi ! Io non sono una pecora, ho una dignità”?… e due mesi dopo entra di corsa, col piattino in mano, nel PdL.
Comunque il Bocchino precisa che lui non si ritiene un colonnello, semmai un maggiore: forse si riferiva a quello, quando parlava di non sentirsi figlio di un Dio minore, boh… si sentirà figlio di un Dio maggiore forse, o di un Maggiore, mah …
Con tutti questi figli in giro, l’unica speranza è di non finire nelle inchieste della buoncostume…
Salutate il vate quando lo vedete…
Riccardo Fucile
Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
Dei primi fanti il ventiquattro maggio:
l’Esercito marciava per raggiunger la frontiera,
per far contro il nemico una barriera.
Muti passaron quella notte i fanti;
tacere bisognava e andare avanti.
S’udiva intanto dalle amate sponde
Sommesso e lieve il tripudiar de l’onde:
era un passaggio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò: “NON PASSA LO STRANIERO”.
Ma in una notte triste si parlò di tradimento,
e il Piave udiva l’ira e lo sgomento.
Ahi, quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto,
per l’onta consumata a Caporetto!
Profughi ovunque! Dai lontani monti
Venivan a gremir tutti i suoi ponti.
S’udiva allor dalle violate sponde
Sommesso e triste il mormorio de l’onde:
come un singhiozzo in quell’affanno nero.
Il Piave mormorò: “RITORNA LO STRANIERO”.
E ritornò il nemico, per l’orgoglio e per la fame
Volea sfogar tutte le sue brame.
Vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora
Sfamarsi e tripudiare come allor…
“NO” disse il Piave, “NO” dissero i fanti,
“mai più il nemico faccia un passo avanti”
Si vide il Piave rigonfiar le sponde!
E come i fanti combattevan l’onde.
Rosso del sangue del nemico altero,
Il Piave comandò: “INDIETRO VA’ STRANIERO!”
E indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento
E la Vittoria sciolse le ali al vento.
Fu sacro il patto antico: tra le schiere furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro e Battisti.
Infranse alfin l’italico valore
Le forche e l’armi dell’impiccatore.
Sicure l’Alpi… libere le sponde
E tacque il Piave: si placaron l’onde.
Sul patrio suol, vinti i torvi imperi,
la pace non trovò NE’ OPPRESSI, NE’ STRANIERI.
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