
"L'Europa avrebbe la forza" di superare l'attuale crisi finanziaria "se riuscisse a trovare delle soluzioni tecniche comuni". Questo il monito lanciato dal ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, in un'intervista a 'Panorama del giorno', aggiungendo che "forse qualcuno non ha capito, anche in Europa, la drammaticità della situazione", in riferimento alle parole del commissario Ue agli Affari Economici e Monetari, Joaquin Almunia, che ieri aveva detto di "non sapere nulla" della proposta di un fondo europeo di sostegno alle banche in crisi, rilanciata dal premier italiano Silvio Berlusconi.
Per l'Italia Ronchi si è però detto ottimista, in quanto "il nostro sistema creditizio si presenta al mondo più forte di quello che noi stessi italiani potevamo pensare". "La nostra economia - ha aggiunto il ministro - è quindi in grado di assorbire meglio i colpi di questa crisi".
Anche alla luce di questa crisi, Ronchi ha rilanciato l'allarme per il pacchetto Ue su clima ed energia: "Noi dobbiamo chiedere tempo e flessibilità e modalità di attuazione", affinché "i vincoli che questo pacchetto impone non strangolino la nostra economia".
Per l'Italia Ronchi si è però detto ottimista, in quanto "il nostro sistema creditizio si presenta al mondo più forte di quello che noi stessi italiani potevamo pensare". "La nostra economia - ha aggiunto il ministro - è quindi in grado di assorbire meglio i colpi di questa crisi".
Anche alla luce di questa crisi, Ronchi ha rilanciato l'allarme per il pacchetto Ue su clima ed energia: "Noi dobbiamo chiedere tempo e flessibilità e modalità di attuazione", affinché "i vincoli che questo pacchetto impone non strangolino la nostra economia".
3 commenti:
SCUSATE TANTO, MA VORREI DIRE QUALCOSA RIGUARDO AL FEDERALISMO, ANCHE SE QUESTO POST TRATTA UN ALTRO ARGOMENTO E VORREI SAPERE CHE NE PENSATE DI QUESTO SCRITTO:
Il federalismo è ormai una realtà dalla quale non possiamo sottrarci; ne dobbiamo riconoscere la sua importanza storica e, certamente, non dobbiamo sottovalutarne le conseguenze per la nostra regione.
Partiamo da alcune semplici considerazioni.
L’Italia, da sempre, è stata fatta da due paesi diversi incollati insieme e incollati male: il divario nord-sud è atavico e spropositato.
Certo, il nostro è un paese che predilige i cambiamenti lenti (così lenti da non sembrare più nemmeno cambiamenti): tempi lunghissimi che alla fine lasciano il tempo che trovano.
Il federalismo da qui a breve porterà un cambiamento repentino, senza lasciarci nemmeno il tempo di riflettere, che ci porterà in una nuova dimensione, in una realtà difficile da gestire e le cui conseguenze potranno essere “nefaste” se non si comprendono i cambiamenti e si adottano i rimedi relativi.
I problemi del Sud sono troppi ed anche di una “drammaticità” rilevante che vengono (volutamente) sminuiti dalla nostra classe dirigente.
Il federalismo richiede una maturità politica che il paese forse non possiede: lo dimostra il fatto che se ne parla poco e male.
Al di là di essere favorevoli o no al federalismo, la sua attuazione è ineluttabile e la nostra classe politica “sta a guardare”, aspetta gli eventi passivamente senza anticiparli. E questo è grave.
E’ il nostro “costume” di popolo stanco, fatalista e “furbetto”.
Se ci pensate, anche la lingua risente del costume: dalle nostri parti si cerca il “posto”, non il lavoro.
Posto e lavoro non vogliono necessariamente dire la stessa cosa:
Il posto garantisce uno stipendio, il lavoro implica un impegno.
La politica sulla “ricerca” del posto ci marcia, “illudendo”, promettendo e facendo clientela sfruttando il bisogno in una terra “depressa” e favorendo i furbi e gli incapaci.
Il merito e la capacità non contano quando la politica, diventata semenzaio di corruzione, accoglie i peggiori arrivisti senz’arte né parte
Il clientelismo al Sud è una piaga diffusa, una necessità di vita oserei dire.
Ma il futuro prossimo obbliga, una classe politica dirigente seria e responsabile, a delle scelte altrettanto serie e coraggiose: non basta continuare a pensare solo a se stessi ma bisogna pensare al futuro del popolo calabrese.
Dubito, molto seriamente, che ci sia questa volontà o questo senso di responsabilità.
Al di la delle facilitazioni che la nostra regione, insieme alle altre disagiate, avrà per superare le difficoltà iniziale, il federalismo ci impone di “camminare con le nostre gambe”.
Il rischio reale di una regione “claudicante” (come è la nostra) sarà quello della “paralisi”.
Non sono tragico ma realista: ciò che doveva essere fatto da tempo oggi si impone.
Vi è la necessità di selezionare una classe dirigente seria, responsabile ed onesta oltre che capace.
Dovrà contare il merito, il senso del dovere e lo spirito di abnegazione da parte di chi sarà deputato a governare questa nuova realtà.
I partiti, che sino ad oggi hanno preferito i voti, la clientela ed il risultato (per vantaggi solo personali) saranno i maggiori responsabili della scelta dei loro uomini.
Non si superano i problemi con la logica che ha guidato sino ad oggi chi si è impegnato in politica, perché lo ha fatto solo nel proprio ed esclusivo interesse,
Qualcuno deve porre un freno ad un sistema che rischia di portarci al disastro; e chi meglio dei responsabili di un partito può farlo?
Se alle prossime elezioni vedrete le solite facce vuol dire che vi hanno già fregato, che nulla è cambiato e che se qualcosa cambierà sarà in peggio.
Antonio Nicolò
Tutti noi militanti di Alleanza Nazionale, siamo in attesa di capire le modalità e i tempi della nascita del nuovo soggetto politico denominato Popolo delle Libertà. Ritengo sia doveroso e coerente esternare le nostre sensazioni di stupore e smarrimento all’annuncio della nascita di questo nuovo percorso. Nonostante queste sensazioni l’elettorato Italiano, alle recenti elezioni Politiche, ha sostanzialmente premiato questa scelta di unione d’intenti tra i due partiti che si riconoscono nel Partito Popolare Europeo. Mi sembra doveroso inoltre evidenziare che in molti altri paesi Europei l’elettorato ha riconosciuto alla destra la forza dei suoi Valori e la capacità di guidare una nazione.
ALLEANZA NAZIONALE /PDL LA NOSTRA IDENTITA’ IERI – OGGI – DOMANI
Ritengo che nel futuro di noi Uomini e Donne di A. N . nel nuovo percorso del PdL la parola IDENTITA’ debba essere la motivazione ed il propulsore che ci spinge nella nostro fare Politica. Come ci insegnano le nostre tradizioni il vino buono non si riconosce dall’etichetta prestigiosa ma bensì dal suo contenuto. La nostra IDENTITA’ i nostri Valori maturati consapevolmente IERI tra difficoltà e Orgoglio e rappresentati da uomini che sapevano immaginare il Futuro. Identità e Valori oggi dove ci è riconosciuto il nostro indubbio senso dello stato il nostro Amore e Attaccamento per la nostra Bandiera Italiana. Siamo stati RIchiamati a guidare la nostra nazione e mi permetto di evidenziare che i nostri elettori ci hanno dato la loro fiducia sia per le nostre capacità nell’amministrare ma sopra ogni cosa per dare alla nostra società quei valori che fanno parte del nostro DNA. Il Presente e il domani ci vedono impegnati in nuove ed esaltanti sfide; non è un simbolo che determina il nostro credo: Valore della vita e dignità della persona / La Famiglia protagonista nella società / Impegno delle nuove generazioni, merito e diritto contro tutte le caste / Il diritto di vivere sicuri / Legalità e certezza della pena / Dignità e sicurezza nel lavoro e libertà di intraprendere. Questi devono essere i nostri obiettivi in qual si voglia Nuovo Contenitore – Luogo – Periodo storico – Situazione. Cambiano i Simboli possono cambiare anche le persone………..I Valori nei quali ci riconosciamo non possono e non devono cambiare…..MAI!!!
NOI SIAMO QUELLO IN CUI CREDIAMO……
……PdL NOI CI SIAMO!!!!!!
UN PLAUSO A QUESTO BLOG E A TUTTI I DIRIGENTI DI DESTRA DI BASE
Sono pienamete daccordo, con gli autori dei commenti che mi hanno perceduto!!!
Per quanto concerne, il "Federalismo", non disdegno l'idea di attuarlo, così come impostato dall'attuale governo, ma la mia vera preoccupazione è, quali saranno i politici locali che, prenderanno per mano questo progetto, ed attuarlo nel modo più fedele possibile, secondo le direttive centrali?
Diceva bene qualcuno prima di me, insomma, "cambiano i partiti, si modificano i raggruppamenti, cambiano i simboli, le leggi, cambiano i concetti ed il modo di fare politica (almeno agli occhi della gente), ma i nomi, le persone che realizzano tutto ciò, sono sempre gli stessi".
L'altra sera ad Otranto, il PDL, ha avuto un'incontro per decidere, la composizione del direttivo locale, devo dire che, dove vi è la vera convinzione di operare solo e soltanto per il bene comune, non ci si impiega molto, per relizzare tale gruppo di lavoro. Invece dove il potere del primeggiare e dell'essere rampantisti esiste, le difficoltà di tale composizioni, sono drammatiche!!! Nel nostro caso, vi sono varie estrazioni politiche che compongono il gruppo di lavoro: Da AN, FI, UDC, UDEUR, ex PSI, ecc...., ma motivati dal forte senso di responsabilità, si è fatto un lavoro imponente, eliminando ogni forma di "Quota", ma, dando spazio a nuove leve emergenti della politica locale, per poi costruire una nuova e moderna classe dirigente, che possa, in un futuro-presente, realizzare i sogni di noi cittadini. Penso che, i nostri leader politici, debbano fare tesoro di tale esperienza, cercando di esportarla negli altri comuni. Sono convinto che, solo così facendo, è possibile attuare appieno le direttive del governo centrale, Feralismo compreso.
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